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Piano Concerto - Forum pianoforte

Ave Maria di Brahms


Annuccia
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Ci si domanda, a proposito di questa Ave Maria, come mai Brahms non abbia musicato l'ultima parte della preghiera, là dove dice "peccatoribus, nun et in hora mortis nostrae" e non si sa dare una risposta. . Eppure, direi, la risposta sta nella filosofia del Requiem Tedesco: Brahms, nei suoi testi musicati,  trascende sempre ogni minaccia di pena eterna.

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Riflessione profonda Daniele, grazie.

 

Ma è una cosa solo di Brahms, o in generale. Eventualmente ci sono altri esempi nel repertorio che omettono parti di testo per ragioni filosofiche?

Il primo compositore che piegò i testi a fini filosofici fu, ovviamente, Beethoven. Questo avvenne non solo omettendo delle parti di testo – lo stesso Inno alla gioia di Schiller è accorciato nella Nona di Beethoven – ma anche proponendo ad un testo sacro, musica ed espressioni che avevano un fine filosofico ben preciso: questo accadde già con il Cristo nel Monte degli ulivi Opus 85 e, ancor più in maniera dirompente nella Missa Solemnis Opus 123.

Si può dire che dopo la Missa Solemnis, la musica sacra uscì definitivamente dalla sua gabbia di celebrazione religiosa per ergersi a meditazione su Dio, sulla vita e sulla morte.

Brahms fu in questo un protagonista importantissimo e imprescindibile. La sua Ave Maria Opus 12 del 1858, non fu che il primo tassello di un percorso di meditazione sul tema della morte e della resurrezione che passò poi attraverso alcuni suoi Mottetti, il Requiem Tedesco Opus 45, il Canto del destino Opus 54 e, infine, i Quattro canti seri Opus 121.

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Tutto questo non è forse legato anche e soprattutto alla sua vita, intesa come vedersi al mondo, nel rapporto con gli altri, con la figura femminile, che da quello che so, dovette abdicare per una sua incapacità di esprimere i suoi sentimenti, e in relazione alla speranza che si erge in moltissima sua musica, avere appunto la musica come parte della sua personalità meno conosciuta, proprio perché incapace di esprimerla in altro modo? Chiedo questo perché, ma non riesco a ricordare dove, ricordo a malapena di aver letto che Brahms si rese conto "quasi con orrore", di non essere in grado di esprimere in modo chiaro e deciso il suo affetto per Clara Wieck, ed oltre a lei non era in grado di farlo con nessun'altra donna. Non so se questo sia vero, però so di aver letto qualcosa che alludeva a questo e per questo motivo mi chiedevo se il suo ricercare "la verità" (rifacendomi al significato della parola filosofia), fosse in qualche modo legato ad un'estrema sofferenza interiore.

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Con il significato della parola filosofia, intendevo un significato "largo", inteso come amore per la verità, quindi ricerca del senso, del perché delle cose e del tutto, stabilire cosa è domanda e cosa è risposta, insomma un termine che ha un profondo significato, sempre difficile da esprimere in poche parole.

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Tutto questo non è forse legato anche e soprattutto alla sua vita, intesa come vedersi al mondo, nel rapporto con gli altri, con la figura femminile, che da quello che so, dovette abdicare per una sua incapacità di esprimere i suoi sentimenti, e in relazione alla speranza che si erge in moltissima sua musica, avere appunto la musica come parte della sua personalità meno conosciuta, proprio perché incapace di esprimerla in altro modo? Chiedo questo perché, ma non riesco a ricordare dove, ricordo a malapena di aver letto che Brahms si rese conto "quasi con orrore", di non essere in grado di esprimere in modo chiaro e deciso il suo affetto per Clara Wieck, ed oltre a lei non era in grado di farlo con nessun'altra donna. Non so se questo sia vero, però so di aver letto qualcosa che alludeva a questo e per questo motivo mi chiedevo se il suo ricercare "la verità" (rifacendomi al significato della parola filosofia), fosse in qualche modo legato ad un'estrema sofferenza interiore.

Direi di sì senza ombra di dubbio!

Il problema, in realtà, come sempre accade nelle nostre vite umane, veniva dall'infanzia: il padre di Brahms sposò una donna molto più anziana di lui e anche Johannes si innamorò di Clara che era molto più anziana di lui.

Ci sono tante lettere fra Johannes e Clara piene di ardore e di slanci appassionati. Ma Brahms fu sempre timidissimo e pudicamente trattenuto verso di lei. e la loro intima  vicenda rimane avvolta in un geloso segreto che, anche per questo, la rende ancora più affascinante.

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Spettacolare, Brahms mi ha fatto sempre un certo effetto, la sua musica mi sembra un qualcosa di imperioso, quasi lontano e imperscrutabile, eppure molto intima. Se si pensa al Brahms uomo, mi viene quasi da dire che abbia tentato di chiedere aiuto con la propria musica e far leggere le partiture a Clara un tentativo di far chiarezza riguardo ciò che lui provava per lei.

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