torrese Postato Aprile 28, 2013 Report Share Postato Aprile 28, 2013 Gentilissimo M° Paolo Ferrarelli per tutti noi PIANOEXPERT volevo chiederti se è vero che, la struttura metallica a forma di raggiera dotata, di appositi tensionatori regolabili con dadi e controdadi , applicata alla fascia interna dell'intelaiatura di legno, che fà da supporto all'incollaggio della tavola armonica dei pianoforti MASON & HAMLIN NON venga applicata anche a tutti i modelli di pianoforte a coda di tutte le case costruttrici del mondo;visto che il "tension resonator" promette di mantenere l'ottimale "carica" della tavola armonica per tutta la durata della vita del pianoforte? GRAZIE anticipatamente Un cordiale saluto saverio Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Aprile 28, 2013 Report Share Postato Aprile 28, 2013 Caro Saverio..tocchi un argomento spinoso. Anche Steinway presenta dei "trifoni" cioè degli assi filettati sormontati da un controdado a "campana" che permettono di muovere minimamente il telaio( nel caso di Steinway molto elastico) per caricare più o meno la tavola di risonanza. Che cosa accade quando la tavola è troppo caricata? Beh, diciamo che il suono è molto compresso. Il pianoforte suona meno, ma ha un suono più gestibile. Parlando in "soldoni"...( e qui chiedo perdono agli scienziati e ai matematici...) dopo il transiente d'attacco, l'onda del suono pianistico ha una improvvisa caduta per poi risalire e "campare"sino all'estinzione. Le Case,modernamente, via, via hanno un po' esagerato con questa carica, con questo suono compresso; il suono si libera poco...ma è più gestibile!! Martelli più grandi e più impregnati e grande "attacco" con possibilità di pedalizzare più tranquillamente. In sala, a distanza il suono diviene più udibile, i passaggi di semicrome e biscrome di grande virtuosismo divengono più chiari...il pianista si "affida" più tranquillamente allo strumento. Tutt'altra cosa è un pianoforte di "suono romantico" tipo Bluthner, o Bechstein ( di un tempo..): martelli più piccoli e meno duri, tavola meno caricata, meno caduta del suono, maggior prolungamento....ma suono meno gestibile. Qui devi fare più attenzione a pedalizzare ed è opportuno far staccare lo smorzatoio un attimo più tardi, nella salita del martello. Oggi qualche insigne Tecnico interviene su alcuni pianoforti di moderna fattura di grandi Marche ottenendo ottimi risultati, ma la cosa è soggettiva. Una tavola meno caricata, indubbiamente, libera meglio il suono, specie se lo strumento è datato. Non scendo nel dettaglio dei valori, che vanno misurati "casarecciamente" opp. in modo più raffinato e "reale" con un comparatore centesimale. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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