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Piano Concerto - Forum pianoforte

Il Corretto Punto Di Partenza


Marcosenior
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Ho letto, ascoltato e studiato tanto sulle tecniche di messa a punto di una meccanica.

Manuali "Ufficiali" e grandi esperti mi hanno svelato tanto sui sofisticati segreti di un pianoforte, non in ultimo i meritevoli ed encomiabili fondatori e sostenitori di codesto Forum ai quali oggi espressamente mi rivolgo speranzoso.

Con tutta l'onestà che mi impone la doverosa modestia, tuttavia, avverto oggi l'esigenza di esternare una critica, a soli scopi costruttivi, naturalmente, e non certo demolitivi.

Tale critica, che può essere sintetizzata in poche parole, consiste nella mancanza di organicità delle singole trattazioni.

Ogni argomento, infatti, è trattato con ineccepibile competenza e serietà, sia tecnica che logica.

Ma qualcuno si sarà certamente accorto che ovunque manca un'indicazione "certa" su ciò che comunemente viene chiamato "bandolo della matassa"?

Tento di farmi capire: sono certo che molti dei lettori che hanno già affrontato una meccanica, si siano già trovati, almeno una volta (se sono davvero geniali), a dover ripetere, dopo avere ultimato l'ennesima regolazione, la prima o la seconda che avevano già fatto, accusandosi:"che imbecille sono stato!".

Faccio un banale esempio: dopo avere regolato gli affondi di tutti i tasti (!!!) basandosi sui singoli scappamenti, essersi resi conto che gli stessi dovevano essere regolati in precedenza. Si, però prima si sarebbe dovuto regolare qualcos'altro, se no anche queste regolazioni sarebbero risultate inutili. E così via, con la netta sensazione di essere caduti in una spirale simile al "Gioco dell'Oca".

E adesso vorrei rivolgere un'umile preghiera agli esimi esperti, anche a nome di tutte le vittime della passione per un pianoforte:

1. Ci troviamo di fronte alla meccanica di un coda che, per mera ipotesi, è completamente smontata sul tavolo in ogni suo singolo componente.

2. La assembliamo con la massima precisione e competenza.

3. Dobbiamo iniziare (intendo "iniziare" da zero) la regolazione di tutti i suoi componenti.

La domada: da dove iniziamo?

E le singole fasi successive progressivamente fino all'ultima?

 

P.S.Intendo per la sola meccanica in senso stretto (tasti, cavalletti, leve di ripetizione e scappamento, stiletti, martelli e paramartelli), quindi, con esclusione delle corde, pedali, smorzi ecc. se no, farei prima a chiederVi da dove si comincia per costruire un pianoforte.

Grazie anticipatamente, anche per la sola pazienza di aver letto tutto quanto ho scritto.

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Caro Marcosenior,

Grazie per le tue osservazioni, perché mi danno modo di fare alcune precisazioni.

 

Quello che tu reclami è un organico corso per diventare tecnici.

 

Nella nostra ottica non c'è né questa pretesa né la volontà di fare questo

 

Non c'è la pretesa perché un corso di formazione esigerebbe la presenza fisica dell'allievo e del docente, con tanto di "lavoro sul campo"

 

Non c'é la volontà perché vorremmo, in questa sede, far principalmente aiutare i pianisti ad individuare le sensazioni corrispondenti al "contatto" col proprio strumento e classificarne le cause. Qualche pianista può diventare anche tecnico di se stesso, ma non è questo lo scopo del corso. Inoltre, lo dici tu, l'organicità della trattazione dovrebbe essere rigorosa e potrebbe diventare pesante. La conoscenza dello strumento è correlata ai principi di tecnica pianistica, cosicché un pianista, ad esempio, che non riesce a realizzare la tecnica di rotazione della mano sul proprio strumento, deve escludere la possibilità che ciò non riesca a realizzarlo perché si blocca lo scorrimento dei tasti a causa della usura del Kasimir delle mortase anteriori o di centro degli stessi.

 

Quindi differenti prospettive!!! E' comunque possibile in futuro, su richiesta di un certo numero di persone interessat,e di organizzare un corso con incontri e sperimentazioni. Vedremo

 

Grazie.

 

P.S. Per esempio, che io sappia, la Casa Renner organizza in Germania alcuni corsi di assemblaggio della meccanica.

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Riposta ineccepibile.

Nulla da obiettare. Ho ben compreso il senso del tuo discorso (possiamo darci del tu? Forse si perché sono tuo coetaneo e poi . . . abbiamo una passione comune).

Hai perfettamente ragione. Una trattazione organica esige sacrifici e dedizione, forse quella di chi ha sane ambizioni di raggiungere onorevoli livelli professionali.

La mia è una pretesa un po' "fuori le righe", incurante, nell'errata puntigliosità di riuscire ad ottenere ciò che voglio, delle elementari regole della maturazione professionale.

E questo errore lo commetto proprio io che, da professionista (in tutt'altra materia) ho avuto tantissimi allievi, con la modesta soddisfazione di esserne riuscito a formarne, in una vita, soltanto due!

Ti meraviglia che qualcuno che abbia esercitato ed insegnato una vita abbia voglia di tornare ad essere un eccellente allievo? Non credo, perché tu sei una persona di grande esperienza. E sai benissimo che chi ha saputo insegnare ha sempre troppa voglia di imparare.

Benissimo! Io voglio augurarti (da pari) di riuscire a trovare sempre le motivazioni, l'energia e l'entusiasmo per creare allievi che un giorno possano dire in giro di essere stati tuoi allievi e che tutto quello che sanno, lo devono solo a te.

Quale migliore augurio per un appassionato (a parte la scontata salute e serenità)?

Ma tu credi che io mi fermi quì? No di certo.

Ciò che intendo imparare, io lo imparerò comunque, e ci riuscirò. Però ti rassicuro: è qualcosa che intendo fare solo per me, senza mai invadere il territorio di nessuno e, soprattutto, senza togliere nulla a chi con questo meraviglioso lavoro si guadagna onestamente da vivere.

Adesso ti farò sicuramente sorridere: chissà se andrà . . . ma qualcuno mi ha promesso che a fine anno si potrebbe anche andare a fare una settimana in casa Steinway . . . .

Congratulazioni a te. Sei un professionista serio. E questo è un complimento che ti proviene da un'altro professionista (scusa l'immodestia) altrettanto serio.

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Adesso ti farò sicuramente sorridere: chissà se andrà . . . ma qualcuno mi ha promesso che a fine anno si potrebbe anche andare a fare una settimana in casa Steinway . . . .

 

Molto interessante, sarebbe il caso di parlarne a voce... Sarebbe bello se potessi realizzare un video da pubblicare... Se posso darti del Tu anch'io anche se da quanto ho capito ho qualche anno in meno di te.

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Molto interessante, sarebbe il caso di parlarne a voce... Sarebbe bello se potessi realizzare un video da pubblicare... Se posso darti del Tu anch'io anche se da quanto ho capito ho qualche anno in meno di te.

Il "Tu" rivoltomi dalle persone intelligenti mi onora sempre, a prescindere dall'età.

Andare a fare un video in casa Steinway???? Ho capito bene???

Ma . . . . hai idea con chi si ha a che fare?

Ascoltami, ti prego: se tu mi avessi detto "andiamo a fare un video a Buckingham Palace dalla regina Elisabetta" ti avrei risposto "Ma si! Perché no! Possiamo provarci!".

Ma alla Steinway . . . . . . ???

Vuoi farmi passare il resto dei miei giorni in una prigione di Amburgo?

Scherzo, naturalmente, ma te lo assicuro: è impensabile. La mia speranza di ricevere l'invito promessomi è già, di suo, legata ad un esile filo. Pensa tu con una telecamera! Quelli non ti fanno filmare nemmeno i "bagni" (per usare un eufemismo) della fabbrica.

Un caro saluto.

Ma ti faccio una promessa. Se mai andrò, almeno qualche foto te la mando (ovviamente quelle foto che supereranno il veto della censura).

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Facciamo tutti le ore piccole a quanto vedo !

Ahahahah... Ti ringrazio per "la persona intelligente" ma... Di chi parlavi ? :blink:

 

Per le foto abbiamo già un set completo di diapositive da Paolo. Per altro per entrare nei grandi posti ci vogliono solo i grandi numeri. Se dai modo di pensare ad una grossa azienda che tramite te possono ottenere pubblicità, non ci saranno problemi nelle riprese. Magari ti diranno cosa si può riprendere e cosa non si può riprendere. Forse tra qualche anno qui sul forum avremo i numeri per poter prendere un'iniziativa del genere.

 

Cari saluti a te,

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Sono andato in Casa Steinway negli anni 80'. Conoscevo l'allora responsabile all'esportazione , Stefan Vertes, persona deliziosa che ricordo con stima e simpatia. Visitai tutta l afabbrica di Amburgo e possiedo una ampia documentazione fotografica in DIA. Fu una esperienza notevole. Certo, le visite possono solo rendere una idea. Ma sarei molto interessato ad una settimana di corso. Tieni presente la mia disponibilità. La fabbrica è bellissima ed è fantastico scoprire come uno strumento di quel valore sia creato tutto a mano, con legni stagionati in buona percentuale naturalmente.

 

Grazie per le tue parole e complimenti per l'entusiasmo che mostri per lo strumento amato da entrambi.

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Facciamo tutti le ore piccole a quanto vedo !

Ahahahah... Ti ringrazio per "la persona intelligente" ma... Di chi parlavi ? :blink:

 

Per le foto abbiamo già un set completo di diapositive da Paolo. Per altro per entrare nei grandi posti ci vogliono solo i grandi numeri. Se dai modo di pensare ad una grossa azienda che tramite te possono ottenere pubblicità, non ci saranno problemi nelle riprese. Magari ti diranno cosa si può riprendere e cosa non si può riprendere. Forse tra qualche anno qui sul forum avremo i numeri per poter prendere un'iniziativa del genere.

 

Cari saluti a te,

E si . . . ma è proprio questo il problema: io, almeno, non saprei proprio quali artifizi usare per far pensare ad una grossa azienda.

Mi sembra più praticabile l'idea di farci accompagnare da Kissin, o magari dalla Argerich che lì sono di casa. Gli telefoni tu? Il numero ce l'hai?

Un caro saluto!

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Sono andato in Casa Steinway negli anni 80'. Conoscevo l'allora responsabile all'esportazione , Stefan Vertes, persona deliziosa che ricordo con stima e simpatia. Visitai tutta l afabbrica di Amburgo e possiedo una ampia documentazione fotografica in DIA. Fu una esperienza notevole. Certo, le visite possono solo rendere una idea. Ma sarei molto interessato ad una settimana di corso. Tieni presente la mia disponibilità. La fabbrica è bellissima ed è fantastico scoprire come uno strumento di quel valore sia creato tutto a mano, con legni stagionati in buona percentuale naturalmente.

 

Grazie per le tue parole e complimenti per l'entusiasmo che mostri per lo strumento amato da entrambi.

Bene, finito si scherzare con The Simon, leggo ciò che hai scritto.

Ritengo di poter avere un'idea ben chiara di quello che può essere, oggi, il tuo ricordo della vista in casa Steinway. Anche perché, un caro amico che ha fatto l'esperienza di andare a fare lì i corsi, se solo si pronunzia la parola Steinway, dapprima si blocca, poi si illumina d'immenso, e poi inizia a parlare di odori, di atmosfera, di eccitazione . . . non gli succede mai se parla della più bella donna della sua vita!

La settimana di corso . . . .

E' proprio quello che spero (dico spero) di riuscire ad ottenere.

Ma, da eccellente esperto quale sei, sai benissimo che tale privilegio si può ottenere soltanto tramite concessionario, e chi sono i concessionari in Italia, tu lo sai meglio di me.

Come spesso accade nella vita, se non hai un Santo protettore, (purtroppo) non vai lontano.

Questo per dirti che io non sono tanto potente, come temo che tu abbia inteso, da potere fare ottenere una simile possibilità a chi dico io.

Ti assicuro che se avessi un simile potere non esiterei a mettermi a tua disposizione per estendere a te questo piacere.

Ma . . . io dico sempre "non si sa mai". Chissà, ove riuscissi ad ottenere questo grande favore, potrei anche avere la possibilità di conoscere in loco qualche altra persona giusta. E solitamente mi faccio benvolere (bontà loro, naturalmente).

L'importante è tenersi in contatto e mantenere a lungo un reciproco rapporto di stima e rispetto.

Un caro saluto.

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