sisifo1987 Postato Febbraio 27, 2012 Report Share Postato Febbraio 27, 2012 Siamo arrivati a seguire la quarta lezione della "tecnica pianistica". La trattazione della caduta è interessante, ancora più interessante notare le differenze con la propria tecnica (se c'è). Io da sempre ho effettuato cadute non flettendo il polso e tenendolo fermo anche nel momento del impatto (senza smorzamento). La scelta di un gesto tecnico deriverebbe da un migliore suono?? il gesto tecnico da scegliere è sempre scelto in modo tale da non creare tensioni sovrabbondanti e ad ottenere un buon suono?? Come facciamo a dire quel è un buon suono?? non entra in gioco anche la soggettività?? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
tgdigit Postato Febbraio 28, 2012 Report Share Postato Febbraio 28, 2012 Siamo arrivati a seguire la quarta lezione della "tecnica pianistica". La trattazione della caduta è interessante, ancora più interessante notare le differenze con la propria tecnica (se c'è). Io da sempre ho effettuato cadute non flettendo il polso e tenendolo fermo anche nel momento del impatto (senza smorzamento). La scelta di un gesto tecnico deriverebbe da un migliore suono?? il gesto tecnico da scegliere è sempre scelto in modo tale da non creare tensioni sovrabbondanti e ad ottenere un buon suono?? Come facciamo a dire quel è un buon suono?? non entra in gioco anche la soggettività?? Se posso dire la mia, ci sono delle convinzioni nel pianismo che mi sono fatto e tra queste (poche) c'è la qualità del suono. Non realizzare mai (se non espressamente scritto sullo spartito) un suono aspro. Non flettendo il polso, il suono che ne deriva è senz'altro più aspro, rispetto alla flessione. Non creare mai tensioni inutili, come è stato ben spiegato nel video, e perciò non espressamente scritte (se ne trova poca di questa musica e, credo per lo più, tra quella dei compositori contemporanei, a scopo di ricerca e di espansione degli elementi espressivi della musica, della tavolozza dei "colori" del compositore). Perciò, a mio parere non si tratta di stabilire quale sia un buon suono, ma di esprimere ciò che è scritto nello spartito "iscritto" in una letteratura musicale di cui fa parte integrante. Mi riferisco alla musica e allo stile compositivo. Comunque sia scaricare le tensioni è sempre, nel pianismo una buona norma, cioè trovare una parte del corpo che possa rilasciare l'energia creatasi durante la caduta, piuttosto che accumularle, questo anche al fine di evitare quanto più possibile di incorrere in quelle forme di stress muscolare che alla fine si trasformano facilmente in dolori, che possono portare anche a traumi, se non si interviene in tempo con il riposo. Mai suonare nel dolore (altra convinzione ferrea)! 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Febbraio 28, 2012 Report Share Postato Febbraio 28, 2012 Approvo le tue parole, tgdigit!!! I Nei video non si può dire tutto. Sono e devono essere uno spunto di riflessione. La ricerca del suono e della naturalezza. La rilassatezza è quella che via, via, sviluppa la vera energia. L'energia originata dai muscoli "fuori tensione" che collaborano tra loro. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
sisifo1987 Postato Febbraio 28, 2012 Autore Report Share Postato Febbraio 28, 2012 grazie della risposta!! era quello che mi aspettavo Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
nonnatitti Postato Febbraio 4, 2013 Report Share Postato Febbraio 4, 2013 Ben detto! penso che lasciar cadere il polso per ammortizzare sia ottimo, ultimamente mi sono imbattuta in una situazione dove mi è stato detto " assolutamente no" cadi con l'avambraccio -facendo angolo col gomito- cioè caduta di avambraccio- ma non lasciar cadere il polso anzi dovevo tenerlo fisso.( i risultati oltre al suono aspro li ho sentiti sulle mie braccia purtroppo) Essendo abituata dopo anni ad utilizzare meno la caduta di avambraccio e usare più spesso una leva più lunga, cioè non faccio l'angolo con l'avambraccio, e anche abituata a flettere il polso, rimbalzare, mi sentivo persa. Grazie a tutti ritorno a farle come sono abituata vostra nonnatitti Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Febbraio 5, 2013 Report Share Postato Febbraio 5, 2013 Attenzione. Nessuna ricetta è applicabile a tutti. Quello che vediamo fare a imitiamo, anche se viene da un Maestro, può non essere buono per tutti. Ciò che vediamo è solo, infatti, la conseguenza, l'effetto visivo finale, ciò che "si vede" e dipende dalla conformazione anatomica di ognuno di noi. Quindi se vediamo qualcuno che alontana il gomito, ad esempio, siamo pronti ad esclamare "....ah, ecco come deve essere..."...ma non è detto che vada bene per noi. E' invece importante che si osservi dall'esterno e si suggerisca quello che è meglio per ciascuno. Ecco , questo è compito insostituibile del Maestro: saper riconoscere ciò che" non va bene" e suggerire la possibile soluzione. Solo suggerendo ciò "che non va bene" e lasciando "ciò che è giusto,( ma magari di diversa da soggetto a soggetto)" si favorisce una crescita artistica lasciando più intatta possibile la personalità del musicista. Questo credo. La soluzione cela suggerisce anche la Musica e soprattutto "il nostro suono". La mia insegnante, una delle più dotate allieve del grande Carlo Zecchi, insisteva, come il suo Maestro, ad ascoltare la qualità del suono. Questo sia in una semplice caduta che in un complesso passaggio. Quando il "gesto pianistico" sarà giusto ed elegante...lo sarà anche il suono...e viceversa!!!. Una buona "cartina di tornasole" Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
nonnatitti Postato Febbraio 6, 2013 Report Share Postato Febbraio 6, 2013 Ottimo, penso sia la giusta strada per la tecnica pianstica! grazie Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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