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Piano Concerto - Forum pianoforte

Festival di Sanremo: perché ha vinto "il volo"


leoravera
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Ciao a tutti

 

alcune considerazioni sul mondo della musica e sulle ragioni che hanno portato alla vittoria de "Il volo" al Festival di Sanremo:

pare proprio che la musica non basti più, e che ci voglia sempre qualcosa d'altro per attirare l'attenzione degli spettatori.

Bambini prodigio finti tenorini, talent show, la musica è un contorno quasi insignificante. Quel che conta sono le presunte "emozioni", la possibilità di immedesimarsi, le storie di gente "normale" che sale alla ribalta e diventa famosa.

Quelli che normali non sono, ed infatti passano anni della propria vita a dedicarsi alla musica con dedizione e sacrificio, al grande pubblico non interessano più. Hanno storie troppo noiose.

 

Se vi fa piacere, ho scritto un'articolo sul mio blog su questo argomento.

 

http://www.leoravera.it/2015/02/15/sanremo-2015-la-musica-da-sola-non-basta/

 

Leo

 

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Vero, sono considerazioni che ormai un pò tutti quelli che sanno un minimo distinguere, fanno.

Il problema o parte di esso, come dici, è che queste persone vendono in specifici paesi (come mai?) e vengono fatti passare per rappresentanti dell'Italia (intera), quando in realtà ne rappresentano solo una parte, quella che ha avuto fin troppa voce, pubblicità ma ancor di più possibilità.

 

A me i "talent" hanno sinceramente rotto, basta che uno suoni (anche maldestramente, suono male quindi me ne intendo) velocemente delle scale, ed ecco che tutti si alzano in piedi, assistiamo (purtroppo) alla solita standing ovation, quasi un tributo alla (mancata, ma tanto manca poco al salto di qualità: pubblicitaria e remunerativa) carriera.

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Siete veramente una noia... il pop è così! Quando scriverete commenti sul successo mondiale di Madonna che non sa cantare?! State tutti cadendo dal pero per una cosa che va avanti da decenni, DECENNI. E non è mai morto nessuno...

 

E, no, non sono considerazioni che tutti quelli che ne sanno un minimo fanno. Io ne so un minimo e non sono d'accordo con queste considerazioni.

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Io la penso così: non ti piace il festival? Non lo guardare e non rompere le pa_le a chi vuol vederlo. Democrazia è fare quello che ti pare, proprio come vorresti fare tu.
Ogni anno la stessa storia. Meditiamo sulla questione!

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Io la penso così: non ti piace il festival? Non lo guardare e non rompere le pa_le a chi vuol vederlo. Democrazia è fare quello che ti pare, proprio come vorresti fare tu.

Ogni anno la stessa storia. Meditiamo sulla questione!

 

Diritto di critica e di opinione, che democrazia è se possono esprimersi solo quelli con giudizi positivi?

 

A parte la piccola nota, ad ogni modo sono d'accordo pienamente col fatto che la musica è sempre più in decadenza. Siamo passati dalla complessità della musica classica e dalla bellezza del romanticismo alla semplicità del minimalismo contemporaneo. Si, lo chiamo minimalismo, la "musica" attuale è composta solo di 4 note, non c'è più una ricerca approfondita, come mi spiegate che i grandi autori stavano anni a scrivere le grandi opere mentre ora ci stanno solo qualche mese (registrazione inclusa) a mettere su qualcosa?

 

E' vero, si può ascoltare ciò che si vuole, ed è anche giusto dato che si tratta di una cosa soggettiva, ma è altrettanto vero che non si può affermare che questa sia "grande musica" dato che non lo è, e questo è un giudizio oggettivo.

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La critica (positiva o negativa) al massimo si può porre agli artisti...chi fruisce, se permetti, non può essere sotto giudizio. Ho letto peste e corna...sapete com'è il festival, è sempre stato così, se c'è a chi piace...qual'è il problema? Ripeto, se non interessati, si può andare in alternativa in teatro a sentire qualche opera seria.

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ma è altrettanto vero che non si può affermare che questa sia "grande musica"

La musica pop non è grande musica? E' chi lo stabilisce? Ascoltati ad esempio un po' di Beatles...ma va bene anche Lady Gaga ;)

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Lowseling, non hai nessuna ragione per credere quello che hai scritto. E infatti, come al solito, nessuno di quelli che pensano che la musica pop sia musica "piccola" azzarda mai un'argomentazione seria. Tutto finisce in sentenze, in frasi buttate lì.

Ma la cosa che mi dà più noia, in questo caso, è l'idea che TUTTI quelli che ne capiscono di musica siano d'accordo con voi. Non è vero! Mettete in dubbio la vostra opinione, sforzatevi di conoscere prima di giudicare. 

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Siete veramente una noia... il pop è così! Quando scriverete commenti sul successo mondiale di Madonna che non sa cantare?! State tutti cadendo dal pero per una cosa che va avanti da decenni, DECENNI. E non è mai morto nessuno...

 

E, no, non sono considerazioni che tutti quelli che ne sanno un minimo fanno. Io ne so un minimo e non sono d'accordo con queste considerazioni.

 

Credo che il festival sia un fenomeno più di costume che non musicale, e proprio quello volevo commentare.

Sono rimasto stupito, ed in parte anche divertito, dal mix tra reality show/bambini prodigio/finto canto lirico "all'italiana"

 

Il prodotto è particolarmente schifoso, dal mio punto di vista, ma lo considero un prodotto televisivo, non musicale.

Madonna e la musica pop non c'entrano proprio niente, scusa Thallo non ho capito su cosa non sei d'accordo

 

 

Eh si, siamo veramente una noia.

 

Questo è risaputo e sacrosanto.

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Ciao a tutti

 

alcune considerazioni sul mondo della musica e sulle ragioni che hanno portato alla vittoria de "Il volo" al Festival di Sanremo:

pare proprio che la musica non basti più, e che ci voglia sempre qualcosa d'altro per attirare l'attenzione degli spettatori.

Bambini prodigio finti tenorini, talent show, la musica è un contorno quasi insignificante. Quel che conta sono le presunte "emozioni", la possibilità di immedesimarsi, le storie di gente "normale" che sale alla ribalta e diventa famosa.

Quelli che normali non sono, ed infatti passano anni della propria vita a dedicarsi alla musica con dedizione e sacrificio, al grande pubblico non interessano più. Hanno storie troppo noiose.

 

Se vi fa piacere, ho scritto un'articolo sul mio blog su questo argomento.

 

http://www.leoravera.it/2015/02/15/sanremo-2015-la-musica-da-sola-non-basta/

 

Leo

 

Ti rispondo quotandoti, così sembrerà che la mia aggressività sia motivata.

 

"Pare proprio che la musica non basti più": questo è il pop. La musica è solo un elemento della scena pop, dell'immagine di un artista pop, dell'appeal che il pop ha sul pubblico. E questa è una sentenza, nel senso che non vedo come si possa essere in disaccordo. 

 

"Presunte emozioni, immedesimarsi" etc... praticamente TUTTA la letteratura epistolare dei grandi compositori classici è fatta di narrazioni emotive di serate musicali. Si parla di fuoco, di fulmini, di cuori che si spezzano, di fantasie improvvise. Molto di rado si parla di tonicizzazioni e false riprese, si parla quasi sempre di emotività. E rapporti sociali, tipo "era presente tizio, era presente caio". Questa è la musica. La deprivazione emotiva della musica è un fenomeno storico ben preciso che prende piede nel '900, soprattutto nel secondo '900. Pensare che il pop possa essere privo di emotività, anche di presunta emotività, significa avere aspettative frustrate. 

 

"Quelli che normali non sono"... pensi veramente di essere l'unico ad aver dedicato la vita allo studio della musica? Qui c'è il tu, perché è una domanda diretta e un po' risentita, precisamente come la frase da cui deriva. Pensi che chi fa pop non dedichi la propria vita alla musica? Vorrei una risposta e un'argomentazione. Ovviamente puoi anche non rispondere e non argomentare, magari perché ti senti offeso. In quel caso sarebbe utile pensare che anche i musicisti pop hanno una dignità da offendere, sarebbe utile pensare che quando si vogliono fare discorsi sociologici sul mercato della musica, sui talent show, sulle boy band costruite a tavolino, esiste la possibilità di farli SERIAMENTE, senza frasi ad effetto, senza dividere il mondo dei musicisti in "normali" e "anormali". Il mondo, del pop, della classica, del jazz, del rock, è troppo complesso per essere trattato in questo modo.

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Mi viene sempre in mente che la pizza la fanno male anche Napoli.

 

Tutto per dire che in ogni genere si possono trovare composizioni più o meno meritevoli...il confronto dovrebbe essere fatto in modo omogeneo. Sono certo che confrontando un mio arrangiamento pop (ad esempio il medley "Danny Boy e il Valzer delle candele"), una melodia popolare rivista in chiave Jazz (che ne so, il classico jingle bells) e qualcosa di più impegnato (tipo la kleine fuge) probabilmente uscirebbe un po' confuso dall'argomento in quanto il rapporto sarebbe uno (il compositore) a molti (i generi in cui il compositore si esprime).

 

Spero e mi aspetto che ogni singolo brano sia comparato nel suo genere, mi piace sempre osservare come un artista si muove o si può muovere in diversi ambiti. Nel mio caso specifico voglio vedere quanti mi possono dire che il mio Medley è banale (tutto da dimostrare, eh!) solo perchè presumibilmente non saprei scrivere qualcosa di più impegnato...poi si studia un po' la mia kleine fuge e ne riparliamo.

 

Tutto per dire che si tratta di scelte: come sono certo che un brano artista può mostrare la sua cifra in qualsiasi ambito...sono anche certo che ci sono generi che possono accogliere più facilmente impostori, non musicisti. Per cui posso intuire un discorso soggiacente, ma non basta perchè i lavori di pregio si sentono (e si vedono) subito. E non dimentichiamoci che il mondo pop vive anche di clip, una canzone senza video probabilmente è una mezza canzone.

 

Non mi pronuncio sul festival di San Remo, ma di fatto è una forma di intrattenimento e non di sicuro un concorso della musica pop. Perchè questo? Perchè c'è una clientela che vuole questi prodotti e c’è chi deve rispondere con prodotti. Una classica legge di mercato…domanda/offerta.

 

Di fronte a questo meccanismo ci sono diverse possibilità, l’artista può decidere di scrivere la canzone più meritevole del mondo da inserire in quel contesto fatto di quelle belle cosucce  descritte nei post precedenti il mio. Ritengo che oggi ci siano mezzi a sufficienza per essere conosciuti in tutto il mondo, se uno pensa di avere la stoffa di emergere può tranquillamente farsi avanti. La fortuna è che non dobbiamo dipendere dal Festival di San Remo per essere apprezzati come cantautori, cantanti, etc. … abbiamo la base mondiale, appunto ascoltatori che ritenente meno ignoranti e in grado di capirvi di chi guarda RAI televisione italiana, sempre se si chiami ancora così.

 

O mi sbaglio? … e dove sbaglio?

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per me la musica piccola (non pop), o meglio: il compositore piccolo è quello che tra tutte le tecniche compositive che esistono è in grado di praticare solo l'alternanza strofa- ritornello.

Se poi questo coincide con l'80% del pop - grosso modo - beh . . . questo non è colpa mia :P

è abbastanza seria come argomentazione?

 

Thallo. . . Anch'io rispondo citando

«La musica è solo un elemento della scena pop, dell'immagine di un artista pop, dell'appeal che il pop ha sul pubblico».

Ok. Se questo è il pop, allora questa mi pare un' altra argomentazione seria.

Ovvero - osservando ciò che avviene sull'altra sponda - sarà anche vero che «TUTTA la letteratura epistolare dei grandi compositori classici è fatta di narrazioni emotive di serate musicali. Si parla di fuoco, di fulmini, di cuori che si spezzano, di fantasie improvvise. Molto di rado si parla di tonicizzazioni e false riprese, si parla quasi sempre di emotività»

 

Sì, ma poi, tutti quei cuori che si spezzano, si andavano a cristallizzare in un qualcosa - una sinfonia? - che era un tutto. Addirittura a sè stante rispetto alla biografia più o meno meschina del suo autore.

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@Thallo

> Molto di rado si parla di tonicizzazioni e false riprese, si parla quasi sempre di emotività..

 

 

 

A proposito di questo, dopo tanti anni sono giunto alla conclusione che solo una piccola fetta di ascoltatori (addetti ai lavori) fa questi ragionamenti...coloro che per deformazione professionale sono a contatto con materie ad orientamento compositivo. Se chiedi ad un pianista un parere sul tuo brano ti risponderà: mi piace, non mi piace, ti racconta eventuali relazioni all'aspetto emotivo e alla peggio ti dice "mi ricorda x" o "mi ricorda y" :)

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in realtà è una sentenza anche la tua. Non hai dimostrato o argomentato "perché" il compositore piccolo fa strofa e ritornello. Come al solito, è molto facile smentire questo discorso usando la musica antica o alcuni specifici generi: i ballatisti del '300 facevano solo strofa e ritornello, gli operisti del '700 hanno ben di rado messo in dubbio la struttura dell'aria col da capo, gran parte dei Lieder sono strofici. Più in generale, la musica DI GENERE ha delle forme stereotipate, e la canzone pop non è l'unica musica di genere della storia.

Tu, come leo e Piccinesco, vi state scagliando contro una scelta di campo non contro la mancanza di qualità. Se non iniziate a fare delle differenze pure voi, a interrogarvi su QUALI canzoni siano di qualità e quali no, allora rimarrà un discorso non serio, una serie di giudizi non argomentati. O, nella migliore delle ipotesi, una questione di gusti.

 

Quando poi parli di sinfonie come di un tutto, fai ancora il solito errore di molti iscritti a questo forum: la musica colta NON E' solo sinfonia. Non è la forma che rende "colta" una musica, è la sostanza. E questo vuol dire che anche una canzone può essere colta. Ancora di più, essere "colti" non significa essere "artistici", nel senso che una definizione di cosa è artistico e cosa non lo è è così complicata da pretendere un'apertura dei termini. Ovvero, non ha senso distinguere a priori tra musica colta e musica non colta. Ripeto (e ripeto, perché a volte ho l'impressione di fare sempre lo stesso discorso sul forum) che la musica pop, la musica folk, la musica rock hanno influenzato alcune delle più grandi rivoluzioni sociali, politiche e artistiche del '900. "The Rocky Horror Picture Show" non è una cristallizzazione in un tutto?! "Heroes" di David Bowie? "Wuthering heights" di Kate Bush? "Halleluja" di Jeff Buckley? Sono tutte "opere" in cui la musica non è l'unica cosa, l'unico elemento, ma non per questo sono opere meno artistiche.

Diavolo, io canto opera lirica, un genere mieloso in cui la musica è spesso brutta e insulsa...

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@Thallo

> Molto di rado si parla di tonicizzazioni e false riprese, si parla quasi sempre di emotività..

 

 

 

A proposito di questo, dopo tanti anni sono giunto alla conclusione che solo una piccola fetta di ascoltatori (addetti ai lavori) fa questi ragionamenti...coloro che per deformazione professionale sono a contatto con materie ad orientamento compositivo. Se chiedi ad un pianista un parere sul tuo brano ti risponderà: mi piace, non mi piace, ti racconta eventuali relazioni all'aspetto emotivo e alla peggio ti dice "mi ricorda x" o "mi ricorda y" :)

 

Lo scrissi poco tempo fa, su questo forum abbiamo una visione distorta del mondo della musica, soprattutto del mondo della musica classica.

La maggiorparte degli "operatori musicali" sono strumentisti che molto di rado comprendono le "strutture" della musica. E suonano sempre le stesse cose in giro, perché il mercato chiede quelle... io non faccio altro che cantare Barbieri di Siviglia e sono convinto che il valore culturale di un CD degli Area sia molto superiore a quello di un'opera trita e ritrita

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@ Thallo

 

il compostore che fa strofa-rit.-strofa... perchè fa solo quello?... forse perchè sa fare solo quello.

 

i ballatisti, gli operisti del '700... ma certo: c'è n'è di musica piccola (più o meno piccola) nei secoli. :P

 

La sinfonia era solo un esempio. Lo so anch'io che non basta dire «adesso scrivo una sinfonia» per fare qualcosa di bello.

Lungi da me il parlare di sinfonie «come un tutto» (ho ben presente molte sinfonie di Mozart!)

 

«Non è la forma che rende "colta" una musica, è la sostanza. E questo vuol dire che anche una canzone può essere colta. Ancora di più, essere "colti" non significa essere "artistici", nel senso che una definizione di cosa è artistico e cosa non lo è è così complicata da pretendere un'apertura dei termini. Ovvero, non ha senso distinguere a priori tra musica colta e musica non colta».

 

Su questo sono d'accordo al 100%... forse non l'ho dato ad intendere.

 

P.S. bello l'altro post che hai aperto... non mancherò :-)

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Ti rispondo quotandoti, così sembrerà che la mia aggressività sia motivata.

"Quelli che normali non sono"... pensi veramente di essere l'unico ad aver dedicato la vita allo studio della musica? Qui c'è il tu, perché è una domanda diretta e un po' risentita, precisamente come la frase da cui deriva. Pensi che chi fa pop non dedichi la propria vita alla musica? Vorrei una risposta e un'argomentazione. Ovviamente puoi anche non rispondere e non argomentare, magari perché ti senti offeso.

 

Ciao thallo, non sono affatto offeso, ci mancherebbe. Credo anzi di essermi spiegato male: non intendevo dividere in musicisti meritevoli (quelli che hanno studiato) e non meritevoli (quelli che non lo hanno fatto).

 

Intendevo sottolineare che le storie "classiche" di un cantante, quello che parte da zero e poi arriva ad emergere, per spiegarmi meglio penso al "ragazzo della via Gluck", il ragazzo di provincia che ha il sogno di essere un artista ed arriva a coronarlo, queste storie sono del tutto passate di moda. Queste sono le storie "normali" cui alludevo.

 

I reality elevano al successo persone che non si aspettavano affatto di diventare pop star; la TV dei reality e di sanremo  celebra se stessa, onnipotente macchina che prende qualcuno a caso e lo trasforma in divo della TV. Per far vivere allo spettatore l'illusione che possa capitare a chiunque.

 

Tra le due storie, e le emozioni che suscitano, preferisco quella del ragazzo della via Gluck, che almeno era un sognatore coraggioso, un avventuriero, rispetto a quella del figlio del mio vicino di casa che va a fare il provino di un reality e vince alla lotteria un (breve) periodo di celebrità.

 

...sarebbe utile pensare che anche i musicisti pop hanno una dignità da offendere, sarebbe utile pensare che quando si vogliono fare discorsi sociologici sul mercato della musica, sui talent show, sulle boy band costruite a tavolino, esiste la possibilità di farli SERIAMENTE, senza frasi ad effetto, senza dividere il mondo dei musicisti in "normali" e "anormali". Il mondo, del pop, della classica, del jazz, del rock, è troppo complesso per essere trattato in questo modo.

 

Il mio punto di vista voleva essere proprio a difesa degli artisti "pop", musica che apprezzo molto e che rispetto profondamente, anche quella creata da artisti naif, che non hanno necessariamente studiato per anni.

Non ambivo a fare discorsi sociologici, quanto a scrivere a caldo alcune opinioni, per il piacere della conversazione. Sperando di non avere io offeso te, non avendone ovviamente l'intenzione.

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Una volta ho visto un video prodotto con un compositore se ricordo bene, ma ora mi sfugge il nome (probabilmente ho l'Alzheimer altrimenti "non si spiega" il fatto che dimentico quasi ogni cosa dopo pochi secondi), ah ecco, Roman Vlad.

In pratica iniziava definendo la musica che solitamente discutiamo e discutete qui sul forum, usando un termine che ancora oggi mi trova d'accordo, la definì "musica esatta", perché a differenze di quella pop (per rimanere in tema), che spesso viene riproposta con interpretazioni che in parte esulano dal riproporla esattamente come l'originale: uso di altri strumenti rispetto a quelli usati per "la prima"; trasposizione, agogica; mentre leggendo la partitura di una composizione "classica", anche se non sempre, sono presenti delle indicazioni circa l'agogica, indicazioni ben precise, quindi la lettura della stessa non è lasciata al libero arbitrio di chi poi la eseguirà.

Da questo punto di vista, seppur (come ho precisato) non sia sempre così, condivido questo modo di definire "quella" musica che, preciso (così mi allaccio al vostro discorso), non è per me l'unica meritevole al mondo, per me "Uomini soli" dei Pooh è un capolavoro (ma anche e soprattutto per il messaggio, per il significato che percepisco dal testo, oltre alla musica), eppure non amo ascoltare questo gruppo; Bach (padre) rimane la mia croce (nel bene), sarà anche per il "trauma" avuto ascoltando al primo e penultimo "concerto" della mia vita, la passione secondo Giovanni; Jean Michel Jarre è "stato" un grande, però la mia stima cala "se vengo a sapere" che una o più sequenze che lo contraddistinguono le ha ottenute grazie al Matrisequencer (sono un pò pignolo su questo); "A salty dog" dei Procol Harum lo considero un

capolavoro nella sua "semplicità".

Non ho ancora argomentato a dovere e non so se proverò (almeno) a farlo, ma non vorrei che passasse un messaggio contorto rispetto a quello per cui è nato questo post: in ogni genere logicamente esiste il bello, il brutto, il capolavoro, sempre soggettivamente parlando.

Però non evito di ammettere di non riuscire proprio a concepire come (a meno che uno non si immedesimi totalmente nel vissuto di un'altra persona, quindi provi a mettersi nei suoi panni senza pregiudizio, che è uno dei modi per comprendere, esattamente come avverrebbe al contrario nei nostri confronti) si possa ritenere un capolavoro un remix (si è capito come la penso) di un pezzo di musica pop come ad esempio Frozen di Madonna, ne ho ascoltati 4 di remix e sono (a mio parere) superflui, uccidono l'agigica, le sfumature, che anche (non l'ho mai negato e non cambia se il genere è diverso, anzi, però dipende dal pezzo) in questo genere sono necessarie. Non penso che se fosse avvenuto cronologicamente il contrario avrei cambiato parere. Intendendo l'hip hop ad esempio, tranne pochi, rarissimi esempi di cui spesso non sono neanche a conoscenza, sarà anche "tradizione", ma sentire la solita ritmica di cassa e rullante mi fa accasciare a terra; riguardo il remix inteso nel suo senso più ampio, che di ampio ha (purtroppo) la propria diffusione e opera di distruzione di massa, ritengo che con quest'ultimo quasi tutti i pezzi "trattati" vengono ridotti a blocchi monotematici senza anima, tolgono all'originale la sua essenza, la sua forza, ma non perché sono il nostalgico dell'originale, quanto per la riduzione di quest'ultimo ad una sequela di cliché che non permettono ai pezzi sottoposti a questa pratica, di distinguersi come invece avviene tra gli originali.

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penso che la domanda non abbia risposta se non : è così da quando è nato il pop.

Noi addetti ai lavori forse possiamo anche accontentarci della sola musica, dato che la percepiamo da "dentro", ma il grande pubblico che non può fare così, per il semplice motivo che non tutti possono essere esperti di musica, ha bisogno di altri stimoli.

Negli anni '70 bastava l'artista sul palco che cantando in playback dava spettacolo, poi sono arrivati i video e oggi non si può pensare ad una canzone senza video.

Il pop necessita dello spettacolo, che spesso prende il sopravvento e la musica passa in secondo piano ... questo è lo spettacolo che viene proposto oggi, perchè è quello che la gente vuole.

Se il volo ha vinto, a parte la canzone caruccia, ha vinto perchè ha riportato in auge qualcosa sparito con Pavarotti, Domingo e Carreras e continuato, male, da Bocelli, che tutt'ora sta vivendo di rendita nonostante sia un pessimo cantante nè carne nè pesce.

 

in merito alle canzoni e ai compositori ci sarebbe da aprire un post a parte, ma un accenno lo posso fare ...

 

Perchè gli stessi cantanti hanno cantato decisamente meglio nella serata delle COVER ?

La prima impresisone è che le canzoni vengano scritte non sapendo chi poi le canta. Certo il pubblico non sa queste cose e se una melodia è troppo bassa per la voce che la canta, nessuno dice "ma guarda quello che ha scritto sta roba, non ha capito che il cantante non ce la fa così in basso ?"

Tuti dicono : "guarda quel cantante che non ci piglia".

 

magari le canzoni in questione erano scritte da chi forse le sapeva scrivere ?

magari chi scriveva le canzoni aveva l'accortezza di scrivere per la voce che poi avrebbe cantato potendo così sfruttarne le caratteristiche migliori ?

magari la distinzione tra i due temi del brano era più consistente e non montava la noia come con quelli nuovi dove il secondo spesso è un imitazione del primo ?

e che dire dei pessimi arrangiamenti degni nemmeno di un primo anno di composizione, che abbiamo sentito nelle nuove canzoni ?

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Io penso che Il Volo abbia vinto perché è fatto da ragazzini, perché la tecnica "lirica" ispira ancora un sacro timore referenziale e perché la canzone era scritta in modo perfetto per vincere Sanremo.

Ma mi rimangono ancora molti dubbi in merito. Nel senso che Il Volo non è l'unica realtà del pop-opera in Italia e neppure a Sanremo. Di cantanti cross-over ce ne sono stati un po', prima e dopo Bocelli, ed escludendo Bocelli, gli altri non hanno fatto sto gran successo: ricordo Irene Fargo, Alessandro Safina, Filippa Giordano, Piero Mazzocchetti... perfino i Jalisse erano un po' crossover e la grande Giuni Russo ha partecipato a Sanremo per l'ultima volta con un pezzo MERAVIGLIOSO che è un esempio di come l'operatic-pop possa essere perfino qualcosa di bello e moderno (grazie all'arrangiamento di Battiato)

 

 

è anche per questo che dico che non bisogna generalizzare e banalizzare. Il Volo è un fenomeno complesso che andrebbe contestualizzato: sono rassicuranti, giovani, erano le star di un programma televisivo tra i più seguiti degli ultimi anni (Ti lascio una canzone...). Purtroppo non hanno nulla a che vedere con Pavarotti e company, e neppure con Bocelli, che pur essendo un cantante lirico mediocre rimane un grande professionista in senso assoluto.

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