lewenok Postato Gennaio 14, 2016 Report Share Postato Gennaio 14, 2016 Rieccomi. Ho un dubbio. Se in una battuta utilizzo il segno DIESIS o BEMOLLE su una nota (al di là dell'armatura di chiave), mi pare di aver capito che nella battuta successiva, se quella stessa nota ritorna ad essere quella che era prima, cioè senza più la variazione non occorre mettere il segno bequadro. Scrivo RE#... e nella battuta successiva voglio che non sia più così e scrivo solo RE. Forse sbaglio? In alcuni spartiti ho visto che mettono il bequadro, e anche sui RE che magari sono anche un'ottava sopra! Grazie come sempre Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Piccinesco Postato Gennaio 14, 2016 Report Share Postato Gennaio 14, 2016 Per quello che posso poter dire, l'annullamento (o al contrario la "conferma" della condizione in origine di una determinata nota) di un'alterazione quando viene riproposta in una battuta successiva a quella in cui era stata utilizzata, se appunto, non è presente alcuna alterazione in chiave, non sarebbe necessario specificarla (ma alcuni lo fanno, me compreso, solo per essere più chiari). La specifica della stessa condizione anche per note poste a diverse ottave di distanza, si rende necessaria nel caso in cui la nota in questione venga alterata nella stessa battuta contenente "le sue omonime" poste ad un'ottava di distanza ed oltre, sia in senso ascendente che discendente. Poi dipende dal contesto: lo spartito o la partitura è scritto/a in un "linguaggio" (ad esempio) contemporaneo? In questo caso si tende ad essere il più possibile precisi e dettagliati, ma si tratta di un discorso relativo e non si esaurisce con due frasi. Discorso differente nel caso avessi delle alterazioni in chiave: in questo caso le note alterate (esempio, per mezzo del bequadro), rimangono tali fino al momento in cui (solitamente per mezzo della cosiddetta "altetazione di cortesia", posta tra due parentesi) non vengono riportate al loro stato originario. A volte si usa inserirle (le alterazioni di cortesia, il termine "cortesia" indica già il significato di tale utilizzo) anche a circa 2/3 battute di distanza dal momento in cui è avvenuta una modifica allo stato di una o più note, proprio per "ribadire" il ritorno allo stato originario. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dante Postato Gennaio 14, 2016 Report Share Postato Gennaio 14, 2016 Nella scrittura classica l'alterazione transitoria vale solo per le note della battuta in quale è usata, dopo cessa la sua funzione. Esiste il bequadro di precauzione fra parentesi tonda per "chiarire" ulteriormente la scrittura. Nelle partiture sperimentali di inizio '900 trovi ad esempio Berg che scrive un'alterazione per ogni nota (anche il bequadro), oggi ci si riferisce alle note, solitamente è precisato il sistema notazionale utilzzato. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lewenok Postato Gennaio 14, 2016 Autore Report Share Postato Gennaio 14, 2016 Spiegazioni eccellenti! Ora mi è più chiaro il tutto. Pensavo però nel caso di una legatura! Se faccio un'alterazione ad un nota e la lego per 2 battute cosa succede? Per esempio un RE# tenuto per 2 battute. Alla terza battuta ritorna ad essere RE normale (il bequadro lo specifico come mi avete consigliato, ottimo!). Il RE# della seconda battuta come lo specifico??? Col simbolo DIESIS o senza?? Sarebbe quello legato al primo RE#. Altra cosa: In questo esempio le 3 battute sono consecutive, tutte sulla stessa linea nello spartito. Se la terza battuta fosse a capo!, cioè ad inizio di una nuova linea di spartito e quindi con le chiavi violino e basso e l'armatura in bella vista, posso non specificare il bequadro che dite? Insomma si capisce che tutto ricomincia ad essere senza variazioni. GRAZIE! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Piccinesco Postato Gennaio 15, 2016 Report Share Postato Gennaio 15, 2016 Avevo dimenticato di specificare il caso della legatura: si, se provieni ad esempio dall'ultimo quarto di una battuta e questo rimane legato al primo della successiva, è implicito che la nota in questione rimanga alterata. Nel momento in cui torna al suo stato originario, poni l'alterazione davanti ad essa (se sei ancora all'interno della battuta che include la legatura, se invece il cambiamento avviene in un'altra battuta, sarebbe consigliabile ricordare il ritorno allo stato precedente della nota alterata. Nel secondo caso, se ovviamente la nota è legata per queste 3 battute e continua ad esserlo ad inizio anche nella battuta a capo che contiene i simboli delle alterazioni in chiave, il discorso non cambia, se la legatura si esaurisce all'interno di questa battuta ("che va a capo"), magari dal secondo quarto (semplificando, ma può anche essere un ottavo, un sedicesimo, eccc..dipende dalla metrica) in poi, mettiamo che sei in fa maggiore e la nota legata sia il sib che è presente in chiave, la legatura riguarda il si bequadro, quindi dal secondo quarto torna ad essere bemolle, devi specificarlo (sia se questo avviene come nell'esempio appena citato, sia se il si torna ad essere bemolle proprio sul primo quarto della battuta che presenta l'alterazione in chiave), essendoci poi l'alterazione in chiave, conviene precisare anche se la stessa nota a differenti distanze (una o più ottave) perde la sua alterazione o la mantiene: se ad esempio un'ottava sopra alla nota legata vuoi mantenere il sib, potresti usare l'alterazione di cortesia tra parentesi. Spero anche in questo caso di aver detto bene visto che ancora "dormo". Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lewenok Postato Gennaio 15, 2016 Autore Report Share Postato Gennaio 15, 2016 Tutto chiaro. Quindi in pratica mi pare di capire che è sempre meglio specificare. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Piccinesco Postato Gennaio 15, 2016 Report Share Postato Gennaio 15, 2016 Teoricamente si, meglio essere chiari. Anche perché se qualcuno fosse disposto ad eseguire un tuo pezzo, dovresti consentirgli di poter eseguire quest'ultimo senza avere alcun dubbio, soprattutto se non puoi essere presente all'esecuzione/registrazione. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lewenok Postato Gennaio 15, 2016 Autore Report Share Postato Gennaio 15, 2016 Hai ragione! Mettersi nei panni dell'esecutore... o nei nostri panni quando studiamo uno spartito. Ringrazio Dante e Piccinesco! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Piccinesco Postato Gennaio 15, 2016 Report Share Postato Gennaio 15, 2016 Di nulla, spero di essere stato d'aiuto e chiaro. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lewenok Postato Marzo 24, 2016 Autore Report Share Postato Marzo 24, 2016 Ritorno a scrivere su questo topic perché sono inciampato in un caso di alterazione che non so come affrontare. Mi spiego subito: l'armatura in chiave è in FA#+, ma ad un certo punto della composizione mi trovo per tre battute di fila in tonalità di DO- . Mi chiedevo se fosse possibile scrivere per esempio il MI subito con un BEMOLLE, senza dover scrivere MI BEQUADROBEMOLLE idem per il LA. GRAZIE come sempre. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Tiger Postato Marzo 24, 2016 Report Share Postato Marzo 24, 2016 Ma l'armatura in chiave, se funzionale, si può cambiare durante il pezzo. Guarda i Lieder di Wolf Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
lewenok Postato Marzo 29, 2016 Autore Report Share Postato Marzo 29, 2016 Infatti Tiger, non avevo capito quel "funzionale" fino a pochi giorni fa Ora mi destreggio molto meglio. Grazie Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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