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Piano Concerto - Forum pianoforte

Partendo da una melodia - 2014


Frank
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Il lavoro di Frank mi piace perché, come ho avuto di dirgli, mi ricordo Des Abends di Schumann per come percepisco la ritmica.

Oltre a questo anche se breve, non da prima del previsto la sensazione che una frase stia per finire, ma rimane in sospeso in modo equilibrato, che è appunto, immagino e penso, la caratteristica più difficile da imprimere ad un pezzo, perché se è indubbio che a tutti o quasi vengono in mente melodie più o meno funzionali e meritevoli di sviluppo (secondo differenti pareri), il difficile sta proprio nello svilupparle.

 

 @Gassy per me ti rimane una strana sensazione non per la lunghezza del pezzo (parlo del mio in questo momento), ma forse semplicemente non ti piace e non ti "prende", posso capirlo, già a me stesso fa un effetto che quasi stanca, figuriamoci ad altri (anche se Bianca ha detto che gli è piaciuto).

Quel qualcosa che manca sicuramente è la compattezza, il profilo scorrevole, la capacità di mantenere una certa tensione. Certamente rispecchia molto la mia "indecisione", il non sapere dove andare a parare sia nella vita in genere che nelle attività che svolgo (non tutti sanno subito e da sempre quello che possono e vogliono fare, diciamo che ero più convinto anni fa prima di dover fare troppe cose che non non avrei voluto, e questo stanca mentalmente). 

Ora mi ritrovo (come quasi sempre, e non riesco a spezzare la catena) a scrivere un altro pezzo (ne ho un pò in preparazione), cercando di essere "diligente" e verificare almeno in quale ambito tonale (se è tonale) mi stia muovendo, e mantenere una suddivisione ritmica che mantenga una certa unitarietà di sviluppo, ma i contrasti sussistono, come l'avere in mente passaggi già definiti (spesso è così), e al momento di scrivere trovare altre soluzioni che comunque mi portano fuori strada, e lì aumentano i problemi, è una costante. Quindi questo è uno dei motivi per il quale certi pezzi risultano frammentati, come se fossero diverse sezioni messe assieme, senza però avere e dare un senso di unità al tutto.

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@Gassy

 

sicuramente la 2a versione è più felice e ci sono spunti per qualcosa di molto interessante. Io andrei avanti, stando molto attento all'equilibrio tra staticità e movimento e, anche, all'equilibrio tra le dissonanze che creano atmosfera e le parti melodiche, per non creare un patchwork incoerente.

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rstrauss: ho ascoltato due volte, ho cercato di non farmi condizionare dal timbro del violino, immaginando una vera esecuzione. Dell'arpeggio al pianoforte alcune soluzioni mi piacciono, altre un pò meno, perché ripensandolo, almeno io, sento la "necessità" di introdurre in alcuni punti dei passaggi che non mi aspetterei, facendo attenzione a non uscire troppo dagli schemi, non sto dicendo che l'arpeggio è scontato, assolutamente, perchè immagino come possa riuscire gradevole con una vera esecuzione, ma intendo ad esempio il ritardo della fondamentale per alcuni arpeggi, almeno questa è una sensazione che ho, mi avrebbe lasciato un pò più sull'attesa. Metti in conto che devo anche vedere lo spartito e sono con il telefono ora. Solitamente (e questa è, lo ammetto, una cosa che mi porta a volte fuori strada) mi piace usare note estranee all'accordo che sto usando, però sono combattuto tra la "sicurezza" che da una successione di note dello stesso accordo e/o una successoone di accordi che filano, e note o accordi che contrastano o comunque danno l'impressione di non arrivare al punto. Nella parte centrale, da 2:43" a 4:09" ho "atteso" (a mio parere) tanto, questo nonostante si percepisce (altrettanto) una struttura formale alla base del tutto. Sicuramente per come lo vedo, avrei anticipato la ripresa del tema, rischiando di averlo troppo a ridosso della seconda ripresa, a circa 1:30". L'impressione globale è buona, questo anche se lo percepisco anche troppo lungo.

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@Rstrauss
A parte quanto già detto da Piccinesco, a me quello che sorpende è che delle tantissime risorse della viola tu abbia usato solo l'arco...anche in punti dove ad esempio la scrittura si prestava più a pizzicati.

Ok per le barzellette sui violisti ma visto il minutaggio del brano potevi decisamente "osare" più a livello timbrico.

Il brano a tratti mi piace a tratti meno, forse la forma ti ha un po' ingabbiato. Forse in alternativa si poteva optare per una composizione a pannelli.

Ovviamente questo è il mio personalissimo parere

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@Frank

In questo brano c'è tutto Frank che come caratteristica principale ha quella di prendere poco materiale e farlo rendere al meglio ...illustre predecessore Brahms.

 

Non ho nulla da dire in senso tecnico ... il brano fila a livello tecnico non è nemmeno troppo difficile da suonare e questa volta il pianoforte è stato sfruttato molto bene.

 

Il secondo tema è chiaramente ricavato dal primo, il che rende il brano quasi monotematico, dove comunque si capisce al volo la tripartizione.

 

Premetto che non conoscevo il brano originale di Faure, quindi giudico senza condizionamenti. L'unica cosa che mi sento di dire è che avrei gradito moltissimo alla mano sinistra una seconda voce che dall'interno accompagna la voce solista. Poi nell'episodio conclusivo dove il tema finisce al basso e li sta bene da solo.

 

Dopo aver ascoltato l'originale a parte l'evidente somiglianza dell'accompagnamento alla destra con pausa 1/8 e nota trovo ilo brano di Frank molto più intimo anche se armonicamente più elaborato. L'ho suonato un paio di volte e devo dire che mi è proprio piaciuto.

 

Come sempre comunque complimenti Frank.

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@Rstrauss

A parte quanto già detto da Piccinesco, a me quello che sorpende è che delle tantissime risorse della viola tu abbia usato solo l'arco...anche in punti dove ad esempio la scrittura si prestava più a pizzicati.

 

Ok per le barzellette sui violisti ma visto il minutaggio del brano potevi decisamente "osare" più a livello timbrico.

 

Il brano a tratti mi piace a tratti meno, forse la forma ti ha un po' ingabbiato. Forse in alternativa si poteva optare per una composizione a pannelli.

 

Ovviamente questo è il mio personalissimo parere

In merito alla viola mi riprometto di farlo suonare ad una mia collega e farmi dire dove rende meno ... il pizzicato lo avrei visto bene a batt. 72-75 ... ci ritornerò sopra.

 

In merito alla forma ... ho scelto la forma classica della romanza, con il tema che ritorna, in secondo tema contrapposto e un episodio con più climax verso i tre quarti del brano.

La forma a pannelli per me è ancora sconosciuta, magari con la prossima ci provo.

 

Comunque grazie per la recensione.

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La forma a pannelli per me è ancora sconosciuta, magari con la prossima ci provo.

Potrebbe essere più semplice del previsto, valutando anche com'è strutturato questo tuo brano. Visto che ti è piaciuta la romanza di Frank, pensa a come ha gestito lui la tripartita. Da un lato è un ABA', ma dall'altra sono esattamente 3 pannelli, nonostante le sospensioni, anche fra B e A', si chiude un capitolo e se ne riapre un altro. Certo, per rendere poi brano unitario serve il manico, ma la differenza fra i due approcci non è poi così distante.

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@Frank

In questo brano c'è tutto Frank che come caratteristica principale ha quella di prendere poco materiale e farlo rendere al meglio ...illustre predecessore Brahms.

 

Non ho nulla da dire in senso tecnico ... il brano fila a livello tecnico non è nemmeno troppo difficile da suonare e questa volta il pianoforte è stato sfruttato molto bene.

 

Il secondo tema è chiaramente ricavato dal primo, il che rende il brano quasi monotematico, dove comunque si capisce al volo la tripartizione.

 

Premetto che non conoscevo il brano originale di Faure, quindi giudico senza condizionamenti. L'unica cosa che mi sento di dire è che avrei gradito moltissimo alla mano sinistra una seconda voce che dall'interno accompagna la voce solista. Poi nell'episodio conclusivo dove il tema finisce al basso e li sta bene da solo.

 

Dopo aver ascoltato l'originale a parte l'evidente somiglianza dell'accompagnamento alla destra con pausa 1/8 e nota trovo ilo brano di Frank molto più intimo anche se armonicamente più elaborato. L'ho suonato un paio di volte e devo dire che mi è proprio piaciuto.

 

Come sempre comunque complimenti Frank.

 

Grazie RStrauss per il commento e i complimenti...alludere a Brahms e risultare più intimo di Faurè in un laboratorio proprio sulla melodia forse è eccessivo, ma capisco le intenzioni; veniamo ai punti:

 

A pelle ho sempre evitato il tipo di Texture di questo brano di Faurè, ho sbagliato a non essermi mai misurato con la stessa...a conferma che misurarsi con brani d'autore è sempre prezioso e diciamo che conoscendomi, contrappuntare una contromelodia (soluzione non scelta da Faurè) mi avrebbe solo facilitato il lavoro. Sul tema solo al basso diciamo che mi è venuto un attacco di "Horror vacui" :).

 

La facilità di esecuzione è stata ricercata in quanto ho voluto pensare questo brano per i giovani pianisti che tecnicamente possono fare i conti su 3 difficoltà mirate; appunto la texture dell'A in controtempo, i salti melodici della sinistra del B che appunto accompagnano anche la ricomparda del tema nella texture originale e l'agogica, che nell'interpretazione proposta è ottimamente gestita. Bravo Simone! Approfitto per ringraziarlo per il lavoro che ha fatto.

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Ho ascoltato il brano di RStrauss ma non ho ancora guardato la partitura. I diversi episodi mi sono piaciuti ma il punto è prorpio questo. A orecchio alcuni mi sono apparsi un po' "diversi" o comunque un po' distanti. NOn dico che tutto debba essere consequenziale, ne avamo parlato, ma è come se sentissi che non sono di fila. Ad esempio gli episodi che arrivano a 1:12, a 2:12.
Forse è solo un problema di cucitora, estinzione del materiale o preparazione. Chi lo sa?

Interessante l'idea del duo, sbaglio o non ho sentito grossi dialoghi fra i 2 strumenti. Io questa cosa l'avrei sfruttata di più

Nell'insieme comunque + un lvoro piacevole che si lascia ascoltare :)

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Grazie Bianca per il tuo intervento, chiaramente il B del brano è totalmente mio e si sente ma la mia melodia è ricavata dall'A (sempre come nel mio stile). Per quanto riguarda il dopo 26, da un lato penso che il gioco sia bello quando dura poco (ed un altro giro mi avrebbe irritato) e sarebbe stato troppo prevedibile... dall'altro a 29 voglio sentire la ripresa.

 

Purtroppo non ho capito a quale lab con il sol al basso ti riferisci.

 

Se per dopo 34  intendi la preparazione della ripresa dell'A (34-37), penso che il tempo tiranno non centri nulla, è stato scelto . In un brano semplice come questo (come dicevo, rivolto a giovani pianisti) anche il cambio di passo arromico fa la differenza e in realtà fa sempre la differenza. In questo caso, con la complicità dell'agogica, è anche una soluzione molto raffinata che crea molta aspettativa rispetto al mib del primo tema (che viene riproposto nel registro del vc) ma che allude anche ad un'ipotetica chiusura dell'arpeggio che chiude il B. Almeno, io l'ho sentita e cercata così.

 

Scusa per il ritardo Frank, ma ho accompagnato degli amici a Lourdes e sono tornata solo stanotte dopo una decina di giorni senza tecnologia :P .

il Lab a cui mi riferisco è l'accordo in battere di 28. Mi sono riletta il discorso e ho visto che anche tu hai qualche dubbio su quel passaggio. Puoi vederlo come Lab o Sol#, ma (al mio orecchio) non suona proprio come un accordo di dominante (che comunque non mi piacerebbe neppure in quel punto - come ti ho detto mi piace l'idea dello schema di accordo - accordo incompleto), al limite può essere un Sol# con settima maggiore e la quinta abbassata (che non so come si chiama). Il motivo per cui di ho detto che in quel punto mi aspetterei piuttosto un Do in secondo rivolto (maggiore o minore che sia ) è proprio perché ho in interpretato il Lab7 come una sesta eccedente (ho detto che l'orecchio se l'aspetta - non che io l'avrei messa ;) ). Ovviamente è solo un parere personale e un'altra strada è quella di non passare per il Lab7...

 

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Grazie Bianca per la precisazione, io in realtà so perchè non mi piace l'accordo che ho scritto :D

 

Non tanto perchè è scontato o errato (come dicevo) ma perchè nel contesto armonico che ho scelto, la sesta tedesca arriva come il "digerire" silenziosamente (ma digerire) durante un momento intimo fra due fidanzati. A corollario di tutto, da un approfondimento che avevo fatto qualche anno fa sull'armonia di Faurè, è saltato fuori che usa rarissimamente la sesta tedesca. Ognuno ha le sue esigenze.

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In generale per il laboratorio non ho ancora speso un mio commento sui brani, questo dipende dall'assoluta mancanza di tempo di questo momento che mi inpedisce di formulare ordinatamente il mio parere, ammesso che interessi. Ho ascoltato e mi sono segnato degli appunti.

 

Comunque sono contento che ci sia stata una buona condivisione da parte di tutti e speriamo nel prossimo lab di fine ottobre.

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@Bianca

 

scusa se rispondo in ritardo, ma mi era passato di mente :wacko:

>Nonostante l'alternanza di piunti troppo dissonanti rispetto ad altri molto consonanti, in generale mi risulta gradevole..

 

La convivenza di questi differenti aspetti è una cifra che ricerco quasi sempre in quello che scrivo (anche se in questo caso è molto mitigata): è in genere abbastanza ostica da digerire, sia dal punto di vista "formale" che da quello "percettivo", soprattutto per un orecchio molto allenato, e che può confondere facilmente le idee :huh:

 

>Non ho capito il VI all'inizio cosa indica.

 

il VI all'inizio indica il grado. Il titolo del brano si riferisce al circolo delle quinte. Come avrai notato il numero romano compare all'inizio di ogni sezione. Per esempio sulla prima battuta ti dice che sei partita in Sol minore (di cui Mib è il sesto grado) e non i Sib. Inoltre ho cercato di impostare le diverse sezioni (quasi ^_^ ) sempre sul sesto grado.

 

Comunque ti ringrazio per l'apprezzamento.

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Grazie Bianca per i chiarimenti, riflettevo...non pensi sia un po' schematico come metodo?

 

e dovrebbe essere un bene o un male, a tuo avviso ? 

un metodo è per definizione schematico (ma forse non ho capito bene cosa intendi :) )

o forse intendi che lo schema è molto semplice? ma anche in questo caso, dovrebbe essere un bene o un male?

cosa può far ritenere a priori che uno schema  tipo a1, a2, a3,... sia peggiore o migliore di uno schema A, B, A. Nel qual caso, non è soltanto lo schema formale a rendere valido o meno un oggetto musicale, ma come questo schema viene implementato....

oppure intendi qualche altra cosa :blink: ?

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