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Piano Concerto - Forum pianoforte

La fuga di Muti


danielescarpetti
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http://www.francescomerlo.it/2014/10/03/lopera-di-roma-dopo-la-fuga-di-muti-il-licenziamento-per-rappresaglia-e-piu-odioso-dellorchestra/

 

L’Opera di Roma dopo la fuga di Muti IL LICENZIAMENTO PER RAPPRESAGLIA E’ PIU’ ODIOSO DELL’ORCHESTRA

 Ecco, sì mi sembra un'ottima soluzione, a Merlo e a chi la pensa come lui, ridiamogli i Soviet....Ma solo a  loro per favore!  :phew:

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Si, ma il problema a me sembrerebbe più di natura cultural-sociale. L'ultima volta che sono andato all'auditorium a sentire l'orchestra di Roma l'età media era 80 anni. Penso che prima o poi questa gente morirà, alcuni magari sono già morti (scusate la praticità) ed il lavoro tiene conto del mercato... Se non c'è la domanda, l'offerta cade e si è costretti a licenziare o fare esternazioni, ma la cosa non cambia, è solo un modo per nascondere la realtà del mercato che non c'è più. 

Guardiamoci in faccia e diciamoci la verità: oggi come oggi i giovani (e non solo) sono degli smidollati che non vedono l'ora che arrivi il sabato per andarsi a sballare in discoteca, e non c'è bisogno che dica che sono stato in teatro ed in discoteca e che quindi conosco i numeri... Il cerchio di quelli che seguono la musica classica si stringe sempre di più e questo implica che il mercato cada a picco. L'orchestra di Roma è solo una delle tante orchestre che ha chiuso o sta chiudendo i battenti quindi per me fossilizzarsi tanto sulle motivazioni ed i vari raggiri politici e amministrativi mi sembra argomento di poca importanza. Se le persone avessero sempre riempito il teatro tutto fluirebbe in modo regolare. La crisi poi ci ha messo lo zampino, evidentemente si sono resi conto che gli abbonamenti per la stagione concertistica non hanno venduto e non ci vuole molto a fare le addizioni e sottrazioni per vedere dove si può andare... Chiaramente da nessuna parte ed ecco come siamo ridotti. Viviamo in un contesto dove ormai non sono le passioni ad essere al primo posto ma i soldi. I soldi decidono tutto ma certi beni culturali andrebbero tutelati non solo economicamente ma soprattutto culturalmente, con l'educazione nelle scuole. La vita di una persona, è stato dimostrato scientificamente, è influenzata soprattutto dai fattori ambientali, tutelare l'ambito della musica classica a livello educativo potrebbe fare la differenza, ma purtroppo l'ora settimanale di musica nelle scuole è vista come l'ora di ricreazione. Bisognerebbe dare maggiore importanza al contributo che lo studio della musica ha sull'Essere umano, specie se questo deve ancora essere formato ed indirizzato verso uno scopo della sua vita.

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Giustissimo, e se ci trovassimo a parlare in generale della musica potrei capirlo.

Ma questa situazione è una situazione SPECIFICA che tutti stanno prendendo come scusa per parlare di altro, o di questioni generali:

 

1) il Teatro di Roma ha un buco di bilancio gigantesco;

2) Muti se n'è andato via per colpa dell'orchestra e con lui sono andati via una serie di sponsor;

3) il consiglio direttivo ha deciso di licenziare l'orchestra e il coro con l'ottica di esternalizzarne le prestazioni.

 

Chi si riempie la bocca di frase fatte tipo che fare il musicista non significa lavorare, dovrebbe prendersela con l'ORCHESTRA che se ne è fregata di Muti e ha continuato a chiedere il rispetto pedissequo delle clausole contrattuali anche in tempi di crisi. Non hanno chiesto "arte", non hanno chiesto più ore di prova col Direttore, hanno chiesto indennità. Io lavoro in cori "esternalizzati" da anni e quando mi si parla così delle orchestre, come se fossero luoghi meravigliosi dove la gente si batte per i propri diritti, mi viene un po' da ridere e un po' da vomitare. Gli orchestrali agiscono né più né meno di come agirebbe qualsiasi categoria lavorativa al mondo. Tutelano quello che hanno già, chiedendo, possibilmente, di più. Non è arte, è lavoro.

E ragioniamo secondo economia, allora. Se il Teatro non cambia i contratti, chiude. Lo facciamo chiudere?

Questa è una domanda che ripeterò alcune volte, così vi obbligo a una risposta: il Teatro non ha i soldi per continuare a pagare IN QUEL MODO (cioè con quei contratti) tutto il coro e tutta l'orchestra. Cosa facciamo, lo facciamo chiudere?

Non esistono scappatoie legislative, visto che la legge è stata fatta un anno fa e PREVEDE la liquidazione in caso non si possa chiudere il buco. Cosa facciamo, la chiudiamo sta benedetta Opera di Roma?

Ma è successa una cosa strana, sono stati licenziati "solo" orchestrali e coristi. Perché? Ovviamente perché per i prossimi dieci anni il Teatro camperà solo di macchinisti, ovvio, per produrre spettacoli muti (...), senza musica, e nessuno se ne accorgerà....

Secondo me, no. Secondo me perché solo gli orchestrali hanno 27 ore settimanali di lavoro, 10 minuti di pausa obbligatori ogni ora di prova, una lunga serie di permessi artistici per integrare lo stipendio con scritture solistiche etc etc

Nonostante questo, però, qualcosa mi dice che il Teatro dell'Opera di Roma non potrà fare una stagione senza orchestra e senza coro. E' strano arrivare a questa conclusione, no? 

Ora, visto che a Roma ci abitano già quelli che suonavano nell'Orchestra dell'Opera, e quelli che cantavano nel Coro dell'Opera, e visto che molto probabilmente avranno assicurato un diritto di prelazione ad essere assunti, considero molto probabile che continueranno a suonarci e cantarci proprio loro. Ma con contratti diversi.

Questo, secondo voi, è un problema ARTISTICO? O è un problema CONTRATTUALE? Oddio, forse il nome dell'azienda sulla busta paga influisce sull'intonazione delle note del corno, chissà, dovrei andare a rileggere un po' di libri in merito...

 

Però, che schifo, hanno licenziato l'orchestra, potevano licenziare i netturbini del comune di Roma per pagare le 27 ore lavorative settimanali del secondo fagotto, piuttosto che cambiare il contratto al secondo fagotto...

Che volete, anch'io preferirei un mondo senza elettricisti e commesse e pieno di orchestrali stonati e nullafacenti.

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Che dire? Bravo Claudio!

 

Simone, il problema che tu enunci è giustissimo - come ha già detto Claudio - ma è un altro problema. Ovvero è il problema dei problemi. Il problema che riguarda tutto il sistema musicale-teatrale, italiano - ma non solo italiano - in particolare.

E' pur vero che il ragionamento che tu fai lo facevo anch'io la bellezza di trent'anni fa - o giù di lì - quando giovane - fra i pochi - frequentavo teatri ghermiti da sessant/ottantenni e mi dicevo: fra vent'anni questi teatri saranno vuoti. Ora, non è andata così esattamente, forse sono un po' più vuoti rispetto ad allora ma ... non così vuoti, come si poteva immaginare allora

E' una parziale consolazione se vuoi, però fa sperare che non tutto è perduto. Fermo restando che l'arte rimane e rimarrà una nicchia almeno per i prossimi cent'anni :D  si può e si deve cercare di invertire il trend che porta ad assotigliare gli ascoltatori di musica d'arte. Il come farlo è tutto da decidere e da inventare. Per ora mi limito a dire che sicuramente due cose devono accadere: la musica d'arte non può pensare di sopravvivere contando unicamente nella disponibilità dello stato - o chi per lui - e chi decide - per passione, soprattutto per quella - di vivere facendo musica, deve essere consapevole di svolgere ... una missione.

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Per ora mi limito a dire che sicuramente due cose devono accadere: la musica d'arte non può pensare di sopravvivere contando unicamente nella disponibilità dello stato - o chi per lui - e chi decide - per passione, soprattutto per quella - di vivere facendo musica, deve essere consapevole di svolgere ... una missione.

 

Ok ma se non mangi muori... Nell'ultimo articolo postato è riportato: "4 milioni di euro di debito, buste paga confermate fino a Natale, poi i musicisti potranno scegliere se appartenere ad un'associazione oppure a una cooperativa per risanare 3,4 milioni di euro in bilancio e chiudere quasi in pareggio con contratti di 4 anni rinnovabili". 

Che sicurezza si offre ai musicisti ? Sono d'accordo quando ti appelli al discorso che essere un musicista implica di svolgere una missione sorretta dalla passione, la passione va bene ma non si vive di sola passione. Inoltre in questo modo si lancia anche un messaggio sbagliato per chi sta decidendo quale strada prendere. Onestamente se mi trovassi a scegliere tra un conservatorio e un corso di laurea in economia e commercio, visti gli ultimi sviluppi (alla meglio mi spetta un posto in cooperativa, con contratto a tempo determinato di 4 anni), sceglierei ad occhi chiusi la seconda, passione o non passione, a mio figlio cosa gli do da mangiare ? Dove lo faccio dormire ? Posso assicurargli un tetto per 4 anni e poi chissà, forse un bell'arco a tutto sesto sotto un ponte ?

Quando parlo di lavorare in tranquillità parlo di questo, soprattutto in un ambito lavorativo emozionale dove i nervi dovrebbero essere saldi.

Il parallelo perfetto è fattibile nell'università. Ho un carissimo amico, laureato in ingegneria elettronica con specializzazione, master e dottorato di ricerca. Assunto come ricercatore con contratto a tempo determinato con possibilità di rinnovo anno per anno... Prende una miseria, oltre a fare attività di ricerca è costretto anche a tenere dei corsi come assistente al docente di ruolo. Quest'anno è riuscito ad arrabattarsi un corso da titolare di cattedra in 3 corsi di laurea diversi ma vive sempre con il punto interrogativo, chiedendosi se il prossimo anno starà ancora lì... Per me è assurdo, io dubito fortemente che si riesca a svolgere attività di ricerca seria in condizioni del genere e non credo che la colpa di tutto questo sia la sua. È un giovane preparato e volenteroso, lavorino, si butta in tutti i progetti interessanti, vive dentro l'università... Spesso mi chiama alle 8 di sera passate dicendomi che è appena uscito dai cancelli dell'uni dalle 8 di mattina (11 ore di lavoro con una sola ora di pausa). Vogliamo dare la colpa a lui ? La colpa è del sistema, dai diciamoci la verità, va bene fare il mea culpa, ma poi anche a costo di essere retorico, la colpa è del sistema che ci governa che vuole un popolo di ignoranti perché più facili da beffare. Più sei ignorante, più sei malleabile e pilotabile, fa tutto parte di un disegno e potrei citare centinaia di situazioni che confermano questa mia ipotesi, di seguito solo alcune:

- Il sistema calcio che paga i giocatori milioni di euro (Ma cosa avranno mai inventato ?)

- Non investire sulla ricerca unica fonte di speranza per un futuro migliore di tutta l'umanità (argomento sul quale si è più volte scontrata Margherita Hack)

- Non investire sulle fonti di energia alternative (perché costano troppo poco, dunque non ci si può lucrare sopra, e sarebbero nocive per le lobby e per lo stato che lucra anche con le tasse sul dispendio energetico). Hanno fatto di nuovo un referendum sul nucleare qualche anno fa; argomento sul quale gli italiani si erano già pronunciati, solo per mangiarci sopra qualche altro miliardo di euro per avere energia che costerebbe più di quella attuale: non lo dico io ma Carlo Rubbia.

- Investire sulle televisioni, sui media e sui programmi spazzatura (che fanno rincoglionire la gente incastrandogli in testa notizie false o non del tutto vere decentralizzando o sminuendo l'importanza di problemi ben più gravi).

- Chiudere teatri

- Modificare leggi inerenti l'insegnamento e la didattica nelle scuole (che prima del decreto Gelmini funzionavano bene, anche se con qualche acciacco).

- Declassificare qualsiasi opera facente parte della cerchia artistica che ha reso grande il nostro paese. (Un esempio è presentare l'orchestra sinfonica nazionale della RAI una volta l'anno per il concerto di Natale, l'ultima volta addirittura diretta da Giovanni Allevi !!!).

Devo continuare ? Qui funziona tutto al contrario perché il target da seguire si è spostato. Non è più l'umanità al centro dei pensieri di chi dovrebbe governare ma il mercato. Si fa tutto finalizzato agli incassi. Se domani inventassimo un oggetto che non funziona, non serve a niente ma vende a capofitto sicuramente questo verrebbe tassato. Basta guardare l'aumento dei diritti sulle memorie digitali, guarda caso proprio quando si prevedere il boom di vendite degli smartphone. Alcune imposte poi sono proprio ridicole. Dovrei pagarti un diritto su un supporto di memorizzazione a seconda della sua capacità ? Ma perché ? Sono transistor, li ho già pagati, perché dovrei pagare a seconda del loro numero ?

Oppure le accise sul carburante... Una lista interminabile di diritti dello stato tra cui "la guerra di Abissinia del 1935 !!!!!", il disastro della diga del Vajont del 1963 ci costa ancora un centesimo di euro al litro. Nel 2013 si è consumato tra benzina e diesel 2.960.000.000 l (2 miliardi e 960 milioni di litri) ed il consumo è addirittura calato a picco di anno in anno, quindi la stima favorisce molto la contro-ipotesi. Un centesimo ogni litro implica circa 30 milioni di euro per la diga del Vajont solo nel 2013. Anche considerando una media di 15 milioni di euro, la metà, (considerati i cambi di valuta ed il numero di macchine minore nel '63) ad oggi avremmo versato quasi un miliardo di euro. È dal '63 che paghiamo questa accisa, ma quante C***o di dighe abbiamo ricostruito ? Dico solo che l'EXPO di Milano è costata 1 miliardo e 700 milioni di euro di cui 500 milioni sono stati destinati all'acquisto ed espatri del terreno. Un miliardo e 200 milioni di euro sono stati i soldi destinati alla realizzazione, ma per l'EXPO di Milano ci sono voluti tanti metri cubi di cemento armato che se ne facevano 30 di dighe del Vajont.

Scusate se sono andato un pochino off topic ma era solo per dimostrare con qualche numero che qui quello che conta è solo il mercato, a nessuno interessa dell'individuo o della categoria se questo/a non è nel mercato, ed anche se importante per l'umanità se non fa numero non vale la pena investire; così chiudono teatri, musei e tutto ciò che ha a che fare con l'arte o più in generale con la cultura, a favore del calcio, del motomondiale della formula 1 e di tutte quelle altre attività che generano traffico di denaro. 

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Opera azzerata, ecco il nuovo piano: pronta una stagione con più orchestre

http://www.socialgamespro.com/archives/1650/opera-azzerata-piano-pronta-stagione-orchestre

Ma come si fa adire "opera azzerata pronta stagione con più orchestre"??? L'articolo dice tutt'altro!! Davvero, finirà come i discorsi sulla musica contemporanea. Io non ne parlo più perché vi siete fissati sul complotto internazionale contro la cultura.

Ottimo, credete quello che volete e pace. La mia opinione "qualificata", visto che fino a prova contraria sono l'unico nel forum a lavorare nei teatri d'opera, l'ho data.

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Simone, premesso che potrei essere d'accordo con te su tutto - e dico tutto - però, lasciamelo dire, stai scoprendo l'acqua calda.

Cosa voglio dire? Che il mercato domini su tutti noi con tutte le sue ingiustizie è sempre stato così, siamo o non siamo una società capitalistica? L'unico tentativo della storia che è stato fatto per superare il capitalismo è tristemente e meritatamente tramontato. e ..dunque? Perché ora stupirsi se il mercato e il capitalismo - con tutti gli annessi e connessi e sconnessi - domina. Perché meravigliarsi?

Io sono d'accordo con te Simone ma so ornai bene, che a questo sistema oggi non c'è alternativa. Questo è se ci par! e anche se non ci par

Mio figlio ha 11 anni, va a scuola di clarinetto e, di pianoforte e impara a suonare la tromba da solo e suona in banda. Vuole fare il liceo musicale e il conservatorio. Ieri sera mi ha chiesto quanto potrà guadagnare a fare il musicista e il compositore, in particolare.

Che avrei dovuto rispondergli secondo te o secondo voi?

Che farà la fame e che è meglio che si tolga dalla testa tutte queste idee  balzane? Questo da buon padre preoccupato per il suo futuro.

No, io gli ho risposto che a fare musica ricchi non si diventa di certo, ma è...la strada giusta se è questo che desidera!

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L'acqua calda può esserlo per me e per te, e più in generale per chi ha autonomia d'informazione. Il problema è che la maggioranza degli italiani non sa neanche come fare per accendere un computer, questo è un paese di vecchi che si fida solo di quello che sente in televisione (che è pilotata dalla politica) o di quello che legge sui giornali (che sono notoriamente di destra o di sinistra). Secondo te quanti di loro si sono fatti due conti, così alla buona, per tutti i soldi sborsati con le accise sulla benzina ? (solo per prendere un esempio già usato). Come dici tu siamo una società capitalista e, in una società capitalista, la differenza non la si fa individualmente perché non si andrebbe da nessuna parte. Saresti come una mosca che vuole spostare un gatto, ma 60 milioni di mosche che tutte insieme spingono per spostare un gatto sicuramente ci riescono. Il punto è che tutto parte dall'informazione e se la maggioranza delle persone ascolta un'informazione che è pilotata e filtrata dall'alto qui non cambia mai nulla. Sono d'accordo anche con Claudio quando dice che non si può imputare tutta la colpa alle istituzioni ma il complotto anti cultura esiste, è chiaramente visibile in qualsiasi contesto culturale e per non vederlo bisogna essere bendati... Se non ci fosse ci sarebbe trasparenza invece di un cover up. Se non ci fosse, nelle trasmissioni televisive dei dibattiti politici, non ci sarebbe la figura del politico che spara cifre, ci sarebbe chi quelle cifre le ha calcolate. Se si parlasse di energia ci sarebbe Carlo Rubbia non Pierferdinando Casini che è già tanto se sa farsi il nodo alle scarpe la mattina quando si veste. Ma ci vanno i politici, che pur essendo totalmente ignoranti su certi argomenti possiedono l'arte del saper convincere con la parola ed ovviamente convincono a scegliere non il meglio per il paese ma il meglio per il mercato e per le manovre sulle quali si può mangiare di più. Tagliare i fondi per la cultura significa rendergli il gioco ancora più facile. 

 

Riguardo quello che hai detto a tuo figlio, è quello che mio padre disse a me e probabilmente è quello che io direi a mio figlio, ma credo che certe libertà dipendano dallo stato sociale di una persona. Non entro nel merito del tuo perché non mi permetto di farlo, quindi parlerò per me... Nel mio caso potrei farlo perché qualche cosa ce l'ho e potrei permettermi di fare un ragionamento simile, ma per chi non ha nulla e vive di veri sacrifici (guarda le famiglie costrette a vivere con 700 euro al mese) un'affermazione del genere potrebbe essere rischiosa. Ricchezza a parte credo che sarebbe il caso di tutelare un figlio contro la fame, e se facessi parte del gruppo dei disagiati metterei in allerta mio figlio dei possibili rischi dicendogli: "È giusto che tu segua le tue passioni, ma in questo caso la situazione è questa qui ed in qualità di genitore non sono in grado di dirti se in un contesto del genere avrai un futuro sereno". Ovviamente queste sono tutte mie opinioni di quello che io farei e situazioni limite a parte, ti dico che avrei fatto lo stesso essendo figlio dello stesso pensiero.

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Simone, mi riferisco alla prima parte del tuo discorso ovviamente: quello che tu scrivi porta ad una deresponsabilizzazione delle masse e ad una responsabilità unica di chi ci governa, chi ha governato e, probabilmente, di chi ci governerà.

Ed io su questo proprio non sono d'accordo.

E'  troppo comodo pensare che tutta la colpa sia la loro.

Viviamo, con tutti i limiti se vuoi, in una democrazia da ormai 59 anni. Non siamo più degli analfabeti come eravamo nel dopoguerra. Non saremo un popolo particolarmente acculturato ma non siamo neanche una massa di beoti.

Quello che ci è accaduto, quello che ci accade e ci accadrà è anche nostra responsabilità - o merito per chi lo considera tale - e nessuno - e dico nessuno - può chiamarsi fuori.

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Sono d'accordo, non volevo deresponsabilizzare il popolo anche perché sono il primo a rendermene conto ed essermene reso conto quando in diverse occasioni, in cui si scendeva in piazza per le proteste, si era sempre 4 gatti... (Ma se perde la Roma ci scappa il morto!) È anche vero però che la polizia in questi contesti dovrebbe stare dalla parte del popolo e non della politica. Alla fine gli stipendi glieli paghiamo noi. All'ultimo sit in sul decreto Gelmini 4 imbecilli si sono messi a scuotere una camionetta dei carabinieri e sembrava fatto apposta per farci gonfiare tutti di botte. Fortuna che venivo da qualche anno al liceo con la rappresentativa di atletica leggera e me la sono svignata prima che potesse arrivare una manganellata anche a me... Io penso che 4 persone che seminano il panico si possano prendere ed arrestare invece di picchiare a sangue un corteo pacifico di studenti a mosca cieca. A me in ogni caso non mi toglie dalla testa nessuno che quei 4 siano stati mandati lì da qualcuno a fare quello che hanno fatto con il fine di dare adito alla rissa e far uscire sull'edizione delle 20 del TG1 che loro sono i buoni e gli studenti i cattivi. 

Venendo al discorso dell'analfabetismo, è vero ma forse lo stato attuale delle cose è ancora più pericoloso. Ci sono persone della vecchia generazione (dai 45 ai 65 anni) che sono una maggioranza rispetto al resto della popolazione. Per loro non conviene cambiare le cose perché hanno un lavoro con i vecchi contratti, percepiscono stipendi decisamente buoni facendo poco e niente e per quello che riguarda i pensionati, bé qui non c'è proprio da discutere... Perché cambiare le cose se i soldi entrano a fine mese ? E qui non cambia mai nulla, vanno bene sempre le stesse facce; ed ecco che il tasso di disoccupazione giovanile è nell'ordine del 48% (dice la televisione). Non dice però che nel restante 52% dei posti occupati almeno la metà è con contratti a tempo determinato rinnovabili di anno in anno e per me questa non è occupazione, o almeno io non la considererei occupazione in questa percentuale. Con un contratto a tempo determinato non puoi farti una famiglia perché non puoi accedere ad un mutuo, sei un precario a contratto, con stipendi da fame che troppo spesso non superano i 700 euro mensili, pertanto lo ritengo un modo ingannevole di calcolare percentuali perché su queste righe non parliamo di lavoro ma di sfruttamento, con stipendi del genere non stai lavorando per vivere ma per sopravvivere. Questo paese deve essere svecchiato, il mondo si muove con le nuove tecnologie ed i signori che ricoprono i posti di lavoro più ambiti, quelli che scelgono la strada giusta da seguire nel marketing aziendale e nella produzione, non sanno neanche accenderla questa tecnologia. Noi restiamo dietro a tutti gli altri stati anche per questo problema. Fate un giretto in qualche filmato dell'azienda Apple, o Google (rispettivamente la prima e la seconda azienda al mondo !) e constatate voi stessi l'età media. Per essere competitivi ci vuole innovazione e per creare innovazione ci vuole chi padroneggia le nuove tecnologie. L'italia sotto questo punto di vista è ultima nel mondo; non inventiamo più nulla di nuovo e competitivo sul mercato mondiale perché nell'epoca della tastiera e del mouse stanno ancora cercando di creare qualcosa con il cacciavite e il martello, ma dove andiamo così ? Il problema è che tutti (65enni inclusi) sono troppo affezionati a tenere attaccato il loro c**o sulla poltrona nonostante siano loro stessi consapevoli e consci di essere infinitamente poco produttivi. Ci vorrebbe un pizzico di buon senso anche da queste persone. Spero di aver chiarito il mio punto di vista. 

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Sì, l'hai chiarito direi e io, quando scrivi così, sono d'accordo con te.

:)

Mi piace questo tuo spirito combattivo e mi piace anche il tuo carattere sanguigno. Importante è che tu sappia sempre indirizzare il tutto verso il bersaglio giusto. E, molte volte, credimi, non è così facile! :)

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  • 2 weeks later...

Il sibilo del boomerang di ritorno comincia ad essere avvertito dai lanciatori. Il "geniale" trio governativo dell'Ente è riuscito nell'autentico miracolo di unire e compattare tutte le sigle sindacali e l'intero settore musicale. Forza e coraggio agli amici del Teatro dell'Opera di Roma.

http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2014/10/17/teatro-dell-opera-su-coro-e-orchestra-fuortes-1.1329757

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Ecco come a mio avviso, e con estrema asciuttezza, dovrebbero fare tutti quelli che sono intervistati da qualsivoglia giornale, radio o tv riguardo alle vicende dell'Opera di Roma. Ben fatto! Ma sento complessivamente ancora troppi silenzi e poca reazione.


http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Teatro-Opera-Roma-Rinaldo-Alessandrini-situazione-grottesca-cf236e6c-c33a-418c-b5a9-5bebc2974d4f.html

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http://www.lastampa.it/2014/10/29/spettacoli/muti-mai-pi-un-incarico-in-italia-sl4jq8nEgqvJzgRcm4oegJ/pagina.html

 

Ce ne faremo certamente tutti una ragione. Dopo l'assordante silenzio del maestro riguardo i licenziamenti di Orchestra e Coro all'Opera di Roma, questa è stata la sua prima dichiarazione pubblica. Gli artisti o presunti tali dovrebbero sempre tener presente tra i fattori che inevitabilmente incrociano la loro arte professionale ci siano i comportamenti e i rapporti sociali, questi hanno un peso sulla loro arte e sugli altri. Non dire nemmeno una parola di chiarezza su quella che per Sei anni è stata la sua Orchestra è oltremodo irritante e meschino, alla luce anche del fatto che molti illustri musicisti si siano "scomodati" nell' esprimere solidarietà e sdegno per gli avvenimenti all'Opera di Roma.

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Preso conto di tutte le discussioni finora tenute e gli attacchi a Muti anche io comunque da una parte lo capisco profondamente. 

Tra le righe Muti secondo me pensa questo: - Sono una persona seria, un professionista di fama mondiale, ho dato l'occasione all'Italia di potermi annoverare all'interno di un contesto musicale quanto meno disastroso cercando, anche grazie alla mia figura di risollevare le sorti della musica nel mio paese ma non ho ricevuto nessun aiuto che sia questo professionale, musicale o ideologico. Ogni volta che bisogna decidere qualcosa ci sono anni di burocrazia di mezzo. Tenetevi la vostra burocrazia, le vostre idealità perverse e cuocetevi nel vostro brodo. Mentre voi vi dimenate a trovare soluzioni fittizie prese da chi gioca a fare l'esperto perché non sa neanche allacciarsi le scarpe, io me ne andrò a riscuotere successi altrove, avete avuto la vostra occasione, mi avete visto questa volta e non mi vedrete più ! -

 

Vogliamo dargli torto ?

 

Mi sembra, senza esclusione di colpi, la stessa situazione che si venne a creare con Rubbia qualche anno fa quando si parlava di centrali per la produzione di energia alternativa. Parole parole parole di quel somaro di Casini e nulla di fatto. Rubbia che è una persona seria poteva sottostare ai giochi di Casini ? Ovviamente no, ecco perché ha costruito 40 delle sue centrali in Spagna in 2 anni con finanziamenti immediati e tanta voglia di fare. 

 

Quando osservo questi accadimenti mi convinco sempre di più di come l'Italia sia un paese di coglioni ! Da primi nella storia, primi nell'economia, primi nelle scoperte tecnologiche, siamo passati ad essere gli ultimi in tutto. Del resto quando si assapora il benessere ci vuole un attimo a rilassarsi sugli allori e cadere inciampando al primo gradino che si ripresenta. 

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Secondo me Simone ha detto delle cose sacrosante....concordo in tutto.  Il problema arte ( in questo caso la musica ), in Italia è solo 1 dei tanti problemi attuali che ci troviamo sulle spalle. Con la scusa dei soldi si è venuto a creare  un degrado di gusto totale ovunque. Da anni l'Italia non investe più in niente, nessun settore, e questo non fare niente , ha portato  allo sfascio di tutto. La distruzione della cultura ( e in questo caso l'arte in tutte le forme ) porta purtroppo al degrado ,  al disinteressamento verso ciò che è bello.... con la conseguenza che i nostri giovani se ne infischiano di Muti o altro, mostrando quanto il loro gusto sia decaduto . Abbiamo davanti uno scenario desolante, dove il nulla è protagonista.....ma io mi chiedo.....sono proprio necessari i soldi per fare arte? Guardiamoci indietro nei secoli. Nell'800 quando i più grandi artisti si ritrovavano nei salotti Parigini . Quando si esibivano mica venivano pagati...eppure in quei salotti dell'epoca la più "grande arte" era  protagonista. Capolavori venivano sfornati ogni giorno "gratis".....Mi rendo conto che oggi è diverso.... abbiamo bisogno di portare il pane da mangiare a casa ma anche prima avevano tutti lo stesso problema...ma mica smettevano di fare arte!!! Continuavano a comporre, a esibirsi, magari sottopagati, alcuni facevano proprio la fame...non mi fraintendete....non dico che sia giusto, per carità!!! Sarebbe giusto invece che una nazione capisca quanto l'arte sia necessaria ma se ciò non avviene un vero artista non deve assolutamente rinnegare ciò per cui ha studiato tanti anni, ciò per cui il suo temperamento, carattere, istinto la ha portato sin dalla nascita. Il talento è una cosa seria, il talento ha creato i geni, i capolavori.....ha fatto sognare nei secoli miliardi di persone. Il talento passa alla storia e ne rimarrà inciso per "sempre" . Tutti i musicisti non possono smettere per l'incapacità di chi ci governa....

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Anche io, concordo con Simone. Sono originaria della Russia ma vivo qui in Italia da più di 11 anni. Nel mio paese la cultura per il teatro e l'orchestra, da quel che so, è ancora viva. Anche il sistema di formazione musicale è uno dei più alti in tutto il mondo, tanto che il capo dell'associazione internazionale delle università, nel 2005 ha affermato che la cultura musicale russa ha delle tradizioni ricche in continua evoluzione e che la Russia dovrebbe essere orgogliosa del suo sistema di formazione musicale che potrebbe essere consigliato anche ad altri paesi. Con questo non voglio dire che la Russia sia d'esempio in tutto, perché come per ogni paese anche la Russia ha i suoi problemi, ma per quello che riguarda l'educazione, il suo sistema è di esempio. Il fatto che i teatri siano ancora popolati da molte persone è la naturale conseguenza dell'educazione ricevuta. Quando Simone porta l'esempio degli ottantenni frequentatori dei teatri italiani, come possiamo dargli torto? Le giovani generazioni preferiscono le discoteche e, credetemi, non ho mai conosciuto un ragazzo in discoteca che stesse lì perché appassionato della musica. L'unico scopo dei giovani in discoteca è quello di rimorchiare.

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