LucaCavaliere Postato Marzo 27, 2013 Report Share Postato Marzo 27, 2013 [impressioni d'ascolto, condivisione] FOLLIA DELLA CROCE E FOLLIA UMANA - sui cori iniziali della Matthäus Passion e della Johannes Passion - È impressionante la distanza che c’è, a livello espressivo, tra i due grandiosi cori introduttivi delle Passioni bachiane. Entrambi sono molto lontani dal Bach ascetico e speculativo dell’Arte della Fuga e dell’Offerta Musicale. Se è ragionevole sostenere che nelle opere dell’ultima maturità del kantor di Lipsia, la musica diventa puro spirito, imperturbabile, rarefatta contemplazione, è innegabile che all’inizio della Matthäus Passion e della Johannes Passion troviamo due brani dove il sentimento dilaga: due brani dove l’espressione, anche se dominata dalla sapienza creatrice del genio, è permeata di dolore. Altro che ‘puro spirito’: questa musica ha carne e sangue. Carne e sangue martoriati visto che siamo davanti alla passione di Nostro Signore. Questa ampiezza di registri espressivi però, ci da solo la misura – smisurata – dell’arte di Johann Sebastian Bach, capace di esprimere la lode come la supplica, il dolore come la gioia o la contemplazione. Non ci lascia presagire con quanta profondità egli abbia penetrato il sentimento del dolore nei due grandiosi cori Herr Herr, unser Herrscher e Kommt ihr Töchter che segnano rispettivamente l’inizio della Johannes Passion e della Matthäus Passion. In entrambi i brani siamo invitati a contemplare i dolori della Passione di Gesù e l’opera della nostra redenzione; ma è radicalmente diverso lo stato d’animo che emerge dal testo cantato e, su un piano autonomo, dalla musica. La Matthäus Passion ci porta subito davanti alla croce, con la Johannes Passion invece ci troviamo nel Getsemani; non sotto l’aspetto narrativo, ma come stato d’animo. Coro iniziale della Matthäus Passion Kommt ihr Töchter helft mir klagen, Sehet – Wen? – den Bräutigam, Sehet – Wie? – als wie ain Lamm O Lamm Gottes, unschuldig Am Stamm des Kreuzes geschlachet, Sehet – Was? – seht die Geduld, Allzeit erfunden geduldig, Wiewhol du wärest verachtet. Sehet – Wohin? – auf unsre Schuld, All Sünd hast du getragen, Sonst müssten wir verzagen. Sehet ihn aus Liebe und Huld Holz zum Kreuze selber tragen! Erbarme dich unser, o Jesu! Venite figlie piangete con me! Vedete… – Chi? – Lo sposo Lo vedete… – Come? – Come un agnello! Agnello di Dio innocente ucciso sul legno della croce, Vedete… – Che cosa? – La sua pazienza Sempre apparisti paziente Per quanto vilipeso. guardate … - A che cosa? – Ai nostri peccati Le colpe di ognuno hai voluto portare Se non l’avessi fatto dovremmo disperare. Ecco, per amor nostro, per salvarci, Lui, Proprio Lui regge il peso di un legno fatto a croce. Gesù, di noi abbi misericordia! (in grassetto “Agnus Dei” in lingua tedesca di Nicolaus Decius, prima del 1529. cantato dalle voci bianche) Nella Matthäus Passion il coro ci invita: «Kommt» («Venite figlie, piangete con me!»). Il dolore è grande e noi siamo invitati a parteciparvi: è a noi che si rivolge il coro. Le diverse entrate delle varie sezioni corali suonano come una continua, maestosa intensificazione del pianto. Siamo invitati a piangere, a guardare («Sehet»). A chi? A che cosa? Allo Sposo, alla sua sofferenza. Siamo invitati, ancora, a guardare (di nuovo: «Sehet»). A che cosa? Ai nostri peccati, a meditare sulle nostre colpe; e il sostegno degli archi qui si fa spezzato, sofferente. Nella sua struttura dialogante, il coro pone domande e trova risposte: risposte dolorose. Al di sopra di questa progressiva presa di coscienza, le voci bianche cantano l’Agnus Dei in lingua tedesca: l’Agnello di Dio innocente, la sua pazienza, i peccati del mondo. La maestosa polifonia delle masse corali evoca una moltitudine sofferente alla quale siamo invitati ad unirci. Siamo sotto i piedi della croce insieme a Giovanni e a Maria. Siamo di fronte alla ‘follia della Croce’, all’amore folle che per salvarci regge il peso di un legno fatto a croce; e dal dolore che suscita nascono la pietà e la gratitudine: «Erbarm dich unser, o Jesu!» ( «Gesú, di noi abbi misericordia!» ). Coro iniziale della Johannes Passion Herr, Herr, Herr, unser Herrscher, Dessen Ruhm in allen Landen herrlich ist! Zeig uns durch deine Passion, dass du, der wahare Gottessohn, zu aller Zeit, auch in der grössten Niedrigkeit, verrherrlich worden bist. Signore, Signore, Signore, nostro sovrano! La cui fama in ogni terra è gloriosa! Mostraci con la Tua passione, che Tu, vero Figlio di Dio, in ogni tempo, anche nella più grande prostrazione, sei stato e sarai magnifico. Tutt’altro genere di follia è quella che risuona, terrificante, nel coro iniziale della Johannes Passion. Qui non c’è nessun senso, non ci sono peccati di cui farsi carico. Non siamo sotto la croce dove ‘tutto è compiuto’; siamo nella notte nera del Getsemani: è il dilagare, orrendo, della follia umana, della violenza contro l’innocente catturato e condannato; è l’ora della paura, «è l’impero delle tenebre» (Lc 22,53) Non credo che sia mai stata composta altra musica dove, piú che in questa, risuoni così nettamente la ‘paura’: l’orrore di fronte alla violenza e al non senso del male. Nelle angosciose incessanti figurazioni degli archi che non trovano pace, si sente la ricerca spasmodica di ‘qualcosa’. I fiati non riescono ad emettere una frase che si possa definire intera. Quando poi il coro entra, al di sopra di un’orchestra che brancola nel vuoto: «Herr!» grida all’unisono. «Herr, Herr!» (l’invocazione è triplice) «Signore! Signore! Signore!... Mostraci Signore (Zeig uns) che anche nella più grande prostrazione sei magnifico. Mostraci che tu, vero Figlio di Dio (…)». E par quasi che queste voci del coro chiedano angosciate una conferma: «tu, sei Figlio di Dio? Vero?». Questo coro non dialoga, non trova rassicuranti ‘risposte’, non si rivolge a noi ma a Gesú. Di fronte all’orrore del male «Herr!» urla all’unisono. Dov’è il senso? Dov’è il senso di questa follia distruttrice? Nessuna risposta. “Solo” la follia dell’amore. La Johannes Passion ‘chiama’ la Matthäus Passion. Alla follia dell’uomo può offrirsi solo la follia della Croce. Luca Cavaliere 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Silbermann Postato Marzo 27, 2013 Report Share Postato Marzo 27, 2013 Peccato per le altre che sono andate perse Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dilettante Postato Maggio 20, 2013 Report Share Postato Maggio 20, 2013 Peccato per le altre che sono andate perse Cioè? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Terenzio Postato Maggio 20, 2013 Report Share Postato Maggio 20, 2013 Cioè? Lukaspassion BWV 246 e Markuspassion BWV 247 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dilettante Postato Maggio 21, 2013 Report Share Postato Maggio 21, 2013 Grazie Terenzio, c'è anche un numero di catalogo?...ma cosa esistono, frammenti o proprio niente? E se niente, perchè assegnargli un numero di catalogo? Scusa le domande un po' ingenue... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Terenzio Postato Maggio 22, 2013 Report Share Postato Maggio 22, 2013 Grazie Terenzio, c'è anche un numero di catalogo?...ma cosa esistono, frammenti o proprio niente? E se niente, perchè assegnargli un numero di catalogo? Scusa le domande un po' ingenue... Il discorso sarebbe lungo ma proviamo a riassumerlo saltando alcuni passaggi. Quando un compositore muore interviene un musicologo che scartabella i suoi archivi e fa un elenco di tutti i titoli che ci ha lasciato (indipendentemente dalla loro collocazione e reperibilità). Il musicologo redige un catalogo che può avere vari tipi di sistemazioni: cronologico (es. Mozart), per generi musicali (es. Bach) o altro. Seguono altri studi e si scoprono composizioni dimenticate o perdute che vengono aggiunte (si sono trovate composizioni di Bach che è morto nel 1750, ancora dopo l'anno 2000) o si verifica che alcune attribuzioni erano errate e restano nel catalogo (il numero è ormai assegnato) con la nota delle necessarie correzioni. Torniamo alla tua domanda. Lukaspassion BWV 246 Di questo oratorio si sa tutto, esiste testo, musica, prima esecuzione Lipsia, Nikolakirche, 7 aprile 1730, prima edizione per i tipi della Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1898, ecc. Quello che si è scoperto in tempi recenti è che non è di Bach ma di Johann Melchior Molter ma ormai aveva occupato il numero nel catalogo. Markuspassion BWV 247 Queto oratorio invece è perduto. Si sa che il testo era di Picander (Christian Friedrich Henrici) e la prima esecuzione avvenne a Lipsia, Thomaskirche, 23 marzo 1731. Sono stati ricostruiti solo 5 brani perchè Bach li aveva riutilizzati in altre composizioni (1 nella Cantata BWV 54, 3 nella Cantata BWV 198 ed 1 nell'Oratorio di Natale BWV 248). Questi brani sono pubblicati da HänssIer-Verlag, Stoccarda-Hohenheim, 1964. In questo periodo sto lavorando proprio sul catalogo di Bach per aggiungerlo sul mio sito. Sono tre mesi che ci lavoro e credo che ne occoreranno ancora uno o due. Se mi segui prima o poi lo troverai. Ti ricordo l'indirizzo del sito: http://www.flaminioonline.it 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Silbermann Postato Maggio 22, 2013 Report Share Postato Maggio 22, 2013 Anche leggere libri tipo questo aiuta http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2137-frau-musika-di-alberto-basso Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
antares86 Postato Giugno 6, 2013 Report Share Postato Giugno 6, 2013 Lukaspassion BWV 246 e Markuspassion BWV 247 ma una delle 2 non è spuria?? (ora non ricordo quale) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Terenzio Postato Giugno 7, 2013 Report Share Postato Giugno 7, 2013 ma una delle 2 non è spuria?? (ora non ricordo quale) Esatto, come ho già detto sopra, la BWV 246 non è di Bach ma è composta da Johann Melchior Molter. La BWV 247 è perduta. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Giugno 7, 2013 Report Share Postato Giugno 7, 2013 Esatto, come ho già detto sopra, la BWV 246 non è di Bach ma è composta da Johann Melchior Molter. La BWV 247 è perduta. Comunque a me piace molto lo stesso! Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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