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Piano Concerto - Forum pianoforte

Concerto di apertura EXPO


Lowseling
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Avviso per gli amici del forum non di Milano che verranno a vedere Expo. Mi dicono che li dentro un primo costa 13 euro e un caffe 2 euro e mezzo. Non sono sicuro che quei soldi serviranno contro la fame nel mondo perciò vi consiglio di portarvi i panini da casa. Il caffè posso anche offrirlo io :)

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Avviso per gli amici del forum non di Milano che verranno a vedere Expo. Mi dicono che li dentro un primo costa 13 euro e un caffe 2 euro e mezzo. Non sono sicuro che quei soldi serviranno contro la fame nel mondo perciò vi consiglio di portarvi i panini da casa. Il caffè posso anche offrirlo io :)

Consolati Jack

http://milano.fanpage.it/expo-2015-lo-scontrino-choc-115-euro-per-un-pasto-nel-padiglione-giapponese/

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http://it.wikipedia.org/wiki/Kaiseki  

Il piatto ordinato in quel ristorante fa parte della cucina kaiseki, il corrispettivo della nostra cucina a 3 stelle Michelin, ma con alcuni centinaia di anni di storia in più... il prezzo pagato dal tipo è assolutamente ragionevole, e online ci sono anche dichiarazioni dello stesso cliente che dice di averlo ordinato in totale coscienza.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Kaiseki

Il piatto ordinato in quel ristorante fa parte della cucina kaiseki, il corrispettivo della nostra cucina a 3 stelle Michelin, ma con alcuni centinaia di anni di storia in più... il prezzo pagato dal tipo è assolutamente ragionevole, e online ci sono anche dichiarazioni dello stesso cliente che dice di averlo ordinato in totale coscienza.

Era proprio quello che intendevo, anche nell'articolo da me citato si fa riferimento alla consapevolezza del cliente.

 

Il fatto è che un primo costi 13 euro ci dice poco. Alcune domande in libertà: a base di cosa? Chi lo prepara? .... e a che livello?

 

... per cui

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Ho letto alcune cose molto interessanti altre molto meno... La critica su expo andava fatta prima, non ora che c'è. È come essere contro le droghe leggere, non discuterne quando si progetta di legalizzarle e poi incazzarsi una volta che si trovano sui banconi dei tabaccai, comunque, ho letto molti pro expo io sono contro, per un milione di motivi. Primo tra tutti è la scusa di creare nuovi posti di lavoro per mandare gente a lavorare a 600€ euro al mese... Io non lo chiamo lavoro ma sfruttamento. 2. È un'opera costata non so quanti miliardi di euro che sarà risanata solo dopo 64 milioni di visite che contano di fare in sei mesi... Difficile ma non impossibile.

Riguardo il concerto di apertura. Lang Lang ha fatto vomitare, non credo ci sia bisogno di dirlo ma sembra che alla platea piacesse, tanto ormai viviamo in questa società dove chi è più veloce è più bravo. Domani la registro anche io a 3000 bpm invece di 2400 come Lang Lang e magari qualcuno si accorgerà anche di me.

Ogni volta che prendiamo questi discorsi su Lang mi viene il voltastomaco perchè mi ricordano i discorsi fatti e rifatti sui giocatori di pallone con la gente che si incazza perché quelli prendono 10 milioni di euro a stagione per correre dietro a una palla e il manovale che si spacca la schiena, per non dire altro, tutto il giorno sotto al sole 1000€. Il punto è che se la gente comincia a non andare più allo stadio magari saranno i giocatori a dover lavorare per 1000€ al mese. L'analogia con Lang Lang calza a pennello.

Su Bocelli di che cosa vogliamo parlare ? Sul classico fa ridere e la cosa non fa più notizia perchè ormai l'hanno distrutto ovunque. Gli ho sentito cantare la famosa "ah mes amies" dai 9 Do di petto e sembrava una gallina alla quale gli stavano tirando il collo. Si sono presentati all'expo e non avranno provato neanche una volta. Evviva il Dio denaro. Per chi ha orecchio musicale le performance di Lang e di Bocelli non si dovrebbero neanche commentare, per il 99,99% è stato un successo con il botto e vi dirò che mi sono anche stancato di parlare sempre delle stesse cose.

Riguardo la sagra della porchetta, la fanno qui al mio paese ogni anno a settembre e se volete vi ospito. Vi renderete conto che per fare la expo di Milano mancano qualche centinaio di migliaia di persone, una 20 di padiglioni, qualche centinaio di ettari di terreno e almeno altre 30 cucine di tutto il mondo.

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Solo una cosa Simone (giusto per rincarare la dose, ma detta in modo ironico anche se sembra sia vera): un'amica di musicista che ho tra i miei contatti di facebook, ha scritto (prima del concerto d'apertura) che mentre andava a prendere la metro, in lontananza ha sentito Bocelli che provava, per cui c'è anche "l'aggravante" delle prove effettuate. :)

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non dimostra praticamente nulla, mette solo in dubbio le metodologie delle stime più note, e sempre e solo sul teorico. Cioè, se dovessimo prendere acriticamente quello che scrive, dovremmo dedurre che il Portogallo, grazie alle sue piscine, ha possibilità di crescita maggiori dell'Italia. 

Quando confronta graffiti ed edilizia-Expo usa ANCHE LUI un linguaggio retorico volutamente riassuntivo. Parla di ennesimo palazzo dei congressi a 10 km dal centro, quando invece la riqualificazione della Darsena, la creazione di Porta Nuova e di Piazza Aulenti, CityLife e tutta una serie di altri progetti NON SONO il polo fieristico. Io posso pure essere d'accordo con lui quando dice che bisognerebbe volare basso ed evitare toni trionfalistici, ma la politica usa il linguaggio della politica, e gli economisti usano il linguaggio degli economisti.

 

Tra l'altro, per entrare di nuovo nel topic "musicale", segnalo come Carlo Boccadoro, noto compositore e direttore dell'Ensemble Sentieri Selvaggi, abbia fatto notare sulla sua bacheca di essere stato inopportunamente citato in un'inchiesta "contro" Expo. 

Cito un suo status pubblico su fb

 

"Sono finito mio malgrado in un libro di Gianni Barbacetto e Marco Maroni dal titolo: “ Excelsior. Il gran ballo dell’Expo” ( edizioni Chiarelettere).

Gli autori sostengono che io avrei preso 30.000 euro per il mio ruolo da giurato nel concorso “Nutrire la musica”, nato all’interno di Expo 2015. 
Mi si indica anche come il referente per gli interventi musicali nel comune di Milano.
Ho spiegato all’editore e a Barbacetto che ho preso solo 3.000 euro (gli ho mandato anche la fattura); che 30.000 euro era il compenso per tutti i 10 giurati; che non sono il referente proprio di nulla.
Da Barbacetto mi è stato risposto sul sito di Expo risulta così, e che me la prendessi con loro.
In realtà sul sito di Expo, nell’elenco degli appalti, compare solo il mio nome per ragioni di spazio e per la mia sfortuna di avere un cognome che inizia per B (quindi, primo in ordine alfabetico), ma è ovvio che il compenso indicato è quello stanziato per tutta la giuria. E certo sul sito non si parla di miei inesistenti ruoli nella politica culturale del comune.
A questo punto mi sarei aspettato, non dico delle scuse, ma almeno una pubblica menzione del fatto che nel libro sono state scritte cose non vere.
Il massimo che ho ottenuto è l’impegno dell’editore ad espungere, da future edizioni (se ci saranno) il mio nome (ha infatti scritto al mio avvocato: “le confermo che in caso di ristampa elimineremo dal libro Excelsior tutto il periodo relativo al professore”).
Mi basta e mi fermo qui: di mettermi a far causa non ho voglia né tempo. Mi rammarico solo del fatto che ci voglia così tanta fatica per far emergere una semplice e oggettiva verità."

 

A prescindere dai fatti in sé, a me dà fastidio questo atteggiamento millenaristico. Da alcuni anni qualsiasi attività umana è vista, da qualcuno, come un possibile segno dell'apocalisse.

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Argomento vasto sul quale si può dire tutto di tutto. Restando nell'ambito dei soli aspetti musicali penso che il contesto non sia propriamente colto occidentale ...in effetti la platea è vasta e variegata per estrazione sociale e culturale per cui in questo casi le scelte (interpreti/repertorio) non possono essere a senso unico ed una scelta non può accontentare tutti.

 

Personalmente e musicalmente parlando avrei fatto delle scelte orientate a presentare un Italia più attuale e non troppo "ottocentesca".

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@TheSimon

 

Mi ricordo quando qualche anno fa comparve sulla scena internazionale un, allora, giovane pianista che per assurgere ai fasti della notorietà, eseguiva tutto al contrario: forte? ...piano; crescendo? ...diminuendo; moderato? ...presto; allegro?...quasi adagio. Questo invece spinge, la gioca sulla velocità, il che è doppiamente efficace perché ...stupisce. Certo, stupisce gli sprovveduti, chi non ha alcuna educazione musicale anche soltanto di base, però raccoglie anche un po' di "paralitici" che amano idolatrare chi fa quel che anche loro hanno in qualche modo approcciato, ripenso alla esecuzione della marcia turca, ma con una abilità funambolica inimmaginabile. Tutto benissimo, una cosa stona: il contesto. Quando vediamo un filmato con i fratelli Marx che suonano il pianoforte e con grande abilità, ne restiamo affascinati perché pensiamo che il loro specifico non è il pianismo professionale ma la comicità, però se anche suonano in modo appropriato questo ci sorprende piacevolmente, nessuno li guarda pensandoli come pianisti. Ecco l'errore con questo pianista sta qui, pensarlo come pianista. Se si sposta la chiave di lettura, me lo vedo con basettoni finti, un bel naso rosso a palla e un frac bianco con code esagerate...beh, allora, non lo batte nessun comico, diventa il re del circo.

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Ti devo dar torto, caro TTW, tutti i grandi comici o clowns sono estremamente musicali ( far ridere è una questione di tempi, dunque di riduzione della molteplicità ), mentre il suddetto disgraziato manca di ogni capacità in tal senso: è un semplice atleta con inclinazione sentimentale. La faccia da imbecille con la quale esegue - ignorando completamente ciò che succede nell'orchestra - la sua preparazione ginnica mi ha, lo confesso, sconvolto meno della insulsaggine sentimentale con la quale ha osato eseguire uno dei Davidsbündlertänze come bis in un recital. Mai uno dei fratelli Marx sarebbe stato capace di un simile scempio. Ti prego, visto che ormai il musicista viene screditato in tal modo, salviamo almeno la categoria dei comici e dei clown!!!

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Premesso che considero lang lang un pianista estremamente dotato ma al tempo stesso un musicista vuoto e "tamarro" (non trovo altri termini che sintetizzino bene il concetto) e ciò fa si che le sue prodezze non rientrino tra i miei ascolti abituali, vorrei fare l'avvocato del diavolo. Avete presente il ben noto documentario "the golden age of piano"? La parte su Horowitz aveva un passaggio che riguardava proprio le famose ottave del finale di questo concerto, e uno degli intervistati parlava proprio con somma ammirazione della velocità che il grande virtuoso riusciva ad ottenere in quel passaggio e del clamore che aveva suscitato nella critica e nel pubblico. insomma stiamo parlando del gran finale di un concertone romantico, non dell'arte della fuga di Bach o delle più intime miniature schumaninane. Io trovo questa stigmatizzazione del virtuosismo (che andrebbe contrapposto alla musica con la M maiuscola) un po' sinistra e goffa, la considero una moda insensata, anch'essa sintomo di una grossa difficoltà che oggi è connessa ad una fruizione serena e naturale della musica colta.
Nel pianismo e nella sua musicalità di LL ci sono delle illustri assenze: non possiamo parlare di esse in modo un po' più approfondito senza contrapporre -in automatico- la vera Musica al virtuosismo? Qualsiasi aspetto musicale, pure quello sempre più raro del bel suono, se non contrappesato da altri mille aspetti che la musica richiede, risulta fine a se stesso.

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Ha ragione anche Dino, per me: ma le ottave fatte da Horowitz "con la pancia" (parole sue) sono una cosa; la gigioneria e la sbracatura, la ricerca dell'enfasi plateale, degli effettacci; l'arbitrarietà continua dei tempi e la loro forzatura, sono altro. Lucio Fontana, prima dei tagli, era un bravo artista. Poi mangiò la foglia, e andò a grana. Lo stesso mi pare faccia Lang Lang: il virtuosismo va benissimo, se si è anche musicisti. Se si vuole 'fare il personaggio', no. Ma si guadagna di più.

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L'oggetto della mia attenzione non è LL -difendere il quale non rientra nei miei interessi- ma proprio l'apparato critico usato per definirne i limiti. è una riflessione che va oltre questo caso specifico. La stigmatizzazione del virtuosismo, che quasi andrebbe "giustificato" perchè di per se non parte di quella costellazione di qualità che definirebbero la musica con la M maiuscola, mi sembra piuttosto sintomatica del fatto che gli eccessi che critichiamo arrivano a destrutturare anche le categorie con le quali osserviamo la realtà. insomma -rimaneggiando il famoso detto- non temo il Lang Lang in se ma temo il Lang Lang in me. da qui l'esempio della parte del documentario su Horowitz. essere accerchiati dall'ignoranza ci sta togliendo molti dei piaceri più genuini della fruizione musicale, per una presunta necessità di contrapporsi che trovo discutibile.

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E' vero che ci sono delle registrazioni tremende di Horowitz. Ma anche cose belle. Non definisco interpretazione perché non è questo il punto, intendo semplicemente qui "il modo in cui ci viene presentato un brano", mettiamola così. L'impostazione di un brano può essere del tutto scorretta, pur mantenendo una sua logica interna (anche errata). Poi ci sono quelle esecuzioni che non hanno nemmeno logica, ma sono del tutto a caso, secondo il momento e l'umore. Questo è Lang Lang. Intendevo dire questo. Comunque, per quante schifezze abbia fatto, Horowitz rimane un signor pianista (che a me personalmente non ha mai entusiasmato, ma è un altro discorso), questo qui....mah

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Riprendo un po' le redini della discussione che ho avviato personalmente per dare un'opinione e confrontarmi anche con voi riguardo la parte musicale dell'apertura dell'EXPO, non dell'EXPO in se dato che sarebbe un discorso politico che non mi va di affrontare!

 

Innanzitutto vorrei rispondere a TTW. Io non posso pensare non pianista uno che viene presentato come "Il più grande pianista del mondo". Avevamo l'occasione di mostrare dei talenti italiani e lanciarli nella prospettiva mondiale che mi sembra molto limitata in Italia, e invece abbiamo chiamato "il più grande pianista (almeno per loro) del mondo".

 

Approfondendo il discorso LL e rispondendo a Dino secondo me le sue interpretazioni non vanno secondo il momento e l'umore. Hanno una logica che è sbagliata ma che è strutturata appositamente per farlo diventare un "animale da palcoscenico" in grado di lasciare a bocca aperta il pubblico anche semplicemente suonando fra martino campanaro, magari fatto come un prestissimo.

 

Poi ovviamente uno potrebbe dire "ma come fai a dire che uno stia suonando in modo corretto o scorretto un brano"? E li ovviamente andiamo ad affrontare discorsi che vanno verso una sola meta: la bellezza della musica. La musica è un arte che non va forzata, se l'autore ha voluto scrivere un pezzo come "adagio" piuttosto che "allegro" vorrà dire che ha voluto creare un equilibrio che regge solo con quel determinato carattere. Poi le variazioni di velocità le facciamo tutti e non solo quelle, anche quelle di tocco, dinamica ed espressione, ma sono le piccole variazioni che distinguono ogni musicista, non si tratta di stravolgere completamente tutto!

 

Per quanto riguarda il "no look" citato da "Tiger", posso solo dire che se cerchi su google trovi addirittura dei tutorial su come imitare la posizione lang lang, ovvero quella con la schiena indietro, le mani che a stento toccano i tasti bianchi e il piede destro in sospensione sul pedale di risonanza, posizione che per essere imitata richiede lo studio di un ingegnere per evitare che la panchetta ceda sotto il tuo peso. 

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Nella nuova generazione di "fenomeni musicali" noto una relazione tra uso della testa dotata di capigliatura e movimento del corpo. Si esagera tutto anche dove la difficoltà tecnico-musicale non richiede nessuna enfasi. Vengono allenati sin da piccolissimi a muovere testa e capelli al massimo

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Ecco, vedo che l'accostamento con horowitz non è venuto in mente solo a me. ed è proprio allo step successivo di questo accostamento che vorrei arrivare, e mi piacerebbe proporre un focus antropologico, non unicamente musicale-fenomenologico, ovvero: cos'è che differenzia (a presunta parità di distanza dall'applicazione di quelli che sarebbero i giusti criteri nel fare musica, perchè ad esempio se prendiamo il tempo e la velocità anche grandi pianisti come un Sokolov spesso suscitano delle perplessità in molti) il lang lang giovane dall'horowitz giovane? cosa ha portato alle interpretazioni mature di un horowitz (penso al suo sciabin o ai suoi quadri di un'esposizione o a molte cose di schumann) quali forze erano nell'aria e hanno fatto si che un giovane talento si sia potuto nutrire ed evolvere fino ad arrivare dove sappiamo? perchè oggi sembrano così difficili da rievocare? Il punto è ragionare e porsi queste domande in positivo, perchè del baubau del marketing musicale fatto di capelli e divismo (come se fosse nato oggi) che tutto oblia a mio avviso si parla perchè spesso non è facile condurre una riflessione mirata sugli aspetti più preziosi delle esperienze musicali dei grandi. da qui la mia perplessità sull'isolamento del discorso virtuosistico come aspetto su cui mettere l'attenzione nel rilevare gli aspetti nefasti del fenomeno lang lang. semmai è una delle poche cose che almeno è capace di fare e che per il momento sono ancora percepibili dal grande pubblico come qualità (vedi la cadenza del terzo di rac o la wanderer a carnagie hall). ma appunto, secondo me non è il punto. ci sono delle illustri assenze sia nella musica che il mandorlato ci propone che nelle critiche che gli vengono mosse.

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... al di là di qualsiasi considerazione, vorrei ricordare che Horowitz era figlio di una cultura musicale molto diversa. Non dico peggiore o migliore, dico diversa. A Scriabin, visto che è stato citato, era vicino per epoca e nazionalità, lingua e patrimonio culturale. E non mi si venga a dire che sono cose ininfluenti....

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Forse dirò una cazzata, però (giusto per fare una "battuta") vista la piega che ha preso la discussione, mi viene da fare un paragone tra l'eccesso di movimento in alcuni esecutori e uno sport che, soprattutto negli ultimi anni ha visto crescere sempre più il livello delle performance in fatto di gesti e sceneggiate che nulla hanno a che vedere con lo sport in sè, parlo del calcio (sport che personalmente non mi interessa, ma che viene praticato da mancati attori): anche qui (in molti centri sportivi) ai bambini insegnano con una certa cura come buttarsi a terra simulando un fallo o comunque un contatto, "dimenticando" il perché sono lì.

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