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Piano Concerto - Forum pianoforte

Il Pianoforte E La Palestra


Pio
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Che voi sappiate lo sforzo fisico può o meno intaccare la tecnica pianistica, le articolazioni? Insomma, non è che danneggia i muscoli al punto da darmi gli ogettivi problemi che sto riscontrando?

 

Cosa c'è da sapere? In sintesi, una persona che studia il pianoforte, può fare esercizi fisici senza avere riscontri negativi quando suona?

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L'argomento è già stato trattato, puoi fare una ricerca sul forum per vedere anche altre opinioni.

In breve, ti dico la mia, tutto ciò che contrae il muscolo va a discapito della scioltezza. Fare sport va bene, fare pesistica finalizzata al culturismo dovrebbe essere bandita per un pianista.

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Ahia, allora credo di avere un serio problema relativo al mio mestiere. Per tatuare bisogna usare parecchia forza, sia per "tirare" la pelle che deve rimanere sempre ben tesa, sia per contrastare le vibrazioni della macchinetta (che tendono a causare linee ondeggianti). Non vorrei scoprire che i miei patetici tentativi per suonare decentemente vengono annientati ogni volta che lavoro. Comunque con la ricerca non ho trovato le discussioni precedenti, senz'altro sbaglio le parole chiave. Puoi mettere un collegamento?

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Comunque con la ricerca non ho trovato le discussioni precedenti, senz'altro sbaglio le parole chiave. Puoi mettere un collegamento?

 

Anche io non ho trovato nulla, sono curioso, In gioventù facevo pesi e suonavo pf...non è che avessi questi grossi problemi. In realtà qualche domanda me la ponevo, alla fine gli esami sono andati lisci...forse per un concertista è diverso.

 

Graditi link, grazie.

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Ahia, allora credo di avere un serio problema relativo al mio mestiere. Per tatuare bisogna usare parecchia forza, sia per "tirare" la pelle che deve rimanere sempre ben tesa, sia per contrastare le vibrazioni della macchinetta (che tendono a causare linee ondeggianti). Non vorrei scoprire che i miei patetici tentativi per suonare decentemente vengono annientati ogni volta che lavoro.

 

Però perchè sviluppare forza dovrebbe essere limitante per un pianista? Non penso che il pianoforte sia un esclusiva di braccia "deboli"...insomma, c'è chi è naturalmente dotato di una certa struttura fisica, dubito non possa suonare il pianoforte.

 

Chi sa cosa ne pensa PianoExpert :)

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Più che con le braccia, nel mio lavoro si esercita molta forza proprio con le dita. Contrastare le vibrazioni - che, ti assicuro, sono piuttosto energiche - obbliga a irrigidire le dita della mano destra. Finora ho scampato tendiniti e altri problemi fisici, ma sono ugualmente perplessa. :unsure:

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Più che con le braccia, nel mio lavoro si esercita molta forza proprio con le dita. Contrastare le vibrazioni - che, ti assicuro, sono piuttosto energiche - obbliga a irrigidire le dita della mano destra. Finora ho scampato tendiniti e altri problemi fisici, ma sono ugualmente perplessa. :unsure:

 

Il libro di Sandor, "Come si suona il pianoforte", spiega per bene quali possono essere le cause di una tendinite o altri problemi...di sicuro non centra la forza ma come i muscioli vengono coordinati. Ergo: è più facile che la tendinite derivi da un'errata postura durante gli studi pianistici ... che da esercizi in palestra

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Come culturista (dilettante) mi sento di darti qualche consiglio. Pratico culturismo da quando avevo 16 anni.

 

Mi trovo in disaccordo con Simon sulla questione scioltezza.

 

Io direi di puntare l'attenzione su tre elementi fondamentali utili per un pianista di qualsiasi livello.

 

1) Stretching (non il metodo Anderson) ma soprattutto il promettente PNF (Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation)

Le caratteristiche principali le puoi trovare nell'ottimo lavoro di Rolf Wirhead ANATOMIA DEL MOVIMENTO E ABILITA` ATLETICA con dei disegni a matita meravigliosi di questo fisiologo.

 

2) Postura e PRESA. Carlo Lonati (maestro di Vidusso e Pollini) consigliava trazioni alla sbarra (con estensione completa di qualche secondo, sia a presa supina che in pronazione) oltre chiaramente al nuoto. Le extrarotazioni e intrarotazioni sono FON-DA-MEN-TA-LI sia per la stabilità della spalla in generale che per migliorare l'affaticabilità della postura prolungata del pianista.

Altresì consiglio il movimento di Arlaud con massimo 2 kg per mano, per garantire una funzionalità lombare e dei deltoidi posteriori formidabile!

Sono da curare con estrema serietà gli elevatori della scapola ed il sopraspinato (tutta la cuffia dei rotatori è fondamentale per il pianista/vibrafonista/chitarrista/Violinista e chi più ne ha più ne metta).

Altri muscoli che possono creare problemi per la postura sono i lombari, gli addominali (da tenere sempre sotto allenamento) e i muscoli cervicali. Mi raccomando vale quanto detto nel punto 1!

 

La presa è importantissima! Proprio quella ci può rovinare la nostra abilità pianistica. Sconsiglio assolutamente di procedere con i piegamenti sulle braccia appoggiati con i palmi delle mani.

E' da mettere in preventivo l'acquisto di un paio di maniglie (magari anche quelle girevoli, più fisiologiche). Piuttosto, utilizzare i pugni con degli appositi cuscini sotto per evitare i lividi.

Consiglio di utlizzare dei buoni guanti da body building. Non utilizzare MAI presa falsa o senza pollice in opposizione.

 

3) Basarsi su esercizi fondamentali coi pesi liberi, e raramente con macchine. Le macchine in fatti a lungo andare, possono causare con molta più frequenza un trauma da stress ripetuto. Inoltre se vogliamo creare ipertrofia muscolare ricordo che gli esercizi con corpo/peso libero sono molto più efficaci se associati a corretta esecuzione, buona alimentazione, minimo 8 ore di sonno e corretti tempi di recupero (da valutare SOGGETTIVAMENTE)

 

Ultima cosa, sconsiglio l'utilizzo della panca piana, la quale può portare a movimenti non fisiologici della spalla. Personalmente mi alleno a casa e sono almeno 5 anni che non utilizzo una panca, senza aver problemi di risultati in termini di ipertrofia, elasticità.

 

Sono un fermo sostenitore del Culturismo Naturale vecchia scuola (J.Vigna docet). Consigli validi li possiamo trovare anche sul Scienza del Natural Body Building di Tozzi.

 

Prima di un concerto consiglio di eseguire delle sessioni di stretiching generale con delle rotazioni delle braccia (magari una nuotatina leggera). Per me è un toccasana.

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Si....

 

...Rileggendo la mia risposta viene spontaneo domandarMI " Quanti premio Chopin Culturisti esistono al mondo??" :D

 

Vabbè dai, la mia è una opinione. Secondo me se amministrato bene, il culturismo è un'arma molto efficace anche per i pianisti.

Peccato che quando si pensa ai culturisti, non può che venire in mente Arnold... Il quale è stato comunque testimone di un decadimento etico culturale anche nello sport.

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Si....

 

...Rileggendo la mia risposta viene spontaneo domandarMI " Quanti premio Chopin Culturisti esistono al mondo??" :D

 

Vabbè dai, la mia è una opinione. Secondo me se amministrato bene, il culturismo è un'arma molto efficace anche per i pianisti.

Peccato che quando si pensa ai culturisti, non può che venire in mente Arnold... Il quale è stato comunque testimone di un decadimento etico culturale anche nello sport.

 

Onestamente non mi sono basato su queste considerazioni, e da come ne parli sembri molto preparato sull'argomento, sicuramente molto più di me. Io ho parlato più che altro per mia esperienza personale dove in 5 anni di Kick Boxing dovevo alternare 3 volte alla settimana la sala pesi. E' stato un periodo in cui non avevo ancora le idee chiare se praticare lo studio del pianoforte in modo professionale o come passatempo, di conseguenza non mi privavo della palestra, come non mi privavo anche di altre attività diciamo "rischiose" per un pianista. Ricordo bene però che specialmente quando uscivo dalla sala pesi durante i periodi di preparazione ero molto indolensito. Una volta persino non riuscii a togliermi la maglietta dopo aver fatto braccia. In ambito pianistico invece, quando mi mettevo al pianoforte sentivo grandi tensioni negli avambracci specie nei brani veloci, e grandissima difficoltà nel far correre le dita al punto che dovevo fermarmi poco dopo in quanto cominciavo ad avvertire forti dolori, eppure soprattutto durante gli allenamenti di Kick, l'allenatore ci faceva restare per fare 30 minuti di stretching al termine dell'allenamento, dove allungavamo praticamente tutti i muscoli. Oltretutto è uno sport in cui l'elasticità muscolare è fondamentale: velocità e controllo.

Non che non mi fidi di quello che dici ma mi interessa avere maggiori delucidazioni da una mia amica fisioterapista e da un mio amico medico... L'argomento è molto delicato e forse richiede un tipo di allenamento specifico che non tutti gli istruttori sono in grado di dare, oppure potrebbe essere una tua predisposizione genetica, che permette a te di avere un tessuto muscolare molto elastico anche dopo forti sollecitazioni, ma magari ad un altro potrebbe recare i problemi che ho riscontrato anche io. Dicevo che l'argomento è delicato e bisognerebbe documentarsi presso medici e fisiatri proprio perché alcune persone potrebbero leggere un post incoraggiante e darsi al body building che potrebbe portargli risultati in termine di massa muscolare ma, come nel mio caso, gravi problemi nel pianismo.

Insomma penso sia il caso, su questo particolare argomento, dare parola agli specialisti... ;)

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Sono continue ricerche che uno fa. Purtroppo il 99% dei personal trainer non sono preparati affatto su questo problema.

Come dicevi tu meglio parlare con un dottore (anche osteopata bravo) e fisioterapista. Magari che suonano pure loro.

 

In questo ambito è molto facile fare casino e peggiorare la situazione. L'idea è quella di allenarsi non per curare solo l'estetica (il che va contro la serietà e longevità dell'allenamento) ma bensì pensando alla funzionalità muscolare e alla finalità sportiva (eh eh... magari nel nostro caso Xenakis :P ).

 

Una cosa è certa: i vizi posturali di qualsiasi genere sicuramente non vanno a favore della longevità del pianista.

 

Ritengo che il Culturismo (chiamato ormai impropriamente Body Building) espone se seguiti da persone serie (e non dal personal trainer "quadratico medio" modello Virgin/20hour e altri "aereoporti") a meno rischi di infortunio rispetto ad altre discipline sportive.

 

Nel mio caso, è stato il mio professore di matematica, (ora un mio caro amico ed astrofilo) che mi fece conoscere il metodo J.Vigna del 1955. Ben inteso che è un metodo valido ma per diversi aspetti sorpassato.

 

Allora ero alto 1.87, tipica struttura ectomorfa (longilinea con tendenza cifotica e un peso di circa 76kg). Suonare il pianoforte per ore, mi causò un "peggioramento" dei miei atteggiamenti posturali. Fu allora che il mio dottore mi consigliò definitivamente di iniziare attività fisica.

 

Oggi peso 85 kg (10 anni di differenza), ho risolto gran parte dei miei problemi posturali (ahimè sempre in agguato) e altri dovuti alla lassità di legamento della spalla sinistra.

 

Non ho mai preteso di sollevare bilancieri da 100 chili, e non ho nemmeno mai riempito una sala da concerto.

 

La mia è solo una esperienza tra le tante. ;)

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Ecco, forse allora avevamo in mente metodi diversi di allenamento pur sempre parlando di pesistica. Il culturismo che praticavo io era indirizzato allo sviluppo di massa muscolare. Ricordo che il mio trainer della sala pesi mi metteva a fare pochissime ripetizioni con un peso enorme. Ricordo tanto per dare un'idea i 50 Kg più i 7Kg di bilancere curvo per fare i bicipiti o i 110 Kg di panca piana. Spesso arrivavo alla quarta ripetizione sfiancato e mi aiutava lui a fare le ultime due. Questo era il metodo per fare massa muscolare, non facevo affatto definizione dal momento che poi il lavoro nella sala kick era molto aerobico. Il tuo tipo di allenamento mi sembra di capire che sia più indirizzato al benessere fisico che alla crescita muscolare entro un certo limite temporale.

 

Inizialmente mi hai lasciato un po' perplesso devo dire la verità, perché ti ho sentito suonare lo studio op. 10 n. 1 ed i tuoi gesti pianistici erano tutt'altro che contratti. Quando poi mi hai detto che facevi culturismo ho sgranato gli occhi e mi sono chiesto come mai io, al contrario di te, fossi tutto incordato nonostante facessi tantissimo stretching (parliamo di circa 12 anni fa), ecco perché avevo pensato a qualcosa di natura genetica. :P

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Eh eh... Grazie Simone! Non posso negare che ce l'ho messa proprio tutta per registrare quello studio.

 

Non mi sono allenato coi pesi per circa una settimana prima di registarlo. Quando devo suonare in pubblico al massimo mi faccio una corsetta.

 

Quel metodo che dici tu sono le ripetizioni forzate. Necessarie per reclutare alcuni tipi di fibre muscolari specifiche per la forza e l'ipertrofia.

Purtroppo è una scelta infelice per le articolazioni e si utilizza solo per brevi periodi. Almeno i risultati migliori li ho avuti così.

 

Non posso negare che uno dei miei obbiettivi è anche l'ipertrofia. Ribadisco la mia opinione che l'ipertrofia se ben ponderata, può davvero far bene ad un musicista.

 

Oliver Sacks, il celebre neurologo e grande narratore (di cui ricordo i capolavori "Musicofilia" 2012 ed Adelphi e "L'uomo che sambiò sua moglie per un cappello" ed Adelphi) ci definisce "atleti dei piccoli muscoli".

 

Sull'utilizzo del bilanciere in ambito musicale si apre un discorso enorme. Personalmente non lo uso e non mi piace utilizzarlo in quando ci porta spesso a movimenti non fisiologici.

 

Al contrario i manubri e gli elastici, o le sbarre libere (per appendersi) consentono movimenti molto più simili a noi "primati".

 

Hai mai provato Simone il movimento di Arlaud? E il PNF (sostanzialmente un tipo di stretiching associato a delle contrazioni per facilitare allungamento tendineo)?

 

Nel caso degli avambracci, della spalla e dei polpacci il PNF ha avuto risultati notevoli. Con i pettorali un po' meno, ma purtroppo la mia genetica in ambito culturista lascia un po' a desiderare... :(

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Il mio maestro Tino, ha compiuto qualche mese fa 87 anni. Ha vissuto tutta la vita lavorando per la musica.

Melodie note.

Semplicità.

E grazie a questo modo di suonare che ha, è riuscito a vivere bene fino ad oggi. Lui ha sempre suonato per la gente. I locali di Milano più prestigiosi.

Altri hobby?

L'orto.

 

Più di una volta prima di andare a lavorare la sera, zappava tutto il giorno e smuoveva la terra.

Quelle sere le mani (e il corpo) erano legate, imprecise, pesanti.

Non di rado durante la serata si presentava il cliente dicendo "complimenti maestro per il suo tocco straordinario..."

 

Ecco.

 

Perciò concludo con una idea di Horowitz. Il pubblico si divide in 3 categorie.

 

1)quelli che vengono per vedere come sei vestito o a mostrare la loro ragione sociale;

2)i colleghi, che in molti casi ci rompono le palle anche se ti chiami Horowitz

3)le persone che sono venute ad ascoltarti e credono nella tua musica e nel tuo modo di suonare.

 

Palestra o non palestra non penso che alla prima e seconda categoria, e nemmeno a quel cliente del maestro Tino, importi se il pomeriggio prima abbiamo lavorato sui deltoidi e tricipiti. :D :D :D

 

Questa era solo una mia osservazione "salottiera". :P

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Ti ringrazio come sempre per gli ottimi spunti e per la possibilità che mi dai di argomentare con te, se mi posso permettere solo su un particolare mi sento di dissentire...

 

 

Perciò concludo con una idea di Horowitz. Il pubblico si divide in 3 categorie.

 

1)quelli che vengono per vedere come sei vestito o a mostrare la loro ragione sociale;

2)i colleghi, che in molti casi ci rompono le palle anche se ti chiami Horowitz

3)le persone che sono venute ad ascoltarti e credono nella tua musica e nel tuo modo di suonare.

 

Quello che dice Horowitz lo dice rivolgendosi al pubblico. Qui è importante capire se si suona per il pubblico, se si suona per sé stessi oppure se si suona per gli autori.

Io credo che la risposta sia un Mix di tutti e tre e nonostante qui si sia parlato del pubblico nello specifico sono certo che Horowitz la pensasse allo stesso modo. Al contrario non la penserei così di Arturo Benedetti Michelangeli che invece voleva che gli applausi del pubblico non fossero rivolti a lui, semplice esecutore del brano, ma all'autore.

L'esibizione non può di certo prescindere da un pubblico ma il valore aggiunto siamo noi a darlo, non il grado di sensibilità o di cultura del pubblico. L'esibizione, per me, è finalizzata all'espressione di ciò che l'autore volesse comunicare e trasmettere sfruttando la nostra capacità di tradurre il testo musicale in musica. Far arrivare anche un piccolo accenno dell'estetica celata dietro al brano ad un pubblico, di cui Horowitz ha ben descritto i tratti, è già una grandissima cosa.

Personalmente io suono per me stesso e cerco di farlo, per quanto mi sia possibile conoscendo ed analizzando tutti i vari tratti del brano. La cosa bella è che non si smette mai di scovare cose nuove. Alcune cose le si capiscono studiando la vita degli autori ed ho trovato molto produttivo ai fini interpretativi oltre che culturali leggere gli epistolari degli autori. Nella lettera c'è il carattere vero dell'autore, che si confida con un suo caro, che ne esprime il suo vero io, e che dunque, è di grandissima importanza per determinarne il carattere e cercare di farlo proprio. Per questo, la lettura non deve essere distante, bisogna immedesimarsi nell'autore che scrive per poterlo capire, solo in questo modo potremmo avvicinarci ai suoi pensieri sulla vita, sull'amore e dunque sulla musica. Importantissimo è anche conoscere quando un'opera è stata scritta, a che punto della vita dell'autore, in quale situazione emozionale. Tutto ciò non può essere ignorato ai fini di una buona interpretazione. Ecco che il discorso dunque si allarga a qualcosa di più personale del pubblico che ci ascolta.

In realtà ritengo (o per lo meno a me succede questo) che, per un pianista, il pubblico esista per i primi 2 minuti del concerto...

Tu come la pensi ?

 

Buona musica ! ;)

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Grazie Simone per la tua opinione in merito.

 

Cioè dopo i due minuti sei completamente alienato?

 

Secondo me è giusto per la musica classica.

 

Nel mio caso invece diventerebbe controproducente. Anche solo per dare il "Buonasera" agli ospiti quando entrano e mi salutano o mi sorridono.

Il grande insegnamento che ho avuto dal mio maestro sta nel modo in cui leggere il pubblico che ti ascolta. Nel non isolarsi mai, ma "chiacchierare" con il pubblico (metaforicamente parlando).

 

Anche la bella presenza - l'immagine - , purtroppo gioca la sua importanza. Arturo Benedetti Michelangeli e Michael Petrucciani sono due esempi.

 

Per il genere che faccio, vedere un pianista gobbo sulla tastiera assolutamente concentrato sulle sue astrazioni musicali non è detto che sia gradito al pubblico. Piuttosto un pianista che non guarda la tastiera quasi mai, che quando un cliente telefona riesce ad eseguire un pianissimo "remoto", secondo la mia esperienza viene apprezzato notevolmente.

 

Ritornando al discorso palestra, è davvero un peccato che tra le specializzazioni dei personal trainer ci siano la Formula 1 e il Golf, e non il training per i Musicisti.

 

D'altro canto di tutti i PT che ho conosciuto, almeno l'80% di loro sapevano consigliarti solo il tipo di tatuaggio da fare o la mossa di arte marziale.

 

Bah...sicuramente sarà cultura anche questa...

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Bé io faccio solo musica classica. Per me il pubblico è distrazione. Spartiti o non spartiti le cose da ricordare sono moltissime durante l'esecuzione, se penso al pubblico mi deconcentro dai miei obiettivi musicali e non riesco ad "entrare" nella musica. Capisco di suonare bene quando mi emoziono e quando, a fine brano, mi accorgo di aver trasmesso qualcosa al pubblico. Ecco il pubblico per me viene alla fine.

 

Sono certamente due intenti diversi e due pensieri diversi. Nel tuo caso, come dici bene, il pianista si adegua al cliente che telefona, nel mio caso se squillasse un telefono in sala sarebbe un sacrilegio ed anzi, prima del concerto si prega sempre di spegnere i cellulari.

Ultimamente ho ascoltato Jerome Rosé in concerto a Todi. Tutte musiche di Brahms, appena iniziato il concerto, diciamo dopo 5 minuti, una ragazza dello staff si avvicina e gli scatta una foto. Rosé ha smesso di suonare ed ha pronunciato un: "No photo, please !" ed ha ricominciato dall'inizio.

 

Sono ambiti molto diversi. Nel tuo caso, mi sembra di aver capito che la musica serva come accompagnamento alla serata del pubblico, nel secondo caso, il pubblico si muove per ascoltare la musica.

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Bene, allora se ti fa piacere potremmo approfondire... Qual'è la tua esperienza in termini di allenamento ? Voglio dire il tuo allenamento tipo, come lo suddividi nella settimana, quante serie, quante ripetizioni per serie e quanto peso ? Come dividi i muscoli nei giorni della settimana e se vogliamo quale la dieta di un pianista sportivo ? ^_^

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