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Piano Concerto - Forum pianoforte

Sei quartetti per archi Anhang 2


OrlandiArmando
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Ciao a tutti.

 

Riprendo a scrivere, dopo un certo tempo, per un splendida notizia (che non sarà l' unica notizia strepitosa di quest' inizio 2014, per fortuna) Inedita, come sempre sensibile alle novità e alle Rarità Beethoveniane, renderà disponibile, nella primavera 2014, i Sei Quartetti Anhang 2. Interpreti dei quartetti saranno Stefano Tedesco, Primo violino, Giovanni Panascia, Violino secondo, Stefano Azzolina, Viola e Virginia Fiorini, Violoncello. Questi valenti musicisti formano l' Anton Eberl String Quartet. (Anton Eberl fu un grande musicista pressoché contemporaneo di Beethoven; ebbe la sfortuna di morire giovanissimo; sarebbe interessante riscoprire la sua vasta produzione) Ecco in anteprima la cover ed anche la promo tratta dal numero di dicembre di RivistaMusica. :

 

http://www.lvbeethov...Anhang2.html#A2

Dopo 5 anni dal mi incontro con Michel Rouch, dopo 4 anni dalla wp di Genova, ecco un enorme risultato. Gli studi di ricerca sono stati lunghissimi; in calce potete leggere parte del libretto che ho scritto; credo che ad oggi siano le notizie più approfondite sull'argomento da (e non DOPO) gli studi del De Saint-Foix.

 

A presto!

A-------------------------------------------------------------

 

Un viaggio lungo ed avventuroso: la complessa storia dei Quartetti Anhang 2

 

Kinsky - Halm Anhang 2 (1955) / Hess Anhang 7 / Bruers 300 (1951) / Biamonti (1951) 26 Biamonti (1968) Nota aggiunta 11-44 / Kochel - Einstein Anhang 291a (nel 1935) - C 20-05. (dal 1969).

 

Le ultime informazioni moderne, prima delle nostre ricerche, riguardanti questi quartetti si devono al musicologo Giovanni Biamonti, che le cita nel suo catalogo del 1968 ( Giovanni Biamonti, catalogo cronologico e critico di tutte le opere di Beethoven, Torino, ILTE, 1968), che cito testualmente: "Si trovano nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Attribuiti una Volta a Mozart, poi, Dal De Saint Foix, a Beethoven . Autenticità molto dubbia". Laconico commento per un musicologo che, pubblicando qualche anno prima una prima versione di detto catalogo (Giovanni Biamonti, catalogo cronologico e critico di tutte le opere di Beethoven, 1781 – 1800 Roma, 1951), ne parla molto dettagliatamente da pagina 33 a pagina 39, indicandone anche tutti gli incipit tematici.

 

I quartetti furono menzionati per la prima volta nel 1893, dal famoso editore italiano, residente a Vienna , Augusto Artaria. Difatti, pochi mesi prima della sua morte avvenuta nello stesso 1893, Artaria decise di compilare un inventario dei manoscritti presenti negli archivi della sua casa editrice, avendo stabilito che quello redatto da Guido Adler tre anni prima fosse troppo succinto e vago nella forma.

 

Eccoli dunque comparire quindi con il numero di inventario 92i ,: "6 Quartette für Violin; zweifelhaft ob von Mozart componirt Nicht gestochen . "

 

Quando l’ illuminato editore morì, il figlio vendette sue collezioni ai migliori offerenti; le parti di questi quartetti furono così acquistati dal professor K. Köster , medico di Bonn, il quale fece in tempo a realizzare la partitura di quattro di queste opere, donando le parti originali alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino.

 

Köster morì nel 1913 e Karl Max Poppe, antiquario di Lipsia, curò la vendita delle collezioni del defunto. Al numero di incanto 2181 ecco apparire i nostri quartetti: - ( angeblich! ) 4 Quartette, (C, Fm , Es . G ) f. 2V , Va., Vc, aus der Artaria'schen Sammlung ( Jetzt Kgl . Bibliothek, Berlin) aus den Stimmen in Partiiur gesetzt Moderne Äusserst sorgfâltige Handdschrift fol . br Unveroffentlicht 22.50 (Poppe: Lager - Katalog No. 6 , p . 79 - Lipsia - 1913).

 

Due musicologi francesi , Theodore Wyzewa e Georges de Saint - Foix , preparando una vita di Mozart , acquisiscono la proprietà delle quattro partiture. Disgraziatamente, lo scoppio della prima guerra mondiale e la morte di Wyzewa nel 1917, non permisero lo sviluppo di quest’ ambizioso progetto. Alla fine del conflitto, il conte di Saint- Foix continuò da solo al lavoro sulla biografia di Mozart , e, infine, cominciò il primo serio esame delle copie di Koster.

 

Ed ecco la svolta: nel 1923 Saint- Foix pubblicò un articolo sulla Rivista Musicale Italiana: "Nouvelle contribution à l’étude des œuvres inconnues de la jeunesse de Beethoven".

 

Beethoven! Ovviamente, per il ricercatore, questi quattro quartetti non sono Mozart , ma di Beethoven! Furono scritti prima del 1792, cioè prima che Beethoven lasciasse definitivamente Bonn , quando ancora suonava la viola nell'orchestra della Cappella Elettorale ...

 

Grazie alla conoscenza di quest’ articolo, ed in previsione della ricorrenza del centenario della morte di Beethoven, Heinrich Wollheim , membro dell'orchestra da camera dell' Opera di Berlino realizzò una nuova edizione delle parti dei quartetti, fra l’ agosto e il settembre 1926. Anche in questo caso, non si ebbe però nessun pubblico concerto.

 

Alla fine dello stesso anno, il francese Prunieres Henry, direttore de "La Revue Musicale" , fece richiesta di una copia degli ultimi due quartetti alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino, e prontamente la sottopose a giudizio del de Saint- Foix che, una volta studiatola, ne fece relazione nel suo articolo del primo Aprile 1927 : "Une nouvelle révélation de la jeunesse de Beethoven". La conclusione dello studioso, circa l’ attribuzione, è che, essendo opere giovanili , è normale trovare , accanto ad alcune formule compositive tipicamente Beethoveniane, anche di Mozart , Haydn , Boccherini , di Kozeluch , ecc .

 

Un esempio : il primo movimento del quartetto Anhang 2 numero 1 utilizza un tema già presente nel Quartetto per pianoforte dello stesso Beethoven ( WoO 36 , No. 3 ), del 1785. Tuttavia, questo tema appare molto simile anche in un altro quartetto apocrifo Mozart ( Anhang C 20-07 ) ...

 

Dal 1927 più nulla. Perdute le partiture di Koster e Wollheim , scomparse le copie di Prunières. Durante l'ultima guerra mondiale, le collezioni della Biblioteca di Berlino furono nascoste in diverse piccole località della Germania . Non tutto fu recuperato, ma per fortuna le copie originali dei quartetti ritornarono al loro posto nel 1946.

 

La formidabile ricerca si conclude col nuovo millennio: il musicologo francese Michel Rouch richiede le copie originali alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino nel 2006; ne appresta un’ edizione a stampa privata per concerto pubblico, che si tenne a Genova, presso la chiesa di San Siro di Struppa, (limitatamente ai quartetti 1,2, e 4) Il giorno 8 maggio 2010, alle ore 20,30, previa una ricognizione approfondita sulla partitura da parte del Maestro Graziano Denini. In quell’ occasione la prima esecuzione assoluta fu affidata al Quartetto Arconauti, presenti il sottoscritto ed il summenzionato Ruch.

 

La nuova richiesta di microfilm alla Deutsche Statsbibliothek arriva nel marzo 2011, a cura del Dott. Luigi Bellofatto. Il materiale, passato alla Casa Discografica Inedita è la sorgente per la presente edizione discografica.

 

 

 

Armando Orlandi

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Ciao a tutti.

 

Riprendo a scrivere, dopo un certo tempo, per un splendida notizia (che non sarà l' unica notizia strepitosa di quest' inizio 2014, per fortuna) Inedita, come sempre sensibile alle novità e alle Rarità Beethoveniane, renderà disponibile, nella primavera 2014, i Sei Quartetti Anhang 2. I

 

http://www.lvbeethov...Anhang2.html#A2

Dopo 5 anni dal mi incontro con Michel Rouch, dopo 4 anni dalla wp di Genova, ecco un enorme risultato. Gli studi di ricerca sono stati lunghissimi; in calce potete leggere parte del libretto che ho scritto; credo che ad oggi siano le notizie più approfondite sull'argomento da (e non DOPO) gli studi del De Saint-Foix.

 

 

 

Le ultime informazioni moderne, prima delle nostre ricerche, riguardanti questi quartetti si devono al musicologo Giovanni Biamonti, che le cita nel suo catalogo del 1968 ( Giovanni Biamonti, catalogo cronologico e critico di tutte le opere di Beethoven, Torino, ILTE, 1968), che cito testualmente: "Si trovano nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino. Attribuiti una Volta a Mozart, poi, Dal De Saint Foix, a Beethoven . Autenticità molto dubbia". Laconico commento per un musicologo che, pubblicando qualche anno prima una prima versione di detto catalogo (Giovanni Biamonti, catalogo cronologico e critico di tutte le opere di Beethoven, 1781 – 1800 Roma, 1951), ne parla molto dettagliatamente da pagina 33 a pagina 39, indicandone anche tutti gli incipit tematici.

 

 

Ed ecco la svolta: nel 1923 Saint- Foix pubblicò un articolo sulla Rivista Musicale Italiana: "Nouvelle contribution à l’étude des œuvres inconnues de la jeunesse de Beethoven".

 

Beethoven! Ovviamente, per il ricercatore, questi quattro quartetti non sono Mozart , ma di Beethoven! Furono scritti prima del 1792, cioè prima che Beethoven lasciasse definitivamente Bonn , quando ancora suonava la viola nell'orchestra della Cappella Elettorale ...

 

Grazie alla conoscenza di quest’ articolo, ed in previsione della ricorrenza del centenario della morte di Beethoven, Heinrich Wollheim , membro dell'orchestra da camera dell' Opera di Berlino realizzò una nuova edizione delle parti dei quartetti, fra l’ agosto e il settembre 1926. Anche in questo caso, non si ebbe però nessun pubblico concerto.

 

Alla fine dello stesso anno, il francese Prunieres Henry, direttore de "La Revue Musicale" , fece richiesta di una copia degli ultimi due quartetti alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino, e prontamente la sottopose a giudizio del de Saint- Foix che, una volta studiatola, ne fece relazione nel suo articolo del primo Aprile 1927 : "Une nouvelle révélation de la jeunesse de Beethoven". La conclusione dello studioso, circa l’ attribuzione, è che, essendo opere giovanili , è normale trovare , accanto ad alcune formule compositive tipicamente Beethoveniane, anche di Mozart , Haydn , Boccherini , di Kozeluch , ecc .

 

Un esempio : il primo movimento del quartetto Anhang 2 numero 1 utilizza un tema già presente nel Quartetto per pianoforte dello stesso Beethoven ( WoO 36 , No. 3 ), del 1785. Tuttavia, questo tema appare molto simile anche in un altro quartetto apocrifo Mozart ( Anhang C 20-07 ) ...

 

Dal 1927 più nulla. Perdute le partiture di Koster e Wollheim , scomparse le copie di Prunières. Durante l'ultima guerra mondiale, le collezioni della Biblioteca di Berlino furono nascoste in diverse piccole località della Germania . Non tutto fu recuperato, ma per fortuna le copie originali dei quartetti ritornarono al loro posto nel 1946.

 

La formidabile ricerca si conclude col nuovo millennio: il musicologo francese Michel Rouch richiede le copie originali alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino nel 2006; ne appresta un’ edizione a stampa privata per concerto pubblico, che si tenne a Genova, presso la chiesa di San Siro di Struppa, (limitatamente ai quartetti 1,2, e 4) Il giorno 8 maggio 2010, alle ore 20,30, previa una ricognizione approfondita sulla partitura da parte del Maestro Graziano Denini. In quell’ occasione la prima esecuzione assoluta fu affidata al Quartetto Arconauti, presenti il sottoscritto ed il summenzionato Ruch.

 

La nuova richiesta di microfilm alla Deutsche Statsbibliothek arriva nel marzo 2011, a cura del Dott. Luigi Bellofatto. Il materiale, passato alla Casa Discografica Inedita è la sorgente per la presente edizione discografica.

 

 

 

Armando Orlandi

 

Caro Armando, innanzitutto grazie!

 

Ciò detto, penso che sarebbe opportuno chiarire bene, soprattutto per chi è profano, che questi quartetti non sono di Beethoven e che - non voglio irritarti ma, tu lo sai io sono sempre molto franco :) - operazioni del tipo che fa l'Inedita, facendoli credere in copertina come tali non sono molto oneste e fanno parte di quei trucchi commerciali che servono ad ingannare il fruitore. E...questo a prescindere dalla loro qualità, su cui non voglio entrare nel merito|

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Daniele,

 

sai quanto ammiro la tua deliziosa, ininterrotta spocchia, che ti contraddistingue sempre, ; tuttavia,

 

1) O tu hai le parti, o le puoi richiedere, così, per tua cultura personale, alla Staasbibliothek di Berlino.

2) fai una ricognizione sul manoscritto, e da MUSICISTA e non da dilettante, trai le conclusioni, magari dopo averci lavorato qualche anno e poi e poi le esponi qui, ma non in tre miserabili righe. ( ma neanche i quei lunghi smenazzamenti che conosciamo ed appezziamo sopra ogni altra cosa nell' universo conosciuto).

3) Se la tua qualità indubbia di pensiero è derivata da letture, leggi bene le conclusioni di De Saint-Foix (ma ovviamente, data la tua enorme certezza di pensiero, tu avrai già letto tutti i numeri della Rivista italiana dal 1923 in avanti. , considerando che TU e solo TU hai la verità, essendo De Sait-Foix poco meno di un coglione)

4) ti prego insegnami come si fa ad aver tante certezze, io in 48 anni ne ho perse moltissime.

5) Ti prego di non essere drastico nel pensiero quando io scrivo di cose pubbliche sul forum. Mi disturba parecchio, lo sai, e continui a farlo. (ti ho sempre difeso in queste questioni, a torto, evidentemente.

6) non m'interessa cosa pensi di me, del lavoro di Inedita, del mio sito ecc.... non dirlo. onestà intellettuale non manca a chi fa, ma a chi giudica, pur non avendo fatto nulla di importante per l' Arte..

7) non usare, come sempre, il doppio sistema leccata-baccata, con me non funziona, e te lo avevo già detto.... (funziona, ancor una volta, il tuo sistema di irritarmi oltremodo; e questa stupida volta ci sei riuscito appeno, bravo, Daniele! puoi essere fiero di te!, sei riuscito ad avere i tuoi 5 minuti di gloria, oltre avermi fatto perdere 10 minuti per questa inutile controreplica (ma sarà ' ultima volta, contaci)

Infine, ti prego di non mandarmi messaggi privati o pubblici di chiarimento o simili, in NESSUN caso, ti risponderò pubblicamente o privatamente, un chance la abbiamo già avuta, due sarebbero troppe.

 

La questione finisce QUI.

 

ti saluto.

con tutta la stima che ho sempre avuto per te, non certo modificata oggi, tuo

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Premetto: quello che scrivo ora, non è per avere una controreplica da parte di Armando – che ha ben detto che non la darà comunque sia - ma solo per chiarire il mio punto di vista, giusto perché chi eventualmente leggerà, abbia una sua idea sulla cosa obiettiva.

Come ben si sa, non so leggere spartiti e dunque sarebbe inutile farmeli spedire, non conosco il tedesco - a mala pena so l'italiano e il bolognese – e dunque questo renderebbe il tutto ancora più inutile. Chi mi conosce sa che sono una persona che vive nel dubbio assoluto in tutto e che per prendere per buona una “novità” ho bisogno di prove certe, altrimenti preferisco rimanere in quel dubbio.

Detto tutto ciò, come si sa, ci sono nei vari cataloghi beethoveniani principali – Biamonti, Kinsky e Hess - delle appendici dove sono state riportate le opere, dubbie e spurie.

Essendo questi cataloghi ormai fortemente datati, nel corso degli anni, alcune di queste sono state definitivamente assegnate ad altri compositori, alcune sono ormai considerate certe di Beethoven e altre rimangono dubbie. Ce ne sono poi alcune che, considerate legittime fino a poco tempo fa, ora sono considerate dubbie.

I quartetti in questione a tutt'oggi, non hanno ancora trovato una loro collocazione, nel senso che non si sa chi li abbia veramente composti. Archiviato Mozart, Beethoven rimane assolutamente dubbio, tanto è vero che i vari cataloghi dopo al Saint Fox – che non era un coglione ma nemmeno un padreterno – le hanno lasciate nel limbo del dubbio.

In realtà l'unica certezza che noi abbiamo sono le parole del dottor Wegeler che, come si sa, fu amico fin dall'infanzia di Beethoven e, assieme a Ferdinand Ries, scrisse i primi appunti biografici post-mortem del compositore.

Wegeler non fu un ciarlatano come lo fu il famulo Schindler e, a parte qualche svista dovuta a dimenticanze o inesattezze, ci si può sostanzialmente fidare di quello che lui scrisse.

Wegeler raggiunse Beethoven nel 1795 a Vienna e fu a quell'epoca che risale questo ricordo: «(...) per una cifra pattuita, il conte Appony commissionò a Beethoven un quartetto, genere in cui, sino ad allora, non si era ancora cimentato. Il conte dichiarò che non desiderava riservare il quartetto per i sei mesi prima della pubblicazione, come era costume, neppure ne pretese la dedica, od altro ancora.

Sollecitato dalla memoria che ripetutamente gli facevo di questa commissione, Beethoven si mise due volte al lavoro. Ma dal primo tentativo scaturì un grande trio d'archi (op. 3), e dal secondo un quintetto d'archi (op. 4).».

Sempre a detta, indirettamente di Wegeler, da parte di Beethoven ci fu un forte timore di iniziare a cimentarsi col genere quartettistico – genere allora il più raffinato della musica – e, aggiungo io, probabilmente una paura a doversi confrontare inevitabilmente con i suoi due grandi successori in questo.

Beethoven iniziò a cimentarsi ad essi solo dal 1798 per terminarli nel 1800: i 6 quartetti dell'Opus 18. Di almeno due di questi quartetti ci fu una prima e una seconda redazione, in quanto essi non lo soddisfacevano affatto. Uno di questi, nella sua prima redazione (Hess 32) – quello che nella seconda divenne l'Opus 18 n. 1 – fu regalato all'amico Carl Amenda in partenza da Vienna per Wirben, da dove non sarebbe più tornato. Nella lettera n. 67 all'amico, Beethoven così scrisse:«(...) Il tuo quartetto non farlo ancora circolare perché l'ho molto cambiato, ora soltanto so veramente comporre quartetti e lo vedrai quando li riceverai.»

Un'ultima precisazione, ora solo per te, caro Armando!

Penso di te e del tuo sito tutto il bene possibile. La dimostrazione la puoi trovare nel mio blog, dove nell'opera e nel catalogo beethoveniano che sto a fatica costruendoci sono continui i rimandi al tuo lavoro: se non ne pensassi bene non sarebbe così!

Ho elogiato anche con El Musico de Bonn, questo tuo sito, definendolo il più bello in assoluto fra quelli beethoveniani.

Persone come te e come me, lavorano nei limiti delle loro possibilità e conoscenze – ed io sono certamente molto più ignorante di te – per tramandare Beethoven: noi siamo i suoi umili servi – o per lo meno, tale io mi considero, ma dubito che lui ne sarebbe onorato -.

Tu lo fai dando risalto agli schizzi e agli abbozzi e fai un lavoro veramente ciclopico e ottimo. Ma non devi mettere su il pitto e fare la gatta permalosa ogni qualvolta qualcuno non si trova con te in sintonia. Io sarò spocchioso – non posso dare giudizi sulla mia persona – ma tu sei estremamente permaloso ed esageratamente spocchioso almeno quanto me, anche se, date le tue conoscenze, sicuramente ne hai più diritto.

Quanto a Inedita, trovo validissimo anche il suo lavoro, ma diffido di chiunque tenti di propagare prodotti artefatti. Pubblichino pure tutto quello che ritengono giusto e lodevole ma ad ogni cosa va assegnata la sua giusta etichettatura. Se no prendiamo per i fondelli i consumatori e, questo non è lecito! Non va bene!

I quartetti Annagh 2, già affibbiati a Mozart e poi a Beethoven a tutt'oggi non hanno un loro compositore certo: questo é! Se qualcuno troverà la prova certa e inconfutabile che siano di Beethoven, bene! Dovremo rivedere molte cose allora della vita e dell'opera del compositore! Ma per ora non sono che di compositore anonimo! Così è se vi par e alla faccia della spocchia!

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Ho aggiornato la mia pagina al 1788, dove espongo il mio pensiero in materia.

 

Per il resto, prima di dire veramente passo e chiudo, così vi tolgo l'ultimo grande peso e potrete scrivere a vostro completo piacimento qualsiasi cosa senza che nessuno vi rompa le scatole, debbo darvi un suggerimento, di cui ne farete quel che volete naturalmente:

 

Caro Armando e caro Luigi, e cara Inedita, siete ottimi, ma piuttosto che sprecare il vostro tempo in opere molto improbabili di Beethoven. concentratevi sugli abbozzi e gli schizzi e fate vostro quanto dice Klaus Kropfinger: «(…) Oggi la ricerca beethoveniana si trova di fronte a una sfida doppia e affatto nuova. Da un lato appare necessaria una biografia beethoveniana integrale, che accanto alle fonti recentemente scoperte o pubblicate tenga conto del vasto pool di riflessioni e di conoscenze analitiche e soprattutto dei progressi compiuti negli ultimi trenta-quarant’anni nella ricerca degli schizzi: un compito titanico, che nessuno ha ancora osato intraprendere (…)». (“Beethoven” di Klaus Kropfinger, Ricordi Lim editore) Qf

Questa è la vera sfida per la musicologia beethoveniana futura: non continuare a cercare reconditi significati nelle opere, non trovare opere nuove che spesso sono solo ciofeche. Ma questa! Buon lavoro e addio!

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Caro Daniele,

 

ciao e tanti auguri di Buon Anno.

 

Ho letto l’intervento di Armando e i tuoi e capisco bene cosa si vuole dire. La ricerca non dipende da un singolo compositore ma si basa su musica da studiare ed analizzare e trascrivere, e certamente io non cerco di “sprecare il tempo” anche se ne ho pochissimo a disposizione, tra lavoro e famiglia (puoi ben immaginare con un bambino di 4 anni e una di 9!). Ho ben volentieri aiutato il caro amico Armando ad avere le copie dei manoscritti delle musiche che sono a Berlino, conoscendo il personale che lavora e la Biblioteca.

 

Mi piace la ricerca, ed è ciò che mi ha portato a scrivere articoli su Beethoven e biografi di Beethoven, come Alexander Wheelock Thayer, considerato il più grande e la sua biografia è la base di tutte le biografie di Beethoven. Il mio libro su di lui è durato ben 10 anni di ricerche in Italia, Europa e USA, con spese tutte sostenuta da me, ma sono stato felice di farlo, scovare documenti originali, lettere e che poi abbia trovato un editore Americano per la pubblicazione.

 

Sarebbe sempre da ringraziare chi come Armando si dedica alla ricerca e nell’esecuzioni di pezzi mai eseguiti al di la che siano o no di Beethoven o di altri compositori. Non immagini quanto lavoro vi è dietro ad un lavoro simile.

 

Citi Kropfinger che conosco da diversi anni e proprio parlandone con lui uno degli argomenti è stato senza dubbio una nuova e completa edizione di una Biografia di Beethoven, ma è un lavoro che si potrebbe iniziare ma nessuno può sapere come e quando finire.

 

A tal proposito ti posso dire che la Henle a breve pubblicherà una nuova edizione del catalogo Kinsky-Halm / Dorfmüller con la collaborazione della Beethoven Haus.

 

Daniele, spero che non abbandoni il forum e che continuerai a scrivere dando il tuo pensiero e il tuo contributo.

 

Ciao

Luigi

 

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Dopo l' intervento di Luigi, ci sono poche cose da chiarire: la prima, è che per questi lavori non riceviamo nessun emolumento; né diretto né indiretto. Né ho mai ricevuto compensi per gli articoli scritti per i booklet di Inedita, da cui ricevo normalmente 25 copie omaggio, che poi - ovviamente – regalo a parenti o amici o a chi mi scrive sulla mia Email. Il costo annuale dei due siti (www.lvbeethoven.it e www.beethoven-music.it) è di 147,50 euro cadauno, comprensivi di IVA. (sul “donate” ho ricevuto la bellezza di euro 17,40, che ho mantenuto sul conto). Ora, a differenza di Luigi, io ho una famiglia un poco più “agé”, con due figli (16 e 19) che comunque mi rompono parecchio le…. ore consecutive cui mi posso dedicare ai miei amati studi beethoveniani. La ricerca è la mia vita, come penso che la lettura di libri riguardanti Beethoven sia la vita di Daniele. Ecco, forse il succo della questione è questo: in realtà ci muoviamo in campi paralleli: da una parte la ricerca sul campo, con le sue spese senza entrate, (io personalmente ho una rimessa di circa 2000 euro annuali e vi dico i miei …azzi, che sicuramente non vi interessano, proprio per essere precisi) ma che poi si conclude con una soddisfazione a 4, 5 anni dalla partenza; dall’ altra, la notevole cultura che Daniele mette nei suoi interventi sempre molto articolati. (diventano lunghi anche perché, solitamente, riporta i brani da cui prende lo spunto per la sua riflessione).

 

A proposito di peracottari che siamo, Luigi ha omesso di scrivere che il 25 aprile corrente anno, Lui, io e Massimo Anfossi saremo alla Beethoven – Haus di Bonn per una conferenza – concerto ove Massimo suonerà nientemeno che il pianoforte di Beethoven, ovvero il Graf del 1824-1826. Mi giunge voce anche che sarà presente anche Inedita, con Cristoforo Prodan, forse perché anche la BH è sensibile alle iniziative di Marketing…. ( lui – Luigi - non lo scrive perché è molto – troppo – schivo, ma io non ho remore di nessun genere né ho mai sofferto di superbia). Comunque apriremo un post per questo. A proposito di superbia, io lo dico senza tema di smentita, che per me è valido qualsiasi argomento, da “perché Per Elisa si chiamava così” alle riflessioni sull’ estetica beethoveniana di Adorno (che sono una gran palla). Nessun problema a parlare con chiunque, dal neofita appena arrivato a….. Daniele. Appunto a Daniele: a differenza di qualcuno che ti ha attaccato con una certa foga per il tuo modo di porti, personalmente non ho mai avuto piacere di litigare con te o con altri; non commenterò le tue due repliche, ma anche io avrei piacere che rimanessi a dare il tuo contributo, e desidero anche che tu faccia una sincera riflessione: non puoi buttare discredito su persone che non solo leggono Kropfinger, ma che lo ospitano in casa, come ha fatto Luigi, che non citano l’ autore, ma che parlano con lui davanti ad un caffé. Cerchiamo di capire che ognuno di noi lavora nel proprio campo. Io personalmente non invado mai il tuo epistemologico, tu non invadere il mio epistemico. (che equivale a dire: quando facciamo critiche, e vale per tutti, me compreso, cerchiamo di farlo nei limiti della gentilezza formale senza livori personali o ancor meglio senza salirci sulle palle intenzionalmente; anche un santo si incazzerebbe, e io non lo sono ) Quindi, il post rimane così, se Daniele vorrà dare il suo contributo, so che molte persone ne saranno felici (e se vorranno scrivercelo e scriverglielo, tanto meglio) se vorrà andare, pazienza. Dovessimo mancare io o Daniele (o tutti e due) ve ne farete una ragione. Per me la questione finisce veramente qui. PS: un piccolo inciso circa gli abbozzi. La strada della percorribilità sulla “ricostruzione” degli abbozzi è irta di problemi formali. Qua si tratta di attribuzioni di musiche da revisionare, là si tratta di aggiungere. Ogni abbozzo fa storia a se. In un altro post Massimo Anfossi spiegherà come si è proceduto alla “performing edition” della Fantasia Biamonti 213, senza arrivare a quel lavoro (quello si) si contraffattura musicale che fece a suo tempo Willem Holsbergen.

 

Statemi bene.

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Ricordo che anche nel vecchio forum era sorta qualche tensione, proprio dalla stessa fonte. Un utente mi confidò che rimase così ferito da smettere di parteciparvi. A volte occorre scrivere "scusa" e autoesaminarsi. Così fanno i veri forti.

 

In un mondo pieno di lupi e meschinità, Armando Orlandi opera generosamente e disinteressatamente per la nobile causa della musica. Anche se per me Beethoven supera tutti, è ormai comunemente riconosciuto come uno dei tre più grandi compositori, insieme a Bach e Mozart. Il recupero di una sua opera è un dovere verso l'umanità. Qualsiasi brano, per quanto breve, che è probabile sia di Beethoven merita di essere reso ascoltabile, eseguito e distribuito (internet o, io spero, inciso). In alcuni casi occorre completarlo o ricostruirlo e questi delicati interventi possono essere compiuti in modo più o meno nobile. Ma in ogni caso è un'impresa necessaria e meritoria.

 

Armando dovrebbe essere messo in grado di dedicarsi al suo sito e alla sua ricerca a tempo pieno. Questa dovrebbe essere finanziata. Occorrerebbe un illuminato mecenate. E le case discografiche come Inedita meritano la nostra lode.

 

Io ho studiato violino e pianoforte al Conservatorio ma per breve tempo. Inoltre non sono assolutamente un esperto, ma un appassionato, e ho gravi problemi di memoria. Non sono nemmeno una persona considerata importante o benestante, sono un umile impiegato. Ho solo una vasta raccolta di CD di Beethoven e ne ascolto uno nuovo quasi ogni giorno. I miei bambini avevano il finale della 9° sinfonia e la Fantasia Corale come ninna nanna. Qualche tempo fa ho dedicato alcuni anni ad approfondire la mia conoscenza della musica di Beethoven. Serza mai un tornaconto, e nonostante la mia piccolezza, Armando mi ha liberalmente dedicato tempo e attenzioni. E' per me un mentore. Non potrò mai dimenticare la sua cortese e generosa disponibilità a guidarmi in questo meraviglioso parco. Mi sento con lui come se fossi il giovane Gerhard von Breuning che passeggia con Beethoven per le strade di Vienna, ricevendone le attenzioni, ascoltando e imparando. Grazie Armando!

 

Per il suo prezioso lavoro di ricerca merita la gratitudine di tutti noi.

Dobbiamo anche essere riconoscenti con la sua cara moglie e i suoi ragazzi per avergli permesso di fare tanto, per tanti.

 

 

 

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"Secondo me, non è ragionevole pensare che il cervello umano, con la sua abilità di creare e apprezzare musiche come quelle di Mozart e Beethoven, sia un prodotto dell’evoluzione. E' molto più logico concludere che la nostra mente sia opera di un Creatore saggio e amorevole." - Eldar Nebolsin, pianista uzbeco di fama internazionale.

 

"Riconosci il Creatore, mondo?", "Sopra la volta stellata, deve abitare un padre amorevole".

Sinfonia n°9 di Beethoven, IV movimento.

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