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Piano Concerto - Forum pianoforte

La famiglia di Beethoven


Dilettante
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Qualcuno può parlare della famiglia di Beethoven?

 

Intendo proprio i membri della famiglia, un tempo mi passarano una presentazione che facesse riflettere sull'aborto e a tal proposito si parlava di una donna incinta con la sifilide che aveva già 8 figli, di cui tre sordi, due ciechi, uno ritardato mentale.

 

Cosa c'è di vero?

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Qualcuno può parlare della famiglia di Beethoven?

 

Intendo proprio i membri della famiglia, un tempo mi passarano una presentazione che facesse riflettere sull'aborto e a tal proposito si parlava di una donna incinta con la sifilide che aveva già 8 figli, di cui tre sordi, due ciechi, uno ritardato mentale.

 

Cosa c'è di vero?

 

Scusa, ma fammi capire bene: quella donna sarebbe stata la madre di Beethoven? O di chi stiamo parlando?

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La madre di Beethoven si chiamava Maria Magdalene Keverich; nacque a Ehrenbreitstein vicino a Coblenza il 19.12.1746. Figlia di Joahnn Heinrich Keverich (1702-1759) e Anna Klara Wirstorff (1704-1768).

Sposò il 30.01.1763 Joahnn Leym (1733.1765) che lavorava all’elettorato di Trier, ma questo morì il 28.11.1765, quando la madre di Beethoven non era ancora diciannovenne e da cui sembra che ebbe avuto un figlio che morì subito dopo la nascita.

Due anni dopo a Bonn sposò il 12.11.1767Johann van Beethoven e da questo ebbe oltre al compositore Ludwig altri sei figli:

  • Ludwig Maria (battezzato il 23.02.1779 – mori il 27.02.1779)
  • Kaspar Anton Karl (batt. 08.04.1774 – 15.11.1815)
  • Nikolaus Johann (batt. 02.10.1776 – 12.01.1848)
  • Anna Maria Franziska (batt. 23.02.1779 – 27.02.1779)
  • Franz Georg (batt. 17.01.1781 – 16.08.1783)
  • Maria Margarete Josepha (batt. 05.05.1786 – 26.11.1787)

Ludwig era molto legato a sua madre e si dice che proprio la notizia della sua grave malattia lo fece tornare di gran fretta da Vienna (che lasciò vero il 20 aprile 1787) per Bonn e subito la sua morte scrisse a Joseph von Schaden “Ella era una madre molto cara nei miei confronti, la mia migliore amica”.

Gottfried Fisher, nei suoi ricordi della famiglia di Beethoven, parla della madre di Beethoven come “abbastanza alta, un viso lungo e occhi di una persona molto onesta” ma anche “ sempre seriosa” forse dovuta alla vicissitudine della suo vita, la perdita del padre quando era giovane, del suo primo marito e di sua madre dopo un anno del suo secondo matrimonio.

Wegeler la descrive come molto gentile e amabile verso la sua famiglia. Intelligente, modesta e rispettosa. Passava il suo tempo con i figli e cucendo e ricamando.

Come si sa Beethoven giudicava sua madre una donna molto affabile e gentile a differenza di suo padre “che era solo e sempre severo”.

Mori a Bonn il 17.07.1787 e la notizia della sua morte fu riportata anche nel giornale Intelligenzblatt di Bonn

Spero di averti dato qualche informazione utile sulla madre del compositore.

Ciao.

Luigi

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Ciao Luigi come va?

Permettimi di aggiungere solo una piccola postilla al tuo bel scritto, giusto perché i nostri comuni amici abbiano la visione delle cose più ampia.

La questione dei rapporti di Beethoven con la madre è, in realtà, dibattuta e fa parte di quelle tante cose della biografia beethoveniana su cui non ci sono risposte certe e condivise.

Da una parte abbiamo studiosi come il professor Klaus Kropfinger che, attenendosi alle fonti solamente certe e, riallacciandosi dunque unicamente all'affermazione scritta da Beethoven in quella lettera, affermano che i rapporti fra Beethoven e la madre furono improntati da un grande affetto, dall'altro abbiamo Maynard Solomon che nella sua biografia psicologica di Beethoven, dice tutt'altra cosa basandosi su testimonianze terze di testimoni che vissero a fianco della famiglia Beethoven, a cominciare da Cäcilia Fischer che affermò che Beethoven era «spesso sporco e trascurato» e, il di lei marito Gottfried che «i bambini Beethoven non erano allevati con molte delicatezze; spesso venivano lasciati soli con le cameriere».

Il rapporto poi assai complesso che Beethoven ebbe con le donne, sempre secondo Solomon, sarebbe da attribuire in buona parte al romanzo famigliare: un matrimonio fallimentare quello dei suoi genitori accompagnato dal fatto che la madre riversava le sue frustrazioni di donna malmaritata sui figli, sfogandosi e parlandone con loro. Sempre secondo Cäcilia, Beethoven fu presente quando la mise in guardia dei rischi del matrimonio, parole che Beethoven riferì più o meno allo stesso modo nel 1817 a Fanny Giannatasio e che, nella mente di un bambino, soprattutto se particolarmente sensibile come Ludwig fu, si potevano radicare indelebilmente.

Da parte mia, senza voler con questo prendere posizione, faccio notare che Beethoven fu riservato in maniera assoluta sulle sue questioni personali e famigliari e che spesso, nelle sue lettere, non disse la verità.

Ciao caro Luigi e buone ferie a te e a tutti!

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Ciao Daniele,

 

Sto bene grazie e spero anche tu. Tra poco vado in ferie e quindi avrò più tempo per dedicarmi alla famiglia e ai miei hobby.

Hai ragione su quello che hai scritto, ma non volevo entrare nel dettaglio nei rapporti tra Ludwig e la sua famiglia per diverse ragioni. Ci sono tantissimi scritti e opinioni, a cominciare da Schindler, a Wegeler, Thayer, Nohl, a moltri altri autori più moderni come Schiedermair, Krofinger e Solomon che hai citato. Purtroppo l’unica fonte diretta sono le pochissime parole di Beethoven nei suoi quaderni o lettere e ovviamente il resoconto scritto da Gottfried Fisher. Il padre Theodor Fisher, fornaio, ebbe 9 figli e Gottfried nacque nel 1780 (ben dieci anni dopo Ludwig) e mori nel 1864; la casa in Rheingasse (al no. 934) dove i Beethoven si trasferirono circa nel 1775 era di proprietà della famiglia Fisher da generazioni. Beethoven visse in quella casa per circa 10 anni.

Fisher, che era un fornaio di professione, incominciò a scrivere (proprio su della carta usata per la farina!) le sue “memorie” su Beethoven e famiglia nel 1838 insieme alla sorella Caecilia (che nacque molto prima nel 1762). Quindi possiamo dire che il contributo di Caecilia fu molto significativo per diverse ragioni: primo tra tutti perché lei era 18 anni più grande del fratello e aveva ricordi più completi e informazioni circa la famiglia Beethoven rispetto a Gottfried. Inoltre il tedesco scritto da Gottfried (non avendo avuto un’educazione adeguata) non era dei migliori con molti errori e mancanze e la sorella ha cercato di aiutarlo in una stesura che alla fine è risultata mediocre, con molte note e ripetizioni. Non tutto può essere considerato come pura verità come in diverse parti quando scrive riguardo le tre generazioni della famiglia Beethoven. Caecilia morì nel 1845.

Il manoscritto di 25 fogli fu completato negli anni 1850 e cercarono di pubblicarlo senza successo; pochi anni prima vennero scritte le biografie di Schindler (1840, 1845 in seconda edizione) e Wegeler- Ries (1838, addendum nel 1845). Fischer in occasione dell’erezione del monumento di Beethoven nel 1845, lo riscrisse in “bella copia” ma molte parti differiscono dalla suo manoscritto originale.

Lo stesso A.W. Thayer, visitò Fisher diverse volte (ultima volta mentre Fisher era sul letto dell’ospedale) e lesse il manoscritto completo dandole un discreto valore, ma il prezzo che chiedeva Fischer era altissimo, quindi rinunciò tutte le volte ad acquistarlo.

Passò poi all’archivio della città di Bonn e fu poi donato alla Beethoven Haus nel 1889 quando questa fu fondata. Entrambi i manoscritti (prima e seconda copia) sono ora al Museo della casa natale di Beethoven a Bonn.

Fu pubblicato integralmente nel 1971 da Schmidt-Görg „ Des Bonner Bäckermeisters Gottfried Fischer Aufzeichnungen über Beethovens Jugend“ anche se Thayer permise a Deiters di pubblicarlo nell’appendice del vol. I pubblicato nel 1866. Dopo la morte di Thayer, nella seconda edizione del vol. I, scritto da Deteirs, questo gli diede molta più importanza rispetto a Thayer e lo inserì nel testo che venne pubblicato nel 1901.

Faccio presente che la casa in Rheingasse, che Fischer vendette prima del 1850, fu poi distrutta da in raid aereo nell’Ottobre 1944, mentre la casa natali in Bonngasse è una dei pochissimi edifici risparmiati della distruzione della seconda guerra mondiale.

Ritornano al tema iniziale, vi sono pochissime notizie riferite da Beethoven stesso a sua madre, ovviamente come per tutti questo tipo di informazioni sono personali e quasi mai si ha l’intenzione di scriverle in lettere od altro.

A te Daniele e tutti voi, auguro buone ferie.

Luigi

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Grazie Luigi (intanto ne approfitto per salutarti) di avere portato la conversazione a livelli consoni, pur essendo partiti da una base impresentabile. Normalmente le riflessioni su problematiche complesse come quella sull'aborto o simili (senza offendere nessuno, sia ben chiaro) partono da presupposti disgustosi tipo "avresti ucciso Beethoven, invece salvando il naturista vegetariano astemio avresti salvato Hitler". Credo che la qualità morale ed esecranda di questi ragionamenti disgustosi contenga in sé la sua stessa condanna. Per definire questi ragionamenti riprovevoli forse conierò un neologismo tipo "ragionamento Allevico" o "Allevismo".... mah, vedremo... Comunque vale la pena di proseguire sull' argomento, anche perché i preziosi ricordi del fornaio Fischer ed altri ricordi del periodo di Bonn non sono stati tradotti nella nostra lingua, quindi non sono che accessibili agli studiosi come Luigi. Torno a ribadire, infine, che, per una ricerca seria e competente, l' unica soluzione esistente è di andare a ricercare le fonti certe. Tutto il resto (dicerie, sensazionalismi, gossip ottocentesco et similia) è.... "Allevismo" (buono il neologismo! ci sta' proprio bene!).

 

A presto,

 

Armnd

 

 

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Ciao Armando, contraccambio i saluti.

In effetti vi sono moltissimi scritti che non sono stati tradotti in italiano, a partire dalla Biografia (nota B maiuscola) di Alexander Wheelock Thayer, disponibile solo in tedesco, inglese e…giapponese. Ma anche la biografia di Ludwig Nohl è molto interessante, purtroppo questa solo in tedesco. Tradurre in questo periodo non è facile, non ci si dovrebbe fermarsi alla mera traduzione ma alle numerose note da aggiungere per rendere la biografia aggiornata in base a tutti gli studi effettuati ad oggi.

Quanto tradurre Schindler, si tratta di un'opera che, pur interessante e spesso ben informata, non entusiasma moltissimo, piena com'è di falsificazioni volute, di forzature, di inesattezze. Andrebbe tradotta e rettificata al contempo in nota sulla base degli ultimi studi su Beethoven, ma l'impresa si farebbe in tal caso davvero imponente. Pertanto lo Schindler sarebbe un lavoro improbo, non tanto per la traduzione in sé, ma per la rettifica, la confutazione, il riordino, la conferma delle innumerevoli informazioni contenute. Non avrebbe infatti senso al giorno d'oggi offrire al lettore una edizione priva di commenti, come se il testo contenesse solo verità. Si dovrebbe fare un lavoro di equipe, ma quale editore sarebbe disposto a pagare 3, 4 persone per la realizzazione di un volume che in Italia venderebbe sì e no 1000 copie? Forse è meglio abbandonare l'idea di una siffatta edizione italiana, a meno che qualche colto sponsor intervenga con decisione.

Ma come tu sai argomenti come la famiglia di Beethoven, le sue malattie, o quanto vino beveva, le sue donne e capire chi possa essere l’immortale amata non mi entusiasmano né riuscirei a dedicarmi con volontà.

Uno studio che ho iniziato ma che è molto lungo è Beethoven in Italia. Capire e sapere come è stato “appreso” Beethoven in questa terra e dai nostri connazionali. Non molto su e cosa è stato eseguito di musiche di Beethoven, ma principalmente cosa è stato stampato da editori Italiani, che ciò che mi colpisce che sono stati i pezzi per pianoforte e per di più variazioni. Tra i primi pezzi di Beethoven stampati in Italia, è bene ricordare quelli stampati dal 1817 da Lorenzi in Firenze : Op. 90, Op. 1 (no.2), Op. 79, WoO 069, Op. 17, Op. 76, Op. 49 no.1-2, WoO 070, Op..11, Op. 12, Op. 18, Op. 1 (no. 3), Op. 50, Op. 26, Op. 105, WoO 046. E per dire che il primo libro solo dedicato a Beethoven su un saggio teatrale di Cossa del 1872 seguito dal Mastrigli del 1886, anche se passi biografici vennero pubblicati in diverse riviste Italiane, a partire da quello del 1828 su L’eco alla lunga biografia molto interessante su Lucifero del 1841 e nel 1846-47 su La Gazzetta Musicale di Milano.

Scusate, mi sono allontanato dall’argomento di questo topic, cioè la famiglia Beethoven. Ci sarebbe molto da dire ancora sul nonno, sul padre, nonché sui fratelli o il nipote Karl e i suoi figli, tra cui Hermine che non solo era una mediocre pianista ma molto assomigliante a Ludwig. Fino al figlio di Karl, Ludwig che dovette scappare in America per sfuggire alla prigione per la vendita di falsi manoscritti o oggetti del suo avo musicista. Ultimo ad avere il nome di Beethoven è il figlio di Ludwig, Karl Julius Maria nato il 8.05 1870, proprio nell’anno del centenario del compositore; scrisse per diversi giornali in Inghilterra, Francia, Belgio e Germania, morendo celibe in un ospedale militare (era stato anche un mediocre soldato) in Vienna il 10 Dicembre 1917 per una combinazione di attacco di cuore e malnutrizione. Nella medesima città dove 90 anni prima il feretro di venne portato da nobili e musicisti e una grande folla, l’ultimo con il nome van Beethoven su sepolto di gran fretta in a semplice tomba.

A presto,

Luigi

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