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Piano Concerto - Forum pianoforte

Simone Renzi plays F. Liszt - Consolation n. 3


thesimon
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Grazie Frank ;)

Dovremmo fare anche un indice di Liszt ora che c'è la sezione.

 

direi è una buona idea.... ho qualche registrazione di Liszt pure io.... 2 consolazioni il primo studio trascendentale e la cappella di Guglielmo Tell sicuro... ah un valzer mi pare anche

 

 

per l'esecuzione.... si potrebbe fare anche un pelo più movimentata.... non sta male neanche così però...

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@gilda

 

Grazie

 

 

 

@antares

 

Se ti riferisci alle esecuzioni che trovi su youtube, è vero, tutti la fanno più veloce. Ovviamente la mia è una scelta anche perché non ci sono grossi punti di difficoltà tecnica elevata che fanno da impedimento ad un andamento più mosso. Liszt in partitura riporta "Lento Placido". Il tempo "lento" va dai 40 ai 58 bpm. Il problema è che questo termine "placido" potrebbe essere interpretato in modi differenti. Letteralmente secondo il dizionario di italiano l'aggettivo "Placido" è sinonimo di "Calmo, Tranquillo, che è in stato di calma o che infonda pace". Liszt era un uomo molto dotto e ricercare un termine del genere da affiancare al tempo lento non credo sia un caso. Un lento che già è lento di suo affiancato da questo aggettivo mi fa pensare ad un rafforzativo della lentezza come a dire, è un lento preso con calma, con tranquillità e dunque un lento ancora più calmo. Non vorrei sembrare poco umile, ma ho provato a suonare questa consolazione alle velocità adottate dai grandi pianisti ma non la sento più mia. A quella velocità non avverto più questa sensazione di calma e di struggente riflessione che invece riesco a raggiungere alla velocità alla quale ho registrato.

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@gilda

 

Grazie

 

 

 

@antares

 

Se ti riferisci alle esecuzioni che trovi su youtube, è vero, tutti la fanno più veloce. Ovviamente la mia è una scelta anche perché non ci sono grossi punti di difficoltà tecnica elevata che fanno da impedimento ad un andamento più mosso. Liszt in partitura riporta "Lento Placido". Il tempo "lento" va dai 40 ai 58 bpm. Il problema è che questo termine "placido" potrebbe essere interpretato in modi differenti. Letteralmente secondo il dizionario di italiano l'aggettivo "Placido" è sinonimo di "Calmo, Tranquillo, che è in stato di calma o che infonda pace". Liszt era un uomo molto dotto e ricercare un termine del genere da affiancare al tempo lento non credo sia un caso. Un lento che già è lento di suo affiancato da questo aggettivo mi fa pensare ad un rafforzativo della lentezza come a dire, è un lento preso con calma, con tranquillità e dunque un lento ancora più calmo. Non vorrei sembrare poco umile, ma ho provato a suonare questa consolazione alle velocità adottate dai grandi pianisti ma non la sento più mia. A quella velocità non avverto più questa sensazione di calma e di struggente riflessione che invece riesco a raggiungere alla velocità alla quale ho registrato.

 

si ma.... gli stessi allievi di Liszt nelle registrazioni tenevano un tempo non tanto "placido"... :D

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D'accordo ma ho alcune idee al riguardo. Ad esempio io ed il mio maestro non abbiamo mai avuto grossi punti in comune sull'interpretazione, anche su brani scritti da lui. Il punto è che secondo me l'attenzione si deve spostare su un discorso diverso. Dobbiamo simulare interpretazioni di altre persone come macchinette oppure vogliamo leggere la partitura cercando di restare fedeli al pensiero dell'autore pur facendo quella musica nostra secondo la propria vena poetica ed interpretativa ? Tu che ne pensi al riguardo ?

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@antares

 

Sono certamente dei punti di vista diversi e rispetto il tuo anche se non condivido al 100%. Personalmente quando ascolto un brano che mi piace sono portato a dimenticarlo per evitare di essere influenzato dalle interpretazioni di altri pianisti a meno che non sia pienamente corrisposto alle mie idee interpretative (cosa che matematicamente non capita mai) e cerco di ricostruire da me il pensiero dell'autore... Infatti volutamente non ho più ascoltato le interpretazioni del preludio di Rachmaninoff che sto studiando, postato in altra sezione. Ti assicuro che la mia non è sfacciataggine acuta, non mi credo assolutamente di essere migliore di Richter, Rubinstein e compagnia bella, solo che credo che la musica sia questo: studiare una partitura cercando di capire l'autore per farla propria, altrimenti che gusto c'é ? Per come la vedo, a parte il gusto personale che per me, come avrai capito, deve venire per primo, contano molto di più le indicazioni (e non obblighi, ci tengo a precisarlo) che l'autore ha messo in partitura rispetto alle incisioni degli allievi, proprio perché penso sia anche idea del compositore permettere ai posteri di interpretare secondo la propria idea. Tornando a noi in prima istanza perché un allievo di Liszt non potrà sicuramente aver suonato tutto ciò che Liszt ha scritto ed oltretutto è assai improbabile che lo stesso Liszt abbia avuto il tempo di istruirlo su tutti i suoi scritti. In seconda istanza, che è corollario della prima, l'esecuzione di un allievo è sempre limitata da due fattori: il primo è senz'altro la sua vena artistica, ed è bene che sia così, guai altrimenti, (posso studiare un brano del mio maestro con il mio maestro ma non lo sentirò mai come lo sente lui). Se ci pensiamo bene è un po' come descrivere una sfumatura di colore. C'è chi quel colore lo descriverebbe più chiaro, chi più scuro. Il secondo è che il tempo sedimenta e dunque anche il più bravo degli allievi a distanza di tempo sarebbe ancor di più spinto a suonare secondo la propria idea pur conoscendo e restando attaccato al pensiero del suo maestro, compositore del brano. Che devo dire ? Nello spartito di solito c'è tutto, ci sono tutte le indicazioni da seguire ed i compositori solitamente sono molto attenti a queste indicazioni. Se leggo "lento placido" mi sento libero di poter suonare anche più che lento e non andantino anche se gli altri suonano andantino, al di là del fatto che ho provato a suonarlo a velocità sostenute e non mi dava le emozioni di cantabilità che mi suggerisce a questa velocità :D. Altre volte penso invece che sia il caso di andare anche contro le indicazioni di tempo del compositore, insomma, per farla breve, specie in certi autori, credo sia necessario fare i pezzi propri. Questa potrà sembrare una contraddizione a ciò che ho detto prima ma non lo è perché prima ho parlato di libertà di prendere delle decisioni, ed a tal proposito parlando proprio di velocità mi vengono in mente i notturni di Chopin suonati da Rubinstein. Molto lenti e molto cantati, straordinari ! Tutto sembra facile e chiaro, sacrificando la velocità anche negli abbellimenti per rendere cantabili anche quelli. I notturni assumono tutto un altro aspetto, quello di notturno appunto, ed io sono molto d'accordo con la scelta di Rubinstein di dimezzare addirittura il tempo indicato in partitura. Lascio questa magnifica interpretazione di Rubinstein del notturno op. 27 n. 2 dove il tempo di Chopin mi sembra un po' eccessivo, parliamo di 50 sulle semiminime col punto contro gli appena 30 di media di Rubinstein dove nella coda scende ancora, addirittura sui 15/20, questo è il genere di libertà di cui parlo, purché sia coerente, artistico e comunque in linea con l'idea del compositore.

 

@Paolo

 

Grazie, anche se l'avevi già ascoltata.

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=WJ8RVjm49hE

 

 

Semplicemente magico !

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  • 2 years later...
  • 5 months later...

Spero che Simone non si offenda,mi sono permesso di scaricare da youtube tutti i suoi brani e ne ho fatto degli mp3 da ascoltare in auto durante gli spostamenti così me li godo quando mi pare.Detto questo prometto di scaricare da itunes quelli ufficiali ✋

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