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Piano Concerto - Forum pianoforte

Produciamo un po' di significato


thallo
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Ciclicamente sul forum appaiono le previsioni di disgrazie e sventura in cui sta incorrendo la musica colta.

Se c'è una cosa che ha appassionato gli esperti, nella storia, è stato predire la morte dell'arte. Credo che la musica sia morta già almeno un centinaio di volte, gran parte delle quali prima che tutti noi nascessimo. Ma vabbé...

 

Quello che vorrei fare qui, invece, è andare un po' controcorrente, predicando la vita della musica, della musica di oggi.

Ho visto che molti degli utenti si sono trovati d'accordo con me nel dire che il pop, il rock e tutta la galassia di generi non vicini alla musica classica (faticoso definirli...) siano generi interessanti, artistici, significativi.

Ora mi piacerebbe fare degli esempi. E mi piacerebbe che tutti gli uomini e le donne di buona volontà ci provassero, anche solo per l'affetto che possano avere per me :-) 

Almeno una canzone, possibilmente con un link (video, audio, vedete voi), e qualche parola che cerchi di "spiegarla", di analizzarla, di tirar fuori un significato che sia artistico. Iniziamo dai pezzi che hanno valore per noi, magari anche solo valore estetico, da quei ritornelli che, non sappiamo come, si sono infilati nella nostra mente e nel nostro corpo e da cui vogliamo tirar fuori qualcosa di più...

 

Inizio io, così vi faccio anche capire cosa intendo per significato. Ovviamente poi ognuno sarà libero di fare le considerazioni che vorrà.

 

 

http://www.musicsonglyrics.com/bad-ambassador-lyrics-the-divine-comedy.html

 

Questo pezzo parla della mia passione per la musica classica :-) e di come spesso io mi sia sentito un "cattivo ambasciatore" della cosa, specialmente nei confronti di Marco, il mio ragazzo. La canzone, le canzoni, nella loro natura di pezzi brevi, si possono permettere di trattare argomenti molto precisi, un lusso che molto di rado la musica classica "classica" si concede. Beh, comunque, il testo e la musica parlano di una situazione tipica delle relazioni sentimentali, la voglia di parlare di sè, di far entrare nel proprio mondo gli altri, come se fosse un "luogo elusivo" fatto di piccoli e grandi desideri (i wanna ride with the tough guys on a japanese motorbike...). Ma siamo tutti più o meno goffi nel parlare di noi, perché le parole non sempre riescono a far capire l'emotività.

Ecco, precisamente quello che mi viene in mente quando provo a parlare del mio mondo musicale.

Ma la metafora di tutto questo sono riuscito a trovarla solo nella musica rock, perché, escludendo alcune eccezioni (che per me sono o antiche o super-moderne), la musica classica "classica" rimane sempre generica, staccata dai problemi di tutti i giorni. O almeno da "alcuni" problemi. 

 

Come vedete, io mi sono tenuto su un livello molto personale. Praticamente nessuna analisi musicale, ma comunque molto significato.

Questo mio discorso parla di arte? Non lo so, ma parla di significato e questo è abbastanza. La filosofia non è artistica, per esempio, come non lo è la medicina, o il volontariato, o un abbraccio. Nel mio personale modo di vedere l'arte, però, il valore è spesso un valore emotivo, sentimentale. E visto che credo in una sorta di legge transitiva dell'emotività umana, se io mi commuovo ascoltando questo pezzo dei The Divine Comedy allora penso che chi lo ha scritto, lo ha prodotto, lo ha suonato si sia commosso come me.

Questo a me basta per mettere allo stesso livello gli artisti rock e gli artisti... non rock. Il loro grado di emotività e di "intenzionalità semiotica" è lo stesso. Cioè, si emozionano e provano a comunicare questa emozione in modo musicale. E ci riescono.

Non è una questione di capolavori, ma di significato.

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Io non penso che ciò che ci fa più emozionare sia necessariamente anche quello che consideriamo più bello. O per lo meno così non è per me.

Le emozioni possono venire da stati d'animo, da ricordi, da momenti di vita, da persone che abbiamo amato o avremmo desiderato e loro non ci volevano -ahimé - e...potrei continuare ancora.

Spesso le canzoni che mi hanno emozionato particolarmente sono legate a qualcuno o qualcosa, ad un momento della mia vita e non erano le più belle ma per me erano le più significative in quel momento, del mio essere vivo.

 

Potrei dire che tutta la musica leggera, pop, - a parte un'eccezione che dirò dopo - è legata ad un determinato momento della mia vita, dopo di che, superatolo, resta come piacevole ricordo e ogni volta che mi capita, per caso, di riascoltarla, mi rimanda a quel momento, con un pizzico di nostalgia, a volte rimpianto, a volte anche un senso di paura: dipende sempre da quel momento no? Ma se oggi dovessi cercarla, non lo farei! Non perché non mi piaccia più  -tutt'altro - ma perché non mi emoziona più.

 

La musica classica, pe me, anch'essa  è solo in parte così. Lo è con certi suoi compositori, con certe sue musiche. Non so: Ciaikovskij è legato alla mia infanzia, Mozart alla mia adolescenza e giovinezza, Listz , Grieg, Korsakov... tutti compositori che oggi ascolto en passant e che sono legati ad altri momenti della mia vita.

Io, non posso dire, come tu affermi, che solo le canzoni possono suscitare delle emozioni. Ho passato intere serate e pomeriggi ascoltando una sinfonia, un'opera, un concerto sognando vite parallele e se non ci fossero state mi sarei sentito veramente molto più solo. 

Non so, mi viene in mente il Concerto di Aranjuez di Rodrigo: quante volto l'ho ascoltato durante la mia adolescenza e non ti dico  a cosa mi faceva pensare quel suo secondo movimento :bbq: . Penso alla Cavalleria Rusticana, quante lacrime con quell'opera :rolleyes: ... 

 

 

Io penso che noi ascoltiamo la musica in cui meglio ci riconosciamo e, per questo, può cambiare diametralmente nei periodi della nostra vita: oggi non ho più voglia di ascoltare musica pop, non perché la consideri inferiore all'altra musica o inferiore a quella del passato -  in realtà praticamente non la conosco - ma perché, arrivato in quella che è la fase finale della mia vita - è così, è un dato di fatto - ho bisogno di tirare le somme su tutto e di restare solo con quello che per me veramente conta. E musicalmente per me conta tanta - non tutta - musica del passato e certa musica del Novecento e contemporanea. Ho bisogno di dedicarmi a lei, esclusivamente a lei.

 

Ma è di musica leggera che qui dobbiamo parlare e allora dicevo che nel campo della musica leggera, nella mia vita c'è stata un'unica eccezione ed è Fabrizio De André. Scomparso lui è scomparsa in me qualsiasi interesse per la musica pop. Questo è quello che è accaduto. Tu dirai che è stato un grave errore e, sicuramente hai anche ragione. Ma solo anche!

 

La guerra di Piero

 

Ho conosciuto Faber in un pomeriggio a casa di mia nonna. Lo strumento era un già vecchio giradischi, il supporto era un 45 giri. Ascoltavo tutti i vari dischi dei miei zii e, improvvisamente mi è venuto in mano quel disco. Avevo 8 anni e mi attirò il fatto che vi si parlasse di guerra. Nel retro c'era poi quest'altra canzone:

 

La ballata dell'eroe

 

che sembrava la continuazione della prima, o così io credetti.

 

Nel mio pensiero di bambino, quel soldato morto perché non aveva voluto uccidere un suo simile, senza aver saputo la verità e con la moglie che, inconsolata, ora dormiva in un letto sola, fu angosciante. Mi piaceva poi tantissimo quella musica. Probabilmente da lì iniziò la mia avversione verso qualsiasi guerra, verso qualsiasi violenza...

 

De André, con i suoi testi, le sue canzoni è stato per me un faro, fino alla sua ultima canzone:

 

Smisurata preghiera

 

Sul perché mi ha emozionato te lo spiega Faber stesso! 

 

Elogio della solitudine

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Faccio un commento, tirando acqua al mio mulino e aprendo una piccola parentesi su qualcosa che spesso non consideriamo: gran parte delle canzoni di De Andrè sono semplicissime dal punto di vista musicale e ancora più semplici dal punto di vista vocale. E sono quasi tutte strofiche, per scelta e per genere (le ballate sono strofiche e non avrebbe senso fare qualcosa di diverso solo per "dimostrare" di saper fare qualcosa di diverso...).

Bellezza e semplicità sono, a volte, compagne.

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Eppure secondo me a chi piace solo la musica pop difficilmente apprezza De Andrè (e mi sono sempre chiesto il perchè) ... è un po' come quando fai ascoltare Steve Reich ad uno che pensa di amare il minimalismo ed ascolta solo Einaudi.

 

Anche se i paragoni zoppicano sempre un po' ... spero di esser stato chiaro

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Faccio un commento, tirando acqua al mio mulino e aprendo una piccola parentesi su qualcosa che spesso non consideriamo: gran parte delle canzoni di De Andrè sono semplicissime dal punto di vista musicale e ancora più semplici dal punto di vista vocale. E sono quasi tutte strofiche, per scelta e per genere (le ballate sono strofiche e non avrebbe senso fare qualcosa di diverso solo per "dimostrare" di saper fare qualcosa di diverso...).

Bellezza e semplicità sono, a volte, compagne.

 

Spingo l'acqua al tuo mulino  ;)  . . . Bellezza e semplicità, per me, sono sempre compagne.

Ma semplice è anche il finale dell'Ottava di Beethoven e il Sicut locutus del Magnificat di Bach . . .

 

Bando a discussioni su «cos'è la semplicità» passo oltre per onorare la bella discussione che hai aperto

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Ecco due canzoni che sento molto mie:

 

di Susanna Parigi,   Amore che m'invita  e  La decima porta

 

 

 

il tema è lo stesso: la sessualità, ma sono due canzoni molto differenti, Opposte direi.

 

due volti dell’eros: due modalità differenti di vivere la propria sessualità. L’una come ossessione, come passione ineludibile in cui il pensiero dell’amato diviene una gabbia dorata; l’altra come ‘donazione’, come totale ed entusiastico dono di sé alla persona amata.

 

Ma ogni uomo e ogni donna che abbia conosciuto il fuoco dell’eros, in un incontro fugace o in una relazione ‘importante’, sa bene quanto queste due disposizioni d’animo abbiano confini labili e quante zone d’ombra vi siano tra l’una e l’altra; per cui ad ognuno può accadere, a momenti alterni nella vita, di rispecchiare la propria esperienza più in una o più nell’altra di queste due canzoni.

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