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Piano Concerto - Forum pianoforte

Domenica 7 dicembre la Scala apre con Fidelio


danielescarpetti
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Domenica, 7 dicembre alle 18, la Scala aprirà la sua nuova stagione lirica con il Fidelio di Beethoven. Sarà l'ultima volta con Barenboin sul podio come direttore principale e, è molto significativo il fatto che il pianista-direttore, da sempre molto impegnato anche socialmente, chiduda questa sua avventura con quest'opera che ha dei significati morali e sociali molto evidenti.

Non voglio qui a stare rimarcare cose di cui ho già ampiamente detto in merito e sperando che tutti Voi, seguiate l'evento in tv - su Rai 5- o su Radio tre, voglio riportare qui una cosa molto spiritosa che ho letto da qualche parte nel web:

Beethoven, che non si sposò mai, fece un'opera sull'amore coniugale innegiandolo, Mozart che invece si sposò, compose Così fan tutte! :lolu:

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L'ho letto e, ancora una volta, non posso che constatare che Beethoven rimane quel Genio assoluto che da destra a sinistra - intesa proprio come politica - viene tirata continuamente la giacca.

Non c'è da meravigliarsi: libertà, giustizia, pace, ecc.. sono valori con cui tutti - almeno a parole - piace rempirsi la bocca e gli scritti.

Isotta, a differenza di Buscaroli è nel solco del credo cristiano e per questo, gli piace pensare che dietro a Beethoven ci sia Cristo. La differenza sta qui, ma per il resto, così come non mi convince Buscaroli, non mi convince Isotta.

Mi piace pensare però che alla fin fine, Beethoven sia il Genio per tutti,:  lo è anche, molto più modestamente per me!

Spero solo una cosa: che venga veramente un mondo dove regnino: giustizia, libertà, pace, ugualianza... ma per tutti. Veramente  per tutti!

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Grande successo alla Scala e grande successo del mio sito.

Secondo le statistiche di Google oggi 3.529 persone hanno scaricato il libretto del Fidelio dal mio sito!

Sono senza parole.

Comunque l'esecuzione mi è piaciuta molto.

L'unica che mi ha fatto tenerezza è stata Marzelline (molto brava) che alla fine stava per mettersi a piangere per come era finita la sua storia.

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L'unica che mi ha fatto tenerezza è stata Marzelline (molto brava) che alla fine stava per mettersi a piangere per come era finita la sua storia.

 

è vero!... ho sentito la stessa cosa.

E penso che la scelta della regia - tenerla in disparte da quella che è l'esultanza finale (e non nascosta, ma davanti, ben in evidenza nella sua solitudine) - abbia voluto intenzionalmente suscitare questa tenerezza nello spettatore.

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Bestrafet sei der Bösewicht,

der Unschuld unterdrückt;

Gerechtigkeit hält zum Gericht

der Rache Schwert gezückt......

 

Poi....

 

Un bel colpo di pistola fuori scena!

E mio figlio (testuale)

AHAHAHAH Belin (!) e questi sarebbero i bravi?

Signori miei! altro che giustizia moderna, altro che processi che durano 11 anni ed alla faccia del processo breve.

Così si fa: un bel colpo di pistola, magari alla nuca: Gheddafi, Bin Laden, Pizzarro, tutti cattivoni da eliminare alla Tex Willer, con una buona dose di "piombo caldo" e via spalare il carbone nelle miniere di Messer Satanasso, alla faccia del milanessissimo Cesare Beccaria che diceva

 

"Non è il terribile ma passeggiero spettacolo della morte di uno scellerato, ma il lungo e stentato esempio di un uomo privo di libertà, che, divenuto bestia di servigio, ricompensa colle sue fatiche quella società che ha offesa, che è il freno più forte contro i delitti".

 

Comunque complimenti alla regia: da spettacolo mediocre (sapendo di esserlo) a Fidelio indimenticabile!!!

 

E ripensando alla mostra dei fumetti di Gennaio: Bang!!! Zip!!!! Zing!!!! (forse però Pizzarro - Mefisto si è salvato ed avrà pensato "due dita più in basso ed ero spacciato"!

 

Bonellianamente vostro

 

Armando---------------------

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Che dire Armando, tuo figlio ha ragione e, ad estrema consolazione, mi fa piacere che a dirlo sia stato proprio lui: un giovane e questo, fa, se non altro sperare, questo vecchio babbione che non vuole rassegnarsi all'imbarbarimento del genere umano, nonostante tutto.

Quando ho sentito quel colpo di pistola mi è veramente cascato il mondo addosso. fino a quel momento il tutto mi era anche piaciuto, a parte certi particolari di secondo ordine. Ma quando ho sentito quel colpo di pistola ... mi si è raggelato il sangue. Tanto è vero che mi sono chiuso in un riservato silenzio da cui solo ora riesco ad uscire e per merito di tuo figlio.

 

Mi dispiace tanto. Ma veramente tanto. ancora una volta una buona occasione è miseramente naufragata!

 

Comunque sia W Beethoven, ce n'è ancora molto bisogno di lui, e ce ne sarà bisogno almeno fin quando non saremo un po' migliori.

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Dai vostri commenti deduco che quel colpo di pistola non è scritto in partitura!... Mi pare chiaro.

 

Ma in altri Fidelio (chiedo a voi che ne avete visti tanti) gli altri Pizzarro che "fine" fanno?

 

Mi par di ricordare che anni fa, nel forum moderato da Armando, alcuni discutevano su un Fidelio in cui, alla fine, Florestan diveniva egli stesso tiranno.

 

Già solo a considerare queste due cose mi vien da pensare:

Pero!... Quanto margine d’interpretazione! Altro che metronomi originali o trilli che iniziano dalla nota reale o da quella superiore!... :mellow:

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Sia punito il malvagio
che opprime l'innocenza.
La rettitudine, per far giustizia,
tiene sguainata la spada vendicatrice

 

Così grida il popolo

 

Pizzarro viene trascinato via

 

E così si conclude il libretto relativamente alla figura del tiranno.

 

Mi si potrà dire che ai tempi di Beethoven, probabilmente sarebbe stato condannato a morte in seguito ma, il libretto non si preoccupa di dirci cosa poi gli accade e, dunque, perché condannarlo a morte oggi?

In un'epoca in cui il Fidelio assurge a simbolo di volontà di giustizia e libertà, in cui lo si attualizza sempre ai nostri tempi, perchè scegliere questo meschino atto che tutto è, fuori che giustizia?

La risposta la sa solo la regista inglese, ovviamente,ma qualsiasi essa sia è comunque esecrabile.

Oggi come oggi, un regista può usare ed osare qualsiasi libero arbitrio su un'opera lirica da un punto di vista scenico e formale, Questo fa sì che ci siano regie geniali ed altre esecrabili. E' opportuno che questo accada, sia ben chiaro: non avrebbe senso riproporre gli stessi cannovacci, alla stessa maniera. Ma il rischio è forte. E' il bello e anche il brutto del teatro!

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Non è senza un sottil sadismo che mi pregio di linkarvi tanta prosa.

Ubertoso terreno d'incrollabili certezze.

Ove di parla di momunentali libri ecc. ecc. ecc.

 

http://www.corriere.it/cultura/14_dicembre_02/fidelio-eroe-liberta-893821aa-7a26-11e4-81be-7152760d3cf5.shtml

Caro Luca, confesso che ho pensato e ripensato a quanto scritto da Paolo Isotta.

Già durante la settimana mi si erano accese alcune lampadine e oggi, finalmente ho avuto il tempo di rianalizzare il libretto nel suo secondo atto, alla luce di quanto affermato da Isotta e devo concluderne che ha probabilmente ragione e se così è, si apre per me una visione del Fidelio che sconvolge tante cose in me sedimentate.

Mi è sembrato infatti molto evidente il richiamo al Vangelo e all’ultima cena di Gesù con i suoi apostoli, quando Leonore e Rocco danno a Florestan, ormai privo di forze, il pane e il vino.

Fernando, il ministro di stato che viene per ispezionare le prigioni, canta:

 

Il cenno e la volontà dell’ottimo sovrano

Mi portano qui da voi, o miseri,

perché io disveli la delittuosa notte,

che nera e greve tutti vi cinge.

Non più in ginocchio come schiavi,

lungi da me la severità del tiranno.

Il fratello cerca i suoi fratelli,

e se può soccorrere, volentieri soccorre.

 

L’ottimo sovrano, a cui fa cenno Fernando, è Dio e non un re illuminato come afferma Isotta. Ma direi di più: Fernando può essere Giovanni Battista che, nel Vangelo di Giovanni viene scambiato per il Salvatore e risponde. «Io non sono il Cristo, ma sono mandato davanti a lui. Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo che è presente e l’ascolta si rallegra alla voce dello sposo; questa allegrezza che è la mia, è perciò completa.» Questo testo venne collegato al Cantico dei cantici e l’opera Fidelio si conclude col canto del popolo:

 

Mai sarà abbastanza lodata

La donna che salva lo sposo.

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Che dire Armando, tuo figlio ha ragione e, ad estrema consolazione, mi fa piacere che a dirlo sia stato proprio lui: un giovane e questo, fa, se non altro sperare, questo vecchio babbione che non vuole rassegnarsi all'imbarbarimento del genere umano, nonostante tutto.

Quando ho sentito quel colpo di pistola mi è veramente cascato il mondo addosso. fino a quel momento il tutto mi era anche piaciuto, a parte certi particolari di secondo ordine. Ma quando ho sentito quel colpo di pistola ... mi si è raggelato il sangue. Tanto è vero che mi sono chiuso in un riservato silenzio da cui solo ora riesco ad uscire e per merito di tuo figlio.

 

Mi dispiace tanto. Ma veramente tanto. ancora una volta una buona occasione è miseramente naufragata!

 

Comunque sia W Beethoven, ce n'è ancora molto bisogno di lui, e ce ne sarà bisogno almeno fin quando non saremo un po' migliori.

 

Non ho visto questo Fidelio, ahimé, per i mille impegni soliti... ma da come ne ha scritto Armando avevo creduto che quel colpo di pistola fosse una bella idea registica. Tu Daniele sembri non essere d'accordo, o sbaglio? 

Cioè, ammettiamo che Beethoven non sarebbe stato d'accordo. In realtà è molto probabile che in una storia "vera" Pizarro sarebbe comunque stato oggetto di vendetta atroce, come Mussolini. Il teatro penso sia il luogo giusto per mettere in luce quello che in un'opera come Fidelio non viene messo in luce. 

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No, non sbagli, io trovo che quella scelta sia sbagliata. Il punto non è se Beethoven sarebbe stato o non sarebbe stato d'accordo:  Beethoven era comunque un uomo del suo tempo. Il punto è che le regie sul Fidelio tendono ad attualizzarlo per mettere in luce i problemi di ingiustizia che, a tutt'oggi rimangono.  Se oggi vogliamo parlare di giustizia non possiamo continuare a pensare che giusta sia la pena di morte. Mussolini, e ancor più recentemente Sadam Hussein, Gheddafi,... sono orrori che non dobbiamo più accetttare

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caro Daniele,

 

dà da pensare il tuo post su un Fidelio 'cristologico' (sbaglio a dire così?).

 

Anche questa regia

https://www.youtube.com/watch?v=ro_q0KvPEQM

 

d'altra parte, spinge fortemente la musica in chiave di preghiera quando Leonore libera Florestan;

con quella melodia che Beethoven utilizzo già per Da stiegen die Menschen an's licht

 

per il resto, sul post di Thallo e sul tuo ultimo, scrivo "sottovoce" (nel senso che non io aggiungo nulla) per dire che sento VERI  entrambe le vostre affermezioni.

Cosa vogliamo chiedere a Fidelio? O meglio: cosa vogliamo chiedere a una regia del Fidelio? Di essere lo specchio di un ideale di giustizia, o di essere specchio di una verosimile sete di vendetta?... io proprio non saprei.

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secondo me è una questione di meccanismo teatrale. Cioè, dalla risposta di Daniele mi pare di capire che il colpo di pistola sembrerebbe essere la dimostrazione che il regista è "d'accordo" con quel finale. L'effetto di quello stratagemma, in realtà, è stato opposto: tu e Armando e immagino altri vi siete fermati a riflettere su un punto oscuro dell'opera e avete provato ribrezzo per quell'atto. Senza quel colpo di pistola, non ci sarebbe stata riflessione ma incosciente accettazione. Andando ancora di più nel profondo, senza sapere "come" è morto il tiranno nessuno di noi proverebbe ribrezzo per la sua morte, immagino faccia parte di un normale principio empatico. 

Poi, ecco, io penso che i registi debbano attualizzare l'opera, perché l'opera ha dei linguaggi che non tutti comprendono, e piuttosto che arroccarsi nell'idea che "se non lo capisci da solo allora non ne sei degno", preferisco che ci sia una spiegazione di qualche tipo, un punto d'accesso diverso.

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Ad entrambi dico sì!

A Luca dico sì su un Fidelio "cristologico". Quando scrissi tanto tempo fa sul Fidelio, dissi che il Cristo dell'oratorio "Cristo sul monte degli ulivi", composto da Beethoven subito prima di immergersi nell'avventura di Leonora-Fidelio, sembrava un Florestan più che un Cristo ma oggi, forse dovrei scrivere il contrario alla luce di questi nuovi scenari che mi si aprono: è il Flolrestan del Fidelio ad essere un Cristo. Tutto ciò conferma quello che ci siamo detti tante volte: in Beethoven tutto si confonde, sacro e profano compreso, al punto che non sai mai dove inizi e finisca l'uno e l'altro

A Claudio dico sì sul fatto che non c'è alcun dubbio che la regia debba attualizzare l'opera. La mia contrarietà a quello sparo non vuole essere assolutamente un voler mettere in discussione questo. In realtà, poi, per quanto riguarda il Fidelio scaligero, dal mio punto di vista, fino a quel colpo di pistola, tutto era sembrato perfetto e lo sarebbe stato anche dopo.

Anche la direzione di Barenboim e la sua chiave di lettura della musica beethoveniana è stata molto emozionante per me. Ho letto recensioni che ritengono che non abbia saputo - o voluto direi io - mettere in risalto il debito mozartiano del primo atto e abbia guardato solo al Romanticismo che bussava alle porte. Io penso che vada bene così!

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danielescarpetti on 16 Dec - 13:34 p.m. said:

«in Beethoven tutto si confonde, sacro e profano compreso, al punto che non sai mai dove inizi e finisca l'uno e l'altro»

 

 

come nella vita... del resto.

 

A proposito! Oggi sarebbero 244 anni :turkey:

ci vorrebbe una faccina :angry: ... disegnata da Karl Stieler!

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