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Piano Concerto - Forum pianoforte

...dritte..sull'esame Di 5 Anno Di Pianoforte..


torrese
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Chiedo gentilmente a thesimon ea pianoexpert consigli utili per poter superare l'emozione e quant'altro assale il povero privatista ad un primo mattone che poserà.forse,mio figlio al cons di milano,secondo Voi esiste una possibilità,a parte quella di arrivare preparati all'esame,di potercela fare..quanto influisce l'essere privatista,davanti ad una commissione che neanche ti conosce,l'adrenalina sale,e certamente il rischio di sbagliare qualche frase è sempre in agguato..ecco aspetto umilmente consigli.

grazie

saverio

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Ciao Saverio, non so quanti anni abbia tuo figlio, in ogni caso anche io da privatista capisco la questione e per l'appunto quest'anno avrò il diploma se Dio vuole e quindi mi trovo pressappoco nella stessa situazione di tuo figlio. L'emozione dipende molto anche dal carattere di una persona e da come questo si è formato nel corso dell'infanzia. Ti posso raccontare la mia storia ma ovviamente va un po' vista in modo personale piuttosto che come un MUST da seguire. Io sono stato educato nel vincere la vergogna e spesso l'emozione è un corollario della vergogna. Ricordo infatti quando da bambino ero a spasso con mio padre ed avevo sete. Mio padre non si recava al bar per prendermi da bere ma mi accompagnava fuori al bar e mi diceva di entrare e chiedere un bicchiere d'acqua al barrista. Ovviamente questa è una sciocchezza ma ogni età ha il suo problema e le sue paure da vincere, non che questa vicenda risolva il problema ma è tanto per lasciarti capire in che modo, nel mio caso è stata vinta la vergogna fin da subito. Per il discorso emozione dunque è anche questa una cosa da vincere e secondo me la vittoria si può ottenere essenzialmente in 2 modi. Il primo metodo, quello più difficile a parer mio è quello di autoconvincimento psicologico; mi spiego meglio. Se tuo figlio si sente preparato ed i pezzi per il 5° vengono come dovrebbero, deve convincersi che non ha nulla da temere e che al massimo, in quanto privatista potrà essere messo sotto torchio per qualche stupidaggine ma che questo non comporterà in nessun modo la sua bocciatura, casomai un abbassamento di voto, oltretutto bisogna essere consci del fatto che l'emozione non può che far peggiorare le cose e quindi farti suonare "peggio" di come suoni a casa proprio perchè perdi concentrazione ed invece di focalizzare la tua attenzione sul brano cominci a pensare con il cervello a cose del tipo: "Oddio che succederà se sbaglio ?", questo ti fa entrare in un vortice per il quale a forza di pensarci subentra la paura, la paura fa tremare le mani e quindi alla fine si commette l'errore nella migliore delle ipotesi e ci si ferma nella peggiore. Quindi il procedimento mentale è il seguente: Ho studiato -> Non ho nulla da temere -> Farò del mio meglio -> Mi godo il mio esame. Mi soffermo un momento su questo ultimo passaggio: "mi godo l'esame".

Agli esami ci si va per suonare, poco importa se davanti a te ci sia una commissione di 3, 4, 5, 10, 1000 maestri, tu sei lì con il pianoforte, nel momento in cui cominci siete solo tu e lui ! Mi rivolgo a tuo figlio: "Pensa alla musica, vivila per il piacere di vivere e suonala per il piacere di suonare, non pensare all'esame ! L'esame è secondario di primario c'è la musica e basta".

 

Il secondo metodo invece è quello che io chiamo di "Rompi faccia" ehehe.

Fai suonare tuo figlio il più possibile davanti a persone, più sono meglio è, più l'atmosfera è tesa e meglio romperà la faccia.

Io ricordo ancora quando feci il primo saggio di pianoforte, il cuore mi andava a 1000 ! Ma a forza di fare saggi, concorsi, esami e concerti, ormai non ci si pensa più. Certo un briciolo di emozione prima dell'inizio c'è sempre ma deve sparire quando ti metti seduto davanti al pianoforte.

 

Mi rendo conto che il tempo stringe quindi se posso permettermi ti consiglio di mettere in pratica questi 2 "metodi" se così vogliamo chiamarli, con me hanno funzionato, parla con tuo figlio e mettilo in una condizione di serenità, digli che nel caso non lo passasse non succederebbe nulla (il che è perfettamente vero) e che nel momento in cui poserà le sue mani sul pianoforte all'esame ci saranno solo lui ed il pianoforte. Il pianoforte deve essere vissuto e devi trattarlo e sentirlo come se fosse l'unico tuo vero amico che ti capisce, che ti entra dentro e riesce a tirar fuori tutte le cose più nascoste dentro di te, nel cervello e nel cuore, che la parola non potrebbe mai far uscire perchè non è abbastanza forte quanto la musica.

 

Aggiungo un'ultima postilla a quest'ultimo concetto. Gli stessi filosofi si sono battuti per far riconoscere la musica come "arte suprema", in effetti, religioni, ateismo o credenze a parte, la musica secondo me, avvicina veramente a qualcosa di superiore, chiamiamolo Dio, chiamiamolo Universo, chiamiamolo Allah.

 

Spero di esserti stato utile, per qualsiasi domanda siamo qui, non esitare a domandarci.

 

Un saluto,

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per Saverio,

 

Mi trovo d'accordo con i simpatici consigli di Simone.

 

Prima di tutto la coscienza. Se ho studiato bene devo essere tranquillo. Inoltre cercherò di fare appello alla mia preparazione musicale e tecnica.....attenzione ...musicale e tecnica....non tecnica e musicale. Bisogna crescere senza mai dimenticare che stiamo facendo musica. La musica e la comprensione di essa ci suggerisce tutto. Concetto molto ampio. Cercherò di svilupparlo in altre sedi. Comunque dobbiamo metterci dalla parte di chi ha qualche cosa da dire anche su un piccolo studio di 5° anno( Naturalmente senza inutili personalismi). Individuare ciò che la musica ci suggerisce: Il giusto ritmo, l'importanza del fraseggio, quando evidenziare le voci della destra e della sinistra, i respiri e le pause...insomma, con l'aiuto dell'Insegnante, osservare e chiedersi perche l'Autore avrebbe scritto così e non in un altro modo. Gli accenti, non solo quelli della "divisione", ci suggeriscono la "scorrevolezza" del discorso musicale e imparare a "cantare" una lunga frase deve essere uno dei nostri difficili e principali obiettivi. Non voglio dire con questo che si debba trascurare la preparazione tecnica. Ma attenzione che la tecnica non sia "sterile addestramento"!!!!

 

Ho sentito a volte insegnanti dire: "insegno tecnica e non musica" . Assurdo. Solo un buon musicista più trovare soluzioni tecniche. Insegnare ed imparare da subito a collegare le soluzioni tecniche a quelle musicali e mai aspettare di dominare un passaggio per poi suonarlo musicalmente.

 

Insomma argomento molto vasto

 

Suggerirei al figlio di Saverio di andare all'esame con la gioia nel cuore, quella che ci premia e ci fa sentire fortunati nel poter possedere questo grande linguaggio "universale e non verbale" che illumina la vita degli uomini

 

Moltissimi auguri e incoraggiamenti. In bocca al Lupo.

 

Paolo

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per Saverio,

 

Mi trovo d'accordo con i simpatici consigli di Simone.

 

Prima di tutto la coscienza. Se ho studiato bene devo essere tranquillo. Inoltre cercherò di fare appello alla mia preparazione musicale e tecnica.....attenzione ...musicale e tecnica....non tecnica e musicale. Bisogna crescere senza mai dimenticare che stiamo facendo musica. La musica e la comprensione di essa ci suggerisce tutto. Concetto molto ampio. Cercherò di svilupparlo in altre sedi. Comunque dobbiamo metterci dalla parte di chi ha qualche cosa da dire anche su un piccolo studio di 5° anno( Naturalmente senza inutili personalismi). Individuare ciò che la musica ci suggerisce: Il giusto ritmo, l'importanza del fraseggio, quando evidenziare le voci della destra e della sinistra, i respiri e le pause...insomma, con l'aiuto dell'Insegnante, osservare e chiedersi perche l'Autore avrebbe scritto così e non in un altro modo. Gli accenti, non solo quelli della "divisione", ci suggeriscono la "scorrevolezza" del discorso musicale e imparare a "cantare" una lunga frase deve essere uno dei nostri difficili e principali obiettivi. Non voglio dire con questo che si debba trascurare la preparazione tecnica. Ma attenzione che la tecnica non sia "sterile addestramento"!!!!

 

Ho sentito a volte insegnanti dire: "insegno tecnica e non musica" . Assurdo. Solo un buon musicista più trovare soluzioni tecniche. Insegnare ed imparare da subito a collegare le soluzioni tecniche a quelle musicali e mai aspettare di dominare un passaggio per poi suonarlo musicalmente.

 

Insomma argomento molto vasto

 

Suggerirei al figlio di Saverio di andare all'esame con la gioia nel cuore, quella che ci premia e ci fa sentire fortunati nel poter possedere questo grande linguaggio "universale e non verbale" che illumina la vita degli uomini

 

Moltissimi auguri e incoraggiamenti. In bocca al Lupo.

 

Paolo

BELLISSIME parole quelle di Paolo,mi trovo interamente d'accordo,la musica è in primis arte e poi tecnica..grazie Paolo per le tue perle di saggezza,anocora un GRAZIE grande come un palazzo.

salutoni

saverio

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