Gerardo Postato Luglio 23, 2013 Report Share Postato Luglio 23, 2013 Ieri parlando con amici musicisti si constatava - nell'ambito della musica classica - uno sbilanciamento numerico fra compositori uomini e compositrici donne. Mentre per i secoli passati il contesto storico in cui la donna era calata poteva probabilmente essere una chiave di lettura al problema, molto meno chiaro risulta invece essere la chiave di lettura a partire dalla seconda metà del '900 momento storico in cui l'emancipazione femminile ha raggiunto - credo - il totale completamento. Come mai - a vostro giudizio - il mondo compositivo femminile stenta ad evidenziare nomi di una certa caratura? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
aaa Postato Luglio 23, 2013 Report Share Postato Luglio 23, 2013 Evidentemente è un mondo che non attrae la sfera femminile, magari se l'emancipazione fosse arrivata 2 secoli prima...comunque i nomi dei grandi sarebbero stati lo stesso per la maggior parte al maschile...e quindi il contesto storico non sarebbe centrato nulla... 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
RedScharlach Postato Luglio 24, 2013 Report Share Postato Luglio 24, 2013 È senz’altro vero che le proporzioni numeriche sono ancora a favore del genere maschile, ma per quanto riguarda la qualità, ci sono molte compositrici che danno diversi punti ai loro colleghi... e credo che le quote rosa siano in aumento. A parte personalità ormai indiscutibili come Kaija Saarihao, o Sofija Gubajdulina (che quest’anno riceverà il Leone d’oro alla Biennale Musica), i primi nomi che mi vengono in mente (in rigoroso ordine alfabetico): Malin Bång, Ann Cleare, Ashley Fure, Clara Iannotta, Juste Janulyte… tutte nate negli anni ‘70-‘80. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Luglio 24, 2013 Report Share Postato Luglio 24, 2013 ci sono anche lodevoli precedenti, soprattutto sulla linea di confine tra classica, rock e pop. E i nomi si sprecano: Yoko Ono, Laurie Anderson, Kate Bush, Bjork. A queste aggiungo altre figure chiave della musica del '900, le prime che mi vengono in mente: due grandissime compositrici del vasto mondo minimalista, Meredith Monk e Pauline Oliveros, e "la" maestra di contrappunto di quasi tutti i compositori americani del 900, Nadia Boulanger. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zedef Postato Luglio 24, 2013 Report Share Postato Luglio 24, 2013 Io ho spesso pensato che molti compositori pre ottocento in realtà fossero donne che per motivi di opportunità (sociale, storica, ecc..) utilizzassero un'identità maschile :-) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Gerardo Postato Luglio 24, 2013 Autore Report Share Postato Luglio 24, 2013 ok ragazzi, non ho detto che non ce ne sono o non ce ne sono state...mi riferivo ad una forte spoporzione sulle precentuali. Se volete vi elenco i maschietti... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Luglio 25, 2013 Report Share Postato Luglio 25, 2013 la sproporzione c'è stata, è innegabile, e c'è stata soprattutto per fattori sociali. Dal medioevo fino al novecento, con l'esclusione, in alcune zone geografiche, del rinascimento, comporre è stata prerogativa maschile. A cavallo fra ottocento e novecento la compositrice inglese Ethel Smyth venne considerata un mezzo mostro, perché voleva comporre e dirigere, perfino in stile tedesco (studiò con Reinecke). Mi era capitato di leggere degli stralci su di lei e ne parlavano come di uno spettacolo da baraccone, una donna che voleva essere un uomo, che si scontrava con generi troppo maschili come la sinfonia. I rapporti tra "genere" e musica sono stati per un bel po' al centro degli studi musicologici, diciamo dagli anni '90 in poi. E ormai è abbastanza acclarato che il sistema produttivo musicale ha spesso emarginato le donne, nell'accesso allo studio e in ruoli decisionali come quello di compositore o direttore Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
ttw Postato Luglio 25, 2013 Report Share Postato Luglio 25, 2013 ...eppure il mondo dell'interpretazione, oggi, mi sembra molto più femminile che maschile. Sicuramente il fenomeno è interessante...sul sitema produttivo, capisco il direttore, ma il compositore tendenzialmente mi sembra più autonomo, no? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Gerardo Postato Luglio 26, 2013 Autore Report Share Postato Luglio 26, 2013 E ormai è abbastanza acclarato che il sistema produttivo musicale ha spesso emarginato le donne, nell'accesso allo studio e in ruoli decisionali come quello di compositore o direttore Però parli coniugando al passato. Io parlo di oggi, in conservatorio mediamente c'è una ragazza su 10 nelle classi di composizione...anche i numeri delle domande di ammissione sono sproporzionati. Intendo, capisco se chiedono di iscriversi al conservatorio X, 10 ragazzi e 10 ragazze e prendono 9 ragazzi e 1 ragazza. ... Ma se le domande di ammissione sono di di 10 ragazzi e di 2 ragazze? Capisci che qualcosa non mi torna, no? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
CromaDiBrera Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 Basta prendere qualsiasi carriera maschile del passato per rendersi conto che ad una donna sarebbe stato impossibile svolgerla, se non in casi eccezionali. Oppure, basta leggere un po' di biografia dei compositori che ebbero una sorella musicista potenzialmente in grado di rivaleggiare con loro (almeno in partenza), come Mozart o Mendelssohn: la società del passato non ha mai consentito alle donne la libertà e l'intraprendenza necessaria ad un lavoro del genere. Essere compositore significava avventurarsi, stabilire relazioni, frequentare la vita di corte e trattare con i suoi funzionari (uomini), compiere viaggi estenuanti alla ricerca di committenze, difendersi da intrighi e pettegolezzi dei rivali, poter vendere i propri spartiti ad un editore... Tutte cose impossibili, visto che la funzione della donna è sempre stata quella di gestire la prole e la vita domestica. Rendiamoci conto che in passato, ad esempio, era decisamente sconveniente, per una donna, intraprendere un viaggio da sola... Ciononostante, le compositrici sono state moltissime (e forse più nel Barocco che nel Romanticismo, per varie ragioni), solo che non si conoscono perché non sono state in grado di influenzare il contesto nel quale operavano; e ciò non per una questione di bravura, ma perché il loro contesto è sempre rimasto molto chiuso, quasi mai favorito da viaggi e contatti: talvolta erano suore (come Isabella Leonarda), talvolta nobildonne di corte (come Élisabeth Jacquet de La Guerre), oppure cantanti liriche (e, in questo caso, le loro composizioni erano considerate piacevoli diversivi rispetto alla principale attività del canto). Oppure erano come Fanny Mendelssohn, che dovè attendere di andare in moglie ad un uomo comprensivo, per vedere pubblicate le proprie composizioni (contro il volere del padre e del famoso fratello). Quanto al '900 e ai giorni nostri, io credo che non sia affatto semplice, per una donna, lavorare con la composizione (né con la creazione in genere... Ad esempio, il mondo è pieno di donne architetto, eppure è rarissimo veder commissionati loro i grandi lavori di un Fuksas o di un Piano). E credo che questo nasca da un puro pregiudizio, cioè da una mentalità ancora molto diffusa. Non sarà un caso se le donne che fanno politica siano molte, ma quelle che occupano posti chiave siano pochissime... No? E' la stessa cosa. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 probabilmente l'onda lunga si ripercuote anche sul mondo di oggi. Ricordiamoci che l'Italia è uno stato in cui la discriminazione esiste ed è forte. Molte delle nostre madri sono casalinghe, abbiamo basse percentuali di lavoro femminile, che diventano bassissime se confrontate con altri paesi occidentali. Le donne hanno ancora ruoli specifici nel mondo del lavoro, adeguati al genere, ruoli di "cura": le donne sono infermiere, medici generici, assistenti sociali, insegnanti, commesse. Io tendo a valutare questi scenari pensando alle strutture e "storture" sociali, ai modelli che inconsciamente tendiamo a ripetere. Il mondo della musica è ancora più chiuso degli altri mondi lavorativi. Abbiamo insegnanti vecchi e tradizionalisti, che insegnano secondo preconcetti; c'è poco spazio per i giovani compositori, e quando c'è poco spazio in genere emergono i maschi (siamo più competitivi); avevo sentito parlare di uno studio sul maschilismo all'interno dell'IRCAM, ho ritrovato gli estremi, ed è stato scritto da tale Georgina Born, studiosa e compositrice britannica, secondo lei il mondo della computer music è molto maschile e tende a perpetrare una pedagogia elitarista e maschilista, come nei circoli privati. Non so se tutte queste cose possa "spiegare" le minori percentuali di compositrici e studentesse di composizione nel mondo, ma di certo ci fanno capire che esistono delle resistenze all'apertura totale del mondo musicale 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
CromaDiBrera Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 Però parli coniugando al passato. Io parlo di oggi, in conservatorio mediamente c'è una ragazza su 10 nelle classi di composizione...anche i numeri delle domande di ammissione sono sproporzionati. Intendo, capisco se chiedono di iscriversi al conservatorio X, 10 ragazzi e 10 ragazze e prendono 9 ragazzi e 1 ragazza. ... Ma se le domande di ammissione sono di di 10 ragazzi e di 2 ragazze? Capisci che qualcosa non mi torna, no? A me sembra logico: perché una ragazza dovrebbe studiare in un settore dove per lei è più difficile lavorare? E l'opinione della famiglia...? Siamo tutti a braccia aperte se si tratta di chiacchierare su un forum, ma vorrei vedere se tua figlia ti dice che vuol fare il compositore...! Poco tempo fa ho conosciuto un ragazzo che voleva studiare l'arpa, ma i genitori (musicisti) lo hanno praticamente costretto a studiare il piano. Perciò figurati... Mi sembra chiaro che si iscrivono solo quelle spinte da una fortissima motivazione. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
RedScharlach Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 avevo sentito parlare di uno studio sul maschilismo all'interno dell'IRCAM, ho ritrovato gli estremi, ed è stato scritto da tale Georgina Born, studiosa e compositrice britannica Questo mi interessa, lo cercherò senz'altro. In effetti, se si guardano i partecipanti agli ultimi tre anni del Cursus 1 http://www.ircam.fr/600.html?&L=1 abbiamo un rapporto di 11:3, 9:5, 11:4 a favore del genere maschile. Più o meno lo stesso discorso quest'anno a ManiFeste (e mi sembra che Impuls non si discosti molto da queste proporzioni). D'altra parte (mi ripeto) quantità non vuol dire qualità! 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 Condivido moltissimo l'idea che quantità non voglia dire qualità. Per altro, io continuo ad essere un sostenitore del principio per cui ci dovrebbero essere meno studenti di musica in Italia... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Luglio 26, 2013 Report Share Postato Luglio 26, 2013 D'altra parte (mi ripeto) quantità non vuol dire qualità! Però quando si parla di proporizoni a me sembra scontato che ci si riferisca ad una base di campioni omogenei, per cui penso ci si riferisca a sproporzioni a parità di qualità... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thallo Postato Luglio 27, 2013 Report Share Postato Luglio 27, 2013 tu sei in grado di elaborare campioni omogenei di compositori?? Il campione immagino sia "iscritti ai corsi di composizione in conservatorio" o "diplomati ai corsi di composizione in conservatorio", e con la qualità questo ha poco a che vedere Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Agosto 9, 2013 Report Share Postato Agosto 9, 2013 Il campione è fra compositori omogenei per livello...non allievi o neo diplomati, una tua semplificazione Se così non fosse, il topic non avrebbe ragione di esistere. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Ludovica Postato Novembre 16, 2016 Report Share Postato Novembre 16, 2016 Segnalo http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/6285-l’altra-metà-della-musica-storie-di-donne-compositrici-dal-seicento-ai-giorni-nostri/ Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
andreavezzoli Postato Dicembre 31, 2016 Report Share Postato Dicembre 31, 2016 Credo sia solo questione di tempo, e le proporzioni arriveranno al 50%, sulla qualità difficile fare delle statistiche essendo il mondo della composizione un mondo in cui l'aspetto soggettivo conta molto, al di là delle capacità tecniche. Io conosco comunque alcune compositrici, e sono pure molto brave. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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