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Piano Concerto - Forum pianoforte

Recensione del concerto di Lang Lang a Roma - Diciamola tutta


thesimon
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Questa mia recensione, la recensione di un piccolo pianista di fronte allo spessore mediatico e tecnico di un pianista riconosciuto grande dal mondo, potrà sembrare altezzosa e scatenerà forse le polemiche di molti, ma personalmente, se fossi stato lì ad ascoltare, mentre il pubblico dell'auditorium della musica di Roma ha tentato addirittura una standing ovation per il pianista cinese al termine del concerto, io sarei quasi stato nel dubbio di applaudire o meno. Non ne faccio una questione per ciò che riguarda le doti tecniche pianistiche di Lang Lang che sono di indubbio valore, quanto per quello che riguarda il rispetto più puro e nobile che ho nei riguardi della musica classica e dei suoi autori e, a questo proposito, ci sono alcune cose che qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di dire... Mi prenderò io questa bega considerando tutti i possibili rischi e le polemiche che scatenerà questa mia recensione.

 

In programma tre sonate di Mozart:

 

Prima parte

 

- Sonata K. 283

- Sonata K. 282

- Sonata K. 310

 

Seconda parte

 

- L'integrale delle 4 ballate di Chopin

 

Per quanto riguarda le sonate di Mozart mi sento di dire di non aver ascoltato Mozart. Mi riferisco soprattutto alla sonata K. 310 nella quale non è emerso il suo carattere drammatico tipico della tonalità minore che Mozart utilizza solamente in due sonate. (la K. 310 e la K. 457 preceduta dalla fantasia). Un primo tempo errato nelle dinamiche esasperate e nel fraseggio. Un andante troppo melenso, a tratti Chopinizzato, ed un terzo tempo in forma rondò eccessivamente veloce, che fa perdere il senso della melodia conferendo all'ascolto un'interpretazione strappata e poco meditativa più all'insegna dello spettacolo che alle intenzioni di Mozart. Quando ascolto Mozart lo faccio sempre con le orecchie rivolte verso le sinfonie ed i concerti per pianoforte orchestra. Un lang lang senza briglie dell'orchestra che esaspera troppo in tutto...

 

Arrivando a Chopin... Una prima ballata che nei suoi punti più salienti e pieni di pathos assomiglia più che altro ad una colonna sonora dei film muti di Charlie Chaplin; velocità esasperate sempre e solo per dare spettacolo. In alcuni punti ho avuto l'immagine di un carillon che suona con la molla troppo carica. Una quarta ballata eccessivamente smielata nell'esposizione, troppe libertà sul fraseggio, cambi continui di tempo, la prima variazione del tema eseguita come se fosse una marcetta, il finale ad una velocità forsennata. Uno Chopin orribile !! Le peggiori ballate che io abbia mai ascoltato...

 

Come bis un Valzer brillante eccessivamente brillante, specchio dei commenti precedenti. Un ter che vede la marcia "alla turca" di Mozart eseguita come se fosse uno studio di Czerny ed evito di esprimermi oltre...

 

 

In sostanza...

Un concerto che non mi è affatto piaciuto ! Ha rivelato perfettamente tutto quello che pensavo su di lui ascoltandolo qui e lì su youtube. Tecnicamente un mostro, nulla da dire. Interpretativamente credo che abbia ancora veramente molto da imparare. Dovrebbe smetterla di destreggiarsi con le sue indubbie doti tecniche e avere un po’ di umiltà per capire che la musica non è tecnica e questa può essere appresa solo rinunciando al virtuosismo e allo spettacolo. Nei concerti per pianoforte e orchestra ne esce illeso perché cammina sui binari che sono imposti dall'orchestra. Alla fine della fiera, ascoltando questo concerto ho ascoltato un fenomeno da un punto di vista tecnico ma immaturo dal punto di vista più puramente musicale, che sacrifica la musica in favore del virtuosismo e dello spettacolo quando al contrario il grande pianista è colui che sacrifica tecnica e virtuosismo in favore della musica !

 

 

Qui il link per guardare il suo concerto di Roma: 

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-11-24&ch=31&v=444372&vd=2014-11-24&vc=31#day=2014-11-24&ch=31&v=444372&vd=2014-11-24&vc=31

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Grazie Simone perché tu sei un pianista e confermi quello che io, da non pianista, ho pensato mentre l'ascoltavo e lo guardavo alla TV.

In definitiva penso che come ha detto Maurizio Pollini - e come ha ricordato Sandro Capelletto fra un tempo e l'altro del concerto - ci possono essere due maniere per interpretare pianisticamente la musica: la prima serve a far dire come è bella questa musica, la seconda come è bravo questo pianista. Lang Lang fa parte di questa seconda categoria di pianisti.

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Illuminante questo masterclass di Rubinstein, ormai anziano, non ci vede più ma continua a regalare forti emozioni. Lang Lang nel suo concerto fa esattamente il contrario di quello che Rubinstein cerca di comunicare in questo masterclass. Osservatelo tutto, è molto coinvolgente. In questo video sono nascoste le convinzioni che ho espresso nella mia recensione.

 

 

Parte 1

 

 

Parte 2

 

Ascoltate nella seconda parte da 7:13 il grande maestro... Il succo è tutto qui ! Questo fa la differenza tra l'interprete classico e il teatrante. 

 

@Daniele 

Grazie per il tuo intervento. Mi fa piacere che non sia l'unico a pensare queste cose, nella mia solitudine mi fa sentire meno solo...

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Ero in sala. In quinta fila di platea. ....Molte cose non si sino sentite. Già ho condiviso in privato con Simone le sue e le mie impressioni. Certo ci troviamo di fronte ad un grande virtuoso della tastiera e di fronte ad un grande Architetto . Che cosa fare? Qualcuno che era con me mi ha contestato come "bastian-contrario"...sai...."la volpe e l'uva"...e via dicendo. ....Non è certo il pretesto per parlar male di una persona che sta attraversando un grande successo e ha venduto qualche milione di dischi....

 

Il fatto è che abbiamo tutti, piccoli e grandiil dovere di rispettare l'intenzione e la precisa idea dell'Autore. Questo anche sapendo rinunciare a sfoggio di bravura. Secondo me, già nel periodo di studio, l'Insegnante deve infondere nell'allievo il senso della rinuncia agli inutili virtuosismi. Se c'è scritto presto ...non è prestissimo. Se c'è scritto allegretto, non è presto e via dicendo. Mi riservo di risentire attraverso incisione il concerto, ma da quello che ho potuto ascoltare in sala, questo rispetto non c'era affatto. Voglio anche sottolineare che , per mia convinzione, addirittura andrebbe interpretato l'andamento nel contesto dell'epoca. Si pensi a quale riferimento del "presto" si poteva pensare ai tempi di Mozart: magari alla velocità di una carrozza. Oggi ci potremmo riferire al decollo di un aereo. Da cui: il presto dei tempi di Mozart dovrebbe risultare più moderato di un presto degli anni 2000!

A parte ciò, ,,,chi dice che Mozart non fosse espressivo? Tutt'altro ! Ma...espressivo nel suo stile...non come quello dei romantici, ...come abbiamo ascoltato nel secondo tempo della K 310! 

In Chopin, a quanto si stenti a credere, l'espressività "a piacere" è del tutto fuori stile. Ciò è stato travisato nel periodo Liberty dove molti pianisti interpretavano Chopin lasciandosi andare a zuccherose sdolcinature. Sappiamo come Rubinstein e Pollini abbiano rimesso a posto le cose, fornendo una lettura chopiniana aderente alla sua "vena classicheggiante" di cui parla Cortot nel suo libro "Alcuni aspetti di Chopin". 

Nel caso del giovane, famoso, virtuoso cinese, siamo tornati indietro. Anche un po' "malamente". Il "rubato", unico nello stile dell'Autore non è stato presente nel modo giusto nelle Ballate e ha travalicato nel ridicolo nel bis del valzer op.18. Che dire poi della "turca"? Sappiamo come Mozart fosse provocatore e cospiratore dei "bei modi" della sua Epoca e come sapesse prendere in giro la sua Società nascondendo la brace sotto la cenere. A quel tempo i benestanti Austriaci facevano a gara per acquistare quei pianini che venivano dalla Turchia e che erano completi di percussioni, piattini ed effetti divertenti. Lui ha nascosto questa ironica presa in giro di questi strumenti in un "allegretto" che contiene improvvisi abbellimenti rutilanti, ad imitazione di quelle ingegnose e ridicole diavolerie. Un "Allegretto"!! Geniale!! Perché trasformarlo in un" presto con bravura"?

Utilis ubi utar. E' utile dove serve. E allora benevengano gli studi di Listz o quelli difficilissimi e velocissimi di Alkan, dei quali il giovane pianista farebbe un capolavoro. Sono quindi d'accordo con Simone

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Non metto in dubbio la sua tecnica, ma riguardo la maturità musicale vi propongo questo video:

 

 

Ovviamente tutti commettono sbagli ma ogni volta che ascolto un'esecuzione di Lang Lang la prendo con le pinze perchè mi ha veramente stupefatto come ha trattato questo studio in una performance live tra l'altro, senza un minimo di preparazione "spirituale" all'esecuzione.. molla il microfono e parte come un treno (giocando?)

manco fosse in casa sua... da solo...

 

PS: Questo video sostiene la tesi di Simone, imho

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Quanti spunti di riflessione dal post di Paolo!...

 

saper rinunciare a sfoggio di bravura. Rinunciare agli inutili virtuosismi. Abituarsi a ciò già nel periodo di studio.

 

Ora io dico: è tipico dei ragazzi (ragazzini) farti vedere quanto so' fforti. E glie lo concedi volentieri. «So' ragazzi!» Si dice bonariamente in questi casi.

Ma Lang non è più un ragazzo: è un po' che è in giro. Certe cose non dovremmo sentirle da uno del suo livello tecnico.

 

Anche l'espressività "a piacere" è una cosa che non ti aspetteresti da un professionista.

La puoi perdonare a un dilettante. Faccio un esempio su me stesso. Ero, e sono tutt'ora, un dilettante di livello tecnicamente medio-basso. Quando vent'anni fa suonavo la sonata op 49 n 2 di Beethoven, nel primo movimento, sotto sotto, non vedevo l'ora che arrivassero quelle poche battute di sviluppo (in re minore!)... ci davo dentro come fossi nei punti più densi dell'Appassionata :angry::rolleyes::D ... Ma quello era proprio un caso di 'volpe e uva': io avevo nelle orecchie il Beethoven delle grandi sonate, non potendole però praticare, appena avevo sotto le dita qualcosa di un po' più... velato. Ci davo dentro a sproposito!!! (ora non le faccio più queste cose :P ).

 

insomma... i masterclass dovrebbe ancora frequentarli anzichè tenerli.

 

E poi - scusate - evviva l'ascolto in radio! Mi sarei risparmiato quella mimica di chi sa (e gode) di essere inquadrato/ripreso. Stucchevole.

 

Gli farei suonare il Preludio op. 28 n 7 di Chopin finchè non riesce a farlo con la giusta misura e musicalità.

Con tanti auguri.

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Molte persone parlano di Lang come se fosse un Dio; a me non è mai piaciuto. Simone dice bene, si salva nei concerti per pianoforte e orchestra dove resta incatenato sui binari del direttore e dell'orchestra ma nel pianoforte solista dimostra ancora la sua immaturità interpretativa. Ho ascoltato il suo concerto al link postato e devo dire in tutta onestà che sono rimasto deluso dalle aspettative. Molto bravo tecnicamente, ma forse la sua è una scelta di pubblico. Si sa, dare spettacolo attira di più, però come può farsi chiamare artista colui che si serve dei grandi autori per un proprio ritorno economico e di fama ?

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Simpatico l'intervento di Luca...e giusto e misurato quello di Stefanus. Sono D'accordo. Mi è tornato alla mente un episodio simpatico di quando facevo Teatro. Veniva sempre in camerino un certo Maggi, anziano attore consumato che aveva conosciuto i Grandi. Lui voleva stare dietro le quinte e nei camerini, dove aveva vissuto.A volte si sedeva e leggeva un giornale. Poi guardava,sì, anche lo spettacolo ma amava ricordare episodi che "passava" a noi come messaggi. Una volta raccontò che ebbe l'occasione di recitare col Grande Gasmann (Vittorio). Doveva fare una piccolissima comparizione...oggi si direbbe un "cameo". Doveva portare una lettera e dire una battuta. Non vedeva l'ora di entrare in scena e "sfoggiare" quelle poche sillabe. Dopo la rappresentazione lo chiamò Gasmann e gli disse: "bene Maggi...però che cos'è tutta quell'enfasi e quell'altisonanza?!!"- devi portare una lettera e basta...."

Nella Musica, qualche volta si consegna semplicemente una lettera e basta. Inutile trovare enfasi e/o profondo significato dove non vi è. La musica esprime se stessa e, credo, bisogna stare molto attenti e controllare le eccessive "espressioni" che ci invitano a personalizzare troppo l'idea precisa dell'Autore.

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Ho sentito Lang Lang in tv suonare diverse cose di Chopin.....Non mi piacque per niente, però non essendo pianista  gridai dentro me allo scandalo  pensando di essere una gran presuntuosa nel non piacermi un gradissimo virtuoso come Lang Lang...  e  forse dovevo rivedere il mio modo di comprendere Chopin...forse avevo sbagliato tutto...forse Chopin non voleva dire quella cosa lì in quella maniera lì come invece io avevo sempre pensato certi fraseggi .Ringrazio Simone che con il suo intervento  mi ha chiarito molte cose. Per prima cosa che non mi sbagliavo, lo Chopin che  comprendo  è come quello che ha in mente Simone. Sono anche perfettamente d'accordo che per essere grandi musicisti non basta essere dei grandi atleti . Mi torna in mente a riguardo proprio una frase del nostro Chopin a una sua allieva dopo che essa gli ebbe riportato le sue impressioni sentendo un concerto di Liszt: " il traguardo finale è la semplicità. Dopo aver dato fondo a tutte le difficoltà, dopo aver suonato una quantità immensa di note e note, ciò che emerge come l'ultimo suggello dell'arte è la semplicità con tutto il suo fascino . Chi voglia arrivarci subito non ci arriverà mai; non si può cominciare dalla fine. Per raggiungere questo traguardo bisogna avere studiato molto, addirittura immensamente; non è una cosa facile"...

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Io ho riflettuto molto sui grandi interpreti ed ho capito una cosa. L'interprete virtuoso, se non controllato, corre un grosso rischio. Avere raggiunto un altissimo livello di tecnica ti mette in condizione di "parafrasare" la tecnica estrema anche dove in realtà non ce n'è bisogno. Ho alcune registrazione di quando ero solito suonare gli autori virtuosi: ricordo la seconda rapsodia di liszt, gli studi da concerto 1 e 3. Quando metti da parte il repertorio romantico per dedicarti interamente a quello più puramente virtuosistico, potrà sembrare assurdo ma poi è molto difficile ritornare al romantico o al classico senza metterci dentro residui di virtuosismo. I grandi interpreti del passato sono risultati dei grandi proprio perché sono riusciti con l'esperienza e con il senso musicale a sconfiggere questa barriera. Probabilmente Lang Lang, che è comunque un grandissimo pianista, con la maturità riuscirà ad abbattere questo muro e sarà un artista completo. Certo però è che ci sono altri artisti meno quotati e meno visibili di Lang che sono comunque mostri di tecnica ma che hanno riuscito prima di lui ad abbattere queste barriere. Un esempio è Yuja Wang. 

 

Qui suona una versione di Cziffra se non sbaglio del volo del calabrone (praticamente insuonabile)

 

 

 

 

 

e qui Chopin (ascoltato come riesce a mettere da parte il virtuosismo; i tempi sono giusti, la frase musicale è corretta. In questo caso come dicevo prima la musica è nel primo pensiero dell'interprete). 

 

 

 

Allora la domanda è questa: "Qual'è il criterio di valutazione per rendere un artista più emergente di un altro a livello mediatico ? Perché allo stato attuale delle cose sembrerebbe che essere sparlati dia più risultati". 

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  • 7 months later...

Quando ascolto Lang Lang istintivamente percepisco un vissuto culturale diverso. Lo spirito della partitura credo gli sia inaccessibile perchè non si è formato in occidente così come è per noi di difficile comprensione la musica orientale. Nella sua biografia racconta di essere stato sottoposto ad estenuanti esercizi al pianoforte sin dalla più tenera età, non credo abbia avuto insegnanti sensibili...... almeno nella prima fase della sua formazione. Usa la sua fantasia e il suo gusto; probabilmente è quello che faremmo noi se dovessimo interpretare musica orientale.

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Quando ascolto Lang Lang istintivamente percepisco un vissuto culturale diverso. Lo spirito della partitura credo gli sia inaccessibile perchè non si è formato in occidente così come è per noi di difficile comprensione la musica orientale. Nella sua biografia racconta di essere stato sottoposto ad estenuanti esercizi al pianoforte sin dalla più tenera età, non credo abbia avuto insegnanti sensibili...... almeno nella prima fase della sua formazione. Usa la sua fantasia e il suo gusto; probabilmente è quello che faremmo noi se dovessimo interpretare musica orientale.

Quello che dici è giusto ma probabilmente occuperemmo i titoli delle prime pagine di giornale certamente non in senso positivo, come invece accade a lui...

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  • 1 year later...

Il fatto è che ancora a due anni da quando fece quel concerto a Roma continua su quella strada...se arrivasse alla maturità artistica che si diceva sopra sarebbe bello da sentire...con quelle capacità tecniche e concentrato sulla musica piuttosto che su se stesso.

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