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Piano Concerto - Forum pianoforte

Notturno Op.48 n°1 in do minore


GILDA
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Vorrei aprire una discussione su questo notturno. Io lo trovo di una bellezza eccezionale e strabiliante...c'è qualche pianista che lo ha studiato e può parlarmene? Cosa ne pensate ? Si può collocare tra le più belle opere di Chopin?

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@ Gilda

 

Sono molto d'accordo con te. Non è il notturno che più mi conquista tra quelli di Chopin (vent'anni fa invece sì) ma mi pare che all'interno dei notturni sia unico: quel carattere austero, grandioso - intimo ed epico al tempo stesso - della parte iniziale mi dà quell'ampio respiro delle arcate melodiche come si trova in certi prelidi-corali bachiani per l'organo.

 

Poi è meraviglioso come Chopin gli stende sopra quel velo di luce tenue che è la parte centrale, e come piano piano lo riconquista nel tumulto angoscioso che lo porta a schiantarsi alla fine su quell'accordo di settima di la bemolle (che riesce a suonare più dissonante di quanto non sia) e infine svanire nella tonalità di do minore.

 

è certamente tra le più belle di Chopin. Altro non saprei dire. Forse allargare il cerchio della discussione alle interpretazioni. Rubinstein (mio amato) nell'incisione che possiedo in questo brano lo trovo un po' compassato per il mio gusto. La mia interpretazione preferita - oggi - è questa di Valentina Igoschina

 

https://www.youtube.com/watch?v=-MzrAGZHDvo

 

ciao!

Luca

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Grazie Luca della tua risposta.....concordo in tutto ciò che hai detto, ed anche per l'interpretazione di Valentina Igoschina ci troviamo perfettamente daccordo .....la trovo meravigliosa. Anch'io penso che sia unico all'interno dei notturni. Pensa... ho letto a riguardo che Chopin era molto pignolo con i suoi allievi ed era difficilissimo accontentarlo : voleva una domanda sul sol-do ( battuta 2-3) e una risposta sul do (battuta 4) e faceva ripetere finchè non otteneva ciò che voleva.....vorrei tanto sapere se è molto difficile da studiare perchè all'ascolto sembra molto complesso sia dal punto di vista tecnico che anche interpretativo.

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Dal punto di vista interpretativo dovrebbe essere difficile per chiunque

(ma si tratta di quella 'bella difficoltà' che andiamo a cercare accostandoci alla Bellezza... sennò, che suoniamo a fare?!)

 

Dal punto di vista tecnico, dipende ovviamente dalle capacità del pianista. La prima parte si lascia leggere (e anche interpretare, suvvia) anche da un dilettante mediocre come me. Poi quella centrale, e soprattutto quella finale, vanno ben oltre le mie capacità :(.

Quindi io mi metto tra quelli che si siedono ad ascoltarlo.

 

ciao!

Luca

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  • 2 months later...

Non l'avevo visto :)

 

 

Lento(si avverte un ritmo di marcia scandito dal basso su cui si sovrappone una melodia di ampio respiro), Poco più lento (corale armonizzato con accordi arpeggiati…sembra preludere Franck) e "Doppio movimento"; scrittura piuttosto densa e compatta (probabilmente influenzato da Liszt, anche se era ancora un po’ acerbotto nel periodo della stesura di questo brano).

 

In sintesi si apre e si chiude in modo minore con una parte centrale in modo maggiore e questo è molto innovativo dal quale prenderanno spunto Skrjabin e Rachmaninov.

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  • 4 years later...

....riesumo questa discussione leggendo con molto interesse le cose che avete detto che condivido appieno. Ci sto lavorando su in questi ultimi giorni. Inizialmente l'interpretazione di Igoschina era quella che mi affascinava di più per quell'atmosfera sospesa e meditativa molto soffusa che riusciva a creare nella prima parte, ma poi da quando ho iniziato a leggerlo non mi ci ritrovo più del tutto. Credo che comunque pur mantenendo quel senso di austerità soffusa e di sospensione si debba far "cantare" maggiormente la linea melodica...che si ispira schiettamente al bel canto belliniano. Sento l'esigenza di metterla più in risalto. Mi piacerebbe trovare il giusto equilibrio espressivo fra linea del canto e linea dei bassi che contribuiscono in espressività senza però invadere troppo....

È comunque interessante anche questa

interpretazione...

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Io credo che questo notturno sia veramente diverso da tutti gli altri. Come se  la melodia, il canto, avesse così rispetto dell'armonia complessiva, da venir appena "fuori" con la massima "riservatezza". Sottovoce. Non immagino niente di pienamente cantato. Una melodia "lontana", sommessa, evanescente e misteriosa. Solo nella ripresa, alla fine della penultima pagina, il tema viene fuori con una certa "convinzione". Ciò "autorizzato" e sottolineato dalla diversa armonizzazione del basso. Il "corale" è suonato molto piano, con la calma e la tranquillità assoluta dello scandire di tutte le note degli accordi lati ed ...arpeggiati(cantati nelle note esterne della destra). Nel doppio movimento, niente di "agitato", iniziando abbastanza piano. l'ultimo gruppo di semicrome che precede gli accordi finali è un recitativo

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