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Piano Concerto - Forum pianoforte

Setticlavio


DanelePiano
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Può essere senz'altro utile per leggere nella tua tonalità partiture per altri strumenti ad esempio la tromba in si bemolle oppure il sassofono in mi bemolle. Cambiando la chiave automaticamente cambiano anche tutte le note per il tuo strumento. In particolare se tu ad esempio vuoi leggere una partitura per tromba in si bemolle devi leggere in contralto, mentre se un trombettista vuole leggere una tua partitura deve leggere in tenore. Attenzione però che al cambio di chiave corrisponde il cambio di tonalità a parità di note. Ad esempio un brano scritto in Re maggiore che ha due diesis in armatura di chiave per tromba se lo leggi in tenore per suonarlo sul pianoforte diventa in Do maggiore quindi vanno modificate le alterazioni in armatura. Le alterazioni occasionali all'interno del brano (ovvero le note volutamente alterate) restano alterate, dal momento che anche leggendo in altre chiavi i rapporti melodici di semitoni e toni (sopra o sotto) si mantengono.

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  • 2 weeks later...

Ma è vero che al conservatorio è obbligatorio studiarli tutti e sette? Non ci si confonde a conoscere tutte e sette le chiavi? Immagino comunque che sia utile conoscere il setticlavio, come certamente lo conoscevano i grandi compositori, altrimenti, ad esempio, come avrebbe potuto Mozart scrivere per una orchestra intera? A proposito di Mozart, sarà vero che egli era spesso ubriaco come rivela (o fantastica) Milos Forman nel suo film su Mozart?

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NON è DIFFICILE LEGGERE IN TUTTE LE CHIAVI E PER L'ESAME DI TEORIA E SOLFEGGIO LO FECI A SUO TEMPO. Non mi è stato poi utile per lo studio del pianoforte ma è comunque utilissimo per la completezza di un musicista che successivamente potrebbe comunque avvicinarsi alla composizione. Penso che comunque sia una questione di metodo e basta.

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Esatto!!! E' questione di metodo e ...di pratica. Un buon sistema per imparare a leggere in tutte le chiavi ...è non far riferimento alla chiave imparata precedentemente o far riferimento a quella che si conosce meglio. Pensiamo alle lingue: Bisogna imparare a pensare direttamente nella nuova lingua. Così si fa una sola operazione. Si impara che "maison" è dove abitiamo e che "book" è cio che leggiamo. Passare attraverso la traduzione italiana di "casa" e di "libro"ci obbliga a fare una operazione in più, con dispendio di tempo ( mancanza di immediatezza) ed energia.

Nel setticlavio conviene imparare, per es, la chiave di tenore pensando e visualizzando il do sul nostro dito indice. Toccando le altre dita pronunceremo i nomi delle note, percependo, al tatto, la loro posizione. Tra un dito e l'altro le note sugli spazi. Toccare le dita e prononciare le note. Quando, in velocità, non si sbaglia più, si prende un foglio di carta rigata e si mettono pallini a caso, per poi scrivere rapidamente il nome delle note sotto al loro segno ( prima il segno e poi il nome). Esercizio inverso. E' importante farle tutti e due gli esercizi. Così, in venti giorni di studio si può imparare il setticlavio, riconoscendo la fisionomia delle note in ciascuna chiave senza far riferimenti alle altre. Provare per credere. Certo, nessuno di noi legge con facilità il setticlavio se non lo continua a praticare. Che ne pensate ?

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Volevo dirlo ma non volevo appunto essere prosaico. Sono al mille per mille con te. Tutti mi dicevano....basta che tu legga una riga sotto e poi una riga sopra ma....a me la cosa non piaceva ed ho fatto proprio come hai detto tu. Per me leggere in tenore, baritono etc. era proprio come con le lingue e non mi relazionavo mai ad altre chiavi ed era tra l'altro molto soddisfacente. Andavo spedito come una vera freccia ma in all'esame trovai una quartina noiosissima che mi mandò in crisi. Grande Paolo!

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Può essere utile imparare a leggere il setticlavio?

 

Dipende cosa vuoi fare nella vita, pensa banalmente agli strumenti traspositori ;)

 

Esempini:

 

Vuoi leggere una partitura per orchestra

Sei un pianista e vuoi accompagnare un violista

Sei un organista, capita spesso e volentieri di incontrare anche la chiave di tutto

Vedi il repertorio antico

Vuoi scrivere un brano per strumenti traspositori

Hai un allievo che ti pone questa stessa domanda

Con il gregoriano come sei messo? Scoprirai che il setticlavio viene comodo pure per il tetragramma

Etc.

 

Avrai capito che è fondamentale ;)

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  • 2 weeks later...

Io invece non sono totalmente d'accordo: forse è un ragionamento limitativo e molto grezzo, ma ad esempio per suonare il pianoforte occorrono solo due chiavi.

 

Al fine della comprensione del proprio strumento, qualsiasi esso sia, secondo me imparare a leggere in sette chiavi si hanno informazioni ridondanti. E' chiaro che nella composizione orchestrale è una cosa importante ma non necessaria: penso che esistano software in grado di trasferire una melodia scritta in una chiave e convertirla in un altra.

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Ognuno ha i suoi punti di vista. E' vero, per il pianoforte occorrono due chiavi, però pensa un attimo a quello che vuoi essere: un musicista o un esecutore del pianoforte ?

Un musicista deve conoscere il setticlavio perché come ha ben ricordato Frank può essere utile in svariate situazioni. Certo che ci sono dei software in grado di trasportare la melodia nelle diverse tonalità ma secondo te un matematico se non ha una calcolatrice non è capace di fare le divisioni ? Gli strumenti della tecnologia aiutano, certo, anche io preferisco leggere nelle chiavi di violino e basso ma non disdegno se mi si fa suonare una linea di canto scritta in tenore. Ovvio che se ho il tempo usufruisco della tecnologia per trasportare nelle chiavi standard per il pianoforte ma se questo non è possibile devo conoscere il setticlavio, se voglio essere un musicista.

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La domanda originale era:

Può essere utile imparare a leggere il setticlavio? Quanto utile? Un metodo efficace per imparare?

 

Camy86 dice “per suonare il pianoforte occorrono solo due chiavi.”

 

La tua risposta e limitata solo a un sottoinsieme di pianisti (ci sono quelli che vorrebbero essere pure musicisti) … già per gli organisti sarebbe diverso

Preciserei che comunque il discorso fatto da Camy86 può valere solo per il pianista SOLISTA...già nella musica da camera la vedo grigia.

Mi piacerebbe poi sentire il trasporto di un pianista che non conosce il setticlavio ;)

Al fine della comprensione del proprio strumento, qualsiasi esso sia, secondo me imparare a leggere in sette chiavi si hanno informazioni ridondanti.

Uno strumento si chiama orchestra, e quando da piccino ti fanno il corso di teoria, che ne sanno se un giorno non vorrai diventare anche compositore o direttore d’orchestra?

L'ambito è quello della cultura generale (così si chiama), un po’ come sapere quanto è lungo il Po, cosa sono le equazioni di secondo grado, etc. Che serve sapere tutto ciò? … per vivere basta il navigatore, basta saper fare le addizioni e le sottrazioni (per non farsi fregare dal fruttivendolo), etc.

 

E' chiaro che nella composizione orchestrale è una cosa importante ma non necessaria: penso che esistano software in grado di trasferire una melodia scritta in una chiave e convertirla in un altra.

A si, il software si chiama jaws (http://webdesign.htm...ai-non-vedenti/), gli dai in pasto il mid file della partitura orchestrale che vuoi studiare e ti legge le note.

Scherzi a parte, se devi ricorrere a un software ... è perché hai da un lato un esigenza e dall'altro una carenza … ti sei risposto da solo.

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Forse sono stato troppo stringato. Provo a spiegarmi meglio.

 

In realtà io invece la vedo come una costrizione: per suonare uno strumento (non inteso come orchestra) ci vogliono x chiavi, che uno può sapere leggere o meno. Io penso che l'essere musicista (seppur limitato nel campo della lettura) non implichi saper leggere la musica.

 

E' chiaro che se uno ha un contesto di composizione e/o di arrangiamento e/o direzione d'orchestra e/o suonare con altri elementi che necessitino del setticlavio non può prescindere dal non sapere maneggiare il setticlavio, ma quello che non riesco a capire è perché ai bambini soprattutto e alle persone in genere che iniziano ad approcciarsi alla musica venga fatto imparare di default il solfeggio in tutte e sette le chiavi.

 

Secondo me questa imposizione limita la creatività (prescindendo dal genere musicale) che si può esprimere nel proprio/propri strumenti: si dedica tempo alla mera lettura delle note solo per passare l'esame di teoria senza la contestualizzazione del perché venga fatto imparare. Bisognerebbe, aspettare che lo studente, supportato e consigliato anche da un insegnante, sia in grado di comprendere che effettivamente ha bisogno del setticlavio per poter proseguire e non che gli si dica: studia il setticlavio perché è così da programma ministeriale. Gli si dovrebbe dire che il setticlavio serve per un dialogo tra strumenti con registri diversi che necessitano di essere scritti nel setticlavio per il loro dialogo che va a formare il discorso musicale.

 

In poche parole secondo me la lettura delle note deve essere separata il meno possibile da ciò che esse esprimono quando vengono suonate: se ci si predilige lo scopo di passare l'esame di teoria e solfeggio senza contestualizzare, secondo me è una decodifica utile solo ad imparare a leggere cose che potrebbero limitare la creatività.

 

Spero di non aver detto stupidate, ma è il mio pensiero.

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Gli si dovrebbe dire che il setticlavio serve per un dialogo tra strumenti con registri diversi che necessitano di essere scritti nel setticlavio per il loro dialogo che va a formare il discorso musicale.

 

 

I bravi insegnanti di solito te lo spiegano perché imparare a leggere nelle 7 chiavi. Poi certamente c'è anche il discorso esame... Se vuoi studiare pianoforte, l'esame di solfeggio è il primo che devi passare... Quindi va imparato il setticlavio e basta, non vedo alternative o polemiche. Se poi non si vuole fare i musicisti ma si vuole suonare a casa per proprio conto, allora forse non è necessario imparare il setticlavio. Io spesso ho riscritto seduta stante delle linee melodiche per sax e tromba in si bem partendo dalla linea melodica del pianoforte - leggi in contralto e si sono riscritte da sole, viceversa da sax a pianoforte leggi in tenore e non devi riscrivere nulla.

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Anche se alla fine scrivi

 

Forse ho scritto un po' di pancia! Grazie a tutti per avermi chiarito le idee.

 

Però

Secondo me questa imposizione limita la creatività

Le imposizioni non vanno mai bene, ma le conoscenze non sono mai un limite … sono solo mezzi per esprimere e dare sfogo alla propria creatività.

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Vorrei dire la mia. Non sono contro le conoscenze "scientifiche", ma bisogna imparare a gestirle. Che voglio dire? Racconterò un fatto. Ero, anni fa con un mio amico Polacco Direttore d'orchestra, pianista, concertista, uno che suonava tutti gli studi diChopin in concerto e imparò in un pomeriggio il 1° concerto di Listz, perchè il pianista che doveva eseguirlo alle 21, 30 , si era ammalato. Un mostro di bravura. Speso ha suonato a Roma concerti di Mozart come pianista e Direttore. Era stato anche il mio docente di "lettura della partitura" e mi diceva: "Vedi voi italiani studia setticlavio, amici, bene...ma noi pensare chiave tenore ..nota sotto..viola nota sopra... più facile....noi tre anni leggere partitura e iniziare a dirigere"...Insomma invocava la praticità. La cultura dell'Est ci suggerisce questo. pensiamo al metodo Kodaly per cantare col do mobile. Questa praticità produce sintesi e rapidità di apprendimento. Si raggiunge il risultato in fretta. Quindi per ciò che riguarda il setti clavio: ok studiarlo, ma cercare di risolvere in modo pratico quando dobbiamo leggere la partitura. Questa è la mia idea

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"Vedi voi italiani studia setticlavio, amici, bene...ma noi pensare chiave tenore ..nota sotto..viola nota sopra... più facile....noi tre anni leggere partitura e iniziare a dirigere"...Insomma invocava la praticità. La cultura dell'Est ci suggerisce questo. pensiamo al metodo Kodaly per cantare col do mobile. Questa praticità produce sintesi e rapidità di apprendimento. Si raggiunge il risultato in fretta. Quindi per ciò che riguarda il setti clavio: ok studiarlo, ma cercare di risolvere in modo pratico quando dobbiamo leggere la partitura. Questa è la mia idea

 

Io sono per la praticità e stimo il metodo di Kodaly, importato in Italia grazie a Goitre ...anche se secondo me si complicano un po' la vita quando si tratta delle modulazioni … ma per chi ha problemi di intonazione lo trovo molto azzeccato come metodo

Chiusa parentesi :) ... ciò non toglie che non esiste la chiave di tenore ma la chiave di do che da vita anche al rigo di tenore e soprattutto chi stabilisce qual è il rigo migliore da prendere come riferimento?

Se devi leggere in chiave di mezzo soprano o soprano cosa fai? Trasporti rispettivamente di due o tre linee?

 

Quando hai gli strumenti traspositori? Che ne so, tipo il clarinetto in la?

 

... mmhm

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E' giusto, ma in gergo si dice: Il clarinetto in si b legge in "chiave di tenore". La chiave di do , di sol e di fa rappresentano le tre famiglie, "con vestiti diversi" che ci danno un riferimento iniziale, rispettivamente del do, del sol e del fa.

 

Alcuni strumenti suonano in chiave di do solo per tradizione e non certo per necessità di tessitura. E' il caso della viola, che legge in contralto, ma potrebbe leggere benissimo in chiave di violino, non credi? Che ne dici? ( almeno questo è quello che ti insegnano in Conservatorio!!)

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Alcuni strumenti suonano in chiave di do solo per tradizione e non certo per necessità di tessitura. E' il caso della viola, che legge in contralto, ma potrebbe leggere benissimo in chiave di violino, non credi? Che ne dici? ( almeno questo è quello che ti insegnano in Conservatorio!!)

Non vorrei che la questione diventi una di quelle che trattavano all'accademia alessandrina ;)

 

Il punto è che chi legge è lo strumentista e dovrebbe sapersi muovere in qualsiasi contesto, per cui il problema si sposta su altri 2 differenti ambiti:

- L’estensione nella quale spazia uno strumento decide la migliore comodità di scrittura e lettura, motivazione per la quale esiste il setticlavio … se prendi gli esercizi di solfeggio del Pozzoli (il volume che tratta la materia), noterai delle forti analogie fra scrittura (rigo utilizzato) e destinazione strumentale dei frammenti melodici proposti...anche per carattere.

Ovviamente Pozzoli era un didatta di vecchia scuola … curava anche questi aspetti, ogni melodia è perfettamente eseguibile dagli strumenti che si esprimono meglio in quel registro.

Tornando all’esempio, la viola scende ad una tessitura relativamente grave e scomoda da leggere con 4 o 5 tagli addizionali necessari se si utilizzasse la chiave di sol.

- Il secondo fattore è meno immediato per un pianista, il violoncello ad esempio si può trovare scritto come Basso, Tenore e Violino.

Per quale motivo il do centrale viene scritto con l’una o l’altra chiave? Qui il compositore stabilisce un filo diretto con lo strumentista (almeno nell’orchestrazione tradizionale)

Di solito la chiave di sol viene usata per gli effetti, la chiave di do (in posizione tenore) per le parti cantabili, la chiave di fa (in posizione di basso) per le parti prettamente armoniche.

Nel caso l’interprete trovasse un frammento melodico scritto come se ci fosse un tenore a cantare, allora dovrebbe sapere (e sa) che bisognerà curare maggiormente la cantabilità
;)

Ecco che do3 si2 la2 (dove do3 è il do centrale) possono assumere carattere diverso in base alla chiave utilizzata.

Comunque sia, gli strumenti fini a se stessi sono sempre inutili, qui il setticlavio ha un sacco di applicazioni pratiche … per cui non trovo altra strada che studiare.

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  • 9 months later...
  • 1 year later...

Ricordo di qualche anno fa: ero in una scuola di musica a parlare con il fondatore ed entra una ragazza, comincia a porre delle domande e nel momento in cui entrò in ballo l'argomento solfeggio chiese "ma non si può studiare solo la chiave di violino? non mi va di imparare anche le altre", il fondatore (che insegna solfeggio e pianoforte) gli rispose di no e lei "ah vabbè, allora niente", e se ne andò.

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