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Piano Concerto - Forum pianoforte

Critiche a L.Pavarotti


GILDA
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L'altro giorno ho letto un'articolo scritto da un critico musicale italiano che ammazzava  duramente Luciano Pavarotti. Ha detto un sacco di cose brutte su di lui: che era aritmico, analfabeta musicale e che avrebbe fatto perdere la pazienza a moltissimi direttori d'orchestra

e che anzi, qualcuno di questi, si sarebbe pure rifiutato di dirigerlo...Ci sono rimasta così male! ....Capisco che potesse rimanere antipatico a qualcuno ma addirittura trattarlo in quella maniera ce ne corre....quel tizio sa forse cosa vuol dire essere aritmici? E' praticamente impossibile fare musica ed essere aritmici....Io non canto e non sono una esperta di questa disciplina però mi sembrava così bella la sua voce e lo reputo un grandissimo tenore....il suo timbro per me era così bello , chiaro e pulito come quello della Callas , e mi sembrava che cantasse come Beniamino Gigli....e che forse si rifacesse a lui .Come mai queste dure critiche? E anche vero che i più grandi artisti sono sempre stati soggetti a aspri giudizi: Verdi non fu bocciato forse al conservatorio? Ho letto che pure Mozart in un esame di composizione gli misero un 6, la musica di Chopin da alcuni fu considerata " non musica ".....Liszt fu respinto al Conservatorio da Cherubini....e chi più ne ha più ne metta! E' invidia? ....perché in Italia non riusciamo ad accettare e valorizzare ciò che abbiamo di più prezioso? Se Pavarotti fosse stato Tedesco o Americano forse ......

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Pavarotti aveva dalla sua una voce estesa, fresca e luminosa e una tecnica attenta alla copertura delle note in zona di passaggio. Inoltre è nato in una terra dove il melodramma è radicato nella cultura popolare e ha "respirato" l'aria dell'opera anche in famiglia ( il padre era un apprezzato tenore dilettante). Questi fattori, uniti a un temperamento estroverso e gioviale, contribuirono a creare uno dei maggiori tenori del novecento ma anche un personaggio che esorbitava dall'ambito strettamente lirico, per divenire un divo internazionale, un rappresentante positivo dell'italianità nel mondo.
Come cantante lirico fu di prima grandezza anche se non si può annoverarlo fra i primissimi di sempre.

Per fare qualche esempio, la tecnica presentava qualche lacuna nella fonazione delle mezze-voci, la dizione, ottima in italiano, era approssimativa nelle lingue straniere, il gusto, specie nella seconda metà della carriera, talora indulgeva a una platealità a buon mercato.
Ma nei primi quindici anni di carriera il colore previlegiato unito a una sommaria ma rigorosa sobrietà stilistica portarono a risultati straordinari

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Sono d'accordo con entrambi; aggiungo solo che Pavarotti aveva un orecchio formidabile (altro che "aritmico"!), cosa che gli permetteva di imparare le parti con facilità, anche senza una accurata analisi dello spartito. Ha cantato con i maggiori direttori del suo tempo; può darsi che a qualcuno non sia piaciuto, ma senza dubbio con molti di loro ha realizzato produzioni e registrazioni memorabili.

 

A me era molto simpatico (lo ho anche conosciuto di persona), però effettivamente negli ultimi anni ha assecondato forse troppo questo gusto un po' "kitsch", vòlto ad assecondare un pubblico vasto e non acculturato: forse per questo ha suscitato alcune reazioni negative. Ma i suoi meriti artistici restano indiscutibili, secondo me.

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io sono d'accordo e in disaccordo, su punti diversi.

Prima di tutto dico che probabilmente Gilda ha letto un articolo di Paolo Isotta, famoso critico, tutt'ora in attività, che fece scandalo dicendo di tutto e di più su Pavarotti, anche post-mortem. Che dire, Isotta è odiato da praticamente tutti quelli che conosco, perfino i colleghi critici ne parlano male, ma se si vuole combattere le opinioni critiche sbagliate bisogna farlo coi dati. E la carriera di Pavarotti dimostra, di per sé, che Pavarotti non era aritmico (ammettendo che questo significhi qualcosa). Pavarotti era figlio di una tradizione didattica, che resiste tutt'ora, che vuole i cantanti "ignoranti" dal punto di vista musicale. Anche oggi molto spesso i cantanti non studiano veramente sugli spartiti, ma "col tastino", ovvero con un pianista accompagnatore che in lunghe ore di studio cerca di insegnare "a orecchio" la parte. Per i canoni attuali, questo è un difetto pesante, ma soprattutto in Italia la cosa viene ancora "sopportata" se dall'altra parte ci sono doti canore degne di nota. 

Pavarotti aveva doti canore eccezionali. Tanto che mi trovo in totale disaccordo con Luciano quando dice che Pavarotti non era tra i cantanti di prima fascia, tra i "primissimi di sempre". Pavarotti è stato senza alcun dubbio uno dei più grandi tenori della storia, per l'impatto che ha avuto sul mondo del canto e dell'opera, per la bravura tecnica e per le doti vocali. Dal mio punto di vista ci sono delle argomentazioni che funzionano come "cartine di tornasole". Per capire quando un cantante è stato davvero un grande cantante, secondo me bisogna trovare almeno un ruolo in cui lui è stato d'esempio. Il repertorio di Pavarotti non era vastissimo, oggi un tenore in carriera internazionale avrebbe in repertorio molti più ruoli. Ma Pavarotti è passato alla storia per essere praticamente il miglior Pollione (Norma) di sempre, tendenzialmente uno dei migliori tenori belliniani di sempre (anche se il discorso è particolare, perché l'interpretazione di Bellini è cambiata molto negli anni), uno dei migliori Nemorino (Elisir d'amore) di sempre, l'artefice principale del ritorno de La fille du regiment (Donizetti) in repertorio, uno dei migliori Andrea Chenier di sempre (ed è pazzesco, considerato che la cantavano i tenori spinti), probabilmente il miglior Rodolfo di sempre (e considerato che Bohéme è un'opera stracantata, parliamo del migliore fra migliaia) e sicuramente il miglior Riccardo (Un ballo in maschera) di sempre. 

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Sono d'accordo con Thallo.....che ha anche azzeccato in pieno l'articolo che ho letto: era infatti di Isotta. Ripeto che non sono esperta di questa disciplina però ho avuto la fortuna di ascoltare una vecchia registrazione del  1972 al Metropolitan di New York , e ,(guarda caso ) con Pavarotti in " La fille du regiment (Donizetti).....allucinante...a me è sembrato un mostro di bravura,da far accapponare la pelle. Quei 9 do presi con tutta naturalezza, con una limpidezza e una grazia assoluti...ma a parte gli acuti ecc...la sua voce, il suo timbro.....è difficile trovarne e chissà quanto dovremo attendere per veder nascere astri di questo calibro. Comunque mi stupisce che si possano dire cattiverie  quando sono in netto contrasto con l'opinione di quasi tutti, portando come scusa il fatto che sminuisse l'arte andando per stadi di qua e di là. Ho la sensazione che è la solita invidia verso i grandi....purtroppo ....e come sempre ci scontriamo lì. Non penso che Pavarotti abbia tolto nulla alla musica, anzi ha dato tanto. Un'altra registrazione che ho avuto la grazia di ascoltare è la Messa da Requiem di Verdi insieme anche a Renata Scotto , diretti dal nostro caro Maestro Abbado: anche li un portento. Come può Isotta dire che era aritmico ( non aveva senso del ritmo...cosi dice lui ), in una Messa da Requiem come quella di Verdi è impossibile eseguirla non avendo senso del ritmo. Le sue entrate ( anche improvvise ) erano perfette, cos'ì come le pause. I dialoghi erano chiari e perfetti sia nel fraseggio e nel rispetto della musica.....E leggeva chiaramente lo spartito , girando le pagine al momento giusto e cioè insieme a tutti gli altri e quindi non può essere stato un analfabeta musicale. Per me sono queste critiche cattive che tolgono molto all'arte non dando il giusto merito ad un grande artista come Pavarotti...io ho avuto solo la sfortuna di non averlo potuto ascoltare dal vivo

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... e in effetti io sono stato abbastanza preciso :)

 

non mi riferivo a te con quella frase :-) era un modo per dire che, a prescindere dalla simpatia o antipatia che si possa avere per Isotta (che anche a me sta antipatico), il modo migliore per contrastare un'opinione critica avversa è portare dati a favore della propria opinione :-)

 

Sono d'accordo con Thallo.....che ha anche azzeccato in pieno l'articolo che ho letto: era infatti di Isotta. Ripeto che non sono esperta di questa disciplina però ho avuto la fortuna di ascoltare una vecchia registrazione del  1972 al Metropolitan di New York , e ,(guarda caso ) con Pavarotti in " La fille du regiment (Donizetti).....allucinante...a me è sembrato un mostro di bravura,da far accapponare la pelle. Quei 9 do presi con tutta naturalezza, con una limpidezza e una grazia assoluti...ma a parte gli acuti ecc...la sua voce, il suo timbro.....è difficile trovarne e chissà quanto dovremo attendere per veder nascere astri di questo calibro. Comunque mi stupisce che si possano dire cattiverie  quando sono in netto contrasto con l'opinione di quasi tutti, portando come scusa il fatto che sminuisse l'arte andando per stadi di qua e di là. Ho la sensazione che è la solita invidia verso i grandi....purtroppo ....e come sempre ci scontriamo lì. Non penso che Pavarotti abbia tolto nulla alla musica, anzi ha dato tanto. Un'altra registrazione che ho avuto la grazia di ascoltare è la Messa da Requiem di Verdi insieme anche a Renata Scotto , diretti dal nostro caro Maestro Abbado: anche li un portento. Come può Isotta dire che era aritmico ( non aveva senso del ritmo...cosi dice lui ), in una Messa da Requiem come quella di Verdi è impossibile eseguirla non avendo senso del ritmo. Le sue entrate ( anche improvvise ) erano perfette, cos'ì come le pause. I dialoghi erano chiari e perfetti sia nel fraseggio e nel rispetto della musica.....E leggeva chiaramente lo spartito , girando le pagine al momento giusto e cioè insieme a tutti gli altri e quindi non può essere stato un analfabeta musicale. Per me sono queste critiche cattive che tolgono molto all'arte non dando il giusto merito ad un grande artista come Pavarotti...io ho avuto solo la sfortuna di non averlo potuto ascoltare dal vivo

 

Sullo spartito, beh, ci sono livelli e livelli di lettura ;-) ti assicuro che Pavarotti leggeva male :-) ma erano cavoli suoi. Come dire, se io avessi una stramba allergia per la carta, sono problemi miei, studierò in modo diverso, l'importante è che il risultato del mio studio sia accettabile. Se Pavarotti poteva permettersi di studiare con degli assistenti e il risultato era comunque di spicco, allora buon per lui! Di certo ha avuto la decenza di non cantare repertori troppo difficili musicalmente parlando. Ma parliamo comunque di una persona che cantava tutti i giorni nei più grandi teatri del mondo. Bisognerebbe capire cosa significa tutto questo prima di dare giudizi sprezzanti come Isotta... 

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