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Piano Concerto - Forum pianoforte

La pericolosità del web: la mediocrità


thesimon
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Apro questo topic, che sarà prolisso ma che credo produrrà una discussione lunga e di grande spessore, dopo alcuni confronti che ho avuto sia con Francesco qualche giorno fa qui a Roma che con Paolo proprio ieri, ed oggi mi è capitata una cosa, neanche a farlo apposta, che è cascata proprio a fagiolo, a conferma di tutti vari ragionamenti formulati...

Si parla di mediocrità e di facilismo spicciolo, che stanno via via diventando dei virus che attaccano le categorie dei veri professionisti. 

Il discorso è decisamente molto articolato e sono certo che in questa sede potrebbe uscirne fuori un bel confronto, magari con qualche idea illuminante su come arginare e combattere il problema, visto che, si sa, neanche gli antibiotici hanno effetto sui virus. Magari però, chi lo sa, troviamo un vaccino per salvare il salvabile.  

 

Internet ha sicuramente permesso a tutti di potersi esprimere liberamente in tutti gli ambiti dell'esperienza umana. A partire dalle ideologie politiche e sociali, fino ad arrivare alla scienza e all'arte. Questo è senz'altro un traguardo positivo e incredibile, ma al contempo rischioso, perché nella parola tutti si celano anche quelli i quali, ogni volta che aprono la bocca, è un'occasione che perdono per starsene zitti; ovvero i mediocri.

 

Questo accade perché, forse, in assenza di un confronto diretto e visivo tutti si sentono in diritto di trattare un argomento con la prosopopea di un premio nobel nonostante, in funzione di ciò che dicono e scrivono, di quell'argomento risulti chiaro che non ne conoscano neanche le basi. Perché questo diviene rischioso? Perché chi è completamente a secco ma interessato a quell'argomento, rischia di credere che il giusto stia in quelle parole. 

 

Questo ragionamento generico può essere poi applicato a tutte le categorie del mondo culturale. 

 

Dove nasce il virus? Il virus nasce quando il mediocre si spinge o viene spinto da chi sa fare promozione d'immagine, guadagnando followers e, come corollario, rendendosi importante agli occhi degli altri. In internet la "popolarità" di una persona si misura nelle visualizzazioni dei video, nel numero di iscritti al canale e nel numero di followers su una pagina facebook. A questo punto il passo è breve: ha tante visualizzazioni -> quindi dice cose giuste -> quindi lui è un guru, mentre quello che gli va contro ed ha meno followers è un coglione (nonostante magari l'antagonista sia veramente un professionista del settore). Neanche a farlo apposta ho dimostrato a Frank che dietro tanti autoproclamati "guru", si celano solamente dei copioni che, con la menzogna, sfruttano il lavoro di altri per farsi belli; ma questo è un altro problema. 

 

Ecco allora che la massa comincia a credere che il bello sia nel minimalismo, ma non perché questo sia intenzionale e ponderato, ma solo perché chi l'ha pubblicato non è in grado di poter fare di più. Esempio lampante: Francesco Trocchia (ma avrei potuto tirare in ballo qualsiasi altro compositore professionista qui sul forum), nostro moderatore del forum e professionista, su scala web non è conosciuto e non è seguito perché non ha investito nella sua immagine pubblica, nonostante avrebbe materiale di qualità da promuovere, e pertanto la massa preferisce ascoltare e stima chi si sveglia la mattina suonando 4 note confuse e 2 triadi maggiori senza nessuna preparazione sul piano della composizione e che le butta lì così solo perché secondo lui suonano bene; ma ha dalla sua la potenza mediatica per poter far passare quelle 4 note come se fossero state messe lì dal nuovo Beethoven. Ecco che si è concretizzato il virus.

Anche Paolo mi diceva che la situazione, almeno qui in Italia, sta diventando sempre peggiore, concludendo che non si può fare più nulla per invertire questo cataclisma. Io non sono d'accordo.

 

Con Frank abbiamo parlato di quanto sia importante, per chi sa fare, condividere e cominciare a costruire la propria immagine pubblica. Ma da una parte capisco anche che per forza di cose, se sei un professionista in un settore non hai il tempo materiale di poter pensare alla tua immagine pubblica. Dall'altra parte però mi ha anche confessato di non amare l'autoproclamazione.

 

A questo punto mi chiedo... Queste persone qui non possono continuare a passare per divinità scese in terra se poi non possiedono neanche le basi nel terreno sul quale si muovono e questo virus deve essere terminato.

Paolo ieri mi diceva: - Ok vai ad un concerto dove suona un mediocre, che ti metti a fare? - 

Io: "Mi alzo e me ne vado! Se è vero che il tempo ha un valore, perché devo regalare il mio tempo a un imbecille che si pavoneggia come se fosse Rubinstein ma che in realtà ha le capacità di un bambino al primo saggio di pianoforte?"
Paolo: "E se ti chiedesse cosa ne pensi?"

Io: " Gli direi: vuoi la verità nuda e cruda o i soliti convenevoli? Ovviamente tutti risponderebbero la verità. E verità sia! Devi studiare perché quello che hai composto tu facendolo passare come la seconda rapsodia ungherese di Liszt in realtà lo suonerebbero meglio i bambini di 11 anni al primo anno di pianoforte, avrebbero sicuramente più fantasia"

 

Io dico che la soluzione è: basta con questo finto perbenismo. Queste persone devono essere messe davanti al fatto compiuto e se necessario ridicolizzate pubblicamente, perché, per rispetto di chi ha sacrificato la propria esistenza dedicandola alla passione e allo studio, questi individui devono essere fermati!

 

Ricollegandomi al fatto che mi è successo oggi... Ho ricevuto un commento su un video di confronto di librerie di pianoforte da una persona che parlava di bit, dB e frequenza senza sapere neanche cosa fossero con una tale prosopopea che da un non addetto ai lavori sarebbe passata come oro colato. Stanco di queste cazzate l'ho messo a sedere senza dargli neanche possibilità di replica. È ora di dire basta e trattare la cacca come la cacca e la cioccolata come la cioccolata. Ecco qui... Sistemato per le feste.

 

mah.jpg

 

Update: ha replicato con il seguente commento: "eccellente risposta"; si è iscritto al mio canale e mi ha aggiunto addirittura alla sua cerchia su google+. Del resto che cos'altro avrebbe potuto dire dopo quella demolizione?

 

Ogni vostro commento e idea, magari anche più diplomatica della mia è ben accetta; sinceramente io non sono riuscito a trovare alcuna via diplomatica per mettere fine a questa vergogna, se non la maniera "coatta". 

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Ho di recente letto questa immagine...risponde parzialmente ma ironicamente.Nel discorso penso manchi forse un punto di vista, la mediocrità non sta solo nei millantatori ma anche nei creduloni e l'uno alimenta gli altri.Chi è veramente interessato a una cosa non va da millantatori ma può cascarci e rimanere fregato. Ma se hai un problema al cuore..alla fine smetti di cercare la diagnosi su internet :)

 

Comunque personalmente parlando sono il primo ad essere consapevole che il marketing è l'anima del commercio ma commercio è una parola che può avere tanti significati. Una riflessione poi andrebbe fatta sulle cose "non in vendita".

 

Vediamo quali altri contributi escono sull'argomento...poi ci ritornerò.

MedioEvo.png

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La libertà di parola e di stampa è,a mia opinione, un'illusione. Può parlare solo chi ha le competenze per farlo. Sono infermiere, ma sento spesso gente sparare minchiate e mi ritrovo nella situazione di non poter controbattere. Se non hai competenze di fisiologia, biochimica, patologia, ti devi stare zitto, tacere! E invece il rimedio dela nonna diventa magicamente più efficace di ciò che propone la scienza solo perché è popolare (sto facendo una lotta contro certo diete iperproteiche o prive di glutine proposte da sedicenti dietologi o medici espulsi dall'albo!). Così è nella musica: se non sai, ti devi stare zitto, muto, o almeno dire di essere ignorante in materia. Ho pubblicato un messaggio su questo forum proponendo un sistema per lo scappamento sui digitale premettendo di essere ignorante in materia. Non si può parlare di tutto!

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Se volete vi spiego il resto?

 

No Grazie. Bastano due nozioni di acustica che in conservatorio erano obbligatorie nel corso di storia della musica (materia complementare che ogni musicista diplomato conosce) ... vecchio ordinamento per capire che c'è più di qualcosa che non va nella fraseri portata da Simone.

 

 

capisco anche che per forza di cose, se sei un professionista in un settore non hai il tempo materiale di poter pensare alla tua immagine pubblica. Dall'altra parte però mi ha anche confessato di non amare l'autoproclamazione.

 

 

... c'è anche l'aspetto economico, la pubblicità costa e in un settore di nicchia come quello della musica d'arte, non paga. Se consideriamo la musica pop però è tutto un altro film, li ne vale la pena in quanto bisogna "imporre" al mercato prodotti di qualità.

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I soldi sono sempre la chiave di tutto, se io ce li avessi avrei le migliori esecuzioni al mondo ... invece capita che mi commissionino lavori e poi non sono non mi pagano ma neanche (poi) te li eseguono. Qualità insieme a soldi può anche (e addirittura) equivalere ad un posto nella soria della musica; qualità senza soldi equivale sicuramente a restare poveracci :)

 

La pubblicità come dice Gerardo ha un costo e anche alto e soprattutto all'inizio chi ha così tanto da investire e solo per pubblicizzare il lavoro fatto? (E non quello che dovrò fare). Nessun follower darebbe un centesimo per concretizzare un progetto, almeno puoi dire di essere "seguito"...ma se poi ti paghi i click? Anche questa è una fregatura psicologica, pensi di essere un Dio ma potresti essere un mediocre.

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....credo che internet abbia semplicemente esasperato e messo in evidenza un problema che è sempre esistito. La vera cultura che ha intrinseca l'umiltà e la consapevolezza dei propri limiti per coerenza non può autoproclamarsi e così resta sempre nell'ombra della pochezza e furbizia di chi invece vende fumo per arrosto...con "bravura" e dovizia di marketing. I creduloni rendono possibile tutto questo perché non hanno e non vogliono avere competenze...a volte si diventa creduloni anche solo per pigrizia.

Purtroppo in questo modo la millanteria riesce ad offuscare la vera cultura. È un problema con radici forti che potrebbe essere contrastato aumentando il livello culturale della società...ma tensioni e dinamiche politiche sociali non sempre corrono in questo verso anzi. Per queste ragioni ammiro molto chi non si scoraggia e cerca di divulgare quanta più cultura possibile. Ognuno per il proprio campo....ed essendo idealista di carattere spero che prima o poi la società raggiunga la maturità di riconoscere i veri meriti...

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Infatti la risposta è difficile.Soltanto  Il più esigente andrà a cercare l'eccellenza. Oggi, massimamente regna la confusione.( sembra che il '900 continui!) Una volta ad una conferenza...diciamo...su concetti un po' spirituali- esoterici ecc.. alla quale ho partecipato mi sono stupito: Il relatore disegno' un quadrato e un cerchio la cui circonferenza toccava i vertici del quadrato stesso. Chiese alla platea che cosa vedevano. Ognuno, parlando a turno, vedeva una cosa diversa. Io credo che chiunque di noi che "non ha occhi per vedere" e/o "orecchie per sentire",possa essere lontano dalla consapevolezza. Certo è che "scuoterci" a vicenda per convincerci della realtà non è forse la ricetta migliore. L'opinione però è lecita. quando vado a sentire qualcosa che è lontano mille miglia dalle mie convinzioni, applaudo l'impegno e me ne vado...se poi l'amico di turno mi chiede una opinione, vuoto il sacco, non senza difficoltà, per due ragioni: 1) perché devo essere sincero circostanziando i perché del mio giudizio 2) perché rimanga traccia nella sua mente delle mie osservazioni, nel caso in cui in autore si ravveda nelle sue scelte. E' comunque duro e mortificante ricevere critiche o giudizi negativi e quando mi capita di manifestarli, mi sento in difficoltà,devo sforzarmi molto cercando di presentare la mia opinione, caso mai contraria, con delicatezza...ma magari con determinazione. 

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....credo che internet abbia semplicemente esasperato e messo in evidenza un problema che è sempre esistito. La vera cultura che ha intrinseca l'umiltà e la consapevolezza dei propri limiti per coerenza non può autoproclamarsi e così resta sempre nell'ombra della pochezza e furbizia di chi invece vende fumo per arrosto...con "bravura" e dovizia di marketing. I creduloni rendono possibile tutto questo perché non hanno e non vogliono avere competenze...a volte si diventa creduloni anche solo per pigrizia.

Purtroppo in questo modo la millanteria riesce ad offuscare la vera cultura. È un problema con radici forti che potrebbe essere contrastato aumentando il livello culturale della società...ma tensioni e dinamiche politiche sociali non sempre corrono in questo verso anzi. Per queste ragioni ammiro molto chi non si scoraggia e cerca di divulgare quanta più cultura possibile. Ognuno per il proprio campo....ed essendo idealista di carattere spero che prima o poi la società raggiunga la maturità di riconoscere i veri meriti...

 

Mi sembrano tutte ottime analisi del problema. Nessuno di voi ha però contribuito a fornire un qualche genere di soluzione al problema... Chi ci prova?

Nancy, dal mio punto di vista, centra la questione: i mediocri sono sempre esistiti, come sono sempre esistiti i creduloni.

Fino a qualche anno fa i creduloni dicevano che "è così perché l'ha detto la televisione", oggi dicono " è così perché l'ho letto su internet".

 

Internet è lo strumento più democratico che la mente umana abbia mai potuto concepire ed è bene che tale rimanga.

 

Chi usa internet per informarsi deve però imparare a farlo sapendo distinguere i ciarlatani dalle persone che hanno chiare competenze nella materia che si vuole approfondire.

Non è così facile ma non è poi neanche così difficile. Se uno vuole un'informazione politica non può affidarsi ad uno scritto di un qualsiasi "pico pallino" ma deve andare in quei canali di informazione che si richiamano ai giornali, sapendo distinguere, ovviamente la fonte ideologica che sta dietro a quel giornale.

 

Così è per tutti gli argomenti, culturali, sociali, economici ... E' poi importante sempre cercare di mettere a confronto varie opinioni, ma questo era già valido ai tempi della carta stampata, della radio e della televisione ... e oggi ancor più.

 

La soluzione è dunque demandata a noi singoli, non esistono altre soluzioni ...o almeno io francamente non ne vedo.

 

Piccolo esempio musicale: quanti ancora credono che Salieri  - povero Salieri :(  -ha ucciso Mozart? Tantissimi! Perché lo ha detto un film, perché l'ha detto una trasmissione televisiva e .... un giovane professore di musica delle medie di mio figlio! :rolleyes:

 

La mediocrità e l'ignoranza spopolano in ogni dove e se ci si vuole difendere esiste una solo soluzione: studiare, studiare studiare! e mai smettere di farlo!

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Io credo che solo il tempo rimetterà a posto le cose.

Oggi non esiste la possibilità di intervenire sulla scemenza.

Un esempio:

Nei giorni scorsi ho visto un post su Facebock che diceva Gentiloni essere il quarto presidente del consiglio non eletto. Ho fatto notare che Gentiloni è un deputato del Parlamento italiano e che quindi sarebbe stato giusto dire: primo presidente eletto dopo tre non eletti.

La mia osservazione è stata immediatamente cancellata ed il post ha proseguito con lo scandalo dei quattro non eletti.

Ormai siamo al punto che quando provi a correggere gli strafalcioni ti senti dire che sei un ignorante e ti consigliano di andare a studiare.

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Io credo che solo il tempo rimetterà a posto le cose.

Oggi non esiste la possibilità di intervenire sulla scemenza.

Un esempio:

Nei giorni scorsi ho visto un post su Facebock che diceva Gentiloni essere il quarto presidente del consiglio non eletto. Ho fatto notare che Gentiloni è un deputato del Parlamento italiano e che quindi sarebbe stato giusto dire: primo presidente eletto dopo tre non eletti.

La mia osservazione è stata immediatamente cancellata ed il post ha proseguito con lo scandalo dei quattro non eletti.

Ormai siamo al punto che quando provi a correggere gli strafalcioni ti senti dire che sei un ignorante e ti consigliano di andare a studiare.

Terenzio ... non è proprio così! :) 

 

In realtà il discorso sarebbe un altro e, comunque, se la vogliamo mettere sul piano di deputato eletto dal Parlamento, anche Letta lo era anche se ora si è dimesso. Non eletti nel parlamento ce ne sono stati solo due: Monti e Renzi.

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Il problema degli strafalcioni o bufale che dir si voglia, secondo me, non può essere corretto con il sistema della censura. Si darebbe un'arma di giudizio troppo pericolosa a soggetti che potrebbero strumentalizzare la cosa secondo la propria "soggettività ".eventualmente si potrebbe obbligare la pubblicazione delle fonti contestualmente alle notizie. Si lascia così la libertà a chi legge di valutare la veridicità delle "notizie". Ma per pigrizia e ignoranza sono sicura che comunque pochi approfondirebbero e così anche le fonti verrebbero citate con dolo e sarebbero altre bufale....

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Ormai la rete pullula di millantatori e di notizie false, la maggior parte di queste sono "innocue" ma se pensiamo alle "Fake New" create ad hoc per screditare questo o quell'altro politico di un certo peso allora la cosa si fa seria. Prendo come esempio la falsa notizia fatta circolare durante le elezioni americane, in cui si era fatto credere che in una pizzeria di Washington frequentata da politici democratici e quindi anche la Clinton, in realtà si perpetravano abusi su minori ecc. e qualcuno a pensato bene di imbracciare un'arma e di fare un po di pulizie primavarili, per un puro caso non c'è scappata l'ennesima strage.La cosa grave e che la falsa notizia e stata messa in giro dai sostentori di Tramp, gente che sapeva benissimo cosa diceva, ma evidentemente non hanno valutato le possibile conseguenze del loro gesto...forse <_< .

Ora si vorrebbe correre ai ripari ,e di alcuni giorni fa questa notizia "FaceBook a lanciato un piano contro le "Fake News" avvalendosi dell'aiuto di un software".

Sarà vera la notizia, o è l'ennesima bufala?

Io credo che la ricetta per fare un po di ordine non c'è labbia nessuno in tasca, e mettere dei limiti sarebbe sbagliato, sta a noi tutti verificare la veridicità di ciò che andiamo a leggere approfondendo con ulteriori ricerche e riscontri.

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Caro Simone,
se tu cerchi soluzioni, la prima risposta che mi viene in mente è questa: occorre creare una (o più) “authority”.
Questo è un approccio di carattere politico e istituzionale e se vuoi anche molto pragmatico: costituire una serie di organismi accreditati che si occupino di sorvegliare l’attendibilità e l’affidabilità delle affermazioni circolanti. Si potrebbe addirittura pensare di creare un logo da apporre alle varie affermazioni prodotte o dalle relative testate. Un po’ come accade per i prodotti alimentari. Tempi addietro, un’idea del genere sarebbe apparsa utopica e irrealizzabile, ma oggi in realtà si producono sforzi molto maggiori per cose molto meno importanti e un progetto del genere, con gli strumenti che esistono, sarebbe tutt’altro che fantascientifico.

Ma si sa, la pratica cozza sempre con la teoria, e per quanto mi riguarda, in questo caso, non nel modo che ci si aspetterebbe.
Forse, in effetti, dovremmo prima chiarirci bene quale sia il problema di cui cerchiamo una soluzione. Se è semplicemente l’attendibilità di una affermazione tecnica, allora potremmo avere qualche speranza, per quanto tutto, su questa terra, sia opinabile e falsificabile. Ma se cerchiamo anche una certificazione per aspetti meno o più difficilmente misurabili, allora temo che quasi ogni soluzione sarà un vicolo cieco.
Prendiamo il caso di un’opera musicale. Ad alcuni pare evidente il fatto che certi figuri godano di un successo immeritato e assurdo confronto ad altri molto più capaci e meritevoli. Ci si chiede poi se non sia sempre stato così o se questo mondo digitale non abbia fatto che esasperare e peggiorare le cose. D’altra parte ci si conforta anche dicendo che il tempo e la storia metteranno a posto le cose, poiché dureranno solo i prodotti di valore e il resto sarà scartato dalla selezione naturale.
Ma ne siamo davvero sicuri? Io credo che le cose siano molto più complesse e ancora meno confortanti di come vorremmo raccontarle, e a questo proposito faccio alcune provocazioni:

-Il tempo e il futuro non faranno che confermare il successo di quelli che già ce l’hanno (se non di tutti almeno della maggior parte).

-Il tempo e il futuro non faranno che confermare l’insuccesso e l’oblio degli altri (se non di tutti almeno della maggior parte).

-La storia del passato non ha selezionato i migliori in assoluto, ma solo quelli che essa (storia e storiografia) ha ritenuto opportuno selezionare.

-La storia del passato ha cancellato tutti quelli che non ha scelto, non in base al loro valore, ma in base all’interesse (che spesso tuttavia include anche il valore).

Immagino quanto possano fare accapponare la pelle queste parole, ma credo che, per onestà, prima o poi ognuno ci debba avere a che fare, o almeno deve provare a rifletterci se non vuole rimanere aggrappato alla confortante ma utopica idea, per quanto a volte produttiva, che la verità vince sempre.

Certo delle precedenti provocazioni si può discutere per esempio su cosa sia il valore o che cosa sia migliore. Però non sono quelle le questioni che voglio sollevare e con un po’ di buona volontà, lo si capisce da sé. Piuttosto si possono obiettare molti, o alcuni, esempi contrari. Per esempio prendiamo il caso arcinoto di Bach, di cui spesso si dice che ai suoi tempi non fu tenuto nel giusto conto e che solo con Mendelssohn fu rivalutato, mostrando così che la storia rimette sempre in ordine le cose. Bach tuttavia non era davvero un personaggio di scarso successo, come il mito vorrebbe e, anche se pare gli fosse preferito al tempo di gran lunga Telemann, alla storia ci sarebbe comunque passato per i ruoli e la considerazione che aveva già in vita. Tuttavia, si può obiettare, non basta essere maestro di corte per passare alla storia ma bisogna avere la qualità. Certamente, e certamente non tutti (anzi forse nessuno) i maestri di corte avevano le qualità di Bach, ma il punto è piuttosto chiedersi quanti hanno avuto le sue qualità ma non hanno potuto diventare maestri di corte. Nessuno, qualcuno, molti? Di questi non lo potremmo mai sapere e non perché la storia non sia in grado di trovarli, ma perché il presente (il presente di ciascuno di loro) li ha cancellati irrimediabilmente. Questo è un fatto inevitabile. Si tratta di selezione (anche se artificiale, perché nell’umano poco c’è di naturale). Quanti Bach e Telemann avrebbero infatti potuto sopportare le corti di quei tempi se non uno o due alla volta. Se già in un’epoca come quella in cui viviamo da ogni dove piovono compositori e artisti di mirabolanti capacità, oggi, in un mondo dove l’immaginazione non è certo superiore a quella dell’uomo rinascimentale, allora cosa dovremmo supporre di quei secoli così prolifici?

Ricordo che il primo giorno di Politecnico, la professoressa di Analisi I esordì con un discorso che mi fece pensare: disse che, poiché quell’anno eravamo troppe matricole, loro avrebbero dovuto in un modo o nell’altro (con qualunque mezzo) ridurci ad almeno un terzo. E così fecero. Ora è lecito pensare che coloro che rimasero furono i migliori e più meritevoli, mentre i restanti non avevano le doti per diventare degli ingegneri. Anche se negli anni seguenti non avessi mai avuto motivo di dubitarlo, una domanda già quel giorno me la posi: ma se a presentarsi a quel corso fossero stati solo quelli che sarebbero poi stati eliminati e giudicati non all’altezza, allora che razza di ingegneri sarebbero venuti fuori? E poi mi accorsi che quella poteva essere proprio la situazione reale, cioè proprio quella in cui ci trovavamo in quel momento: gli altri, quelli veramente migliori, semplicemente al corso potevano non essersi iscritti.

C’è poi anche da considerare che magari la bellezza e il valore di un’opera potrebbero non dipendere solamente da fattori intrinseci. Chi ci garantisce che molti dei tanto da noi vituperati falsi compositori non siano davvero migliori di molti di quelli che noi consideriamo tali? Finche si tratta di valutare sulla base di certi parametri più o meno condivisi una capacità tecnica, è un conto; ma di lì in avanti chissa? In fondo un’opera diventa bella anche grazie al fatto che è considerata bella. Con questo non voglio arrendermi a quello che vorrei combattere. Voglio solo considerare anche questo aspetto della realtà, senza negarlo per convenienza. L’arte è infatti anche comunicazione ed espressione di contenuti interiori nei confronti di una comunità e la condivisione e la comprensione di questa comunicazione è di per sé una parte della bellezza, intrinseca se vuoi, dell’opera d'arte. Dal che consegue anche che un’opera non potrà mai essere bella o superiore in assoluto, ma solo come frutto di un processo sociale. Ma qui sto andando troppo oltre e mi fermo.

 

Se tutto questo disturba troppo, fate finta che non l’abbia scritto e tenete per buona, eventualmente, solo la prima parte.
 

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Mi sembrano tutte ottime analisi del problema. Nessuno di voi ha però contribuito a fornire un qualche genere di soluzione al problema... Chi ci prova?

qualche soluzione?

Mi pare che i problemi siano due.

1) separare in internet le informazioni autorevoli dalle fesserie

2) la popolarità e il successo , in campo artistico o scientifico ecc., che spesso toccano chi non li merita e non viceversa 

 

 

in internet per il problema di reperire informazioni (di pronto uso) corrette mi pare che come soluzione valga il bell'esempio di Frank: se uno ha un problema al cuore alla fine smette di cercare la soluzione in internet.

è un esempio forte ma rende l'idea. Vale a dire che: è ovvio che ognuno alla propria salute ci tenga e non affronti i problemi così alla leggera. Dunque anche rispetto ad altre cose (ad es. nozioni sulla registrazione audio) se una persona ci tiene veramente non si ferma alle prime cose che legge (ovunque le legga).

E dunque - se ci tiene - potrà avvenire questo iter

1) legge info in internet

2) legge molte info su internet... e confronta

3) si procura (acquisto o prestito) opere stampate in materia

4) passa dalle opere stampate del tipo "ABC dell'audio recording" a pubblicazioni più mirate a singoli problemi

(...e intanto sarà aumentata la sua capacità di discernere....)

5) magari mediterà di intraprendere un corso con docenti per aumentare le competenze

Insomma: per il problema 1 la soluzione è che: se ci tieni davvero ti sbatti, non ti fermi alla prima che senti.

 

per il problema 2 starei sulle parole di Nancy: aumentare il livello culturale generale.

Come?... Ho paura che il problema non sia tanto il "come" ma che non lo si voglia davvero.

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Prendiamo il caso di un’opera musicale. Ad alcuni pare evidente il fatto che certi figuri godano di un successo immeritato e assurdo confronto ad altri molto più capaci e meritevoli. Ci si chiede poi se non sia sempre stato così o se questo mondo digitale non abbia fatto che esasperare e peggiorare le cose. D’altra parte ci si conforta anche dicendo che il tempo e la storia metteranno a posto le cose, poiché dureranno solo i prodotti di valore e il resto sarà scartato dalla selezione naturale.

Ma ne siamo davvero sicuri? Io credo che le cose siano molto più complesse e ancora meno confortanti di come vorremmo raccontarle, e a questo proposito faccio alcune provocazioni:

-Il tempo e il futuro non faranno che confermare il successo di quelli che già ce l’hanno (se non di tutti almeno della maggior parte).

-Il tempo e il futuro non faranno che confermare l’insuccesso e l’oblio degli altri (se non di tutti almeno della maggior parte).

-La storia del passato non ha selezionato i migliori in assoluto, ma solo quelli che essa (storia e storiografia) ha ritenuto opportuno selezionare.

-La storia del passato ha cancellato tutti quelli che non ha scelto, non in base al loro valore, ma in base all’interesse (che spesso tuttavia include anche il valore).

Immagino quanto possano fare accapponare la pelle queste parole, ma credo che, per onestà, prima o poi ognuno ci debba avere a che fare, o almeno deve provare a rifletterci se non vuole rimanere aggrappato alla confortante ma utopica idea, per quanto a volte produttiva, che la verità vince sempre.

Certo delle precedenti provocazioni si può discutere per esempio su cosa sia il valore o che cosa sia migliore. Però non sono quelle le questioni che voglio sollevare e con un po’ di buona volontà, lo si capisce da sé. Piuttosto si possono obiettare molti, o alcuni, esempi contrari. Per esempio prendiamo il caso arcinoto di Bach, di cui spesso si dice che ai suoi tempi non fu tenuto nel giusto conto e che solo con Mendelssohn fu rivalutato, mostrando così che la storia rimette sempre in ordine le cose. Bach tuttavia non era davvero un personaggio di scarso successo, come il mito vorrebbe e, anche se pare gli fosse preferito al tempo di gran lunga Telemann, alla storia ci sarebbe comunque passato per i ruoli e la considerazione che aveva già in vita. Tuttavia, si può obiettare, non basta essere maestro di corte per passare alla storia ma bisogna avere la qualità. Certamente, e certamente non tutti (anzi forse nessuno) i maestri di corte avevano le qualità di Bach, ma il punto è piuttosto chiedersi quanti hanno avuto le sue qualità ma non hanno potuto diventare maestri di corte. Nessuno, qualcuno, molti? Di questi non lo potremmo mai sapere e non perché la storia non sia in grado di trovarli, ma perché il presente (il presente di ciascuno di loro) li ha cancellati irrimediabilmente. Questo è un fatto inevitabile. Si tratta di selezione (anche se artificiale, perché nell’umano poco c’è di naturale). Quanti Bach e Telemann avrebbero infatti potuto sopportare le corti di quei tempi se non uno o due alla volta. Se già in un’epoca come quella in cui viviamo da ogni dove piovono compositori e artisti di mirabolanti capacità, oggi, in un mondo dove l’immaginazione non è certo superiore a quella dell’uomo rinascimentale, allora cosa dovremmo supporre di quei secoli così prolifici?

Ricordo che il primo giorno di Politecnico, la professoressa di Analisi I esordì con un discorso che mi fece pensare: disse che, poiché quell’anno eravamo troppe matricole, loro avrebbero dovuto in un modo o nell’altro (con qualunque mezzo) ridurci ad almeno un terzo. E così fecero. Ora è lecito pensare che coloro che rimasero furono i migliori e più meritevoli, mentre i restanti non avevano le doti per diventare degli ingegneri. Anche se negli anni seguenti non avessi mai avuto motivo di dubitarlo, una domanda già quel giorno me la posi: ma se a presentarsi a quel corso fossero stati solo quelli che sarebbero poi stati eliminati e giudicati non all’altezza, allora che razza di ingegneri sarebbero venuti fuori? E poi mi accorsi che quella poteva essere proprio la situazione reale, cioè proprio quella in cui ci trovavamo in quel momento: gli altri, quelli veramente migliori, semplicemente al corso potevano non essersi iscritti.

C’è poi anche da considerare che magari la bellezza e il valore di un’opera potrebbero non dipendere solamente da fattori intrinseci. Chi ci garantisce che molti dei tanto da noi vituperati falsi compositori non siano davvero migliori di molti di quelli che noi consideriamo tali? Finche si tratta di valutare sulla base di certi parametri più o meno condivisi una capacità tecnica, è un conto; ma di lì in avanti chissa? In fondo un’opera diventa bella anche grazie al fatto che è considerata bella. Con questo non voglio arrendermi a quello che vorrei combattere. Voglio solo considerare anche questo aspetto della realtà, senza negarlo per convenienza. L’arte è infatti anche comunicazione ed espressione di contenuti interiori nei confronti di una comunità e la condivisione e la comprensione di questa comunicazione è di per sé una parte della bellezza, intrinseca se vuoi, dell’opera d'arte. Dal che consegue anche che un’opera non potrà mai essere bella o superiore in assoluto, ma solo come frutto di un processo sociale. Ma qui sto andando troppo oltre e mi fermo.

 

Se tutto questo disturba troppo, fate finta che non l’abbia scritto e tenete per buona, eventualmente, solo la prima parte.

 

Cara Bianca ci può essere del vero in quello che scrivi  ... ma c'è anche tanto pessimismo. :)

 

Se guardo la storia della musica io vedo anche tanti  compositori che al loro tempo erano considerati grandi e importanti e oggi sono praticamente ignorati e che, non sempre, ma spesso, se vengono resuscitati dall'oblio, poi in tale oblio ritornano. Dunque, questo significa che il tempo e il futuro hanno fatto il loro corso. Poi, questo non toglie che possano essere rivalutati ma, comunque sia, ripeto, dimostra che il tempo e il futuro hanno fatto il loro corso.

Più sopra parlavo di Salieri e di Mozart. A quei tempi Salieri rivestiva un'importanza perfino più grande di Mozart agli occhi dei contemporanei, ma in ben poco tempo, il giudizio si è completamente stravolto.

 

Un'opera diventa bella e importante solo quando come tale è riconosciuta. Ma spesso per esserlo deve attendere del tempo, non necessariamente lo è al suo primo impatto. La Grande Fuga di Beethoven per diventare quel capolavoro assoluto che è ha dovuto attendere un secolo.

 

E' vero però che molti compositori del passato possono essere rimasti in ombra solo perché non hanno saputo trovare - o non gli è stato dato - lo spazio giusto ma se così fosse stato e se le loro opere sono ancora rintracciabili, io confido che prima o poi questo verrà fuori: tanti musicologi sono alla ricerca di qualcosa di sconosciuto e valido che viene dal passato.

 

Oggi, i compositori che decidono di comporre un certo tipo di musica - non uso aggettivi per non creare malumori o polemiche - sanno che a pochi eletti è dato di sopravvivere con il frutto del loro lavoro e questo perché, soprattutto, i gusti musicali dei nostri contemporanei si muovono su altri fronti musicali.

 

Forse non tutti quelli che riescono a vivere del loro essere compositori sono degni e forse altri che non ci riescono ne sarebbero invece assai degni. Non so. Forse che sì, forse che no! Ma oggi tutti i compositori hanno la possibilità attraverso  Internet di lasciare traccia acustica del loro operato e ... chissà, forse un domani la storia, il tempo, il futuro, decreterà la loro un'importanza postuma. Magrissima consolazione? Si lo è, ma non c'è nulla da fare.

 

Io penso che se uno è convinto delle proprie capacità artistiche deve perseverare anche se poi per vivere deve fare tutt'altro :) .

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Io penso che se uno è convinto delle proprie capacità artistiche deve perseverare anche se poi per vivere deve fare tutt'altro :) .

 

è molto amaro ma sono d'accordo con te.

 

una cosa è il lavoro per il sostegno nella vita.

una cosa è l'attività in cui si avverte la crescita e l'edificazione della propria persona.

se poi le due cose coincidono è una grandissima fortuna.

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Cara Bianca ci può essere del vero in quello che scrivi  ... ma c'è anche tanto pessimismo. :)

 

...

 

Se hai la pazienza di approfondire quanto ho scritto prima, ti accorgerai che quello che sulle prime ti è sembrato pessimismo non è che un pungolo ad esplorare un aspetto scomodo della realtà che raramente si prende in considerazione. Non riconoscere o non voler affrontare queste eventualità alla fine diventa un ostacolo più che un vantaggio per la comprensione. Solo che bisogna predisporre il proprio spirito ad affrontare anche quello che ci può dispiacere, il che è una cosa impegnativa. È molto più confortante credere che esista una forza provvidenziale che muove il corso della storia e che disveli gradualmente la verità. Se ci pensiamo bene, il fatto che un compositore di poco valore sia stato rimesso al suo posto dalla storiografia, non è di per sé un evento straordinario, non ci insegna un granché di nuovo sulla realtà delle cose. Così come il fatto che vi possano essere stati dei compositori di grande valore di cui si sono perse le tracce e che prima o dopo potranno essere riscoperti e rivalutati. Sono cose già successe e che accadranno ancora, fortunatamente.

Sarebbe invece più sconvolgente scoprire quanti potenziali artisti di straordinario valore non si sono mai nemmeno potuti esprimere, non abbiano mai neppure lasciato alcuna loro traccia da scoprire, nessun nuovo dono per l’umanità. Questo è il vero problema e il vero dramma che bisognerebbe affrontare: chiedersi se questa è una cosa che davvero può accadere e se sì perché accade e in che misura, e capire dove si può intervenire per porvi rimedio. Trovo che sia invece piuttosto ingenuo pretendere o sperare che chiunque sua sponte scelga la cultura, il senso critico, lo studio, il sacrificio, per affinare una capacità di giudizio in autonomia, anzi che affidarsi molto più comodamente ad uno qualunque della numerosa schiera dei nuovi (o vecchi) sacerdoti mediatici. Perché poi dovrebbe farlo, solo perché sarebbe meglio o giusto secondo noi?

Questo percorso ci riconduce però all’inizio del ragionamento, quando un po’ scherzosamente ho parlato di authority: il primo passo da intraprendere sarebbe proprio valutare la qualità dei “mediatori” (discorso già apparso in passato sul forum). Ogni opera ha necessità di un mediatore. In quanto espressione e comunicazione, sebbene di carattere del tutto particolare e senz’altro asimmetrico, essa ha necessità di un mezzo di trasmissione. Da cui discende la responsabilità immensa innanzi tutto degli insegnanti, dei maestri, il cui scopo principale, da che mondo è mondo, dovrebbe proprio essere quello di scovare e dare i mezzi per esprimere al meglio le doti di chi ce l’ha. Dire che la soluzione è tutta qui è ovviamente ridicolo, ma è un passo. Già solo rendersi conto che nella storia possano esserci stati o possano esserci “geni” potenzialmente superiori ai vari che costellano le nostre biblioteche e i nostri miti personali, e che questi ultimi in realtà siano un po’ meno mitici di quanto li dipingiamo, sarebbe uno scatto inaspettato. Dopo tutto quanti di noi criticano aspramente la tendenza del “popolino” ad idolatrare presunte superstar e poi nella propria cameretta fanno la stessa cosa, anche se il poster, in luogo di un avvenente signorina, mostra un vecchietto che fa la linguaccia? L’atteggiamento è identico, quello che cambia, e forse neppure di tanto, sono i gusti e le circostanze.

Poi, ripeto, bisogna sempre considerare che i nostri obiettivi non siano illusori, se non incoerenti.

Ognuno di noi su questa terra, ricerca in un modo o nell’altro, un suo successo. Pensare che tutti possano raggiungere lo stesso successo è un controsenso. Pensare che chi è più meritevole di chi ha raggiunto il successo dovrebbe stare al posto di quello, è contrario alla realtà dei fatti. Pensare che possa esistere un sistema e che si debba cercare di metterlo in pratica, che sia in grado di premiare i meriti esclusivamente teorici è errato (e non pessimistico) e pertanto inattuabile.

Quello che si deve fare piuttosto è capire perché, o piuttosto come, la realtà si manifesta in un certo modo e, dove si può, intervenire per migliorarla. Come si può pretendere che l’Analisi funzionale riscuota il successo della Cocacola? La schiera di chi può digerire la prima è infinitesima rispetto alla seconda. Così bisognerebbe innanzi tutto capire che è opportuno limitare il proprio campo e a quello rivolgersi e quello coltivare. In questo senso non trovo poi tanto sbagliato l’atteggiamento che alcune cerchie di compositori hanno nel chiudersi in quelli che spesso si sentono tanto criticare come circoli per soli adepti. Certo, questi a loro volta non dovrebbero snobbare o ostacolare altre realtà, in quanto un certo potere lo gestiscono, ma favorirne la proliferazione.

E poi forse bisognerebbe guardare meno al futuro (e al passato) e più al presente. Fra centomila anni, ammesso ci sia ancora il genere umano, probabilmente persino il successo di Omero sarà scordato (anzi già lo è in larga parte). È semplicemente una questione di numeri, quelli delle cose che stanno nella testa di un uomo non sono molto grandi. Per cui dire che oggi è più facile perché c’è internet e su quella chiunque può lasciare un segno è un’altra puerile illusione: certo, puoi lasciare il tuo granello di sabbia, tra i tanti su una sconfinata spiaggia dell’oceano del presente, granelli più piccoli, sassolini più grandi, alcune rocce, e tutto verrà lentamente stritolato, livellato dagli inesorabili frangenti nella risacca del tempo.

 

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E' molto probabile  - o certamente sicuro -che io sia ingenuo e anche puerile :rolleyes: ma penso che le due vere discriminazione che sono state fatte nel campo dell'Arte occidentale nel passato - e naturalmente su tutto praticamente  - siano verso tutto l'universo femminile e verso le persone che versavano in povertà.

Penso alla sorella di Mozart e a quella di Mendelsshon e, soprattutto, alle tante donne che non necessariamente avevano fratelli compositori ma che non hanno potuto esprimersi in campi considerati fino a qualche tempo fa praticamente solo di dominio maschile.

 

 

Ecco lì sì! Sicuramente abbiamo perso tantissimo!

 

Oggi questi due rischi sono molto minimizzati, la cultura è alla portata di (quasi) tutti e le possibilità pure e questo, anche grazie a Internet che ripeto: è quanto di più  democratico sia stato inventato dall'umanità.

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E' molto probabile  - o certamente sicuro -che io sia ingenuo e anche puerile :rolleyes: 

 

Ti chiedo veramente scusa Daniele per i termini che ho scelto, non era davvero mia intenzione riferirli a te, le cui idee come sai rispetto moltissimo, è solo il mio modo di scrivere che a volte non è felice, spero mi perdonerai.

 

 

 tutto l'universo femminile e verso le persone che versavano in povertà.

 

Questo però non è mica poca cosa...

 

 

Oggi questi due rischi sono molto minimizzati, la cultura è alla portata di (quasi) tutti e le possibilità pure e questo, anche grazie a Internet che ripeto: è quanto di più  democratico sia stato inventato dall'umanità.

 

Se così fosse allora la discussione iniziata da Simone che senso avrebbe?

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