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Piano Concerto - Forum pianoforte

A lezione di Italiano


Carlos
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  • 1 month later...
  • 6 months later...
  • 3 months later...

Bellissima disquisizione sull'uso e l'evoluzione della nostra lingua. Non so perché ma credo che gli italiani non meritino pensieri di questo genere che solo in pochissimi possono capire profondamente. Agli italiani sta bene il loro "petaloso"... Ma vaff...

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  • 9 months later...
  • 4 weeks later...

Graditissimo elenco sulle cose da.....non fare...visto che anche io non razzolo bene.

Non per difendere Piccinesco ma per amor di verità, anche io se scrivo su supporti poco visibili, tendo a spaziare più del dovuto; questo non toglie nulla a quel che avete detto.

Grazie per le bacchettatte,le ho intese a fin di bene.

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  • 8 months later...

A questo punto vorrei aggiungere una considerazione riguardo un modo di fare, ormai ( diciamo così ) entrato a far parte della consuetudine nella lingua italiana, sia parlata che scritta,

si tratta dal termine "niente" posto dopo le tipiche frase"io non ho visto niente", e il termine "nessuno", "tu non sei nessuno" ( tipica risposta di chi sente

di essere ad un livello, soprattutto inteso come potere, potere decisionale, potere acquisito ecc..

In tutte e due i casi ( per me ) è sbagliato porre una frase in questo modo, perchè ad esempio l' avverbio di modo "non" già di per sè fa assumere alla frase il significato che le si vuole dare, qundi sarebbe corretto dire e scrivere"ho visto niente", e "per me tu sei nessuno", oppure" per me tu non sei qualcuno"( in un determinato campo ), insomma, il modo di parlare ha ormai adottato questa "modalità", che ritengo sbagliata.

Dire"non sei nessuno" è come dire sei qualcuno, il termine "nessuno" automaticamente toglie il significato al "non".

 

Spezzo una lancia...

Una volta credevo anche io illogica la doppia negazione (e credevo anche alla mezza bugia che in inglese non esiste). Poi ho scoperto che esiste in polacco, e l'ho creduta una coincidenza troppo strana.

 

In polacco è addirittura usata più sistematicamente che in italiano, dove se non erro la usiamo solo quando la frase inizia con "non". In polacco dicono ad esempio sia "NESSUNO NON è perfetto" (NIKT NIE jest doskonały) che "NON è perfetto NESSUNO" (anche se la forma abituale è la prima).

 

A quel punto ho cominciato a chiedermi del motivo pratico che ha spinto due lingue a giungere a questa soluzione (o mantenerla dopo averla ereditata da un antenato comune) ed è bastato riflettere all'inverso per pochi minuti (cioè, partendo dal momento in cui è sorto il supposto bisogno di avere una doppia negazione).

Perché in italiano solo quando inizia con "non"? Semplice, per limitare al minimo le incomprensioni. La lingua è uno strumento innanzitutto pratico, se uno dicesse: "Ho nessuna mela"; chi ascolta potrebbe fraintendere perché sente che all'inizio la frase è affermativa ma quello mele non ne ha.

Se invece dice "non ho mele" già dall'apertura della frase si capisce che è una negazione.

 

Secoli di domande: ma queste mele le hai o no? Hanno portato ad una doppia negazione, che è una soluzione ad un problema usando una forma altrimenti inutilizzata: non usiamo la doppia negazione per affermare, visto che per quello c'è l'affermazione.

 

In inglese direbbero: "I don't have ANY apple = Non ho ALCUNA mela" quando potrebbero dire "I don't have apples" - idem, per evitare domande: ma non è che ce le hai verdi? Certo non è una doppia negazione, ma c'è un elemento aggiuntivo, any, che ha in sé qualcosa di negativo. Non ricordo dove ho letto che in inglese c'è una negazione e "mezza" (a scuola ci mentono).

 

Certamente ce ne saranno altre, ma l'unica lingua che conosco io dove la negazione doppia afferma sempre è l'esperanto.

I seguenti esempi dovrebbero essere di facile conprensione per la traduzione a fianco e le maiuscolature che indicano parole identiche; in ogni caso, mi=io, pomo=mela neniu=nessuno, havas = presente ind. di avere, ne=no/non:

Mi NE havas pomojn = NON ho mele

Mi havas NENIUN pomon = (Non) ho NESSUNA mela.

 

Per la cronaca, i "mattoncini" (affissi) che vediamo attaccati alle parole: la -j dopo pomo/neniu è il plurale, la -n il complemento oggetto.

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Agli italiani sta bene il loro "petaloso"... Ma vaff...

Questa storia del petaloso è un esempio di disinformazione giornalistica e ci ho creduto anche io. È stato spacciato come un neologimo inventato da un bambino e addirittura approvato dalla Crusca.

In realtà le cose stanno così: un bambino ha composto il termine. Non ha inventato niente, ha logicamente applicato al sostantivo petalo il suffisso aggettivante "-oso" esistente da sempre; risultato: "petaloso". Avrebbe potuto scrivere adiposo, silenzioso, rabbioso, o cose meno logiche, come barboso, oppure cose orribili ma italianissime come "postare, quotare".

 

La maestra ha chiesto alla Crusca se il termine è corretto, e questa ha cortesemente risposto: è formato in modo logico ma non è un termine in uso, quindi meglio non utilizzarlo; ma se si diffondesse tra i parlanti, allora sarebbe un termine utilizzabile come gli altri. Niente di più chiaro come l'ho scritto io, ma la risposta è stata un poco meno diretta, più lunga e comunque dimostrava simpatia per il senso logico che ha dimostrato un bambino, che provo anche io.

 

Apriti cielo, giornalisti che diffondono la notizia come chissà cosa... la gente che si divide tra chi eleva il bambino al rango di Dante Alighieri e chi lo usa come esempio di ignoranza... cose che hanno dell'incredibile.

 

Curiosamente il tutto si collega con quanto ho scritto sulla negazione, siccome la risposta della Crusca è stata in apparenza positiva all'inizio (comprensibilmente, perché quel bambino ha dimostrato di saper usare i suffissi dell'italiano meglio di molti adulti), allora la risposta è stata spacciata come approvazione della nota Accademia, tralasciando il dettaglio che questa ha dato un vincolo molto chiaro: la parola deve essere usata dai parlanti per poter entrare ufficialmente nel vocabolario della lingua.

 

La risposta ufficiale: http://www.accademiadellacrusca.it/it/laccademia/notizie-dallaccademia/parola-petaloso-possibilit-entrare-vocabolari

Qualche estratto (o citazione o "quote"): «Una parola nuova non entra nel vocabolario quando qualcuno la inventa, anche se è una parola “bella” e utile (...) bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano (...)

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