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Piano Concerto - Forum pianoforte

Bibliografia per principianti


thallo
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Immagino che il mio "referente" principale sarà TheSimon, ma comunque la mia domanda è rivolta a tutti.

Sareste in grado di indicarmi uno o più libri per avere un approccio "musicale" al mondo della registrazione? Per "approccio musicale" intendo non un approccio tecnico, o non troppo tecnico. Come al solito sto valutando degli argomenti da approfondire e tra questi c'è l'impatto della registrazione sulla musica classica e operistica. La maggior parte dei libri che ho trovato si dilunga molto sulla parte tecnologica ma poco sulla parte "estetica", sul sound che viene cercato per ogni genere, sui criteri che stanno alla base delle scelte etc etc

esiste qualcosa di diverso?

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Forse non centro l'obiettivo perché sarà troppo tecnico (per gli argomenti che tratta) ma ci provo "Imparare la tecnica del suono" di Marco Sacco.

Io ho letto solo i primi 3/4 capitoli e poi ho appeso (per il momento) e quindi non sono arrivato alla parte viva ma lo trovo abbastanza scorrevole e semplice nelle spiegazioni.

 

http://www.micromindproject.it/pdf/CORSO%20TECNICO%20DEL%20SUONO.pdf

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Conoscevo già il testo che ti ha consigliato Umberto. A me onestamente non piace perché non tratta gli argomenti in modo approfondito partendo da ipotesi per giungere matematicamente ad una tesi. Può essere un discreto formulario ma nulla di più, inoltre mi sembra che tu abbia scritto di volere un libro che parli più degli aspetti musicali della registrazione. In questo ambito non credo ci sia molto, l'unica cosa da fare è entrare in uno studio di registrazione starci un annetto e cominciare a capire come i professionisti si approcciano con i musicisti per cercare di capire le loro necessita ed accontentarli, questa è la parte più importante. In realtà di testi sulla registrazione ce ne sono una miriade ma al 95% sono tutti in inglese. Tutti questi libri hanno un approccio molto tecnico. Alcuni riepilogano le formule matematiche di base sull'acustica, la verità è che il suono deve essere trattato in modo ingegneristico per capire bene cosa c'è sotto ed effettuare il lavoro di problem solving tipico di ciò che si occupa la figura dell'ingegnere, anche perché il risultato acustico è l'ultimo step di una catena enorme che spazia dal campo dell'ingegneria elettronia all'informatica fino alle scienze psicoacustiche ed acustiche di costruzione di un ambiente. Di libri ne ho molti dai più semplici ai più tecnici se vuoi possono prestartene qualcuno per vedere come ti ci trovi, magari ne parliamo in privato.

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TheSimon, mi hai confermato una mia sensazione: l'estetica dello studio è fatta in studio :-) è un'ottima premessa :-)

diciamo che il mio progetto di dottorato evolve, e ora sto partendo da questo: l'opera lirica come prodotto audio. Sarò costretto a capire un po' di più di questioni tecniche, ma lo scopo rimane comunque capire quale estetica c'è alla base delle scelte di un ingegnere del suono quando deve "confezionare" un cofanetto

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Certe cose devono essere necessariamente fatte in studio perché non c'è testo che possa farti capire delle cose senza che tu riesca ad ascoltarle e molte volte le sfumature sono così sottili che anche se in un testo fosse allegato un cd di esempi, non riusciresti a sentirli senza gli ascolti che hanno in uno studio. L'ascolto è una cosa FON DA MEN TA LE. Ecco perché i diffusori monitor da studio arrivano a costare anche 30000 euro la coppia. Il motivo è veramente semplice: ti danno modo di riprodurre tutte le frequenze con una risposta lineare quindi si sente tutto. Questo non può prescindere da un trattamento acustico della sala, perché se la casse suonano bene ma nella sala sono presenti risonanze e/o cancellazioni allora i 30000 euro spesi per i monitor diventano perfettamente inutili (Stiamo parlando di main monitor). Vanno poi aggiunti dei near field. Che io sappia negli studi professionali, e ne ho girati parecchi, tutti hanno le NS-10 Yamaha che sono dei monitor pessimi ma se una volta fatto il Mix sulle main, lo stesso suona bene anche sulle NS-10 allora suona bene da tutte le parti. Se parliamo invece di studio di mastering e/o restauro le cose cambiano perché gli apparati sono qualcosa che sta in mezzo tra il pro e l'hi-fi. Parlando di estetica, tutto dipende da ciò che cerca il musicista. Non si può prescindere da un rapporto molto stretto tra il musicista e l'ingegnere. Il musicista non vuole sentir parlare di frequenze, posizionamenti, tecniche e teorie, il musicista ha un suono di riferimento nella testa, molte volte sbagliato, l'ingegnere è colui che deve ottimizzare il lavoro per dare l'immagine del suono nella testa del musicista e lui sa come fare. Capita spesso, come dicevo, che il suono voluto dal musicista non sia "giusto", e per "giusto" intendo in rapporto ai master degli stessi generi che si trovano già in commercio. A volte può essere una scelta, quindi in alcuni casi "si lega l'asino dove vuole il padrone", in altri casi, quando come dicevo, si instaura uno stretto rapporto tra musicista ed ingegnere, l'ingegnere può proporre dei suoni, ottenuti a partire anche da un giusto posizionamento dei microfoni, e fare una differenziazione. Altre volte i musicisti solisti arrivano in studio già conoscendo uno standard, pur non sapendo nulla sui posizionamenti della serie: "Ho sempre registrato con questo microfono perché mi piace il suo suono". In questo caso il compito dell'ingegnere (se ha quel tipo di microfono s'intende) si ridimensiona molto in quanto il piazzamento consiste "solo" nella ricerca dello snap point dello strumento che varia da musicista a musicista e da strumento a strumento.

Se parliamo di registrazione poi ci sono varie tecniche...

C'è un'azienda famosa di cui adesso non mi viene il nome che effettua registrazioni utilizzando soltanto due microfoni. I risultati sono incredibili perché invece di usare più microfoni opportunamente posizionati, tenendo fermi gli strumenti in una posizione casuale influenzata solo dall'aspetto visivo tra musicisti (Es. il bassista deve poter vedere il batterista, il chitarrista deve vedere il bassista ecc.), si fissano i microfoni e si varia la posizione degli strumenti per fare in modo di definire un punto focale sul quale il sound generale sia bilanciato sulle capsule dei microfoni. Il microfono più in avanti ha una configurazione polare cardioide. Subito dietro viene inserito un altro microfono in configurazione a otto, detto anche bidirezionale. Di conseguenza il primo microfono darà l'immagine di fronte, ed il secondo ci regalerà l'ambiente, c'è poi una tecnica per allargare lo spettro stereo una volta effettuata la registrazione che non sto qui a raccontare. Questa tecnica microfonica è però veramente difficile da attuare perché richiede avanzatissime basi teoriche di acustica e per questo non è dunque finalizzata all'amatore. Ci sarebbe poi da fare tutti i discorsi sulla catena audio dei preamplificatori e del routing del segnale. C'è un mondo di elettronica e di informatica da raccontare e la cosa meno adeguata è un forum.

Ci sono molti che credono, come per la musica in generale, che le competenze da acquisire siano semplici. Non si rendono conto che bisogna avere competenze di elettronica, di informatica, di acustica e tutte sono legate tra loro al fine di ottenere un suono che piaccia all'orecchio.

Mi piacerebbe che qui dentro al forum si aprisse un discorso finalizzato ai tanti argomenti che riguardano non solo la musica ma anche il suono. Se ci sono domande, ben disposto a rispondere, se ne sono capace si intende...

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E' tutto molto affascinante, ahimè ho così poche conoscenze di fisica acustica (e così poca propensione a capire le materie matematica) che posso approcciare l'argomento solo in modo "intuitivo". Cercherò di colmare alcuni buchi, oggi ho finito di leggere "Rumore Bianco" di Cremaschi e Giomi http://www.amazon.it/Rumore-bianco-Introduzione-musica-digitale/dp/8808166007 è un'introduzione che mi ha già aperto alcuni squarci. Soprattutto mi ha dato una visione d'insieme dei problemi. Quanto prima andrò in biblioteca a spulciare alcune cose, poi ti/vi proporrò degli argomenti di riflessione

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Aggiornamenti:

1) il mio progetto continua e un giorno ve ne parlerò;

2) ho fatto un po' di ricerca bibliografica e ho trovato di tutto. Biografie di grandi produttori audio (John Culshaw e Peter Andry), svariati riferimenti di illustri musicologi alla "necessità" di una musicologia del prodotto audio (Jean Molino in un saggio sull'enciclopedia della musica di J.J. Nattiez, "Tecnologia, globalizzazione, tribalizzazione");

3) l'argomento è considerato assolutamente d'avanguardia, ma dal 2007 esiste una rivista online, l'ASARP www.arpjournal.com/content/issue-1 che si occupa esplicitamente delle implicazioni artistiche della produzione audio. A nome dei fondatori della associazione, Frith S. e Zagorski-Thomas S., è anche uscito un libro nel 2012, "The Art of Record Production", che dovrebbe essere un'introduzione all'argomento fatta raccogliendo alcuni significativi articoli della rivista.

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