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Piano Concerto - Forum pianoforte

Meccanica dei Pianoforti Digitali


Christian1
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Salve, vorrei chiedere quali sono le principali differenze (anche in termini di grammatura effettiva dei tasti, se tale termine può essere usato nell'ambito dei pianoforti digitali) tra la meccanica NWX (Yamaha), la PHA-4 Concert (Roland) e la RH3 (Kawai).

Sono tutte ovviamente dotate di doppio scappamento, ma non sono ancora riuscito a capire quali sono le differenze di peso tra i tasti yamaha, roland e kawai dotati delle meccaniche citate sopra.

Grazie in anticipo!

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  • 2 weeks later...

Di grammatura addirittura non saprei proprio rispondere. Non mi è mai capitato di andare a provare un digitale e portarmi dietro i pesetti per valutare il peso di abbassamento e di ritorno di una meccanica di un pianoforte digitale anche se la cosa potrebbe essere interessante. 

 

Se vuoi possiamo trovare le specifiche tecniche di queste meccaniche e discuterne, ma il discorso sarebbe un po' sterile. Le meccaniche vanno provate e basta. Resta il fatto che comunque quoto in pieno l'intervento di Alberto. La Casio ha prodotto ottime meccaniche che ti consiglio di andare a provare. 
 

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  • 2 months later...

mi accodo a  quest post per chiedervi se li avete provati quali differenze ci sono fra questi due modelli di digitale:

- casio ap 700

- casio gp 300

 

il secondo lo conosco bene e mi piace molto....ci studio con enorme soddisfazione.

l'ap 700 come meccanica e pesatura e feeling è molto diverso? gli manca  tutta la parte dei martelli che simulano il coda o sbaglio?

se non sbaglio ci sono circa mille euro di differenza come costo....cosa giustifica questa differenza....

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Il problema sta nel fatto che ci troviamo quasi sempre di fronte ad una "simulazione" della meccanica. Meccanica, dell'acustico, che ha certe resistenze, non sempre per fortuna eccessive, ma piacevoli e utili se giuste. Quei famosi "attriti" di cui tanto parlo. Nel digitale potremmo essere anche di fronte ad un peso di abbassamento di 60 gr. e non percepire il disagio, proprio per la scarsezza o diversità di queste resistenze, che lì, nel digitale,risultano alquanto relative e caso mai "artificiose".Quindi i pesi della tastiera sul digitale sono del tutto relativi! E' anche per questo, e non solo, che trovo necessario ed educativo, pur studiando per comodità sul digitale, di riportarsi di tanto in tanto su di un pianoforte acustico, in buono stato o "scassato" che sia. Quello è "il pianoforte". Spero di aver reso chiaro il mio pensiero.

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Chiarissimo Paolo!

Si parla sempre di pianoforti "di appoggio" per studiare in contesti in cui l'acustico risulta inutilizzabile, ma un certo tipo di studio si può fare solo sull'acustico....su questo non ci sono dubbi.

Però è giusto riconoscere che i digitali di oggi sono tanto belli. Mi sono ricreduta parecchio grazie ai consigli nel forum.

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Il digitale sta guadagnando molto terreno ma per fare un'analogia mi sembra un po' il pensiero di Niccolò Cusano che diceva che la conoscenza umana è come un poligono iscritto in una circonferenza che per quanti angoli possiamo aggiungere il poligono non raggiungerà mai il cerchio ovvero la conoscenza universale del tutto. È molto bello questo paragone perché se ci pensiamo il digitale anela a tendere sempre di più verso l'analogico anche se il dominio di esistenza fa sì che la cosa sia impossibile. Nel digitale ci troviamo in un dominio discreto per definizione, l'acustico appartiene al dominio continuo. Chi ha suonato per molto tempo sul digitale, tornando all'acustico non farà fatica ad accorgersi di questo: delle diverse sensazioni sotto le dita, del suono avvolgente che viene prodotto dalla vibrazione non di una membrana immersa in un campo magnetico ma di una tavola armonica di grandi dimensioni che vibra nella sua interezza riempiendo di suono gli ambienti e i corpi. Non ascoltiamo solamente con le orecchie ma con tutto il corpo. Riempirci di suono ci da una sensazione di soddisfazione, quella che ne ricaviamo con il digitale la percepiamo sempre 'mancante di qualcosa'.

 

Il digitale continuerà a crescere e probabilmente un giorno le differenze saranno difficili da ascoltare. Per il momento siamo limitati dalla nostra tecnologia e dalle velocità di elaborazione e trasporto dei dati. 

Il primo problema da risolvere (facilmente risolvibile) sarà quello di creare un nuovo protocollo seriale che vada a rimpiazzare quello MIDI che seppur universalmente utilizzato ha delle grosse limitazioni, come quello dei 128 livelli di dinamica rappresentabili che ci fa perdere alcune sfumature che potrebbero essere psicoacusticamente parlando importanti. 

Incrementare questo numero a 7 bit portandolo anche ad un bit in più permetterebbe di portare questo livello a 256 livelli ma avremmo grossi problemi con la gestione dei dati con librerie di dimensioni molto grandi e un carico lavorativo per la CPU sostanzialmente pesante. 

Dobbiamo attendere nuove architetture, nuovi sistemi. Oggi è promettente l'architettura FPGA sulla quale però in ambito di librerie si sta lavorando ancora poco. Probabilmente se le CPU dei futuri computer non troveranno grossi miglioramenti, visto il limite atomico quasi raggiunto nelle dimensioni delle piste sulle basette di silicio, si dovrà optare per hardware dedicato. Una sorta di elettronica stand-alone da collegare al PC che si occuperà solamente di processare i campioni e inviarli alla scheda sonora del computer per essere riprodotti. 

 

Di soluzioni ce ne saranno tante, il tempo ce ne darà conferma. Resta il fatto che per definizione l'acustico sarà inarrivabile, sia a livello di meccaniche che di suono... Mia modesta opinione. 

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  • 6 months later...

Non credo sia modesta. Penso sia l'unica opinione.

Ho suonato entrambi per anni. Pensa che avevo un Gem che montava una meccanica con il doppio scappamento approvata dall'istituto delle meccaniche di Siena...così recitava il libretto..una tastiera anche pesante per la mano...ma è inutile...la musica è nata sul terreno, dal battere sulle canne vuote o dal vento che soffiava sulle stesse tagliate in sezione...oppure il crine di cavallo, le corde...io i bassi del mio U 3 Yamaha

, ormai veramente provato, li sento sorgere da sotto i piedi...l'enfasi esagerata dei digitali forse spinge così tanto per colmare questi vuoti ma...aimè ...quello è il pianoforte...come diceva Paolo.

In accordo completo...

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