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Piano Concerto - Forum pianoforte

Dal diario di Chopin


GILDA
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Dall'Album-Diario di Chopin

 

Stoccarda 8 Settembre 1831

 

 

 

Stoccarda. Strana cosa! Questo letto, nel quale mi corico, forse è già servito a più di un morente, e questo pensiero oggi non mi fa orrore. Forse più di un cadavere vi è giaciuto, forse a lungo? E perchè un cadavere starebbe peggio di me? Anche un cadavere non sa nulla del padre, della madre, delle sorelle, di Tytus. Anche un cadavere non ha un'amante. Non può parlare nella sua lingua con coloro che lo circondano. Un cadavere è così pallido come me. Un cadavere è freddo, così come io ora mi sento freddo a tutto. Un cadavere ormai ha cessato di vivere e io ho vissuto a sazietà. A sazietà? Un cadavere è forse sazio di vita? Se fosse sazio, avrebbe un bell'aspetto, e invece è così miserevole, la vita ha dunque un così grande influsso sui lineamenti, sull'espressione del volto, sulla configurazione esterna dell'uomo? Perché viviamo una vita così miserevole, che ci divora e a questo ci serve, a farci cadaveri?

Gli orologi delle torri di Stoccarda battono l'una di notte. Ah quanti cadaveri si fanno, in questo momento, nel mondo! Muoiono le madri ai figli, i figli alle madri, quanti progetti distrutti, quanta tristezza per i cadaveri e quanta consolazione. Quanti tutori disonesti, e quante creature oppresse sono cadaveri. Un cadavere buono e uno malvagio. Virtù e nequizia insieme! Nell'essere cadaveri sono sorelle. Si vede dunque che la morte è il migliore atto dell'uomo, quale sarà dunque il peggiore? La nascita: come assoluto contrario dell'atto migliore. Ho dunque ragione di adirarmi, dolendomi d'essere venuto al mondo! Perché non mi è stato concesso di non venirci? E sono così inerte! A chi mai può servire la mia esistenza! Non servo a nessuno, perché non ho polpacci né fauci. E anche se li avessi, non avrei null'altro. E se li avessi sarei forse migliore? Ma senza non si può stare! E un cadavere li ha? Anche un cadavere, così come me, non ha polpacci; ed ecco ancora una somiglianza ulteriore. Quindi poco mi manca per fraternizzare matematicamente con la morte. Oggi io non me l'auguro ancora, a meno che anche voi non siate infelici, miei cari, e anche voi non v'auguriate nulla di meglio che la morte! Se no, desidero vedervi ancora, non per mia diretta, ma per indiretta felicità, perché so quanto mi amate. Soltanto lei fingeva. O finge. Ah, questo è un enigma da risolvere! Si, no, si, no, no, si, dito su dito...è scivolato via!...Mi ama? Mi ama certamente? Faccia ciò che vuole. Oggi un sentimento più alto, più alto, molto più alto della...curiosità ho nell'animo. Si può conservare un buon ricordo. Padre, madre, sorelle care, tutto ciò che mi è più caro, dove siete voi? Forse cadaveri? Forse il moscovita mi ha giocato un tiro! Ma aspetta! Aspetta...Lacrime? Da tempo non scorrevano...perché ora? Da tempo ormai mi stringeva un'arida tristezza. Ah, non potevo piangere a lungo. Come per me è dolce....e strugge. Strugge, ed è dolce, quale sentimento è questo? Dolce e struggente. Quando ci si strugge, si è infelici, e tuttavia è dolce. E' uno strano caso. Ma anche per un cadavere è così. Nel medesimo istante c'è per lui, insieme, bene e male. Trapassa in una vita più felice, e ciò gli è bene; rimpiange di lasciare quella passata, e ciò lo strugge. Un cadavere deve sentirsi così come io mi sono sentito quando ho cessato di piangere. E' stata, si vede, una temporanea morte dei miei sentimenti, morii al mio cuore, per un attimo! O meglio, il mio cuore morì a me, per un attimo. Perché non per sempre? Forse per me sarebbe stato più sopportabile. Solo, solo. Ah, non è possibile descrivere la mia sventura. A pena i sensi la sopportano. A pena il cuore non scoppia per la gioia e per i grandi piaceri che ha provato nel corso di quest'anno. Il prossimo mese mi scade il passaporto, non posso vivere all'estero, per lo meno ufficialmente non posso vivere. Sarò per questo ancora più simile ad un cadavere.

 

Stoccarda.

Ho scritto i fogli precedenti senza sapere che il nemico è in casa. I sobborghi distrutti, bruciati. Jas! Wilus di certo è morto sui bastioni. Vedo Marcel prigioniero, Sowinski, quel caro uomo, nelle mani di quelle canaglie! O Dio, ci sei tu? Ci sei e non ti vendichi? Non ne hai ancora abbastanza dei delitti dei moscoviti oppure, oppure, tu stesso sei un moscovita! Padre mio infelice, mio caro, forse affamato, non c'è di che comprare il pane per mia madre. Forse le mie sorelle hanno subito la furia dello scatenato canagliume moscovita! Paszkiewicz, quel cane di Mohylew, espugna la sede dei primi monarchi d'Europa? Il moscovita padrone del mondo? O padre, sono questi i piaceri riservati alla tua vecchiaia! Madre, dolente, tenera madre, hai perso una figlia, per vedere come i moscoviti piombano sulle sue ossa per opprimere voi. Ah, Powazki! Hanno rispettato la sua tomba? Calpestata, mille altri cadaveri sono precipitati nel sepolcro. Hanno bruciato la città!! Ah, perché non ho potuto uccidere almeno un moscovita! O Tytus, Tytus!

 

Stoccarda.

Cosa accade a lei? Dov'è? Infelice! Forse nelle mani dei moscoviti. Il moscovita la preme, soffoca, ammazza, uccide! Ah, vita mia, io sono qui solo, vieni da me; asciugherò le tue lacrime, sanerò le ferite del presente ricordandoti il passato. Allora, quando ancora non c'erano moscoviti. Allora, quando solo alcuni di loro avrebbero voluto moltissimo piacerti, e tu te ne beffavi, perché io ero là, io, non Grab....! Hai una madre? Ed è così cattiva! La mia è buona. Ma forse non ho più madre affatto. Forse il moscovita l'ha uccisa...ammazzata. Le mie sorelle sgomente non si lasciano-no-mio padre disperato, non sa che fare, non ha a chi affidare mia madre. E io sono qui inattivo; io sono qui con le mani nude- talvolta solo gemo, doloro sul pianoforte, mi dispero- e a che serve?- Dio, Dio! Sconvolgi la terra, che inghiotta gli uomini di questo secolo. Che le più dure angosce tormentino i francesi, che non sono venuto in nostro aiuto.

 

F.Chopin

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Penso che la cosa più sensazionale che Chopin compose nel 1831 sia lo Studio n. 12 dell'Opus 10.

Lo scrisse dopo che nell'inverno 1830-31 ebbe la notizia del fallimento dell'insurrezione polacca, ma so che non sto raccontandoti nulla che tu non sai già. Dunque, ascoltiamolo a coronamento delle pagine del diario da te proposte!

 

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Penso che la cosa più sensazionale che Chopin compose nel 1831 sia lo Studio n. 12 dell'Opus 10.

Lo scrisse dopo che nell'inverno 1830-31 ebbe la notizia del fallimento dell'insurrezione polacca, ma so che non sto raccontandoti nulla che tu non sai già. Dunque, ascoltiamolo a coronamento delle pagine del diario da te proposte!

 

L' op. 10 n.12 è nota come "La caduta di Varsavia, o come diceva Franz Liszt, "Studio della Rivoluzione" o "Il Rivoluzionario".

Il biografo Kararowski narra che lo studio nacque di getto, come segno di drammatica ribellione quando Chopin, trovatosi a Stoccarda, seppe della violenta presa della capitale polacca da parte delle truppe zariste e del conseguente fallimento dei moti nazionalistici in cui lui stesso aveva creduto e riposto speranze.

Secondo me la musica riflette uno stato d'animo, il moto interiore di un uomo avvilito, eppure non vinto.

Infatti circa 20 anni dopo Chopin scriveva a Julian Fontana a New York, dimostrando di non aver mai perso il proprio credo nazionale: "Il moscovita avrà del buon filo da torcere quando dovrà marciare contro il prussiano....Dovranno necessariamente verificarsi cose terribili, ma alla fine ci sarà una Polonia grande e gloriosa, in una parola "La Polonia".

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...aveva tante sofferenze. Era un tipo strano... Addirittura dicono che aveva pure delle visioni.

 

Stavo pensando alla marcia funebre dell'opera 35, che venne orchestrata ed eseguita al funerale di Chopin. Penso che sia la più bella musica funebre del romanticismo (incantevole il trio centrale).

 

Da quanto ricordo abbozzò il "Grave - Doppio movimento" e il "Preso finale" durante il sofferto soggiorno con George Sand nell'isola di Maiorca alle Certosa di Valldemosa, un periodo terribile per Chopin, avvinto dal timore per il drastico peggiorare delle condizioni di salute e "suggestionato" (si può dire?) dai "lugubri" panorami invernali offerti dalla Certosa.

 

Però anche lui, andare alle Baleari proprio d'inverno? ... per fortuna :)

 

Lo scherzo invece mi risulta essere stato composto a Nohant e ii effetti sulla marcia Funebre non ho notizie certe, ma essendo precedente di un paio di anni ... può essere che si parli sempre delle Baleari.

 

Idee?

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Stavo pensando alla marcia funebre dell'opera 35, che venne orchestrata ed eseguita al funerale di Chopin. Penso che sia la più bella musica funebre del romanticismo (incantevole il trio centrale).

 

Da quanto ricordo abbozzò il "Grave - Doppio movimento" e il "Preso finale" durante il sofferto soggiorno con George Sand nell'isola di Maiorca alle Certosa di Valldemosa, un periodo terribile per Chopin, avvinto dal timore per il drastico peggiorare delle condizioni di salute e "suggestionato" (si può dire?) dai "lugubri" panorami invernali offerti dalla Certosa.

 

Però anche lui, andare alle Baleari proprio d'inverno? ... per fortuna :)

 

Lo scherzo invece mi risulta essere stato composto a Nohant e ii effetti sulla marcia Funebre non ho notizie certe, ma essendo precedente di un paio di anni ... può essere che si parli sempre delle Baleari.

 

Idee?

 

Sono completamente d'accordo con te sulla Marcia funebre Frank. Pensate che quando ero ragazzino - certo che sono sempre stato molto strano io - seguivo tutti i funerali con la banda, solo per sentire questa marcia funebre.

Marcia funebre che fu concepita nel 1837 quasi certamente, a seguito della delusione patita da Chopin per la fine del fidanzamento con Maria Wodzinska e, fu proprio a Nohant, qualche mese dopo le Baleari che, una volta concepito lo Scherzo, il compositore decise di assemblare il tutto e formare la Sonata.

Ma quello su cui voglio richiamare l'attenzione è il "Finale presto" che segue la Marcia Funebre: assolutamente geniale e proprio perché posto dopo quella musica.

A suo tempo nessuno lo comprese e questo anche Robert Schumann. Ma quel finale come afferma Kundera è quanto di più appropriato si potesse pensare dopo una Marcia Funebre, non il solito Rondò vivace ma un Presto. Come dire che "dopo un lungo addio, non può che esserci un pianissimo rapido, breve, senza alcuna melodia, assolutamente asentimentale".

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  • 2 weeks later...

Dall'Album-Diaro di Chopin

 

Vienna 1830

 

 

Ormai i giornali e i manifesti hanno annunciato il mio concerto tra due giorni, ed è come se non esistesse, tanto poco me ne importa. Non bado ai complimenti, che mi sembrano sempre più stupidi. Ho voglia di morire e di nuovo vorrei rivedere i miei genitori. La sua immagine davanti ai miei occhi - mi sembra di non amarla, ma non mi esce dalla mente. Tutto ciò che finora ho visto all'estero, mi sembra vecchio, insopportabile, e mi fa solo sospirare per la mia casa, per quelle ore felici che allora non sapevo apprezzare. Ciò che una volta mi sembrava grande, oggi mi pare ordinario, e ciò che una volta mi sembrava ordinario, oggi mi pare incredibile, straordinario, troppo grande, troppo alto. Qui la gente mi è estranea, è buona, ma buona per abitudine, fa tutto con troppo ordine- piattamente, mediocremente ( ed è questo......? + ) che mi annienta. Non vorrei neppure sentire la mediocrità.....

 

.....Sono strano, triste, non so che fare, perché sono solo !

 

 

? + : parole cancellate

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