Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

suono-rumore


jenn
 Share

Recommended Posts

Ciao! :)

Volevo chiedere riguardo alla sostanziale differenza fra suono e rumore, so che si è detto tanto, anche perché ad oggi c'è ancora parecchia confusione sull'argomento!

Dunque, se è possibile affermare che un suono (determinato da un'altezza specifica) ha una frequenza ben precisa, in grado di generarlo,

è altrettanto possibile affermare che il rumore non genera una frequenza specifica? (quindi si parlerebbe di frequenza indeterminata - dove per indeterminata intendo non in grado di stabilire un'altezza specifica)

 

Grazie per qualsiasi delucidazione! ;)

Link to comment
Condividi su altri siti

A me piace descrivere il rumore con un aneddoto. 

Se stiamo svolgendo un compito di composizione, in cui dobbiamo ragionare e ascoltare quello che stiamo facendo ma dalla finestra di fronte alla nostra c'è un signore che ascolta a tutto volume un concerto di Chopin allora per noi quello è un rumore.

Si chiama rumore ciò che ci disturba e prescindere da considerazioni legate ai rapporti frequenziali e dunque al timbro. Rumori particolari come quello bianco sono stati utilizzati anche in musica elettronica, ecco allora che in quel caso, viceversa all'aneddoto appena raccontato, è il rumore che diventa musica. Suono e rumore si possono anche scambiare vicendevolmente a seconda del contesto. 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Mi permetto di dissentire da questa definizione che può essere valida fino a poco prima dell'avvento della musica elettronica ed elettroacustica. 

Nella musica di Berio, Xenakis, Stockhausen ecc. ci sono svariati esempi di suoni aventi spettro irregolare e variabile nel tempo, eppure quei "rumori" (per tua definizione) sono utilizzati in un contesto musicale come "elementi sonori" e dunque suoni a tutti gli effetti. 

Di definizioni di rumore ne esistono tante e diverse in letteratura, ma mai nessuna come quella che ho dato come risposta alla domanda mi ha mai convinto di più. In letteratura un'altra definizione che mi piace e che è in linea con l'esempio che ho fatto sopra è la seguente: "Il rumore è un segnale che disturba ciò a cui siamo più interessati". 

Link to comment
Condividi su altri siti

A me piace descrivere il rumore con un aneddoto. 

Se stiamo svolgendo un compito di composizione, in cui dobbiamo ragionare e ascoltare quello che stiamo facendo ma dalla finestra di fronte alla nostra c'è un signore che ascolta a tutto volume un concerto di Chopin allora per noi quello è un rumore.

 

Grazie Simon :)

beh, direi proprio che colpisce il segno!   :)

 

"Si chiama rumore ciò che ci disturba a prescindere da considerazioni legate ai rapporti frequenziali e dunque al timbro"

Sono pienamente d'accordo, ma la mia curiosità è capire se un rumore ha una frequenza in grado di generalo :)

Link to comment
Condividi su altri siti

La frequenza è una grandezza secondo la quale eventi si ripetono identici o quasi identici nel tempo (è una delle proprietà delle onde sonore cicliche assieme a periodo, fase, velocità di propagazione, lunghezza d'onda, ampiezza e loro diffrazione e riflessione). Se la vibrazione è irregolare, deduco che non sia possibile definire una frequenza (Simone mi correggerà). E' chiaro che il discroso di Simone non fa una piega, ma a me non è ancora completamente chiara la domanda. Siamo nel campo dell'acustica o della linguistica?

 

In acustica l’unità di misura della frequenza (ƒ) è l’ Hertz (Hz) Heinrich Hertz (1857-1894)  oppure i cycles per second (c.p.s.).

La frequenza di un’onda sonora è definita come il numero di cicli al secondo o numero di oscillazioni complete che essa effettua in un secondo

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Frequenza e cicli per secondo sono la stessa identica cosa. La funzione d'onda si ricava dalla legge del pendolo o della costante elastica di una molla (legge di Hooke) per approssimazione di Taylor dell'angolo ed è qui che fa la sua comparsa il termine cos o sin (dipende dallo sfasamento "Phi"). Per Hertz s'intende dunque cicli completi compiuti in un secondo. 

 

La domanda di Jenn mi sembra molto pertinente perché effettivamente c'è molta confusione. Quello che ho scritto non è farina del mio sacco. È la definizione di un professore di Fisica Acustica e l'ho trovata molto giusta dopo tante definizioni che ho trovato in giro. Se uno ci pensa bene, oggi come oggi, con la musica elettronica e elettroacustica, il concetto di rumore, così come lo conoscevamo prima è andato un po' a scemare, nel senso che oggi si attribuisce l'attributo di suono (scusate il gioco di parole) ad un segnale che contribuisce a generare un qualche tipo di "musica", così come il silenzio... Vedi 4'33" ! Allora anche il silenzio possiamo pensarlo come un suono. Il silenzio perfetto è un concetto che non esiste perché siamo abituati a vivere in un mondo governato dal rumore di fondo ma ecco che anche qui, il rumore di fondo, che per noi è silenzio, diventa la capacita di ascoltare musica laddove questa non esiste come la conosciamo. Sembrerebbe dunque che qualsiasi segnale in un brano di 4 minuti e 33 secondi di silenzio diventi un rumore proprio perché disturba "l'ascolto" della musica del silenzio. La nostra attenzione è posta sulla ricerca del silenzio, tutto il resto è rumore.  

 

Mi rendo conto che il discorso potrebbe sembrare un po' filosofico, ma questo concetto credo che vada perfettamente a braccetto con la filologia musicale alla quale siamo arrivati oggi e forse questa descrizione di suono e rumore è quella più adatta a questo contesto storico-musicale dei nostri giorni. Se poi vogliamo uscire dal seminario introducendo un ulteriore spunto di riflessione, noi non siamo esseri in grado di ascoltare il silenzio. Chi è stato messo a lungo dentro una camera anecoica ad un certo punto riferisce di aver sentito, oltre al proprio respiro (cosa semplice da ascoltare) il rumore (o suono) del proprio battito cardiaco. Anche qui la distinzione rumore e suono va sottolineata perché se la nostra attenzione è posta sull'ascoltare il battito cardiaco quello per noi diventa un suono, lo ricerchiamo e quindi diventa piacevole, ma se siamo concentrati nell'ascoltare il silenzio, ovvero il "non ascoltare" allora in questo caso respiro e battito cardiaco diventano rumori perché distolgono la nostra attenzione da quello che stiamo cercando di ascoltare. 

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

Grazie a tutti, sono molto interessata all'argomento!

Sfortunatamente proprio questa mattina non ho abbastanza tempo per rileggere più accuratamente i concetti importanti che sono stati espressi, quindi rispondo di getto sperando di non dimenticare nulla!!

Dunque, ho ben capito dall'esempio di Simon (ripreso da un noto professore di fisica acustica) che in un contesto musicale suoni e rumori possono "andare di comune accordo",

soprattutto con l'avvento dell'elettronica la co-esistenza di questi due elementi è imprescindibile... oggi più che mai... a tal proposito fa notare che nella musica di Berio oppure in quella di Stockhausen ci sono svariati esempi di suoni aventi spettro irregolare e variabile nel tempo, utilizzati appunto in ambito musicale come elementi sonori.

Quindi dal punto di vista "fisico" ho capito che un "rumore" ha una vibrazione irregolare (scusate l'inesperienza... per non dire ignoranza in materia) e da ciò presumo, trattasi di segnale avente caratteristiche diseguali, senza forma definita, non in grado quindi di ripetersi in egual misura nel tempo (sarei curiosa di vedere come viene riprodotto da un'analizzatore di spettro)

Deduco anche che un "rumore" non ha armoniche........ ma sono interessata al concetto più esteso e profondo come quello appunto citato, che percepisce Chopin disturbante in certi frangenti :)

così come un rumore nella sua consistenza potrei percepirlo a mio modo e quindi soggettivamente non disturbante rispetto ad un contesto... non so per esempio prima ho prodotto un "rumore" con la mia matita ripetutamente percossa sulla scrivania e non era per nulla fastidioso oppure sgradevole, anzi ho pensato che avrei potuto integrarlo benissimo in un quadro musicale..

Lo stesso "rumore" lo percepirei diversamente se avessi un forte mal di testa... hmmm quindi non so... forse è questa connotazione storica che vede il suono gradevole e il rumore sgradevole che è di per sé fuorviante.. 

 

Mi piace molto anche l'esempio 4'33" di cage ed anche la visione moderna che attribuisce l'attributo di suono (ricopio il tuo gioco di parole) ad un segnale che aiuta a generare un qualche tipo di "musica"

In questo caso, si, capisco bene cosa intendi con la frase -> "Si chiama rumore ciò che ci disturba a prescindere da considerazioni legate ai rapporti frequenziali e dunque al timbro"

 

Vi ringrazio!!

 

Solo un'altra piccola considerazione, un "rumore" che riesce a toccare in maniera asimmetrica e discontinua certe frequenze, per poi tornare a vibrare in modo irregolare può considerarsi un ibrido? (mi viene in mente il suono del timpano, che se non erro ha caratteristiche percussive e armoniche) Se la domanda è troppo stupida bypassate...  capirò :D

Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...