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Piano Concerto - Forum pianoforte

Brani di Chopin (appunto)


SammyChopin
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.... almeno sul 3 su 4.... sul 2 su 3 spero di si non fai metà Chopin

 

Sul 3 contro 4 (io avevo scritto 4 contro 3 che in effetti è diverso) avevo aperto questo topic

http://www.pianoconc...791-4-contro-3/

 

Persino in Clementi ci sono esempi ... andrebbe assolutamente smarcato il problema ritmico, ove esistente...

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Riprendo il discorso originario per dare la mia personalissima opinione che spero sia un gradito contributo per SammyChopin.

Anzitutto (sembrerà banale ma) è fondamentale considerare che le difficoltà espressive in Chopin sono pari (se non superiori) a quelle tecnico-meccaniche. Senza padronanza del rubato, del legato (o meglio dei legati), e con un timbro piatto, qualsiasi brano, anche (anzi direi soprattutto) quello apparentemente più abbordabile perde spessore, diventa sporco e scadente tanto quanto un pezzo "difficile" suonato senza tecnica.

Per questo, sencondo me, i preludi sono in assoluto pezzi... da 90. Tra i più difficili...

Secondo il mio punto di vista (e la mia esperienza), fatta eccezione per qualche pezzo (tipo op. 69, n. 1) per affrontare Chopin conviene partire subito dall'opera che ne concentra tutto lo "strumentario": gli studi.

Si dirà: "ma il livello tecnico non me lo consente ancora". A quest'obiezione risponderei con una serie di osservazioni.

In primo luogo nessuno "nasce imparato". Lo scopo è quello di crescere e allora anziché rischiare di imparare male uno Chopin apparentemente facile fossilizzando errori difficili da sradicare è meglio approcciare con assoluta umiltà all'opera "didattica" per eccellenza.

In secondo luogo non dimentichiamoci che Chopin è stato un pioniere della tecnica disvelando una serie di gesti (uso di polso, braccio, avambraccio e corpo, sfruttamento del peso) sino ad allora misconosciuti; gli studi sono una sorta di abbecedario di questi gesti tecnici, trasmettono i codici per decriptare le difficoltà del pianismo "maturo": non andrebbero visti soltanto come pezzi "difficili", quanto piuttosto come pezzi che aiutano a vincere le difficoltà.

In terzo luogo tenendo a mente gli insegnamenti ricevuti e, soprattutto, osservando come si muove chi suona veramente bene (si parlava in un altra recente discussione di Valentina Lisitsa), comprendendo come si deve affrontare ogni signolo passaggio, seguendo un buon metodo di studio fatto sopratutto di concentrazione e, perché no, grazie a buone letture, si possono fare anche in poco tempo passi da gigante.

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"Rachmaninov Preludio Op.23 n.7 in Do m"

 

Se è quello che ricordo io, il fatto che esiste una trascrizione a 4 mani la dice abbastanza lunga :D

 

Io conosco la trascrizione per pf a 4 mani di quello in sol-

 

Io uno sforzo la farei per il Preludio in do# minore, con un po' di talento, se si è fra quinto e ottavo si dovrebbe portare a casa

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Riprendo il discorso originario per dare la mia personalissima opinione che spero sia un gradito contributo per SammyChopin.

Anzitutto (sembrerà banale ma) è fondamentale considerare che le difficoltà espressive in Chopin sono pari (se non superiori) a quelle tecnico-meccaniche. Senza padronanza del rubato, del legato (o meglio dei legati), e con un timbro piatto, qualsiasi brano, anche (anzi direi soprattutto) quello apparentemente più abbordabile perde spessore, diventa sporco e scadente tanto quanto un pezzo "difficile" suonato senza tecnica.

Per questo, sencondo me, i preludi sono in assoluto pezzi... da 90. Tra i più difficili...

Secondo il mio punto di vista (e la mia esperienza), fatta eccezione per qualche pezzo (tipo op. 69, n. 1) per affrontare Chopin conviene partire subito dall'opera che ne concentra tutto lo "strumentario": gli studi.

Si dirà: "ma il livello tecnico non me lo consente ancora". A quest'obiezione risponderei con una serie di osservazioni.

In primo luogo nessuno "nasce imparato". Lo scopo è quello di crescere e allora anziché rischiare di imparare male uno Chopin apparentemente facile fossilizzando errori difficili da sradicare è meglio approcciare con assoluta umiltà all'opera "didattica" per eccellenza.

In secondo luogo non dimentichiamoci che Chopin è stato un pioniere della tecnica disvelando una serie di gesti (uso di polso, braccio, avambraccio e corpo, sfruttamento del peso) sino ad allora misconosciuti; gli studi sono una sorta di abbecedario di questi gesti tecnici, trasmettono i codici per decriptare le difficoltà del pianismo "maturo": non andrebbero visti soltanto come pezzi "difficili", quanto piuttosto come pezzi che aiutano a vincere le difficoltà.

In terzo luogo tenendo a mente gli insegnamenti ricevuti e, soprattutto, osservando come si muove chi suona veramente bene (si parlava in un altra recente discussione di Valentina Lisitsa), comprendendo come si deve affrontare ogni signolo passaggio, seguendo un buon metodo di studio fatto sopratutto di concentrazione e, perché no, grazie a buone letture, si possono fare anche in poco tempo passi da gigante.

Ero incredulo al momento di leggere il tuo post: pochissimi la pensano così e sono felicissimo di aver letto questo tuo pensiero non affatto insignificante, ameno per me. Grazie davvero :)
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