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Piano Concerto - Forum pianoforte

Modulazione


GoodLife
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E' una modulazione a tonalità vicine quindi hai un gran numero di possibilità. Tuttavia la più utilizzata e se vogliamo la più semplice è quella di passarci per mezzo della settima di dominante della nuova tonalità ovvero la settima costruita sul V grado della tonalità di Si bemolle minore... Metodi più complessi sono ad esempio l'enarmonia della settima diminuita ma si utilizza solo quando si deve modulare tra tonalità lontane, qualsiasi esse siano anche perché non è un passaggio molto dolce e gradevole all'orecchio anche se corretto armonicamente, quindi questo metodo si lascia sempre come ultima chanes quando gli altri metodi non possono essere applicati. Altri metodi di modulazione sono sul IV che scende al III e sul V che sale al VI, oppure il così detto "metodo del ventaglio" basato sul circolo delle quinte (ascendenti o discententi / tonalità maggiori o minori), c'è ancora la possibilità di adottare la dominante secondaria ma questo è un caso a parte che non c'entra nulla con quello che devi fare te. Se sei all'inizio ti consiglio di utilizzare il primo che ti ho citato, è il più semplice e quello più naturale all'orecchio. NB. Il metodo della settima di dominante della nuova tonalità vale solo per modulazioni a tonalità vicine e non può essere applicato a tonalità distanti tra loro ! Per tonalità vicine si intende tonalità che distino non più di 1# o 1b dalla tonalità originale, oppure la relativa minore. Es. Do M -> Sol M oppure Do M - Fa M oppure DO M - Mi m oppure DO M - Re m oppure in fine DO M - La m.

 

Non conosco il tuo grado di preparazione ti scrivo una semplice tabella da imparare a memoria con tutte le 30 tonalità comprese le omofone e relative alterazioni in armatura di chiave:

 

DO # Maggiore - LA # Minore --> 7# (Omofone a Re b Maggiore e Si b Minore)

FA # Maggiore - RE # Minore --> 6# (Omofone a Sol b Maggiore e Mi b Minore)

SI Maggiore - SOL # Minore --> 5# (Omofone a Do b Maggiore e La b Minore)

Mi Maggiore - DO # Minore -- > 4#

LA Maggiore - FA # Minore --> 3#

RE Maggiore - Si Minore --> 2#

SOL Maggiore - Mi Minore --> 1#

DO Maggiore - La Minore --> 0

Fa Maggiore - Re Minore --> 1b

Si b Maggiore - Sol Minore --> 2b

Mi b Maggiore - Do Minore --> 3b

La b Maggiore - Fa Minore --> 4b

Re b Maggiore - Si b Minore --> 5b (Omofone a Do # Maggiore e La # Minore)

Sol b Maggiore - Mi b Minore --> 6b (Omofone a Fa # Maggiore e Re # Minore)

Do b Maggiore - La b Minore --> 7b (Omofone a Si Maggiore e Sol # Minore)

 

 

Come vedi ci sono alcune tonalità omofone, è interessante disegnare il circolo delle quinte per rendersi meglio conto di quello che succede.

 

Se non sai come realizzare la modulazione fallo presente e vedo di postare qualche immagine di modulazione nel tuo caso su pentagramma.

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  • 10 months later...
  • 1 month later...

Scusa, ma che differenza c'è fra modulare e tonicizzare? Cosa intendi con sottolineare?

Mi intrometto ;)

 

La modulazione è un processo più o meno lungo che porta ad arrivare e usare una nuova tonalità...la tonicizzazione è solo una modulazione temporanea, di solito si usa una dominante secondaria, che finisce con l'accordo (appunto) tonicizzato.

 

Se siamo in do+, usando re7 tonicizzo l'accordo di sol+...se dopo torno agli accordi e i gradi di do+ era una tonicizzazione, se resto in sol+ ed inizio a far sentire i gradi della nuova tonalità ...allora era una modulazione.

 

Spero sia più chiaro ;)

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Puoi farlo anche per via modale: data l'affinità dei due toni, basta un passaggio sulla scala minore armonica dell'uno per "preparare" l'altro.

Se nel mib usi il modo dorico, invece (cioè con il do al posto del si naturale, ovvero la sesta eccedente), allora è più spontaneo passare per la settima di prima specie sul V (cioè il Fa maggiore con la sua 7a minore).

Per passare da Mib minore al V di Sib (Fa7), puoi provare l'accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do).

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Puoi farlo anche per via modale: data l'affinità dei due toni, basta un passaggio sulla scala minore armonica dell'uno per "preparare" l'altro.

Se nel mib usi il modo dorico, invece (cioè con il do al posto del si naturale, ovvero la sesta eccedente), allora è più spontaneo passare per la settima di prima specie sul V (cioè il Fa maggiore con la sua 7a minore).

Per passare da Mib minore al V di Sib (Fa7), puoi provare l'accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do).

 

per intenderci, faresti meglio a dare ai suoni il nome giusto!

1) si naturale??? vorrai dire do bemolle

2) sesta eccedente??? intendi forse sesto grado innalzato (tra parentesi, se ti riferisci all'intervallo, invece che al grado, mib-do è una 6a MAGGIORE)

3) accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do)??? perché quel sibb? sarà mica un la naturale, che magari torna utile anche come sensibile di sib minore...

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per intenderci, faresti meglio a dare ai suoni il nome giusto!

1) si naturale??? vorrai dire do bemolle

 

Ma lei, Maestro, ha letto bene il post del nostro amico...? Certo, ci mancherebbe: è un do bemolle.

 

2) sesta eccedente??? intendi forse sesto grado innalzato (tra parentesi, se ti riferisci all'intervallo, invece che al grado, mib-do è una 6a MAGGIORE)

 

Un grado innalzato, se non maggiore o minore, si può anche chiamare eccedente: sul Piston c'è un intero capitolo sulla modulazione con la sesta eccedente (nell'ultima edizione italiana, è il cap.27). E, nel primo movimento della sonata di Haydn Hob. XVI/37 (l'ultima, altrimenti nota come n. 52 in Mib maggiore), tra le battute 45 e 46 c'è una modulazione con la sesta eccedente. A partire dal basso, tre bemolli in chiave, tempo forte: sib/ottava/re/fa; tempo debole: lab/ottava/do/fadiesis; tempo forte della battuta successiva: Sol/ottava/sibequadro/sol. Per citare uno degli usi più semplci, anche se non tra quelli che potrà verificare nel suddetto manuale, ricco di molti altri esempi.

 

3) accordo di diminuita sul mib (Mib/Solb/Sibb/Do)??? perché quel sibb? sarà mica un la naturale, che magari torna utile anche come sensibile di sib minore...

 

 

Ma come, e che facciamo...? "quando a tordi e quando a grilli"...? Se è un accordo diminuito sul miib, a me pare che la quinta sia proprio un sibb e non un la naturale. Allora: mi corregge il "si naturale" sul mib minore... e invece, su un Mib diminuito, la quinta diventa un la naturale...?!?! Scusi, ma lei è ortodosso quanno je pare e piace, come si dice dalle mie parti...?

Nel mio esempio, non siamo ancora in Sib minore; quindi, non ha ancora senso indicare un la bequadro come la sensibile della tonica dell'accordo di arrivo. Non le pare?

 

Eppoi, scusi, ma io non userei certi toni ("faresti meglio ecc."), stimato prof. Atieri, visto che almeno due su tre delle sue reprimenda sono assolutamente opinabili; tantopiù che io posso mettere in conto di poter anche sbagliare, nell'indicare ad un principiante un si naturale anziché un do bemolle (che, poi, era giusto per intendersi un attimo sulla tastiera, che diamine... se è per questo, ho scritto si naturale, non si bequadro, il che sarebbe diverso...). Lei no.

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passare dal Mib minore al Sib minore

 

Io avrei fatto così

 

Partenza Mib minore> Tramite F+7 > Arrivo Bb-

 

Il punto è che il passaggio di tonalità si potrebbe fare pure senza accordi di passaggio, mib- è già la triade costruita sul quarto grado di sib- .... esite la cadenza plagale ;)

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Ma lei, Maestro, ha letto bene il post del nostro amico...? Certo, ci mancherebbe: è un do bemolle.

 

 

 

Un grado innalzato, se non maggiore o minore, si può anche chiamare eccedente: sul Piston c'è un intero capitolo sulla modulazione con la sesta eccedente (nell'ultima edizione italiana, è il cap.27). E, nel primo movimento della sonata di Haydn Hob. XVI/37 (l'ultima, altrimenti nota come n. 52 in Mib maggiore), tra le battute 45 e 46 c'è una modulazione con la sesta eccedente. A partire dal basso, tre bemolli in chiave, tempo forte: sib/ottava/re/fa; tempo debole: lab/ottava/do/fadiesis; tempo forte della battuta successiva: Sol/ottava/sibequadro/sol. Per citare uno degli usi più semplci, anche se non tra quelli che potrà verificare nel suddetto manuale, ricco di molti altri esempi.

 

 

 

Ma come, e che facciamo...? "quando a tordi e quando a grilli"...? Se è un accordo diminuito sul miib, a me pare che la quinta sia proprio un sibb e non un la naturale. Allora: mi corregge il "si naturale" sul mib minore... e invece, su un Mib diminuito, la quinta diventa un la naturale...?!?! Scusi, ma lei è ortodosso quanno je pare e piace, come si dice dalle mie parti...?

Nel mio esempio, non siamo ancora in Sib minore; quindi, non ha ancora senso indicare un la bequadro come la sensibile della tonica dell'accordo di arrivo. Non le pare?

 

Eppoi, scusi, ma io non userei certi toni ("faresti meglio ecc."), stimato prof. Atieri, visto che almeno due su tre delle sue reprimenda sono assolutamente opinabili; tantopiù che io posso mettere in conto di poter anche sbagliare, nell'indicare ad un principiante un si naturale anziché un do bemolle (che, poi, era giusto per intendersi un attimo sulla tastiera, che diamine... se è per questo, ho scritto si naturale, non si bequadro, il che sarebbe diverso...). Lei no.

 

Dunque, andiamo con ordine...

- dammi pure del TU come qui fanno tutti, non ci tengo a essere chiamato Maestro nei forum a cui partecipo.

- chiedo scusa se ho usato dei toni troppo perentori, come se mi rivolgessi ad un allievo poco diligente, ma leggere 3 (TRE!) castronerie in poche righe deve avermi leggermente infastidito.

- quanto alle mie reprimenda,

1) non capisco che cosa c'entri l'accordo di sesta eccedente con il VI grado innalzato (do naturale) di cui parlavi. Il libro di Piston lo conosco molto bene: parla, come tutti gli altri manuali di armonia (l'unica sua invenzione è la 6a aumentata "svizzera"), di accordi costruiti sul VI grado minore con una nota a distanza di 6a eccedente (o aumentata che dir si voglia) da quella, cioè un IV+. L'esempio di Haydn va benissimo (quella sì che è una 6a eccedente). Nel tuo caso, invece, continuo a non capire: il do naturale sarebbe 6a eccedente di cosa? di mibb??

2) per l'accordo di 7a diminuita sul mib, dovrei dire io a te "quando a tordi e quando a grilli": prima il dob lo chiamavi si naturale per farti capire meglio e qui il la naturale lo chiami sibb per farti capire peggio?

E poi, perché se vuoi una 7a dim. sul I grado, la 7a non la chiami rebb, ma do? Col rebb risulterebbe un accordo sulla sensibile del II grado abbassato, una cosa molto astrusa ma teoricamente possibile.

Quello che hai scritto tu, invece, è il 1° rivolto di un accordo che ha come fondamentale il VI+: che senso dovrebbe avere? di sensibile del VII naturale? Potrebbe anche essere, se proprio vogliamo rendere le cose difficili...

Sarebbe, invece, molto più logico (e più comprensibile) l'accordo mib solb la do, che è il 2° rivolto dell'accordo di 7a diminuita del IV+ di mib minore. Tutto qui.

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Eppoi, scusi, ma io non userei certi toni ("faresti meglio ecc."), stimato prof. Atieri, visto che almeno due su tre delle sue reprimenda sono assolutamente opinabili; tantopiù che io posso mettere in conto di poter anche sbagliare, nell'indicare ad un principiante un si naturale anziché un do bemolle (che, poi, era giusto per intendersi un attimo sulla tastiera, che diamine... se è per questo, ho scritto si naturale, non si bequadro, il che sarebbe diverso...). Lei no.

 

dimenticavo l'ultima perla:

mi spieghi, per favore, la differenza sostanziale che passa tra si naturale e si bequadro?

 

ma che problema c'è ad ammettere di aver sbagliato?

tutti possiamo sbagliare, persino io! (molto di rado, s'intende) ;)

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1) non capisco che cosa c'entri l'accordo di sesta eccedente con il VI grado innalzato (do naturale) di cui parlavi. Il libro di Piston lo conosco molto bene: parla, come tutti gli altri manuali di armonia (l'unica sua invenzione è la 6a aumentata "svizzera"), di accordi costruiti sul VI grado minore con una nota a distanza di 6a eccedente (o aumentata che dir si voglia) da quella, cioè un IV+. L'esempio di Haydn va benissimo (quella sì che è una 6a eccedente). Nel tuo caso, invece, continuo a non capire: il do naturale sarebbe 6a eccedente di cosa? di mibb??

 

 

No, in effetti era una sesta maggiore; mi sono sbagliato. Succede. La mia risposta riguardava solo il fatto che una sesta non potesse essere eccedente (e diminuita), ma solo minore o maggiore, come mi sembrava avessi obiettato. Non ho nessun problema ad ammettere errori.

 

2) per l'accordo di 7a diminuita sul mib, dovrei dire io a te "quando a tordi e quando a grilli": prima il dob lo chiamavi si naturale per farti capire meglio e qui il la naturale lo chiami sibb per farti capire peggio?

 

 

Qui, invece, non credo di aver sbagliato: nell'indicare la nota sulla tastiera ad un ragazzo che, probabilmente, sta semplicemente armonizzando un motivo senza avere profonde cognizioni, mi è parso più intuitivo indicare il si naturale anziché il do bemolle. Nell'accordo, invece, ho creduto di sottolineare che il quinto grado diminuito fosse, come è, un si bb.

 

E poi, perché se vuoi una 7a dim. sul I grado, la 7a non la chiami rebb, ma do? Col rebb risulterebbe un accordo sulla sensibile del II grado abbassato, una cosa molto astrusa ma teoricamente possibile.

 

Per la stessa ragione per la quale non l'ho chiamata settima di quinta specie... Ho indicato enarmonicamente il do per evidenziare che fosse una nota del V di Si bemolle; capisco che possa apparirti contraddittorio, e certamente non corretto, ma ho pensato fosse più intuitivo per il mio interlocutore.

 

Sarebbe, invece, molto più logico (e più comprensibile) l'accordo mib solb la do, che è il 2° rivolto dell'accordo di 7a diminuita del IV+ di mib minore. Tutto qui.

 

Capisco che, se ho definito il la come sibb, avrei dovuto seguire lo stesso criterio per rebb = do. Ma, se non è zuppa... Forse, parlare di 2° rivolto del VII diminuito del IV non è che sia tanto più comprensibile... No?

Non sono stato così attento a "chiamare le cose nel modo giusto", perché ho ritenuto che l'autore del thread avesse un approccio "visivo" sulla tastiera (o sulla chitarra) e a livello amatoriale; c'è anche chi si accontenta di fare tre accordi per comporre una canzone, e se gli dici "VII del IV", o do bemolle anziché si, già cambia canale... Diversamente, non avrebbe avuto problemi, come ha osservato qualcuno, nel fare una cadenza plagale, penso.

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Scusa, dimenticavo:

 

dimenticavo l'ultima perla: mi spieghi, per favore, la differenza sostanziale che passa tra si naturale e si bequadro?

 

Certo: nel primo caso mi riferisco al ditino che pigia il tasto, che se chiedi a un bambino "che nota è, questa?" ti risponde "è un si" e non "è un do bemolle"; nel secondo, invece, alla funzione armonica della nota, quindi alla sua scrittura corretta (che sarebbe, invece, do bemolle). E a me sembra una perla il dover spiegare la differenza.

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Caro CromaDiBrera,

ti fa onore riconoscere di aver sbagliato nel caso della sesta eccedente. Adesso ti trovo più simpatico (prima avevo l'impressione che volessi aver ragione per forza).

Sulle altre cose, compresa la differenza tra do naturale e do bemolle, continuo a non essere d'accordo con te, ma non mi pare il caso di litigare per così poco: ognuno ha espresso le sue ragioni e nessuno ci obbliga a scendere a compromessi. :)

Piuttosto mi chiedo che fine abbia fatto GoodLife... Ci fa accapigliare per un consiglio che ci ha chiesto e poi non si vede più!

GoodLife, se ci sei, batti un colpo! L'hai fatta sta modulazione? Facci sapere come :P

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Piuttosto mi chiedo che fine abbia fatto GoodLife... Ci fa accapigliare per un consiglio che ci ha chiesto e poi non si vede più!

GoodLife, se ci sei, batti un colpo! L'hai fatta sta modulazione? Facci sapere come :P

 

... magari sarà scappato (hihihi), pensava di chiedere una cosa da 3 sigle e invece si sarà accorto che la cosa è un bel po' più complessa :D

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Sulle altre cose, compresa la differenza tra do naturale e do bemolle, continuo a non essere d'accordo con te, ma non mi pare il caso di litigare per così poco: ognuno ha espresso le sue ragioni e nessuno ci obbliga a scendere a compromessi. :)

 

Giusto. Cercherò di stare più attento, a prescindere dal mio interlocutore (che sarà rimasto in Mib, presumo... Magari era il nuovo Dylan...! :wacko:).

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  • 5 months later...

 

 

Ne hanno dette tante...... le dominanti secondarie sono delle modulazioni passeggere..... le progressioni armoniche sono accordi in una sequenza armonica con accordi che possono appartenere alla stessa tonalità o a tonalità diverse. ....nel primo caso la progressione non modula, nel secondo modula. ....la modulazione può o meno tornare alla tonalità originale. ...e sostituzioni sono modulazioni temporanee,..... le alterazioni degli accordi non sono modulazioni.....................e chi più ne ha più ne metta. c'è chi dice che la modulazione non esiste se è passeggera, chi dice il contrario, chi dice che le dominanti secondarie non sono modulazioni, chi dice di si, chi dice che le sostituzioni sono modulazioni, chi dice no........!.........!... il mio personale parere, nell'intenzione di avvicinarmi ai vostri discorsi, è che una modulazione esiste, a prescindere dal fatto che sia breve o meno. nel momento in cui c'è un cambio di tonalità e ciòè quando compare un II-V che converge verso un I che si trova in altra tonalità e cioè la sua triade non è compresa tra le triadi della scala di tonalità del brano.. Non è necessario che l'I venga suonato, la tonalità è determinata dal tritono del V. Non ritengo quindi che la sostituzione del V sia modulante perchè la triade terminale e cioè l'I è la stessa. Le dominanti secondarie non le considero modulanti in quanto risolvono su una triade che fa parte della scala della tonalità di base. In tema di modulazione, secondo me, l'aspetto più importante e che non è scritto da nessuna parte è quello di NON considerare modulanti tutte le situazioni tonali che escono dalla tonalità di base e che facciano parte di un sistema ciclico o convergente verso la triade di tonica della tonalità del brano.. Mi spiego meglio con degli esempi. La sequenza accordale di Night and Day(versione Real Book in C) sia in A che in B dalla 8^ alla 16^ battuta CONVERGE verso il C di base quindi non è modulante, i Coltrane changes non sono modulanti in quanto i centri tonali viaggiano CICLICAMENTE per terze maggiori per ritornare sulla tonalità di partenza: C-Ab-E-C. I sistemi convergenti e quelli ciclici sono delle varianti tonali il cui andamento è PREVEDIBILE ed ha una direzione ben precisa, cioè l'andamento cadenziale verso la gravità tonale di riferimento del brano altrimenti definita tonalità. La modulazione, soprattutto se fatta durante una improvvisazione deve essere IMPREVEDIBILE perchè può essere inserita a sorpresa in quasiasi chiave tonale al di fuori di strutture finalisticamene orientate che abbiano carattere ciclico(Coltrane changes) o non ciclico(Night and Day). Immaginate se durante l'improvvisazione di The "days of wine and roses" al posto di Bb-7 e Eb7 inseriamo Eb-7 e Ab7 oppure Gb-7 e Cb7, il senso non cambia granchè perchè in fondo la modulazione ha lo scopo di creare tensione e la tensione può essere creata in tanti altri modi. Nei sistemi convergenti o ciclici la direzione invece è obbligata. Questo riduce l'elemento tensione-distensione e toglie significato al concetto ed alla realizzazione della "modulazione".

http://www.armoniamodale.blogspot.it/search?updated-min=2012-01-01T00:00:00%2B01:00&updated-max=2013-01-01T00:00:00%2B01:00&max-results=26

http://ettoregarzia.blogspot.it/

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il mio personale parere, nell'intenzione di avvicinarmi ai vostri discorsi, è che una modulazione esiste, a prescindere dal fatto che sia breve o meno. nel momento in cui c'è un cambio di tonalità e ciòè quando compare un II-V che converge verso un I che si trova in altra tonalità e cioè la sua triade non è compresa tra le triadi della scala di tonalità del brano..

 

 

la quasi totalità degli studiosi di armonia e analisi nel mondo chiama questa "tonicizzazione". Che è, precisamente, la messa in evidenza di caratteristiche tipiche di una tonalità diversa da quella d'impianto.

 

Non è necessario che l'I venga suonato, la tonalità è determinata dal tritono del V.

 

è solo un problema di termini. Da quello che mi è parso di capire da altri tuoi post, la tua è una formazione jazzistica e forse sei abituato a parlare di modulazione anche per fenomeni di questo tipo. Ma piuttosto che dire che hai torto, penso abbia senso dire che la tua descrizione è corretta SE riferita alla tonicizzazione. Nella tonicizzazione, per esempio, non serve cadenzare sulla tonica, bastano delle caratteristiche della nuova tonalità come, appunto, la sensibile caricata di tensione. In questo senso, sottolineo come il tritono nel V non c'è, c'è solo nel V7. E infatti, da jazzista, mi pare di capire che consideri come scontata la presenza della settima su un accordo di dominante :-) nell'armonia classica questa cosa non è affatto scontata e il grado tensivo per eccellenza è la sensibile.

 

Non ritengo quindi che la sostituzione del V sia modulante perchè la triade terminale e cioè l'I è la stessa.

 

quando parli di sostituzione parli della sostituzione in armonia jazz, immagino. In termini di armonia classica non parleremmo di sostituzione ma di utilizzo di un "semplice" accordo sulla seconda napoletana. Ovvero un accordo costruito sul secondo grado di una scala minore napoletana. Accordi come la napoletana vengono considerati accordi estranei ma non modulanti, tradizionalmente. Il criterio alla base della sostituzione, tra l'altro, dà a quell'accordo una funzione diversa da quella che avrebbe nell'armonia tonale classica, dove la triade e la tetrade costruiti sul secondo grado della scala napoletana hanno funzione di sottodominante, tanto che nella teoria funzionalistica vengono visti anche come contraccordi maggiori delle sottodominanti minori (ma questo è complesso...).

 

Le dominanti secondarie non le considero modulanti in quanto risolvono su una triade che fa parte della scala della tonalità di base.

 

ma, secondo la teoria armonica, rimangono accordi estranei, perchè hanno suoni estranei al loro interno. Ed è anche per questo che è nato il concetto di tonicizzazione.

 

In tema di modulazione, secondo me, l'aspetto più importante e che non è scritto da nessuna parte è quello di NON considerare modulanti tutte le situazioni tonali che escono dalla tonalità di base e che facciano parte di un sistema ciclico o convergente verso la triade di tonica della tonalità del brano..

 

... in realtà almeno quello che dici E' scritto, Schoenberg c'ha basato un'intera trattazione armonica sul concetto di tonalità allargata e costellazione armonica... l'idea, ovvero, che ogni tonalità abbia nel suo bagaglio armonico una serie di accordi non necessariamente formati dai gradi della sua scala.

 

Mi spiego meglio con degli esempi. La sequenza accordale di Night and Day(versione Real Book in C) sia in A che in B dalla 8^ alla 16^ battuta CONVERGE verso il C di base quindi non è modulante, i Coltrane changes non sono modulanti in quanto i centri tonali viaggiano CICLICAMENTE per terze maggiori per ritornare sulla tonalità di partenza: C-Ab-E-C. I sistemi convergenti e quelli ciclici sono delle varianti tonali il cui andamento è PREVEDIBILE ed ha una direzione ben precisa, cioè l'andamento cadenziale verso la gravità tonale di riferimento del brano altrimenti definita tonalità. La modulazione, soprattutto se fatta durante una improvvisazione deve essere IMPREVEDIBILE perchè può essere inserita a sorpresa in quasiasi chiave tonale al di fuori di strutture finalisticamene orientate che abbiano carattere ciclico(Coltrane changes) o non ciclico(Night and Day). Immaginate se durante l'improvvisazione di The "days of wine and roses" al posto di Bb-7 e Eb7 inseriamo Eb-7 e Ab7 oppure Gb-7 e Cb7, il senso non cambia granchè perchè in fondo la modulazione ha lo scopo di creare tensione e la tensione può essere creata in tanti altri modi. Nei sistemi convergenti o ciclici la direzione invece è obbligata. Questo riduce l'elemento tensione-distensione e toglie significato al concetto ed alla realizzazione della "modulazione".

http://www.armoniamo...&max-results=26

http://ettoregarzia.blogspot.it/

 

in termini di armonia classica è tutto abbastanza semplice, credo. La tonicizzazione è la messa in evidenza di elementi (spesso note cromatiche ma anche successioni armoniche) tipici di una tonalità diversa da quella d'impianto. La modulazione, invece, è il percorso di negazione di una tonalità di partenza fino all'affermazione di una nuova tonalità, attraverso l'uso di impianti cadenzali forti (soprattutto cadenza perfetta)

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la tua è una formazione jazzistica e forse sei abituato a parlare di modulazione anche per fenomeni di questo tipo.

 

Non necessariamente. La base anche del Jazz tonale non si discosta tanto da quella "classica". Per quanto mi riguarda c'è una differenza tra una modulazione e una tonicizzazione o comunque la si voglia chiamare. Certo, capisco il punto di vista di Modale; di fatto nel momento in cui si deve improvvisare si considera la dominante secondaria come una dominante a tutti gli effetti. Ma non è sempre così...

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