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Piano Concerto - Forum pianoforte

Messa a punto pianoforte Shimmel


Salvatore71
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Buonasera,

Vorrei chiedere un consiglio. Ho un vecchio pianoforte Shimmel. E’ scordato, una diecina di tasti non scorre bene e quattro tasti non risalgono dopo essere stati premuti, perché il martelletto ha difficoltà a tornare indietro. Inoltre un tasto suona con un volume un po’ più basso rispetto agli altri. Il piano è sempre stato in un luogo di mare, quindi con un'alta percentuale di umidità.

Fu comprato nuovo, fu usato per un anno e poi non fu più toccato per 34 anni. Vorrei fare la messa a punto della meccanica e l’accordatura e desidererei sapere quali sono i costi in media. Non ci sono tecnici nel mio paese, quindi mi sono rivolto ad un accordatore che si trova in una città che dista settanta km. Il tecnico ha detto che verrà dopo aver raccolto un certo numero di richieste nella mia zona. Il fatto che gestisca parecchi clienti al giorno, mi fa pensare che sia di quelle persone che fa il proprio lavoro più per guadagno che per passione. Io non ho nessuna esperienza in questo campo. E’ per questo che cerco dei riferimenti, per capire se il preventivo è in linea con gli interventi da eseguire. Dai forum si evince che l’accordatura costa 150 euro al massimo. Il problema è il costo della messa a punto. In media (a grandi linee, approssimativamente)  quanto può costare la messa a punto?
Grazie, saluti
 

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Salvatore, bisogna vedere da cosa dipende questo non ritorno dei tasti. Io suppongo che tu debba cambiare i perni di centro della meccanica, che hanno preso umidità. In questa situazione il panno di Kachemire con cui i fori delle forcole sono guarniti si stringe intorno al perno e tutto il movimento viene impedito. Poi certo, una buona regolazione e accordatura è d'obbligo. Trova un tecnico bravo che sappia Riattivare la meccanica. Attenzione i perni devono essere maggiorati e quindi il foro deve essere comunque "alesato" possibilmente con alesatori dritti e non conici. Una volta inserito il nuovo perno il pezzo deve muoversi o , come si dice, cadere, sotto il peso della propria vite dolcemente. Altra prova: Fissata la forcola con un dito sul tavolo, il pezzo non deve "ballare" ( martello o cavalletto o leva do scappamento che sia.) E' un lavoro che richiede esperienza. Tali perni sono presenti sulle forcole dei martelli, dei cavalletti, delle leve di scappamento e sulle aste degli smorzatoi (mi sembra di capire che sia un verticale!). Poi bisogna verificare la scorrevolezza della tastiera ( controllo delle guarnizioni centrali e anteriori e controllo dello stato dei perni!!!) Tutto viene rimontato e regolato. Il pianoforte è di pregio e vale la pena salvarlo! La spesa non è da poco, ma bisogna vederlo per quantificarla.

Fammi sapere

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Ciao Paolo,

ti ringrazio per la risposta.

Pensi che la situazione potrebbe migliorare se utilizzassi un deumidificatore?

Se si, qual è la percentuale di umidità ottimale? Di quanto potrei ridurre l’umidità rispetto al valore ambientale che credo sia circa il 65% ?

Dal momento che il piano è sempre stato in un ambiente umido, un deumidificatore potrebbe produrre danni?

Grazie,

ciao

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Carissimo Salvatore,

34 anni di disuso per un pianoforte son davvero molti ! Purtoppo per i tasti e la meccanica, oramai non basta cambiare le condizioni ambientali per far sparire i problemi di attrito o pigrizia dei tasti.. :(  Controlli che non ci siano  termosifoni  acceso d'inverno vicini al pianoforte , una ulteriore causa di stress in termini di variazione di umiudità )

il fatto che sia un meraviglioso  schimmel non lo salva da 34 estati e inverni di deformazioni e ossidazioni del legno e dei materiali metallici(perni,piombi,molle)  a tal proposito per farsi un idea nella sezione  videotutorial, guidato dal  Maestro Ferrarelli, imaparerà molte nozioni  sul funzionamento della  meccanica del pianoforte e sugli attriti in gioco e quindi , dopo averli visti, saprà guardare all'interno del suo piano e analizzare meglio la situazione dando informazioni utili a noi o al tecnico a cui si rivolgerà...

P.s. Per capirci, al dil a del prezzo, il tempo da impiegare e la buona riuscita sono due variabili molto diverse da tecnico a tecnico! Sia Paziente !

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Un saluto ad Andry, a Saverio e a Salvatore. Salvatore, puoi provare, ma credo che queste situazioni siano alquanto irreversibili. Del resto, come dice Andry, dopo anni di inattività, non basta un deumidificatore. Ripeto che però si tratta di uno Schimmel e si dovrebbe salvare, con un restauro accurato operato da persona competente.Un saluto a tutti

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Ciao Salvatore,

Ti rispondo in merito alla tua domanda su l'umidità.

 

L'umidità relativa, cosi consigliano i costruttori di pianoforti, deve stare intorno al 45, 48%.

Questo tasso di umidità garantisce allo strumento la miglior efficienza meccanica.

 

Nel tuo caso provvederei prima a ripristinare l'efficienza del tuo bel pianoforte e poi a considerare l'installazione di un sistema Piano Life Saver.

Questo sistema è un dispositivo che regola e stabilizza la percentuale di umidità all'interno del pianoforte.

 

Facci sapere....

 

www.pianoaccordatore.it

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Si.. ho deciso che farò ciò che occorre per ripristinarlo come si deve.

Il sistema Piano Life Saver è interessante, ma prima di tutto mi occuperò del restauro.

Ho notato qualche macchiolina (che potrebbe essere ruggine) su alcune corde degli acuti.

E’ il caso di fare qualcosa o è meglio non toccarle?

Grazie

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Buonasera,

in attesa del tecnico, sto usando il piano, cercando di notare tutto ciò che sembra anomalo.

Osservando i martelli a riposo, ho notato che non sono tutti perfettamente allineati. Cioè, lungo la fila dei martelli, ogni tanto ( 4 martelli) uno è più avanti o più indietro di un millimetro rispetto agli altri. E’ normale? Oppure si devono riallineare i martelli? E’ possibile eseguire l’accordatura lasciando i martelli come sono?

Poi ho notato anche la presenza di un martello leggermente ruotato intorno al suo asse. Cioè, rispetto ai martelli che gli sono accanto, converge un po’ verso uno e diverge un po’ dall’altro.

Usando il piano, la meccanica si è un po’ sciolta, ma comunque è rimasta un po’ dura, legnosa. Chiaramente dovrò cambiare i perni di centro, ma non penso che sia un lavoro alla portata di tutti i tecnici. Quindi ho pensato di muovermi in questo modo: in un primo momento farò eseguire solo l’accordatura, ciò mi permetterà di conoscere il tecnico e di vedere come lavora. La prima accordatura in genere non tiene e va ripetuta dopo poco tempo. A questo punto potrò decidere di rivolgermi allo stesso tecnico anche per il ripristino della meccanica, o di cercare qualcun altro.

Cosa ne pensate?

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Ottimo iter. Comunque se non è molto che il piano non viene accordato, bisogna verificare il Diapason. Riportare l'accordatura a livello 440 ( o anche qualche cosa sopra) e poi fare una accordatura di stabilizzazione. Dipende però dallo stato delle corde. Se hanno molta ruggine o se per molto tempo il piano è stato sotto il diapason, qualcuna potrebbe rompersi. Ma è un lavoro che va fatto. Questo rischi dipende anche dal fatto che per molto tempo ( se è stato lasciato basso) si è creata sulla corda, in corrispondenza del capotasto, una cosiddetta piega di livellamento, che ora viene mossa con il rischio di rompersi in quel punto. Tutto da vedere comunque. Anche qui, da queste valutazioni, potrai saggiare la competenza e la prudenza del Tecnico.

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Si cambia solo quella, al massimo in quelle d'acciaio, se sono " a cavallo" se ne cambiano due. Comunque è importante che il pianoforte raggiunga il la 440 . Alcuni Tecnici incoraggiano il cliente a lasciare basso il pianoforte. In realtà, anche se esiste un rischio, va affrontato e bisogna riportare il pianoforte alla sua vera voce. Viene prima fatta una accordatura anche ad un livello superiore a 440 e poi, subito dopo una accordatura fine a 440. Il piano dovrebbe reggere. Va comunque rivisto e controllato dopo un paio di mesi. E' evidente che la perdita considerevole del livello del diapason non deve essere dipeso dalla cattiva tenuta delle caviglie. In tal caso anche la tenuta successiva alle accordature non sarebbe buona.Il tecnico deve dichiarare sinceramente se le caviglie sono ben consistenti nei rispettivi fori, altrimenti il lavoro è inutile. Può anche verificarsi che ci sia ancora spazio per poterle battere e poter andare a cercare la parte terminale del foro nel somiere che ancora non ha ceduto. Se questo è possibile, le caviglie devono essere battute prima di procedere alle accordature. Buon lavoro

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  • 3 weeks later...

Buonasera,

ecco come prosegue col mio vecchio pianoforte verticale Schimmel.

E’ venuto l’accordatore ed ha fatto la prima accordatura. Gi attriti interni sono risultati nella norma. Però ci sono tre tasti che fanno un leggero cigolio quando vengono premuti, simile a quello dei cardini di una porta, ma appena appena avvertibile. Esiste un rimedio?

Grazie,

Saluti

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Probabilmente il cigolio dipende da qualche perno di centro. Devi individuare quale. Individua i tasti e smonta cavalletto e martello: verifica i tre perni di centro: forcola cavalletto, forcola martello, perno del montante di scappamento. In genere è il montante di scappamento che "fischia". Fammi sapere

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  • 1 month later...

Ciao,

L'argomento su l'intonazione è molto complesso.

Con l'uso di impregnanti che normalmente vengono utilizzati per indurire i martelli, questi acquistano una maggiore pienezza timbrica.

Quando si impregnano, il peso di discesa dei tasti aumenta; un grammo sul martello corrisponde a 5/6 sul tasto.

La rasatura precede l'intonazione ed eventualmente l'uso di impregnanti.

La rasatura è utile quando il feltro del martello risulta indurito e il suono ovattato.

Per rispondere alla tua domanda; queste tecniche servono per forgiare il suono e non per prevenire l'usura del martello.

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Tutto giusto quello detto da James. Direi anche che la rasatura cambia il punto di battuta sulle corde e cambia l'intera posizione della "geometria" della meccanica. Ovviamente rasatura, impregnata e intonazione sono interventi strettamente correlati. Nella rasatura è molto importante rispettare la forma dei martelli: sicuramente più tondeggiante nei bassi e più appuntiti negli acuti ( cosiddetta forma di diamante) 

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Buonasera,

vi ringrazio molto per le risposte.

Mi resta ancora un dubbio.

Con l’utilizzo continuo, la corda lascia un solco sull’apice del martello, che un po’ per volta diventa sempre più profondo, perché la corda tende a penetrare sempre di più nel martello. Dal momento che l’impregnante rende il martello più duro, potrebbe anche renderlo più resistente nei confronti della corda?

Oppure no?

Grazie ancora,

saluti

  • Like 1
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Caro Salvatore i solchi sui martelli sono un inevitabile conseguenza dell'utilizzo e normale usura dello strumento, che su pianoforti buoni come il tuo, diventa un problema solo dopo moltissimi anni a un certo punto arriva per tutti il momento della sostituzione rasatura ed indurimenti sono un palliativo utile più a livello commerciale .

Mi spiego: se si restaura un pianoforte e si vuole vendere rasare una martelliara rende il prezzo di vendita più alto risparmiando parecchi soldi,ma rischiando un po', che andrebbero investiti nella sostituzione martelli e astine.

è anche un ottima pubblicità per l'accordatore che ti effettua l'intervento, tu o chi suonerà il pianoforte per qualche anno,anche 4/5 in casi di uso amatoriale, sarai soddisfatto del suono e del lavoro che avrà soltanto rimandato l'intervento di sostituzione completa della martelliera uguale all'originale come forma spessore e peso.

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Buongiorno a tutti,

 

Nel mio intervento precedente avevo già risposto alla tua domanda.

 

Confermo nel dirti che l'uso dell'impregnante sui martelli non ha relazione con il prevenirne l'usura, anche perche l'induritore va dato solo sulle spalle del martello e mai sulla parte battente, cioè apicale.

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Sì James. Però esistono due tecniche. La prima non prevede di impregnare l'apice. La seconda impregna tutto il martello. Nella seconda l'intonazione è più difficile. Molte Case, compreso Steinway, dopo aver realizzato il cuscinetto del pp. sol punto di battuta, applicano una leggerissima pennellata di impregnante seguita da una "accarezzata " di carta abrasiva finissima. Ciò proprio per isolare l'apice e rendere la superficie più duratura. In realtà il procedimento è complesso. Poi, la resistenza alla "solcatura" dipende anche dalla qualità e del procedimento di pressatura del feltro.

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