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Piano Concerto - Forum pianoforte

La solita questione... filologia o no


antares86
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Senza scomodare il pianoforte preparato, la corda del pf oggi come oggi si può percuotere (e si percuote) con i più fantasiosi mezzi. Facciamo evolvere la discussione: tu ascoltando una pallina da pingpong che rimbalza sulle corde a cosa penseresti?

Dimenticavo, chi ha detto che il pianoforte non si può pizzicare?

 

In realtà io non discuto lo strumento in se ... un concerto per pianoforte con pallina da ping pong che rimbalza per me sarebbe accettabile ... purchè venga suonato con la pallina da ping pong e non con una pallina da flipper per es.

 

vale lo stesso per il pianoforte pizzicato ... facciamolo pure, ma poi non deve essere suonato strisciando le corde ...

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Visto che si parla di fiati mi inserisco anche io

 

anch'io farei suonare il concerto con la tromba moderna ... ma sempre di tromba si tratta.

 

Mi spiace deluderti, ma a livello timbrico tromba a pistoni e tromba a chiavette non centrano proprio una mazza l'una con l'altra (altrimenti non sarebbero riconoscibili ad orecchio)...hanno in comune solo il nome :)
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Non mi ricordo chi l'aveva già scritto, forse Thallo

 

... ma resto comunque convinto che stravolgere un brano usando uno strumento troppo diverso dall'originale non sia corretto.

 

Non capisco che valore aggiunga una cosa "corretta" alla fruizione di un opera. Il giusto non è sinonimo di nulla in musica.

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Visto che si parla di fiati mi inserisco anche io

 

Mi spiace deluderti, ma a livello timbrico tromba a pistoni e tromba a chiavette non centrano proprio una mazza l'una con l'altra (altrimenti non sarebbero riconoscibili ad orecchio)...hanno in comune solo il nome :)

 

Come si capisce la differenza tra corno naturale e corno doppio. Il suono sarà anche di timbro diverso, ma restano sempre strumenti della stessa natura.

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Dimenticavo, soprattutto, chi stabilisce cosa è giusto? Francamente i pareri di Gould, András Schiff, Kissin (etc, se volete proseguo) mi sembrano già un eccellente referenza. Mi spiace dirlo ma solo un sordo non apprezzerebbe, per cui io del concetto di corretto francamente me ne infischio.

 

E' chiaro che quando parlo di corretto lo affermo in base a quanto farei o non farei io ... e non intendo corretto in senso di giusto, ma corretto in senso di rispetto per l'originale che può essere un sentimento che qualcuno percepisce e qualcuno no ... o semplicemente non gli interessa.

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anch'io farei suonare il concerto con la tromba moderna ... ma sempre di tromba si tratta.

 

faresti lo stesso con un concerto per clavicembalo e lo faresti suonare da un pianoforte con tutte le conseguenze del caso ?

 

Personalmente sì, prendendomi la responsabilità della scelta e giustificandola in qualche modo, a meno che non sia "tradizione" farlo. Tutto questo discorso sta degenerando, nel senso che esistono così tanti esempi nella storia, recente e antica, di adattamenti, trascrizioni, riorchestrazioni, che ho davvero l'impressione che stiamo tutti facendo le verginelle al tempio.

Mettiamo i discorsi sul piano pratico. Se arriva Pollini e ti dice che vuole suonare Scarlatti al pianoforte, cosa fai, gli dici di no? Se stai dirigendo un'opera lirica al Metropolitan di New York e ci sono i recitativi accompagnati al cembalo, ma il palcoscenico è così grande che i cantanti non sentono una cippa, cosa fai, mantieni il cembalo e mandi a p*ttane tutto il resto? Di ritorno da Pisa l'altra sera il maestro del mio coro ha tirato fuori un discorso dicendo che ci sono una ottantina di versioni diverse della Papae Marcelli, tutte più o meno coerenti con le pratiche esecutive delle varie chiese. Ora, mettendo da parte il fatto che nei secoli addietro i musicisti non avevano paura della propria ombra e se si trovavano nella necessità di ritrascrivere qualcosa lo facevano, come dice il mio maestro il punto non è capire quale versione è migliore, il punto è essere in grado di cantarle, o dirigerle, o suonarle tutte bene.

Nel mio percorso da cantante ho spesso cantato per studio arie scritte per soprano, o per baritono, o per qualsiasi altro tipo vocale. Ci sono registrazioni della Callas che canta pezzi per baritono e sono stupende, anche solo per il valore tecnico che hanno. In sostanza, se un concerto scritto per clarinetto viene meglio suonato da un violino, io sarei lietissimo di prendermi ogni responsabilità del caso e farlo suonare a un violino.

 

Ora non so se chi dice di fare filologia abbia queste stesse motivazioni, ma non sono sicuramente ideologiche, bensì dettate più che altro dalla correttezza verso la scrittura originale di un brano.

 

La "correttezza", come viene detto dopo, è ideologica. Il gusto personale no. Tu ci stai parlando del tuo gusto personale, ed è lecito, ma devi capire che è il TUO gusto personale, non è un criterio comune o giusto per tutto, e NON E' un criterio storico, perché è probabile che Haydn e Bach sarebbero stati in disaccordo con te.

Dal mio punto di vista, poi, questo deriva dalla NOSTRA visione e considerazione del testo musicale. La partitura non è una legge non lo è quasi mai stata. Le cose cambiano giusto nel '900, ma parlare di come Bach non vada eseguito al pianoforte è una cosa che ha a che fare solo col gusto, non con la prassi dei tempi di Bach, né dei tempi successivi a Bach.

 

 

 

E' chiaro che quando parlo di corretto lo affermo in base a quanto farei o non farei io ... e non intendo corretto in senso di giusto, ma corretto in senso di rispetto per l'originale che può essere un sentimento che qualcuno percepisce e qualcuno no ... o semplicemente non gli interessa.

 

La "correttezza" nel mondo della musica è un discorso veramente ricco di insidie... e alcune di queste insidie sono state portate avanti proprio dalla filologia musicale. Vorrei ricordare a tutti che la maggior parte delle partiture d'orchestra autografe sono zeppe di errori, che a volte venivano corretti dai copisti ma, in alcuni casi, sono stati tramandati senza correzione alcuna. So benissimo che questa è una questione diversa rispetto alla scelta di uno strumento solista per un concerto o di un organico per un ensemble, ma dovremmo valutare come spesso anche le scelte più capitali dipendano da contingenze. I compositori di una volta scrivevano per esecutori specifici, perché avevano a disposizione quelli. Molta musica veniva scritta "a secco", senza sapere quale sarebbe stato l'organico che l'avrebbe suonata, e solo dopo veniva orchestrata o strumentata. Che è un po' la ragione per cui alcuni concerti solistici barocchi hanno una lunga tradizione di riscritture autoriali: flauto, oboe e violino condividono molte pagine nella storia del concerto solistico... Ora, se neppure i compositori vivevano questo problema, perché dobbiamo viverlo noi?!

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Discussione stupenda (per me).

Discussione che ha preso una piega molto bella (utile, per me che ignoravo tante dette :)).

 

Quel poco niente che vi avrei potuto portare l'hanno detto Thallo e AbateFaria che mi hanno proprio tolto le parole di bocca parlando di "correttezza" e "gusto".

 

L'unica cosa che posso dire è che il diapason è una forcella d'acciao.

Sì... Ma: quale lega d'acciaio? Così: tanto per essere precisi.

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:) . . . sì, certo. L'accordatura. Si era capito.

Non tanto il temperamento. Ma proprio il diapason: la "stella polare".

La mia battuta, forse non azzeccata visto che si sa che il diapason-attrezzo è di acciaio armonico (ma il suono del diapason non dovrebbe essere privo di... armoniche!???), era per notare che se cinque o sette partecipanti (così a memoria) si sono fissati sull'aspetto timbrico probabilmente non è solo dimenticanza.

 

All'atto dell'ascolto (di un brano musicale, non dei rebbi che vibrano) l'altezza del diapason io non la distinguo.

Differenti temperamenti invece mi intrigano, come diverse spezie che, pur non riconoscendole, mi danno sensazioni gustative diverse nella stessa minestra mangiata molte volte (fuor di metafora: lo stesso Preludio-corale sentito e risentito). Di un pianoforte al posto di un cembalo... chi non se ne accorgerebbe?

 

La questione del diapason è una cosa seria. Non oziosa. Ma, a mio avviso, una questione 'a monte'. 'A valle' invece - all'atto dell'ascolto - perde di importanza.

Un po' come dire che cambia qualcosa nell'apprezzare le acrobazie di un pilota d'aereo sapere se egli con la sua strumentazione di bordo tiene conto del Nord magnetico, del Nord geografico, della stella polare o chissà quale altro riferimento.

 

Detto questo... magari era solo per dimenticanza che nessuno ha tirato in ballo il diapason.

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  • 2 years later...

Sul discorso relativo alla filologia penso che possa valere (consapevoli che un'esecuzione filologicamente perfetta non potrà mai esistere) su altri compositori ma non su Bach:

la maggior parte della musica di Bach è musica composta utilizzando il contrappunto (fughe,toccate... ricercare...), il concetto di contrappunto è un concetto che a mio avviso trascende dal concetto di scrittura strumentale idiomatica, è come se il timbro perdesse il suo significato a favore del concetto di linee melodiche, che a prescindere dallo strumento impiegato disegnano la musica.

é vero che  Bach aveva una grande conoscenza degli strumenti, e quando componeva per esempio per violino solo o violoncello solo teneva conto di una certa idiomaticità nella scrittura (corde vuote, arpeggi tipici degli archi...), ma anche qui il concetto di contrappunto prevale, Bach inventò il contrappunto ad una voce (che poi dava l'impressione di contenere più parti).

 

Prendiamo per esempio il fatto di eseguire Bach al pianoforte: quale è il problema? si capisco il fatto di voler eseguire Bach su strumenti della sua epoca e che lui ha utilizzato ma cosa c'è di male nelle esecuzioni di Glenn Gould? o di Schiff ? quando ascolto non penso al fatto che sia un pianoforte o un clavicembalo ma penso alle linee melodiche che si sovrappongono, che dialogano,che si imitano... 

 

Sugli strumenti a fiato penso che Bach utilizzasse trombe naturali solo perchè i pistoni non esistevano ancora, ma oggi che possiamo eseguire la sua musica senza tutti i problemi relativi all'uso di strumenti ad ottone naturali, perchè privarci di questa possibilità?

questo non significa che non debbano esistere anche esecuzioni con strumenti "d'epoca" ma che non è possibile stabilire che ci sia l'esecuzione scorretta o quella corretta filologicamente parlando.

 

Qualcuno, in questo topic scrive che il clavicembalo ben temperato non possa eseguirsi all'organo: non sono d'accordo, pensiamo alla fuga in do#minore a 5 voci dal libro primo per esempio, ma anche alla fuga in mi bemolle minore... con i giusti registri  il contrappunto viene disegnato senza alcun problema, ma molte altre fughe si prestano all'esecuzione organistica.

Questo non significa che la destinazione a cui pensava Bach non fosse il clavicembalo ma che è musica talmente assoluta che privarci di poterla eseguire all'organo mi sembra un pò esagerato.

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