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Piano Concerto - Forum pianoforte

L'immensa eredità (nascosta) del Novecento Italiano


Viola
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Nessuno si è permesso di utilizzare termini ingiuriosi.

 

Disprezzo Stravinskij. Posso scriverlo?

 

(l'ho già scritto) :-)

 

Hai anche scritto

"Nelle pagine di uno studioso contemporaneo serio e preparato come il nostro Massimo Mila, in certi casi si trovano accenni alla figura di Bruckner nei termini più ingenerosi, di "modesto organista autodidatta". Tra cento anni, si potrebbe scommettere, Bruckner verrà ancora eseguito, mentre chissà se Mila verrà ancora letto ... " e probabilmente vagheggiare un futuro in cui Mila non verrà letto non è ingiurioso, ma è stupido. Posso scriverlo? L'ho già scritto. Per la tua epica vendetta il mondo sarà priva delle opere di un autore apprezzatissimo, che aveva un'opinione diversa dalla tua rispetto a Bruckner. Aveva un'opinione diversa anche su Respighi, diversa dalla tua e da quella di Silvio Paolini Merlo, da cui il tuo intervento ha preso ispirazione (questo quello che scrive SPM "Mila insiste perciò prevalentemente sulla trilogia romana (...), mentre si sofferma appena sulQuartetto dorico, elude quasi totalmente i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle Metamorphoseon", questo quello che scrivi tu "Mila parlando di Ottorino Respighi insiste prevalentemente sulla Trilogia romana (a mio modesto parere la più "commerciale e meno significativa), accenna brevemente al Quartetto dorico, e tralascia i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle Metamorphoseon, che rappresenta l’ultima e più alta pagina sinfonica del compositore, concepita nel pieno della sua maturità", senza citare le fonti...).

 

"gli Hanslick finiscono sempre per scomparire, perduti nei meandri della loro stessa accademia.", neanche questo è turpiloquio e soprattutto non lo hai scritto tu, lo ha scritto Duse, persona nota per essere accondiscendente (...), e anche questa dal mio punto di vista è un'opinione stupida. Non è neppure un'opinione, è una bieca speranza vendicatrice: cosa ci sarebbe di male se Hanslick sopravvivesse? Se la gente leggesse Hanslick, magari per smentirlo, magari per essere d'accordo, magari solo per poter dire "ho letto Hanslick"? E no, il giudizio di Hanslick va vendicato con la sua damnatio memoriae, noi siamo quelli che i libri si schifano se dicono cose che non apprezziamo (io non vorrei mai che Duse scomparisse per sempre perduto nel meandri della propria accademia, lui che fu accademico). 

 

Ma smettiamo di parlare di Viola che non ha usato turpiloquio, parliamo di Celibidache (l'utente) che ha detto che

 

1) i critici musicali si occupano solo di quello perché hanno spesso solo quello;

2) non hanno una percezione matura e articolata dell'essere (che è, com'è noto, una bruttissima malattia);

3) sono costipati, poiché niente vi entra e niente vi esce;

4) soffrono di patologico egocentrismo, un egocentrismo cosmico che vieta all'umanità di avere altri Einstein. Cioè, ripeto, non nascono altri Einstein per colpa dei critici musicali, un discorso così palesemente chiaro e condivisibile che è quasi inutile ripeterlo;

In tutto questo, io non sopporto Brahms e amo Bruckner e Wagner, avrei criticato aspramente il giudizio di Hanslick ma dando a quel giudizio dignità di giudizio di gusto. Hanslick non era il "compagno di merende" di Brahms, Hanslick è un personaggio fondamentale della storia del pensiero estetico, piacciano o no i suoi giudizi da critico. E visto che non siamo nel salotto di un vecchia zitella, sarebbe bello parlare di Hanslick come di uno studioso, non come dello scemo del paese. Un tripudio di invidie! Mamma mia, vorrei leggere proprio un libro con questo titolo:

"Un tripudio di invidie. Storia della critica musicale banalizzata in frasi fatte".

 

P.S.

50 euro a chi mi dimostra che l'italiano è la lingua più bella del mondo. Voglio una dimostrazione assoluta, relativa a tutte le lingue parlate e scritte attualmente presenti, comprese, quindi, lingue morte di cui sono acquisibili documenti, con premessa metodologica e glossario in cui, ad esempio, si chiarisca l'utilizzo dell'aggettivo "bello".

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Guarda Claudio il like te lo do perché hai riassunto benissimo tutto.

 

Ma da parte mia continuo a domandarmi: come mai a distanza di più di un secolo ormai non si riesca a superare questa rivalità: Brahms da una parte Wagner e Bruckner dall'altra. In realtà è tutta musica meravigliosa e dunque???.... 

 

 

... e comune che c'entra tutto ciò con la generazione dei compositori degli anni 80 (dell'Ottocento) e le generazioni successive che hanno fatto grande il Novecento italiano? E questa domanda la faccio a Viola, visto che è lei che ha proposto questo argomento.

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> Ma chi ha litigato con chi? Devo essermi persa qualche post.
 

eh eh Viola, quando arriva un'avvisaglia...la frittata non è ancora fatta (altrimenti a che servirebbe la moderazione?). Se c'è la frittata, probabilmente c'è anche il ban. Ad esempio Celibidache ha potuto già provare ma evidentemente, nonostante i recenti "pentimenti", non ha ancora ben inquadrato la questione.

 

Si, per alcuni serve decisamente il francese.

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Che Brahms non fosse la persona più tollerante e accogliente di questo mondo, è poco ma sicuro – come è altrettanto sicuro che chi ama la sua musica non smetterà per questo di amarla. A meno che non identifichiamo la musica con la personalità del compositore. Ma noi non lo facciamo. O forse sì?

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Hai anche scritto

"Nelle pagine di uno studioso contemporaneo serio e preparato come il nostro Massimo Mila, in certi casi si trovano accenni alla figura di Bruckner nei termini più ingenerosi, di "modesto organista autodidatta". Tra cento anni, si potrebbe scommettere, Bruckner verrà ancora eseguito, mentre chissà se Mila verrà ancora letto ... " e probabilmente vagheggiare un futuro in cui Mila non verrà letto non è ingiurioso, ma è stupido. Posso scriverlo? L'ho già scritto. Per la tua epica vendetta il mondo sarà priva delle opere di un autore apprezzatissimo, che aveva un'opinione diversa dalla tua rispetto a Bruckner. Aveva un'opinione diversa anche su Respighi, diversa dalla tua e da quella di Silvio Paolini Merlo, da cui il tuo intervento ha preso ispirazione (questo quello che scrive SPM "Mila insiste perciò prevalentemente sulla trilogia romana (...)[/size],[/size] mentre si sofferma appena sul[/size]Quartetto dorico, elude quasi totalmente i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle [/size]Metamorphoseon", questo quello che scrivi tu "Mila parlando di Ottorino Respighi insiste prevalentemente sulla Trilogia romana (a mio modesto parere la più "commerciale e meno significativa), accenna brevemente al Quartetto dorico, e tralascia i concerti e le opere, ma soprattutto non parla delle Metamorphoseon, che rappresenta l’ultima e più alta pagina sinfonica del compositore, concepita nel pieno della sua maturità", senza citare le fonti...).

 

"gli Hanslick finiscono sempre per scomparire, perduti nei meandri della loro stessa accademia.", neanche questo è turpiloquio e soprattutto non lo hai scritto tu, lo ha scritto Duse, persona nota per essere accondiscendente (...), e anche questa dal mio punto di vista è un'opinione stupida. Non è neppure un'opinione, è una bieca speranza vendicatrice: cosa ci sarebbe di male se Hanslick sopravvivesse? Se la gente leggesse Hanslick, magari per smentirlo, magari per essere d'accordo, magari solo per poter dire "ho letto Hanslick"? E no, il giudizio di Hanslick va vendicato con la sua damnatio memoriae, noi siamo quelli che i libri si schifano se dicono cose che non apprezziamo (io non vorrei mai che Duse scomparisse per sempre perduto nel meandri della propria accademia, lui che fu accademico). 

 

Ma smettiamo di parlare di Viola che non ha usato turpiloquio, parliamo di Celibidache (l'utente) che ha detto che

 

1) i critici musicali si occupano solo di quello perché hanno spesso solo quello;

2) non hanno una percezione matura e articolata dell'essere (che è, com'è noto, una bruttissima malattia);

3) sono costipati, poiché niente vi entra e niente vi esce;

4) soffrono di patologico egocentrismo, un egocentrismo cosmico che vieta all'umanità di avere altri Einstein. Cioè, ripeto, non nascono altri Einstein per colpa dei critici musicali, un discorso così palesemente chiaro e condivisibile che è quasi inutile ripeterlo;

In tutto questo, io non sopporto Brahms e amo Bruckner e Wagner, avrei criticato aspramente il giudizio di Hanslick ma dando a quel giudizio dignità di giudizio di gusto. Hanslick non era il "compagno di merende" di Brahms, Hanslick è un personaggio fondamentale della storia del pensiero estetico, piacciano o no i suoi giudizi da critico. E visto che non siamo nel salotto di un vecchia zitella, sarebbe bello parlare di Hanslick come di uno studioso, non come dello scemo del paese. Un tripudio di invidie! Mamma mia, vorrei leggere proprio un libro con questo titolo:

"Un tripudio di invidie. Storia della critica musicale banalizzata in frasi fatte".

 

P.S.

50 euro a chi mi dimostra che l'italiano è la lingua più bella del mondo. Voglio una dimostrazione assoluta, relativa a tutte le lingue parlate e scritte attualmente presenti, comprese, quindi, lingue morte di cui sono acquisibili documenti, con premessa metodologica e glossario in cui, ad esempio, si chiarisca l'utilizzo dell'aggettivo "bello".

 

Preferisco impiegare il tempo ad ascoltare Bruckner anziché leggere Hanslick.

 

Amo Brahms.

 

Non essendo musicologa, né esperta in materia, mi avvalgo del giudizio espresso da coloro che ritengo i miei riferimenti.

 

Li ho scelti come tali, oltre che per la loro serietà (come tu sostieni giustamente ci sono molti studiosi seri e preparati in materia), anche per una certa affinitá di sentimenti.

 

La musica è pensiero o sentimento?

Se è entrambe le cose, in che misura?

 

Perché apprezziamo in genere maggiormente la musica di compositori verso i quali sentiamo un'affinità affettiva?

 

Capita anche a me. Detesto Stravinskij perché non riesco a provare alcun sentimento positivo nei suoi confronti.

Mi rifiuto di ascoltare la musica di una persona che considero umanamente un miserabile.

 

Buona giornata.

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hahahah, grande Thallo, che voglia che hai di rispondere, ti ringrazio anche se ravvivi fuochi che forse estinguendosi ci sarebbero più di giovamento

Ogni volta intervieni con una battutina sarcastica, inutile e spiacevole come il tuo nome.

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La musica è pensiero o sentimento?

Se è entrambe le cose, in che misura?

 

 

Non 'La musica' - che è un concetto genererico - ma 'un'opera musicale' penso sia un misto di pensiero e sentimento.

A volte più pensiero a volte più sentimento.

Mi pare - come caso limite - possibile che possa essere frutto di solo pensiero, non mi pare invece possibile che sia frutto di solo sentimento: per comporre musica bisogna saper comporre; almeno a livelli rudimentali.

 

anche a te... buona giornata . . .  .   .    .     .      :)

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hahahah, grande Thallo, che voglia che hai di rispondere, ti ringrazio anche se ravvivi fuochi che forse estinguendosi ci sarebbero più di giovamento

Quella risatina da piccola iena ridens è oltremodo irritante.

Cosa c'è da ridere e soprattutto cosa significa quella risatina?

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Per comporre musica bisogna saper comporre; almeno a livelli rudimentali.

 

A livelli rudimentali?

 

E pensa che si sta parlando di compositori che sono i migliori esperti del settore, per cui anche dei bravissimi tecnici. Che poi il risultato non mostra solo la tecnica è un altro discorso. 

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Io  penso che la musica sia musica e basta.

 

Ma continuo a domandarmi cosa c'entri tutto ciò con i compositori del Novecento italiano e vorrei che qualcuno facesse come ha fatto con il burkina da altre parti. Ne vedo almeno già due di argomenti extra: Brahms vs Wagner Bruckner e I Nostri compositori preferito lo sono per la  loro musica o anche per il loro carattere e la loro vita?

Poi se voliamo farne anche uno su che cos'è la musica ... va bene. Ma qui parliamo dei compositori italiani vi prego.

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Dove avrei scritto che Brahms è un miserabile?

Non l'hai scritto, ma è così. Te lo dico io. Se vuoi parliamo dell'alcolizzato Beethoven, del donnaiolo Mozart, etc. Tutti eticamente "ammirabili"...se questo è un parametro per valutare un brano di musica. Va beh. E se tu non conoscessi l'autore di un brano?

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Ma non lo vogliamo fare un passo indietro e discutere intorno al tema proposto da Viola!?... il Novecento italiano!

Lo ha già chiesto Daniele e lo ribadisco io.

 

Quanto vorrei dire la mia su donnaioli e alcolizzati!... Ma mi trattengo.

Tornate, per favore, serenamente al tema della discussione.

Ne guadagneremmo tutti.

io per primo, che del '900 italiano non conosco praticamente nulla.

Grazie.

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Non l'hai scritto, ma è così. Te lo dico io. Se vuoi parliamo dell'alcolizzato Beethoven, del donnaiolo Mozart, etc.

 

_____

 

Nessuno è perfetto. :-)

 

_____

 

 

 

Tutti eticamente "ammirabili"...se questo è un parametro per valutare un brano di musica. Va beh. E se tu non conoscessi l'autore di un brano?

_____

 

Con Stravinskij mi avrebbe sicuramente giovato.

 

____

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_____

 

Con Stravinskij mi avrebbe sicuramente giovato.

 

____

Come spesso ti è già capitato di sentire, i tuoi parametri sono solo legati dal gusto. Se l'etica è un parametro di selezione, dovresti rinnegare metà dei compositori che ti piacciono. Tu stessa la rinneghi...a tuo piacimento.

 

Onestamente mi fa piacere conoscere i tuoi gusti...peccato che Stravinskij non ha bisogno di noi per essere iscritto fra i giganti del '900. Caro Luca, come vedi siamo in tema...non sono io a fare orecchio da mercante.

 

Visto che viene richiesto un contributo, Dallapiccola sicuramente è uno da conoscere

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Cara Viola, mi era sfuggito questo dettaglio

 

>Caro Abate,
> non lo sapevo.

 

Al costo di risultare pedante, ma è la seconda volta che ti viene detto (a parte l prima volta, quando tutti abbiamo letto e sottoscritto il regolamento, prima di iscriverci).

 

Direi di ascoltare anche Luca e tornare sull'argomento.

...non so, idea pazza :)

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Compositori_italiani_del_XX_secolo

 

Adesso si tratta di stabilire solo chi è più "etico" ....

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Cari amici, ho letto e seppur trovo interessante l'argomento non parteciperò attivamente in quanto mi "prudono le mani".

 

O il confronto resta civile, ovvero SOPRATTUTTO rispettando le diversità degli altri, oppure lo rendo civile d'ufficio.

 

Nel forum ci sono appassionati, professionisti, compositori, interpreti e musicologi; anche se ci viene comodo non pensarlo tutti si è coinvolti con punti di vista diversi sulla questione. Se non ce l'abbiamo ben presente sarà facile creare malintesi, ti ogni sorta.

 

Ricordo che il forum è interessante in quanto ognuno mette in campo le proprie conoscenze nel rispetto reciproco.

 

Non intervengo sui contentui, ma se la forma non torna quella attesa, chiudo il tipic e chi sgara resta un po' a spasso...a provare ambienti magari un po' più scadenti ma che lasciano spazio ad una certa e gratuita aggressività. Il caso tipo è che dopo qualche mesetto a spasso l'utente bannato si ripresenta con alias diverso (ogni riferimento è puramente casuale), riga dritto per un po', ma poi ... come si dice? Ah, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

 

Per i più intolleranti ho finito il predicozzo...dato che ho scritto molto, ricordo a tutti che non è consiglibile discutere pubblicamente questo intervento...se volete, potete pure telefonarmi, ma evitate di farmi usare il tasto ban.

 

Ultimamente non ho molto tempo, odio investire del tempo per scrivere queste cose che dovrebbero essere ovvie; in questo momento avrei dovuto scrivere un bel post sull'argomento ma ho finito il tempo.

 

L'argomento è L'immensa eredità (nascosta) del Novecento Italiano

 

Grazie in anticipo per la collaborazione

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Come spesso ti è già capitato di sentire, i tuoi parametri sono solo legati dal gusto. Se l'etica è un parametro di selezione, dovresti rinnegare metà dei compositori che ti piacciono. Tu stessa la rinneghi...a tuo piacimento.

 

Onestamente mi fa piacere conoscere i tuoi gusti...peccato che Stravinskij non ha bisogno di noi per essere iscritto fra i giganti del '900. Caro Luca, come vedi siamo in tema...non sono io a fare orecchio da mercante.

 

Visto che viene richiesto un contributo, Dallapiccola sicuramente è uno da conoscere

A questo punto parte la dedica (quanto mi piacciono le dediche!)

 

Al moderatore Luca (i moderatori sempre per primi),

 

al tremendino Celibidache,

 

a Gianni22, che mi legge sempre con piacere.

 

 

https://youtu.be/Adsb2HokV6I

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Per capire l'eredità del '900, bisogna ascoltare la musica del XXI° secolo :)

 

Sarà banale ma è così. Quanti ascoltano brani composti in questo secolo? Allora di cosa vogliamo parlare?

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. Quanti ascoltano brani composti in questo secolo?

Io faccio il possiibile e il forum ha una sezione dedicata proprio alla musica di questo secolo.

 

Mi sembra che un delle eredità è una certa "teatralità" che emerge da tanti compositori. Suggerisco di non basare i propri ascolti solo sui più blasonati, ci sono tanti compositori interessanti...basta andare su youtube.

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Alfredo Casella doveva essere l'oggetto della mia tesi triennale, sono sempre stato affascinato dal primo novecento italiano e volevo capirne qualcosa in più. Ahimè mi imbarcai in un progetto troppo grande di me, l'analisi del suo Orfeo, e dopo un po' fui costretto a issare bandiera bianca. Mi rimasero alcuni ascolti interessanti, un Orfeo di Poliziano in edizione BUR, e l'idea che la riscoperta di quel repertorio sarebbe dovuta partire dal mondo musicale, non da quello accademico. 

 

Questo un primo ascolto, "Italia", una sorte di poema sinfonico, qui le note di Flaminio online http://www.flaminioonline.it/Guide/Casella/Casella-Italia11.html

 

 

Ci sarebbero molte cose da dire, è un pezzo piacevole, di facilissimo ascolto, Viola ha tirato fuori, parlando di alcune composizioni di Respighi, come di "pezzi commerciali". E' un discorso complicato da affrontare, in questi termini, perché nessun pezzo di Respighi o di Casella potrà mai essere fino in fondo commerciale, ma se ascoltiamo primo '900 non possiamo aspettarci solo Webern e Bartok, dobbiamo aspettarci anche Mahler e Mascagni. Rispetto a quello che si dice nelle note che ho linkato, aggiungo che la prima parte è wagnerianissima, del Wagner "modale" del Parsifal, spesso poco considerato. Da 0.20 circa, per esempio, c'è questa specie di Corale di ottoni, con movimenti di grado (ovvero, per chi non cogliesse subito, ci sono note ferme in acuto e scale in grave) che formano continue dissonanze in attesa di soluzione, le famose settime defunzionalizzate. 

Tipo

 

da 5.30 iniziano queste fanfare a corale, in cui sembra proprio di sentire piccoli temi polifonici che, infatti, vengono riproposti e variati per tutta l'Ouverture. Ecco, questo è un elemento tipico wagneriano, tipico soprattutto di quest'ultimo Wagner, che a me piace moltissimo. Da ascoltare anche a 11.10 questo modo di costruire tensioni cromatiche col basso che scende per grado, in cui la tensione è molto più importante della risoluzione. E non c'è molto di rivoluzionario, non è il Tristano, è un movimento delle parti che Josquin avrebbe potuto fare così, che Bach avrebbe potuto fare in modo perfino molto più complicato. Potrei imbastirci un discorso che però, forse, avrebbe un capo ma non una coda. Quindi rimane qui come flusso di coscienza, non come argomentazione :-) sappiate che io di questo pezzo amo i wagnerismi.

 

Però non voglio lasciar scappare il tema dell'essere "commerciale", perché penso sia un argomento più profondo di quello che sembra. Ora, in questo pezzo Casella fa quello che facevano TUTTI in quel periodo. E' scritto bene, è piacevole, lo accredita quasi come parte di una scuola nazionale, ma conscio delle rivoluzioni armoniche ed orchestrali del periodo. Questo pezzo non è rivoluzionario.

E allora, è un capolavoro o no?

La Storia con la "S" maiuscola pare avere i suoi meccanismi. La storia della musica, con una "s" di non so bene che grandezza, ha i suoi altri, e la storiografia musicale i suoi altri ancora. Se nella storia ci sono 100 compositori, nella storia della musica 20 di essi hanno un grandissimo successo (che sia di pubblico o di critica) che li rende "notabili" e la storiografia musicale, quella coeva e quella, soprattutto, posteriore, ne sceglie 5 da nominare e analizzare. Secondo quali meccanismi? Eh, vallo a sapere... in genere il meccanismo più comune per il successo storiografico è l'originalità. Il successo di pubblico non funziona così, più spesso sono le cose "uguali" che piacciono al pubblico, che preferisce confermare il proprio gusto piuttosto che cambiarlo, mutarlo. Consci di questi meccanismi basilari, moltissimi musicologi e storici della musica sono affascinati in tenera età (io con Casella lo ero) dal mio della storiografia compensativa. La storiografia compensativa è, a suo modo, una cosa molto etica, animata dall'idea per cui gli studiosi debbano fare vendetta della storiografia mainstream e riportare alla luce le opere e gli autori dimenticati (compensando, così, le ingiustizie). La storiografia compensativa ha sempre successo, è anche una delle ragioni per cui io non sono pessimista rispetto ai destini dell'arte passata e dimenticata, perché ci sarà sempre uno studioso di Vattelappesca voglioso di fare la scoperta del secolo.

A titolo di cronaca, e per la mia misera esperienza personale, trovare una composizione inedita e tirare qualcosa di scientifico dalla sua analisi è un'attività molto complessa, che pochissimi sono davvero in grado di fare. Claudiano De Grassis compositore del 1780 operante a Frattocchie ha probabilmente scritto composizioni banali. Claudio Grasso, che trova la Missa Insolemnis di Claudiano De Grassis, se non riesce a dare un peso storico vero alla sua scoperta probabilmente finirà a insegnare flauto alle medie. Per finire a insegnare Storia della Musica al Conservatorio di Cosenza, Claudio Grasso dovrà, magari, scoprire che Claudiano De Grassis aveva come minimo una Cappella Musicale a Frattocchie, in cui ha insegnato musica a persone migliori di lui e molto più famose. Quando Claudio Grasso riuscirà a far finanziare un Convegno internazionale su Claudiano De Grassis e l'ambiente musicale frattocchiese, ovvero quando la storiografia avrà considerato quella scoperta parte di un panorama storico degno di nota, allora Claudio Grasso forse avrà un posto da ricercatore a contratto di Storia della Musica alla libera università telematica Nicolò Cusano.

 

Tutto questo per dire che, ahimé, il valore intrinseco di alcune composizioni del primo '900 italiano non basta per renderle "notevoli" agli occhi della storiografia musicale. 

Nonostante questo, tutti i nomi che stiamo facendo, e altri che non abbiamo fatto, sono presenti non solo sui libri di storia della musica ma sui programmi di sala dei teatri italiani ed esteri. Questa è una cosa ottima, migliore di quanto pensiate. Il novecento italiano è suonato, studiato e apprezzato, ovviamente ci sono pezzi più di successo e pezzi meno di successo, e paradossalmente spesso vengono preferiti pezzi più conformi a uno "stile del '900 italiano", a dispetto di altri, e questo a parziale spiegazione del come mai di Respighi si suonino solo e sempre i Pini di Roma (non era solo Mila a dirlo, eh). 

Chi avrebbe mai detto, ad esempio, che Casella avesse "scritto" tre pezzi per pianola, ovvero per pianoforte a rullo?

 

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