manu59 Postato Marzo 17, 2012 Report Share Postato Marzo 17, 2012 Ho iniziato un corso di djembe ad ottobre,faccio fatica a ricordarmi i tempi che il maestro mi insegna..alla mia richiesta di poter avere scritto su un rigo musicale i ritmi il maestro mi ha detto che devo arrangiarmi...cioè o registrando i suoni o scrivendo i tempi base come ta (per lo slap) te (per l'open) pa ( per il basso).Sto seguendo il corso di teoria musicale qualcosa avevo già fatto in passato e visto che il maestro (della Guinea Bissau) non mi scrive niente devo farlo io.Mi chiedo: forse che il Djembe si studia solo in modo orale? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Marcello Postato Marzo 19, 2012 Report Share Postato Marzo 19, 2012 Se ho ben inquadrato il discorso, mi sembra un ambito molto difficile. Qualcuno può parlarne Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JamSession Postato Marzo 19, 2012 Report Share Postato Marzo 19, 2012 Il ritmo nel Djembe fluisce grazie a diversi fattori, ognuno dei quali da una specifica impressione all'orecchio dell'ascoltatore. Capita che una figurazione ritmica molto semplice si trasformi in qualcosa di molto bello e vario da ascoltare e può capitare che avvicinandosi allo studio del linguaggio del Djembe si abbia l’impressione di essere dinanzi a qualcosa di potenzialmente difficile da eseguire. Questi fattori influenzano moltissimo l'ascolto e nascondono la comprensione del grado di difficoltà esecutivo, facendo a volte sembrare difficili, figurazioni che non lo sono affatto. Chiaro che ci sono virtuosismi e figure difficili che richiedo una solida preparazione, ma tante figure “semplici” insieme… possono far sembrare difficili qualcosa che da un'attenta analisi del materiale sonoro non lo è, anzi, spesso capita che dopo di essa tutto può sembrare più accessibile. I fattori sono 4 e concorrono tutti insieme al ritmo che scaturisce da un Djembe Il primo fattore sono le figurazioni ritmiche come: duine, le terzine, croma seguita da due semicrome, la croma con il punto e la semicroma che la segue, le sestine, etc., ovvero tutto ciò che fa parte del bagaglio musicale scritto dell'occidente (non trascurerei anche la durata e tutta la classificazione dei tempi, binari e ternari, semplici e composti etc.) Il secondo fattore sono gli accenti posti all'interno delle figurazioni ritmiche, vedi il discorso sincopi. Infatti la musica africana ha una grande predilezione per il levare e molte delle figurazioni ritmiche del Djembe cominciano in levare, uno dei fattori più potenti che influisce sul ritmo. Il terzo fattore è il modo di colpire il Djembe. Esistono quattro tipi di colori principali nel colpo: lo Slap, il Tune, il Bass ed il Ghost (esiste anche il Flam, ma non è appropriato chiamarlo colore e che sostanzialmente è un colpo dato all'unisono da tutte e due le mani; nella musica africana questo unisono viene leggermente sfalsato tanto da sembrare quasi due colpi, uno velocissimo di seguito all'altro). La combinazione di tutti questi colpi da complessità al ritmo oltre che a molto piacere all’orecchio. Questi sono i corrispettivi delle “voci" della musica classica occidentale … dare forza all'una o all'altra voce oppure integrarle o intrecciarle e valorizzare e l'una e l'altra, a seconda dei momenti, da spessore, bellezza e particolarità al suono, al ritmo, al pezzo che si sta eseguendo. La difficoltà che può incontrare anche un musicista scafato è che la successione dei colori in un modo o in un altro fa sembrare le stesse figurazioni ritmiche molto diverse fra loro; a questo punto solo un'attenta analisi del materiale sonoro può facilitare la comprensione ritmica ed esecutiva di un brano. Il quarto fattore, che è anche una modalità interpretativa e concorre alla dinamica dell'ascolto è la dinamica del colpo e la parte dello strumento che lo strumentista percuote. Contano anche morbidezza della mano, numero delle dita coinvolte, posizione che assume la mano quando colpisce la pelle, lo stile di un particolare esecutore … che è partito da standard tecnici percussivi, etc. Per lo studio tecnico sarebbe utile approfondire questi fattori uno alla volta. manu59… come scrivere tutto ciò? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
DrJellyfish Postato Marzo 22, 2012 Report Share Postato Marzo 22, 2012 In questo metodo ci sono degli esempi trascritti, forse può esservi utile. http://www.mediafire.com/?223i37115i2z3f6 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Destroyed Postato Marzo 22, 2012 Report Share Postato Marzo 22, 2012 In una situazione analoga mi era stato suggerito il Dante (per batteria), non me lo sono ancora procurato e magari lo conosci e mi puoi eventualmente confemare se o meno ci sono questi ritmi particolari (mi dicevano a metà libro). Grande DrJellyfish...anche JamSession Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
AleGozzo Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 ciao, io suono la batteria (non le percussioni) e sui ritmi sono piuttosto ferrato, ma mi par di capire che il problema non sia tanto lo djembe in particolare, quanto la non capacità di scrivere, o trascrivere, i ritmi in generale. se vuoi mandarmi un messaggio privato mi spieghi bene le tue difficoltà e vediamo se posso aiutarti Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JamSession Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 mi par di capire che il problema non sia tanto lo djembe in particolare, quanto la non capacità di scrivere, o trascrivere, i ritmi in generale. Io rispondevo a Marcello ...e poi: "forse che il Djembe si studia solo in modo orale"...gli esempi di DrJellyfish sono una dimostrazione del contrario Comunque anche io sono curioso...mp o non mp... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Marcello Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 Il ritmo nel Djembe fluisce grazie a diversi fattori, ognuno dei quali da una specifica impressione all'orecchio dell'ascoltatore. Capita che una figurazione ritmica molto semplice si trasformi in qualcosa di molto bello e vario da ascoltare e può capitare che avvicinandosi allo studio del linguaggio del Djembe si abbia l’impressione di essere dinanzi a qualcosa di potenzialmente difficile da eseguire. Questi fattori influenzano moltissimo l'ascolto e nascondono la comprensione del grado di difficoltà esecutivo, facendo a volte sembrare difficili, figurazioni che non lo sono affatto. Chiaro che ci sono virtuosismi e figure difficili che richiedo una solida preparazione, ma tante figure “semplici” insieme… possono far sembrare difficili qualcosa che da un'attenta analisi del materiale sonoro non lo è, anzi, spesso capita che dopo di essa tutto può sembrare più accessibile. I fattori sono 4 e concorrono tutti insieme al ritmo che scaturisce da un Djembe Il primo fattore sono le figurazioni ritmiche come: duine, le terzine, croma seguita da due semicrome, la croma con il punto e la semicroma che la segue, le sestine, etc., ovvero tutto ciò che fa parte del bagaglio musicale scritto dell'occidente (non trascurerei anche la durata e tutta la classificazione dei tempi, binari e ternari, semplici e composti etc.) Il secondo fattore sono gli accenti posti all'interno delle figurazioni ritmiche, vedi il discorso sincopi. Infatti la musica africana ha una grande predilezione per il levare e molte delle figurazioni ritmiche del Djembe cominciano in levare, uno dei fattori più potenti che influisce sul ritmo. Il terzo fattore è il modo di colpire il Djembe. Esistono quattro tipi di colori principali nel colpo: lo Slap, il Tune, il Bass ed il Ghost (esiste anche il Flam, ma non è appropriato chiamarlo colore e che sostanzialmente è un colpo dato all'unisono da tutte e due le mani; nella musica africana questo unisono viene leggermente sfalsato tanto da sembrare quasi due colpi, uno velocissimo di seguito all'altro). La combinazione di tutti questi colpi da complessità al ritmo oltre che a molto piacere all’orecchio. Questi sono i corrispettivi delle “voci" della musica classica occidentale … dare forza all'una o all'altra voce oppure integrarle o intrecciarle e valorizzare e l'una e l'altra, a seconda dei momenti, da spessore, bellezza e particolarità al suono, al ritmo, al pezzo che si sta eseguendo. La difficoltà che può incontrare anche un musicista scafato è che la successione dei colori in un modo o in un altro fa sembrare le stesse figurazioni ritmiche molto diverse fra loro; a questo punto solo un'attenta analisi del materiale sonoro può facilitare la comprensione ritmica ed esecutiva di un brano. Il quarto fattore, che è anche una modalità interpretativa e concorre alla dinamica dell'ascolto è la dinamica del colpo e la parte dello strumento che lo strumentista percuote. Contano anche morbidezza della mano, numero delle dita coinvolte, posizione che assume la mano quando colpisce la pelle, lo stile di un particolare esecutore … che è partito da standard tecnici percussivi, etc. Per lo studio tecnico sarebbe utile approfondire questi fattori uno alla volta. manu59… come scrivere tutto ciò? Grazie Jam Session Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
AleGozzo Postato Marzo 25, 2012 Report Share Postato Marzo 25, 2012 Jam Session, io rispondevo a manu59 mi sembrava che avesse difficoltà col solfeggio ritmico in generale, ma forse ho capito male e semplicemente non aveva voglia di scriverli da sè .... grandi segreti da svelare non ne ho, gli avrei semplicemente dato qualche dritta su come affrontare lo studio e,magari, qualche pattern x esercitarsi. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JamSession Postato Marzo 25, 2012 Report Share Postato Marzo 25, 2012 grandi segreti da svelare non ne ho, gli avrei semplicemente dato qualche dritta su come affrontare lo studio e,magari, qualche pattern x esercitarsi. ... è che interesserebe anche a me Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
AleGozzo Postato Marzo 25, 2012 Report Share Postato Marzo 25, 2012 Ah, ma tu il solfeggio ritmico non lo conosci già ?! il metodo che hanno insegnato a me è specifico per batteria/percussioni, visto che non distingue tra pause e note, ma prevede di contare tutto allo stesso modo. comunque, come inquadramento generale: - studiare sempre con metronomo o simili. - contare sempre a voce alta. - metodo di conteggio (in inglese): l'unità minima da scandire è il quarto (one - two - three - four - etc) se ci sono da suonare ottavi, vanno scanditi con "and" (pronunciando "en"): one en - two en - etc se ci sono sedicesimi, con la "i" il secondo, e con "dia" il quarto: one i en dia - two i en dia - etc anche se hai un ritmo dattilo o anapesto, all'inizio è consigliabile contare tutti i sedicesimi, poi ci si può limitare a quelli da suonare: one en dia - two en dia .... oppure one i en - two i en (nelle sincopi però meglio contare anche la pausa) per le terzine di ottavi: one ta ta - two ta ta etc di sedicesimi: one ta ta en ta ta - etc per i gruppi irregolari puoi ripetere un suono a piacere, ma quando li affronti dovresti essere già in grado di farli scandendo solo i quarti o gli ottavi. Detto questo, si tratta poi di prendere qualche esercizio di solfeggio ritmico e studiarlo (ce n'è a tonnellate), fino ad arrivare a quelli più complessi come le marcette. Non so se era questo che avevi in mente, eventualmente fammi sapere Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
JamSession Postato Marzo 26, 2012 Report Share Postato Marzo 26, 2012 ...ho capito Ale, mi spettavo un altro tipo di post, per questo avevo insistito...comuqnue non guasta Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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