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Piano Concerto - Forum pianoforte

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ScalaQuaranta
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chiedo un consiglio a Simone e in generale a chi ne capisce più di me:

possiedo un MacBook Pro; ultimamente ho aggiornato il sistema operativo e di conseguenza ciò lo ha reso incompatibile con la mia vecchia scheda audio (hercules 10/12 - che collegavo via firewire al mac).

sono riuscito a rivenderla e ora ne vorrei acquistare un'altra, naturalmente compatibile con il mio mac attualmente configurato:

 

processore: 2.53 Ghz Intel Core i5

memoria: 8gb 1067 Mhz DDR3

grafica: NVIDIA GeForce GT 330M 256MB

software: OS X 10.8.3 (12D78)

software musicale utilizzato: logic pro 9, finale 2012

 

un mio amico mi ha parlato molto bene di questa scheda (che si collega via usb):

 

http://www.midimusic.it/modules/catalogo/product.php?pid=682

 

cosa ne pensate?

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Devi dirmi quanti ingressi ti servono, ci sono anche schede migliori di quella con un piccolo sforzo in più.

Se non hai bisogno di 8 ingressi XLR, puoi andare su RME o Saffire oppure ancora sulle Apogee che sono tra i modelli top gamma.

Fammi sapere di quanti ingressi XLR hai bisogno, cosa devi farci e quanto vuoi spendere.

Oggi come oggi la soluzione migliore è la modularizzazione. Ormai stanno deassemblando le console. Ci sono molti lati positivi in questo. Se vuoi ne parliamo... Può essere interessante.

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grazie a tutti per i vostri interventi.

@simone:

8 ingressi mi fanno comodo, ma vorrei capire se le caratteristiche di questa scheda sono sufficienti per ciò che avrei intenzione di fare.

innanzitutto, semplici registrazioni a casa, del tipo audio (voce e pianoforte digit, solo pianoforte digit, chitarra, dcc.) e midi.

il lavoro più articolato, invece, che avrei intenzione di fare, è a scuola (insegno ed. musicale alle scuole medie): quando possibile, insegno a costruire strumenti musicali con materiale di recupero, funzionanti e perfettamente accordati/accordabili del tipo: pseudo-basso (tipo berimbau della capoeira), arpe (con elastici), marimbule (tipo nzanza africana, strumenti a lamine metalliche pizzicate), tamburi a frizione, ecc

il mio obiettivo è quello di creare piccoli ensemble, di cui vorrei correttamente amplificare ogni strumento (con i piezo?!....bho?!) e registrare ogni esecuzione. che dite? può fare al caso mio, la presonus 1818?

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@Bit

Le console più quotate a livello mondiale sono le SSL (Solid State Logic) e le NEVE.

Ho una foto con la SSL, mi scuso se sono un cesso, ma non ne avevo una con solo la console, mi riprometto di farne qualcuna se vi interessa quando torno in studio per mostrarvi le sezioni dei channel strip, la patch bay, i Vmeter ecc... Questa è una SSL 4000 G; se ne vede solo metà, a destra c'è l'altra metà tale e quale a quella visibile, tranne il centro dove ci sono i VCA, il quadcompressor ed il t.c. electronic che pilota le macchine di riverbero poste nei rack...

 

ssl.jpg

 

Tutti gli studi di un certo livello hanno utilizzato e continuano ad utilizzare queste console. Consistono in moduli da 8 Channel Strip, tipicamente in uno studio attrezzato il banco è composto di 6 sezioni da 8 channel strip per un totale di 48 canali che si ciucciano 4 Kw, quindi questa roba con la normale 3Kw a casa non si può tenere.

Su ogni channel strip il segnale passa per diverse circuitazioni. Infatti un channel strip include, preamp microfonici, equalizzatori, compressori, gate, send & return, cues, e chi più ne ha più ne metta. Sono console di grandissimo spessore, ma sono limitative per quello che concerne la scelta singola di ogni gruppo. Oggi il pensiero sta migrando sulla modularizzazione. Ovvero si comprano preamp a rack, equalizzatori a rack, compressori a rack ecc. Perché succede questo ? Perché posso scegliere ogni elemento della mia catena secondo il mio gusto personale. Ad esempio se non mi piacciono gli EQ del channel strip 4000 G, per restare in tema, posso utilizzare un EQ di mio gradimento se modularizzo. Oltretutto c'è anche un altro grande vantaggio. Qualsiasi componente aggiuntivo in cui passi il segnale in ingresso dai mic se stiamo in Record o dai DAC se siamo in MIX "sporca" il segnale stesso quindi poter utilizzare dei moduli fa sì che il segnale passi dove deve passare senza aggiungere nulla che non serva. Ovviamente stiamo parlando di audio professionale quindi anche qui ci sono due vie di pensiero. Quella dei puristi del suono sono per la modularizzazione per i motivi che abbiamo detto, agli altri, questa sporcatura del segnale non dispiace affatto e quindi si creano queste due fazioni. Ovviamente parliamo sempre di audio professionale pertanto entrambe le soluzioni suonano veramente molto bene. Se però oggi come oggi molti studi di registrazione migrano verso questa nuova tendenza forse un motivo ci sarà... Ecco perché mi sentivo di consigliare a ScalaQuaranta dei Pre API ed un buon ADC Apogee. Ma qui si sale molto di prezzo. Se vuole restare basso ma ottenere buoni risultati tornerei sui miei passi consigliandogli questo prodotto della MOTU che è veramente ottimo...

 

@ScalaQuaranta

Io darei un'occhiata a questa, anche usata, ma in buono stato. Con questa ti ci togli belle soddisfazioni:

http://www.mercatino..._id3013154.html

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  • 5 months later...

@Bit

Le console più quotate a livello mondiale sono le SSL (Solid State Logic) e le NEVE.

Ho una foto con la SSL, mi scuso se sono un cesso, ma non ne avevo una con solo la console, mi riprometto di farne qualcuna se vi interessa quando torno in studio per mostrarvi le sezioni dei channel strip, la patch bay, i Vmeter ecc... Questa è una SSL 4000 G; se ne vede solo metà, a destra c'è l'altra metà tale e quale a quella visibile, tranne il centro dove ci sono i VCA, il quadcompressor ed il t.c. electronic che pilota le macchine di riverbero poste nei rack...

 

ssl.jpg

 

Tutti gli studi di un certo livello hanno utilizzato e continuano ad utilizzare queste console. Consistono in moduli da 8 Channel Strip, tipicamente in uno studio attrezzato il banco è composto di 6 sezioni da 8 channel strip per un totale di 48 canali che si ciucciano 4 Kw, quindi questa roba con la normale 3Kw a casa non si può tenere.

Su ogni channel strip il segnale passa per diverse circuitazioni. Infatti un channel strip include, preamp microfonici, equalizzatori, compressori, gate, send & return, cues, e chi più ne ha più ne metta. Sono console di grandissimo spessore, ma sono limitative per quello che concerne la scelta singola di ogni gruppo. Oggi il pensiero sta migrando sulla modularizzazione. Ovvero si comprano preamp a rack, equalizzatori a rack, compressori a rack ecc. Perché succede questo ? Perché posso scegliere ogni elemento della mia catena secondo il mio gusto personale. Ad esempio se non mi piacciono gli EQ del channel strip 4000 G, per restare in tema, posso utilizzare un EQ di mio gradimento se modularizzo. Oltretutto c'è anche un altro grande vantaggio. Qualsiasi componente aggiuntivo in cui passi il segnale in ingresso dai mic se stiamo in Record o dai DAC se siamo in MIX "sporca" il segnale stesso quindi poter utilizzare dei moduli fa sì che il segnale passi dove deve passare senza aggiungere nulla che non serva. Ovviamente stiamo parlando di audio professionale quindi anche qui ci sono due vie di pensiero. Quella dei puristi del suono sono per la modularizzazione per i motivi che abbiamo detto, agli altri, questa sporcatura del segnale non dispiace affatto e quindi si creano queste due fazioni. Ovviamente parliamo sempre di audio professionale pertanto entrambe le soluzioni suonano veramente molto bene. Se però oggi come oggi molti studi di registrazione migrano verso questa nuova tendenza forse un motivo ci sarà... Ecco perché mi sentivo di consigliare a ScalaQuaranta dei Pre API ed un buon ADC Apogee. Ma qui si sale molto di prezzo. Se vuole restare basso ma ottenere buoni risultati tornerei sui miei passi consigliandogli questo prodotto della MOTU che è veramente ottimo...

 

@ScalaQuaranta

Io darei un'occhiata a questa, anche usata, ma in buono stato. Con questa ti ci togli belle soddisfazioni:

http://www.mercatino..._id3013154.html

il vostro studio è veramente sorprendente e si guarda così cool. Penso che tu sia in buona forma ci causano l'immagine dà l'idea. condividere qualche grande esperienza di voi per favore. sto l'aspettiamo questo. ho molto interesse quel tipo di lavoro.

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Lo studio non è mio, magari !! E' di un mio caro amico. Se ti senti meglio a parlare in inglese parla pure in inglese almeno il forum respira un po' di aria internazionale ;-) Se ti interessano ho anche alcune foto con la registrazione dell'orchestra dove si vedono molto bene i microfoni che sono stati usati per ogni gruppo e i due valvolari per il DECCA.

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Inizialmente, nella storia delle registrazioni, le orchestre si registravano solamente con due microfoni: uno posizionato a destra del palco sospeso in aria con pan a destra e l'altro a sinistra con pan a sinistra, equidistanti dal centro rappresentato dal direttore d'orchestra. A livello di ascolto STEREO non ci sono problemi di fase ed anzi la spazialità del suono era molto coinvolgente, i problemi arrivano quando l'ascolto viene fatto su mono (tutti i televisori e riproduttori dell'epoca erano MONO quindi questo rappresentava un vero problema), perché molto spesso si incorreva in fenomeni di cancellazione di fase. Se si analizzassero infatti registrazioni solo stereofoniche dell'orchestra con un correlatore di fase molto spesso la lancetta scenderebbe verso il -1 quindi ascoltando su un sistema MONO ci accorgeremmo che in alcuni punti il suono si affievolirebbe notevolmente. La "DECCA" che è una casa discografica britannica che da sempre si è interessata alle registrazioni di repertori classici, negli anni '30 inventò un nuovo modo di registrare l'orchestra ponendo sulla testa del direttore altri due microfoni. La disposizione di questi due microfoni prendono il nome di DECCA, dalla casa discografica inventrice del sistema che viene usato anche oggi (anche se le cose sono ulteriormente cambiate).

Durante la fase di mix, si controllava il correlatore di fase, se lo sfasamento faceva tendere l'indicatore verso -1 si alzavano i volumi dei DECCA per riportare la maggior parte del segnale in fase essendo un segnale in posizione spaziale centrale. Quindi i due microfoni a destra e sinistra del palco assicuravano la spazialità, ma i due microfoni centrali salvaguardavano la registrazione su una riproduzione di tipo MONO.

Ora la registrazione dipende dal tipo di orchestra e questo è dovuto anche alle conoscenze dell'acustica da cui derivano i posizionamenti moderni dei microfoni e la qualità dei microfoni odierni. Si utilizza ancora il sistema DECCA per il centrale sulla testa del direttore, ma vengono inseriti microfoni anche su ogni sezione dell'orchestra con i dovuti posizionamenti, es: Per i violini microfoni in alto che puntano nelle immediate vicinanze delle 'f', per i contrabbassi microfoni orizzontali leggermente piegati verso il basso a 2/3 della tastiera vicino alla cassa armonica, i corni vogliono un pannello riflettente dietro l'uscita ed il microfono puntato verso il pannello riflettente... ecc. ecc.

Se parliamo invece di "Orchestra Grossa" potrebbe essere insufficiente l'utilizzo di un solo microfono per sezione, pertanto vengono posizionati altri microfoni in aggiunta alla configurazione standard chiamati microfoni d'accento. Di norma se ne inserisce uno ogni due file della sezione. Solitamente una grossa orchestra può avere bisogno anche di 48 microfoni per la registrazione e tutto viene mixato per far sì che i pan sul mixer di quel particolare strumento faccia riferimento alla sua posizione in orchestra, che i volumi siano comparabili con quelli percepiti da un ascoltatore che si trova allineato ed alla stessa altezza dell'orchestra (posizione ottimale). Ci sono poi altre tecniche di Mix che eseguono il mix durante la cattura. E' il caso delle registrazioni con tecnica blumlein (Due microfoni figura 8 con capsule sovrapposte a 90 gradi di sfasamento). Il mix viene fatto prima di registrare decidendo le distanze degli strumenti (per il volume) ed alzando su pedane più o meno alte ogni strumento (per regolarne la fase).

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Vorrei ramificare leggermente ls discussione x soddisfare una mia curiosità ma che è cmq legata all'argomento 'scheda audio'. La domanda è: i microfoni phantom (e le conseguenti prese phantom)...in cosa differiscono qualitativamente rispetto ai normali microfoni "di ordinanza"?

E per tornare IN topic...la scheda presonus di cui vi chiedevo consigli, sapreste dirmi se ne è dotata?

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Ciao Marco,

Non è una questione di qualità, sono due cose separate. Esistono diversi tipi di microfoni che hanno tecnologie molto diverse tra loro, essi si dividono principalmente in 4 categorie: dinamici, a condensatore, piezoelettrici, a nastro. Ti voglio spiegare come funziona ognuno di questi perché attivare la Phantom su alcuni di questi può danneggiare i microfoni irreparabilmente.

 

Microfoni dinamici

 

Sono i microfoni più utilizzati in ambito live (ad esempio concerti). La capsula (quella che si occupa di fare la trasduzione fisica di un'onda di pressione in segnale elettrico) dei dinamici funzionano al contrario degli altoparlanti. Negli altoparlanti abbiamo un nucleo esterno magnetico ed un avvolgimento alla base del cono dell'altoparlante. Al passaggio di un segnale elettrico la bobina si muove all'interno del campo magnetico esercitato dal nucleo ed il segnale elettrico viene convertito in onda di pressione. Nei dinamici accade il contrario: un movimento di un nucleo magnetico all'interno di un avvolgimento determina la generazione di un segnale elettrico. I dinamici sono i più utilizzatiin ambito live perché sono molto resistenti. Se cade un microfono dinamico nella maggior parte dei casi (a meno che non cada da 3 metri) si può riprendere e continuare a cantare, se cade un microfono a condensatore risulterà inutilizzabile. Il nucleo magnetico della capsula ha un certo peso pertanto avrà un determinato momento di inerzia non trascurabile al passaggio di un'onda sonora. La cosa risulta molto limitativa per le alte frequenze infatti il range di frequenza dei microfoni dinamici non è molto grande. Peccano molto soprattutto alle alte frequenze.

 

Microfoni a condensatore

 

Sono i più utilizzati in ambito di studio di registrazione perché sono molto sensibili. In ambito live si possono usare con i dovuti accorgimenti (si usano spesso come panoramici cardioidi per la batteria, alcune volte all'uscita del cono in un ampli per chitarra).

Il funzionamento è rappresentato da una capsula che svolge il ruolo di condensatore. La capsula è normalmente realizzata in un diaframma ricoperto di povere d'oro. Esso rappresenta un'armatura del condensatore. L'altra armatura è tipicamente fissa. Al passaggio di un'onda di pressione il diaframma si allontana e si avvicina dall'armatura fissa del condensatore. In questo modo cambiando la distanza tra le armature cambia la capacità del condensatore secondo la seguente legge: C = e*(A/d) che si legge "la capacità è direttamente proporzionale all'area delle armature ed inversamente proporzionale alla loro distanza per una costante dielettrica". Tale costante è ottenuta tramite il prodotto della costante dielettrica nel vuoto moltiplicato per la costante dielettrica del materiale dielettrico che separa le due armature, se fosse l'aria, la costante dielettrica dell'aria. Al variare della capacità del condensatore corrisponde una variazione della tensione. Siccome un microfono a condensatore per funzionare necessita di essere alimentato per far sì che si carichi il condensatore al suo interno esso riceve un'alimentazione a 48v chiamata Phantom Power. La capsula è infinitamente sottile e questo comporta che il range di frequenza transducibile di un microfono a condensatore sia molto elevato. Acusticamente significa che avremo maggior dettaglio nella cattura della voce perché riusciremo a catturare armoniche superiori che non riusciremmo a catturare con il dinamico che ha range di frequenza più scarso. Non viene inoltre utilizzato nel live, oltre che per la sensibilità (soffre tantissimo vibrazioni, colpi e umidità) anche per l'eccessivo dettaglio. Per questo motivo se utilizzassimo un microfono a condensatore per cantare in un concerto sarebbe una sagra di rientri (effetto larsen) con conseguenti fischi.

 

Microfoni piezoelettrici

 

Sono spesso utilizzati nei microfoni a contatto per questioni di funzionamento, ovvero riescono a funzionare bene solamente se sono a contatto con la superficie che vibra. Il cristallo piezoelettrico è un materiale che se deformato (si parla di nanometri) produce una differenza di potenziale e dunque un segnale audio amplificabile. Viene spesso utilizzato negli strumenti ad arco e nelle chitarre, produce un suono molto a punta, tanto che spesso si utilizza nella registrazione delle chitarre come secondo microfono di accento.

 

Microfoni a nastro

 

Si basano sullo stesso concetto dei microfoni dinamici ma al contrario di essi sono molto delicati. Una sottilissima lamina di oro o alluminio è immersa in un campo magnetico, al passaggio dell'onda il movimento della membrana produce una differenza di potenziale e dunque un segnale amplificabile. E' categoricamente vietato il loro utilizzo in ambito di cattura di strumenti a grande escursione dinamica. Posizionandolo ad esempio davanti alla cassa della batteria l'onda di pressione al colpo potrebbe rompere la lamina al suo interno.

 

Si è capito dunque che l'alimentazione Phantom è utilizzata solo dai microfoni a condensatore ma che succede se alimento con la Phantom le altre tipologie di microfoni ? Nei caso dei dinamici gli avvolgimenti sono calcolati per poter sopportare l'alimentazione phantom anche perché a volte soprattutto nel live potrebbe non essere possibile disabilitare la phantom solo per un canale quindi per i dinamici no problem. Non ci sono problemi neanche per i piezo. Se alimentiamo con la Phantom un microfono a Nastro lo prendiamo e lo buttiamo all'istante. La lamina rappresenta infatti un corto circuito. Nel caso di corto circuito c'è massima richiesta di corrente pertanto la lamina si scalda e si rompe (il tutto in quale decimo di secondo visto il suo piccolissimo spessore). Quindi OCCHIO A NON UTILIZZARE LA PHANTOM CON I MICROFONI A NASTRO, anche perché un microfono a nastro poco che costi stiamo sui 750 euro.

 

Venendo alla tua scheda, ha l'alimentazione Phantom anche se ci sono comunque alimentatore phantom a parte per chi non avesse un mixer / scheda sonora o quel che sia, senza alimentazione Phantom.

 

Se hai domande sono qui...

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che dire, simone….grazie infinite per la tua competenza e celerità !

devo dire che più leggo i tuoi interventi più mi aumenta l'interesse verso questo mondo sconfinato dell'hi-tech musicale!

che poi va a finire sempre che si innesca una reazione a catena di dubbi su dubbi!

ti chiedo un'altra cosa, visto che ci sei:

attualmente sto lavorando ad un progettino per voce e piano, auto-prodotto (prossimamente, vorrei fare ascoltare agli amici del forum uno dei miei brani). Per smanettare a casa con la voce, che tipo di microfono fa al caso mio? potresti indicarmi qualche modello a prezzi umani da acquistare? considera però che una volta definite e rifinite le parti di voce e piano, vorrei realizzare il tutto presso uno studio di registrazione adeguato.

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Allora guarda su questo c'è da fare un discorso a parte... Ovvero...

Dipende che studio di registrazione ti registra, nel senso che se vuoi registrarti da solo, già prendendo un microfono a condensatore sapendo smanettare bene nel mix, se lo studio in questione non è ben attrezzato la differenza è poco percettibile. Informati bene del banco di cui dispone lo studio o dei moduli di cui lo studio è in possesso. Le cose professionali seguono un iter costoso e vorrei capire il livello finale di quello che devi realizzare... Senza sapere questa cosa non posso aiutarti... Vuoi realizzare un CD autoprodotto da far ascoltare ai tuoi amici con tutte le limitazioni del caso o vuoi fare proprio una cosa professionale di livello CD in commercio ?

Comunque non porti problemi sui dubbi, sono qui apposta, me lo sono cercato io... Parlo di cose che mi piacciono e che studio in università, non è un peso per me, anzi mi piace condividere le cose che so.

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Il mio obiettivo consiste semplicemente nello scrivere una ventina di brani (voce e piano, voce e altro), organizzarmi una serie di concerti di qua e di la e, con l'occasione, vendere il cd dei brani eseguiti (quindi sto parlando di un prodotto da immettere sul mercato, piccolo, di nicchia...ma pur sempre mercato). Giusto per puntualizzare: non ho particolari ambizioni in merito, soprattutto per il ritorno economico; certo, se riuscissi a recuperare un po' di spese non mi dispiacerebbe! In realtà l'unica mia vera ambizione è quella di mettermi in moto e in gioco come compositore. E già il solo fatto di mettere su il repertorio, produrre il cd, organizzare qua e là dei concerti e, potendo, vendere il cd, mi basterebbe. Senza pretese nei ritorni, insomma. Ma unicamente per mia soddisfazione personale, vorrei produrre e organizzare qualcosa di caxxuto, pet intenderci. Mi tocca chiedere un mutuo, vero?!

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Non devi chiedere un mutuo ma se devi fare le cose in modo professionale come mi sembra di aver capito devi andare in studi seriamente attrezzati che utilizzano banchi NEVE o SSL, da qui non si scappa.

La catena da seguire per un prodotto professionale è la seguente:

 

- Registrazione degli strumenti veri, nel caso di musica in cui ci sia l'orchestra. Non si può produrre un cd con i campioni, tutt'al più puoi metterne una di traccia con i campioni nei momenti in cui non si ritrova a suonare da sola. Serve che si confonda. Se poi parliamo di musica elettronica o di base con i sintetizzatori allora non c'è problema e usi lo studio solo per registrare la voce.

- Ti dicevo di stare attento ai macchinari. Se devi registrare un CD in modo serio valgono solo banchi SSL e NEVE che sono gli standard che vengono utilizzati da tutti gli studi di registrazione che producono prodotti da immettere sul mercato.

- La qualità dei microfoni -> Di norma la voce si registra con microfoni di un certo spessore... Neumann, Brauner, Peluso, Panasonic Vintage, AKG (il 414), blue. Insomma robetta che costa dai 2500 euro in su.

- Una volta registrato tutto deve essere mixato e quindi devi informarti sul tipo di ascolti che utilizzano

Una volta ottenuto il prodotto mixato, ovvero tutte le tracce del cd registrate e mixate, tutto questo deve essere mandato in uno studio di mastering.

- Ultimo punto: realizzazione del mastering dei brani.

 

Ora, io conosco qui a Roma diversi studi che operano con attrezzatura seria ed hanno ottimi curriculum di produzione: pubblicità, fiction, registrazioni orchestre, gruppi famosi, ecc. ecc. ma a Torino non saprei veramente che consiglio darti. L'unico consiglio che potrei darti è per quello che riguarda il mastering. C'è uno studio di mastering vicino a casa mia che ha realizzato molti restauri per il cinema e per CD poi commercializzati. I prezzi non sono elevati e potresti mandare il materiale anche tramite internet per poi riceverlo indietro pronto per essere stampato su cd.

 

Se nel frattempo vuoi cominciare a registrare qualcosa devi avere una buona scheda audio (importantissimi i convertitori ed i pre che devono essere di qualità) ed un buon microfono. Trovo molto bello il CAD trion 8000, un valvolare che non costa moltissimo ed ha veramente un bel suono, dovrebbe stare intorno ai 500/550 euro. Ce l'ho io, mi sono trovato veramente molto bene. Vorrei comunque capire il budget per essere più preciso su questa richiesta. Sei troppo lontano altrimenti qualche cosa potevo prestartela io...

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proseguo l'approfondimento della questione "scheda audio": nel corso di una mia ricerca in rete

mi sono spesso imbattuto nel termine "ibrida", relativo ad alcune schede audio…tra l'altro è ibrida, mi sembra di aver capito,

anche la scheda consigliatami da simone. quindi….cosa verrebbe ad essere tale "ibrida" ? ;-P

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