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Piano Concerto - Forum pianoforte

Danza Cubana n2


Crisantemi
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piccolo momento ricreativo, dopo una giornata passata a ritoccare manualmente tutti i sample della libreria London Symphonic Strings, molto economica ma non molto curata... cosi' per testare il risultato ho suonato questo brevissimo pezzo di Ignacio Cervantes, e lo pubblico qui per avere da chi ne ha voglia un parere sulla qualita' sonora della libreria...

 

Danza Cubana

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Grazie Jamsession, anche a me non spiace, la presa del suono mi sembra buona... qui ho usato i microfoni "close" e "room" che danno dettaglio e ambiente, però poi ci ho aggiunto un poco di riverbero per legare il tutto. Mi lascia sempre stupito come un serie di note registrate singolarmente possano ricomporsi a formare frasi dotate di una certa musicalità...

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Non ho ancora ascoltato sui monitor da studio, lo farò stasera quando torno da lavoro. A sentirla qui sulle casse del mac non mi sembra un granché come libreria, mi sembra che suoni palesemente finta. In ogni caso stasera quando torno saprò darti un parere più serio. 

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Non ho ancora ascoltato sui monitor da studio, lo farò stasera quando torno da lavoro. A sentirla qui sulle casse del mac non mi sembra un granché come libreria, mi sembra che suoni palesemente finta. In ogni caso stasera quando torno saprò darti un parere più serio. 

 

bah, le cassettine del mac non perdonano proprio... ascoltalo con un paio di buone cuffie o monitor, a me non sembra cosi' male. Ho provato il rendering con VSL e EWQLSO ma mi piace di piu' questa... poi ovvio che de gustibus...

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Ho ascoltato in studio. Effettivamente sui monitor migliora ma la mia opinione resta invariata. Si sente che sono palesemente finti sicuramente dall'inviluppo del suono e dalle dinamiche. Anche la cattura stessa non mi fa impazzire. Per gli archi sono molto belli anche i LASS (LA Scoring Strings).

Ti lascio questi ascolti... Ovviamente si tratta della Vienna che costa svariate migliaia di euro, ma oggi come oggi, per l'orchestra è l'unica che abbia una parvenza di realtà. Viene utilizzata anche in ambito professionale per la musica da film per le produzioni a "basso costo", ma anche in questo caso, in alcuni punti si sente del finto. In fin dei conti sono librerie, non possono sostituire, almeno per il momento l'orchestra. 

 

Barber_Adagio_For_Strings.mp3

 

 

 

Piuttosto, il sito www.robertosoggetti.com è il tuo ? Molto bella la canzone di sottofondo dell'homepage e molto bello anche il mix. 

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Simon, conoscevo quella versione dell'adagio di Barber, ma sinceramente e' un pezzo talmente diverso da quello che ho postato... qui volevo un suono asciutto, molto articolato, dove le arcate fossero ben in evidenza (forse anche troppo)

L'anno scorso ho fatto questa demo per Kirk Hunter: http://www.kirkhunterstudios.com/demos/spotlight/SpotlightS-Dvorak.mp3   che e' forse piu' simile a Barber...

Io della Vienna ho la Special Edition... ma anche se il suono e' bello, non riesce ad appassionarmi, non c'e' verso di far cantare gli archi... anche il mio amico Guy Bacos, che pure e' bravissimo nel trattare la VSL, non mi ha mai convinto del tutto.

A me tutto sommato piace il suono anche di questa libreria (LSS) e trovo che ognuna abbia qualcosa di speciale... oltre alla vienna ho la eastwest diamond, i cinematic strings, tutte le librerie di kirk hunter, la miroslav, i garritan orchestral strings (GOS, non la GPO) gli hollywood strings silver, gli archi di strezov, e altre e ciascuna ha le proprie qualita' e difetti... mi piace poter andare dal suono crudo come fossi a un passo dall'orchestra a quello piu' lontano e sfumato. Trovo che le librerie spitfire siano molto belle, pero' hanno un tale suono di ambiente che chi compone e' parecchio condizionato a mio parere

 

PS i Dimension Strings sono interessanti, anche se l'idea di ottenere il suono dell'insieme sommando le varie parti ha dei limiti...

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Guy Bacos è veramente un grandissimo professionista. Ho sentito alcuni suoi mix con le librerie che fanno venire i brividi (In senso positivo ovviamente). Certamente conviene sempre avere un buon controllo che parta da 0. Anche a me le cose preconfezionate non piacciono... Preferisco trattare il mix come si fa con gli stem registrati dall'orchestra dove sei te a decidere dove posizionare gli strumenti, la distanza, il riverbero dell'ambiente ecc. ecc. Ne parlai anche con Geppino l'anno scorso. Ci sono librerie che escono già preconfezionate come quelle della EW ma offrono poco controllo nel ricreare un qualcosa che suoni per lo meno abbastanza vicino al suono di un'orchestra reale. Certamente le librerie non tengono conto di tantissime variabili fisiche che esistono nella realtà e che per forza di cose, non ultimi anche per motivi tecnologici, non possono essere ricreati.

Nella mia tesi di laurea ho programmato una libreria campionata di pianoforte (Lo steinway B di Pianoexpert). È venuta abbastanza bene essendo comunque un progetto per una tesi e non un prodotto da commecializzare, quindi pochi layer, mancanza di campioni di release, roundrobin ecc. seppur con tutte le limitazioni di cui sopra.

 

Bisogna cercare di arrivare ad un compromesso che comunque accontenti l'orecchio e non è mai facile. 

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Argomento sempre attuale e interessante quello delle librerie di archi: per quella che è la mia esperienza, che nel corso degli anni sta aumentando, ritengo che prima di paragonare le varie librerie e fare determinate scelte, bisognerebbe conoscere qual è la filosofia della casa produttrice: cosa viene ricercato, il realismo, l'epicità, una via di mezzo per soddisfare un po' tutti? E poi: si vuol dare un prodotto già pronto "out of the box" (come va di moda dire...) oppure un prodotto con cui ricreare i posizionamenti e gli ambienti? Queste scelte sono fondamentali per indirizzarsi.

Inoltre, ferma restando la premessa, ci sono dei prodotti che sono oggettivamente superiori ad altri, alcune librerie sono ormai obsolete. Poi, altra cosa molto importante: non si può giudicare una libreria da come suona in Finale o Sibelius, le librerie buone sono fatte per le DAW (Cubase e simili), perchè devono essere PROGRAMMATE in base alle articolazioni: il campione che si usa per il legato non può essere usato per la prima nota di una frase, perchè ovviamente parte dal nulla non da una nota legata. Ormai le semplici articolazioni legato, staccato, spiccato, pizzicato, tremolo, ecc...non bastano più, ci vuole un controllo sulla cantabilità complessiva di ogni singola frase, controllo che dovrebbe riflettere il modo reale di suonare lo strumento.

Attualmente il grosso del lavoro di sviluppo sulla librerie degli archi si fa sulle transizioni del legato e sull'agilità del legato stesso, perchè ormai campioni buoni o discreti per quanto riguarda il timbro si trovano un po' dappertutto, poi diventa davvero una questione di gusto. Sul versante che citavo prima mi sembrano degli ottimi prodotti gli archi della spitfire, casa britannica che punta molto sul realismo; non necessariamente i campioni sono pieni di riverbero, si può miscelare le varie microfonazioni e renderli più dry.

Anche 8Dio sta sviluppando degli archi molto agili nel legato, poichè le transizioni della serie Adagio erano davvero troppo lente. Vienna rimane sempre una garanzia di qualità e l'idea della serie Dimension, di mettere insieme sezioni più piccole per formarne una più grande, è ottima, perchè ognuna delle sezioni piccole ha caratteristiche timbriche e controlli propri. Questo sistema era già presente nei LASS, che però peccano nel vibrato e complessivamente sono ormai datati.

Sono buoni anche i Berlin strings, anche se la qualità va scendendo con le varie sezioni degli archi, cioè i violini I sono ottimi, i secondi un po' meno, le viole ancora meno, i violoncelli fanno quasi cagare, i contrabbassi fanno cagare del tutto.....(sembra incredibile ma è così, forse strada facendo hanno arronzato sempre più...).

Poi c'è East West, che non si fa molti scrupoli sul realismo e preferisce un prodotto ready made per produzioni hollywoodiane: fa sempre la sua porca figura, ma come al solito dipende cosa si cerca in una libreria.

Io direi che attualmente queste sono le marche migliori, altre sono chiaramente inferiori: Garritan nun se po' sentì, lo stesso per Kirk Hunter (per carità), LSS (da non confondere con LASS) è un prodotto di livello nettamente inferiore, Cinestrings e Cinematic strings si collocano a un livello intermedio tra le top libraries e quelle altre: Cinestrings è anch'essa utilizzabile per gli scenari epici, Cinematic strings invece secondo me è una libreria un po' sottovalutata, è piuttosto versatile e ha un buon timbro, soprattutto nei bassi, anche se complessivamente è ormai un po' datata. E poi, incredibile a dirsi, Symphobia, pur essendo molto vecchia, fa ancora la sua brava figura, soprattutto se utilizzata come supporto che viene doppiato poi da librerie più moderne e versatili, dà una rotondità e un'amalgama complessiva che funzionano ancora.

In definitiva, non bisogna giudicare una libreria da come suona in standalone o peggio ancora da come suona in un programma di notazione, assolutamente, bisogna giudicarla per come suona quando è programmata, ovviamente a parità di qualità del programmatore.

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  • 5 weeks later...

Scrivo un P.S. per chiunque cui, come me, capiti di riaffacciarsi e spolverare vecchie discussioni.

 

Le articolazioni nei programmi di notazione si inseriscono semplicemente con un messaggio midi in corrispondenza della nota. Per esempio, C0 è: ~N24, 127 (attenzione agli spazi e alle maiuscole!); C#0 è ~N25, 127, e così via. Questo vale non solo per le keyswitch, ma per qualsiasi altra cosa possa essere letta in MIDI. Il sustain o il pedale per il piano, per esempio, si attiva con ~C64, 127 e si smorza con ~C64, 0; se il campione lo permette (come con i QLPiano della EW), si hanno anche effetti intermedi: ~C64, 65 dà l'effetto degli smorzatori che sfiorano la corda, cioè con il pedale abbassato per metà. Naturalmente, lo stesso vale anche per il pedale "una corda", che è il ~C67. Poi ci sono anche messaggi per il bending, per l'intonazione, ecc. Si trovano nei manuali d'uso. I messaggi MIDI possono essere usati in qualsiasi programma di notazione, credo; bisogna solo preoccuparsi che la libreria preveda la possibilità dell'effetto voluto.

 

Questo non vuol dire che sia consigliabile fare il missaggio direttamente dal programma di notazione (anzi, non lo è), però usare sin dalla scrittura i messaggi MIDI è un grosso vantaggio quando poi bisogna esportare tutto nella DAW (dove l'unica informazione che manca è quella sulle variazioni di tempo, perché il MIDI non le legge). Anche i legati non sono un problema (librerie a parte), perché si possono fare tutti i messaggi che si ottengono suonando con la tastiera in una DAW. Spesso ci si dimentica, infatti, che una tastiera non fa altro che inviare messaggi MIDI.

 

Infine non bisogna dimenticare che quello che conta è a quale tipo di progetto si sta lavorando: per quanto mi riguarda ho fatto anche lavori orchestrali direttamente con tastiera e DAW ma, se dovessi fare una partitura musicalmente molto curata e con più tempo a disposizione, troverei indispensabile preparare tutto il MIDI nel mio Sibelius, guardando la partitura anziché perdermi tra i ticks. 

 

Va anche detto che l'ultimo Logic (che costa anche poco) incorpora ormai anche un buon programma di notazione, quindi immagino che Sibelius, Finale & co. possano divenire presto obsoleti in gran parte dei casi.

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P.S. Ho dimenticato di scrivere che il MIDI non legge le variazioni di tempo, è vero, ma legge la micro-posizione delle note, il che è indispensabile per rendere quei piccoli anticipi e ritardi tra una nota e l'altra (in righi diversi, intendo, cioè "in verticale") che rendono più realistico l'effetto.

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  • 2 months later...

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