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Piano Concerto - Forum pianoforte

Se ne è andato il mio compositore preferito dei nostri giorni... Rautavaara


Zazza
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  • 2 weeks later...

Qualcuno sa dirmi di più riguardo la "corrente" di questo compositore? Il suo pensiero, le sue opere migliori.. Ho ascoltato attentamente la sinfonia n. 7 e mi è piaciuta un sacco, peccato non avere lo spartito da petrucci!

 

Sebbene la settima sinfonia l'abbia scritta nel 1994 a me è parso particolarmente romantico, perchè?

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.. e perchè è piuttosto sconosciuto? (tra gli studenti di conservatorio e forse anche tra insegnanti)

Sai quanti bravi musicisti ci sono al mondo? Un'infinità ...a volte è diffiicile è venirne a conoscenza. Spesso sono più vicini di quanto crediamo e andiamo a cercare chi sa dove o sui nomi più blasonati.

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Dopo la prima risposta sono andato a leggere su Wikipedia sia italiana che inglese e proprio per questo mi sono domandato perchè è così sconosciuto.. come dice AbateFaria ci sono tanti musicisti bravi al mondo, ma non tutti sono editi da Boosey... Il problema con gli autori sconosciuti è, secondo me, la solita storia in cui qualcuno cerca di proporre in concerto o concorso un pezzo dell'autore e poi rischia di apparire come se non all'altezza di affrontare il repertorio standard solistico... Il che è paradossale: qualcuno conosce più musica di qualcun'altro ed è "punito" per questo..

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... e dire che Rautavaara non è precisamente di quelli sconosciuti. C'è di peggio ed è sempre un po' il terrore degli addetti ai lavori, quello di ignorare intere scuole solo perché non hanno diffusione.

E anche questo sarebbe un bell'argomento di discussione: quali sono i luoghi della musica contemporanea? Ci sono riviste specializzate che ti danno un assaggio delle ultime tendenze? Ci sono ancora festival internazionali che si pongano il problema di spiegare tecniche e problemi estetici? Ci sono scuole e stili "in atto" che abbiano punti di riferimento, maestri, istituzioni, università, conservatori? 

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E anche questo sarebbe un bell'argomento di discussione: quali sono i luoghi della musica contemporanea? Ci sono riviste specializzate che ti danno un assaggio delle ultime tendenze? Ci sono ancora festival internazionali che si pongano il problema di spiegare tecniche e problemi estetici? Ci sono scuole e stili "in atto" che abbiano punti di riferimento, maestri, istituzioni, università, conservatori? 

 

Giusto domani si chiudono i quarantottesimi Internationale Ferienkurse für Neue Musik Darmstadt. Sarà anche un luogo comune – in tutti i sensi – ma rimane un punto di riferimento.

 

http://www.internationales-musikinstitut.de/en/program2016

 

Nella cittadina, poco sotto Francoforte, ogni due anni arrivano centinaia di compositori e di strumentisti da tutto il mondo. Non ci sono stato quest’anno (almeno non di persona), ma nel 2014 c’erano molti musicisti del sud-est asiatico, molti cinesi, molti sudamericani, oltre a europei e americani. Si è ascoltata tanta, troppa musica, di estrazione diversissima (forse più di altri prevalevano gli “alla Lachenmann” e gli “alla Steen-Andersen”). Ogni tanto si è sentito qualcosa di interessante. Molte lezioni, seminari, incontri. Mi aveva colpito l’enfasi sulla spettacolarità, il dispiegamento di forze produttive. Insomma, si conosce gente, si formano gruppi (italiani con italiani, o italiani con spagnoli, o italiani che hanno studiato in Francia con i francesi, ecc…), capita di uscire a bere con musicisti affermati dopo i concerti, o prima dei concerti, o invece dei concerti. Non tutti però: solo alcuni fra questi musicisti affermati (nell’ambito della contemporanea) escono a bere, altri si tengono più sulle loro. Se si hanno buone idee, o idee in cui si crede davvero, può essere un buon luogo per proporle – ma c’è il rischio concreto che queste idee vengano attaccate, quindi devono essere davvero buone, oppure ci si deve credere davvero.

 

Altri festival: Manifeste a Parigi è ben curato, ma più selettivo, e quindi gli manca l’impatto di grande evento collettivo; Impuls a Graz ha una struttura che ricorda abbastanza Darmstadt ma è più piccolo e raccolto (e anche più accogliente).

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Grazie Red per la condivisione

 

 ma c’è il rischio concreto che queste idee vengano attaccate, quindi devono essere davvero buone,

 

Io continuo a sentire puzza di esteto-fobia, in effetti come testimoni

 

> forse più di altri prevalevano gli “alla Lachenmann” e gli “alla Steen-Andersen

 

Più che buone idee (o forti come dicevi nell'altro topic), mi sembrano "paracule" (ovvero molto deboli)

 

Qui mi piaci di più

>oppure ci si deve credere davvero

 

e secondo me sono quelle che contano

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Caro VideoClip, io trovo importante che ci siano posti dove potersi confrontare con altri musicisti (e provenienti da tutto il mondo). Per fortuna esistono.

 

Sull' "esteto-fobia" penso che basterebbe essere se stessi per scrivere musica unica, ma fose non si crede in se stessi e si preferisce fare il verso a chicchessia.

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azzardo: esteto-fobia significa paura del bello?

A Cremona chiesi anni fa a una prof.ssa se, secondo lei, Stockhausen si poneva il problema di fare musica bella, un problema che secondo me era presente anche nelle composizioni più assurde di Cage. Dissi che per me Stockhausen era interessante, Cage era bello. Lei mi rispose, a dire il vero scocciata, che la mia domanda non aveva senso.

Tutt'ora mi pongo spesso questa domanda, anche se sono meno radicale nel dividere compositori interessanti e compositori belli, ma la mia passione per il post-minimalismo è molto legata a questo dilemma.

Aggiungo, con autocritica tristezza, che son finiti i tempi in cui ascoltavo cose nuove tutti i giorni :-) ormai sono un chiappone impigrito, canto molto e ascolto poco.

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Intendo scherzosamente con fobia dell' estetica ....aggiungendo...degli altri.

 

Come si sa il bello è soggettivo e chiaramente l'etetica è molto legata a questo aspetto (al proprio senso di bello, ribadisco) e non centra con la forza delle idee, che serve a mal celare una questione di gusto personale. Il risultato di certi modi di pensare è che chi vuole comunque condividere la propria musica, essere accettato da una "comunità", in una manifestazione importante come quella che giustamente viene proposta senza essere "attaccato" per quello che si è, soprattutto se deboli si è implicitamente costretti a "piegarsi" per avere un momento di gloria e poter dire: "Io c'ero" (un po' come una vecchia pubblicità degli abbonamenti dell'inter). Risultato? La maggior parte dei partecipanti scrive À la manière de.

 

E chi magari ha idee diverse ma buone viene attaccato...è deve pure

 

>crederci davvero

 

ovvero doppia fatica: essere originali e resistere agli "attaccati". Quello che manca oggi nel mondo della musica è proprio l'apertura (che senza farlo apposta negli anni '80 c'era) . In un mondo ormai completamente open source, c'è chi continua a fabbricare sistemi chiusi.

 

Magari la visione di questo film può esplicitare meglio il mio pensiero

 

http://www.mymovies.it/film/1999/ilgustodeglialtri/

 

Resta il fatto a me non dispiace affatto che ci sono compositori al mondo che come Red, Frank presentino la loro musica in queste manifestazioni, ma resta sempre un posto, una data, una nicchia. Fuori di li uno si ricorda "solo" (si fa per dire) Lachenmann e Steen-Andersen.

 

Tant'è che Rautavaara sarà poco conosciuto ma ha una sua identità, un suo mondo a prescindere appunto da posti, seppur luccicanti, come Darmstadt.

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Piccola rettifica: a proposito degli Internationale Ferienkurse für Neue Musik Darmstadt 2014 ho detto che prevalevano gli “alla Lachenmann” e gli “alla Steen-Andersen”. Facendo mente locale, confermo senza dubbio che c’erano gli “alla Lachenmann” (peraltro lui era presente – per dire cose importanti, come al solito); invece è un po’ troppo dire che c’erano gli “alla Steen-Andersen” (peraltro pure lui era presente, con un laboratorio; ma non fa propriamente scuola, non ancora perlomeno, o non a livelli massicci).

 

C’era invece, sicuramente, un tema che affiorava spesso: la musica concettuale (o il concettualismo in musica, non ricordo bene). A rappresentarla, fra gli altri, tale Johannes Kreidler (http://www.kreidler-net.de/english/index.html), egli stesso titolare del Kranichsteiner Musikpreis (il premio di Darmstadt), sostanzialmente sconosciuto in Italia – ma direi che non ci perdiamo un gran che (fra parentesi, stavo proprio riflettendo sul fatto che in Germania è necessario avere un concetto dietro la musica – talora anche a prescindere dalla musica – mentre in altri luoghi è possibile scrivere quella nota “perché mi suonava bene” – o meglio possiamo prendere il “perché mi suonava bene” come una buona giustificazione – sempre che ci sia bisogno di giustificare qualcosa).

 

Dimenticavo: fra i festival/accademia importanti in Europa bisogna segnalare senz’altro il Gaudeamus Muziekweek di Utrecht, attivo dal 1957.

http://muziekweek.nl/en/

La sua caratteristica principale è la giovane età dei partecipanti. Il fine dichiarato è scovare i talenti in erba (nel 1976 ha premiato Fabio Vacchi, e a tanti altri ha permesso di avere ottime interpretazioni). Se volete farvi un’idea degli attuali orientamenti estetici (o estetofobici?) potete vedere qui

http://muziekweek.nl/en/2016/06/14/meet-the-2016-nominees/

 

Sempre a proposito di estetofobia mi rimarrebbe qualcosa da dire, ma magari un’altra volta.

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