Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

Beethoven Incontro' Mai Rossini? E Di Cosa Parlarono?


Micheluzzi
 Share

Recommended Posts

Io ho sempre avuto il dubbio sul fatto che Beethoven incontrò mai Rossini nella sua vita, invece sembra che ci fu un fugace incontro nel 1822.

Lo stesso Rossini, nella visita ricevuta da Wagner nel 1860 (trascritta da Michotte), ne dà un ampio resoconto, nel quale dice un sacco di cose molto interessanti non solo su Beethoven e su questo loro incontro.

 

Segnalo

http://www.rodoni.ch...ini-wagner.html

 

Ma a proposito delle valutazioni che Beethoven fece a proposito dello Stabat Mater di Pergolesi (c’è qualcosa anche relativamente ad altre opere), quanto c’è di vero e “sensato”?

Link to comment
Condividi su altri siti

Ciao Micheluzzi, piacere mio.

 

Qui siamo nuovamente nel campo delle supposte.... (delle notizie supposte). In realtà il misero gioco di parole non difetta di significati lubrificanti. (si deve vedere sull' altro topic circa la veridicità delle fonti) Quindi: 1) cosa sappiamo da parte di Beethoven di Rossini? 2) inversamente che cosa ci ha tramandato il Pesarese? 3) Esistono testimonianze di terzi? 4) Esiste una prova concreta della visita dell' uno all' altro e quando sarebbe avvenuta? Io sono abituato all' acqua fresca e quindi le fonti mi servono pulite e di montagna. Ovviamente sono i quaderni. La testimonianza di Rossini vale zero, anche se decidessimo che il Nostro fosse persona attendibilissima e assolutamente in buona fede. (questo si applica per una sostanziale ragione: il suo commento non sarà mai super partes). Dunque i quaderni: Quaderno V Folio 20a, Ta(n)credi e Otello, egli ha un certo genio, cosa che non si può disconoscere, ma è uno sciattone privo di gusto. (prima annotazione su Rossini) in totale, 21 annotazioni su Rossini dal 1819 al 1823, tutte poco lusinghiere, ma scritte da mano altrui, forse per compiacere il Beethoven, avverso alla musica giudicata troppo frivola (bella l' annotazione "il signor fratello ha saputo che il consigliere aulico Kiesewetter e diversi altri hanno tenuto giudizio su Rossini condannandolo a 100 bastonate ad popecia, e poi impiccandolo" (quaderno XXVII, metà marzo 1823). Questo era l' ambito in cui si svolse l' incontro fra i due. Non dimentichiamo che fu trascritto nel 1860 a Michelotte, quindi almeno alcune decine di anni dopo..... (se fosse vero....) se volete leggere l' integrale, lo trovate in molti libri, ed anche qua: http://www.rodoni.ch/mose-rossini/rossini-wagner/rossini-wagner.html . Mi permetto però di riportare una trascrizione: Avevo già ascoltato a Milano alcuni quartetti di Beethoven e non ho bisogno di dirle con quanta emozione e ammirazione! Conoscevo anche alcune sue composizioni per pianoforte. A Vienna assistei per la prima volta all'esecuzione di una delle sue sinfonie, l'Eroica. Quella musica mi sconvolse. Ebbi un solo pensiero: conoscere quel grande genio, vederlo, fosse pure una sola volta. Ne parlai con Salieri che sapevo essere in rapporti con Beethoven. Per soddisfare il mio desiderio pensò che la cosa migliore fosse parlarne con Carpani, il poeta italiano che era persona gradita a Beethoven; era certo che con il suo aiuto sarebbe riuscito. In effetti Carpani si adoperò con tale insistenza presso il maestro che ottenne il suo consenso a ricevermi. Ho bisogno di dirlo? Salendo le scale che conducevano alla misera dimora in cui abitava il grande uomo, feci un certa fatica a controllare la mia emozione. Quando la porta si aprì, mi trovai in una specie di bugigattolo sudicio e spaventosamente disordinato. Mi ricordo soprattutto che il soffitto, subito sotto il tetto, era percorso da grandi crepe attraverso le quali la pioggia doveva certo penetrare a fiotti. I ritratti di Beethoven che tutti conosciamo nell'insieme riproducono abbastanza fedelmente la sua fisionomia. Ma quel che nessun incisore saprebbe mai esprimere è la tristezza indefinibile che emana dal suo volto, mentre sotto le folte sopraciglie, come in profonde caverne, gli occhi, anche se piccoli, sembrano trafiggervi. La voce era dolce e un poco velata. Quando entrammo, senza fare attenzione a noi restò qualche momento chino su una pagina di musica che finiva di correggere. Poi, sollevando la testa, mi disse bruscamente, in un italiano abbastanza comprensibile: "Ah Rossini, è lei l'autore del Barbiere di Siviglia? Le faccio i miei complimenti, è un'eccellente opera buffa; l'ho letta con piacere e mi sono divertito. Fino a che ci sarà. un teatro d'opera italiano verrà. eseguita. Non cerchi mai di fare altro che opere buffe; voler riuscire in un altro genere significherebbe forzare il suo destino." Carpani che mi accompagnava lo interruppe subito, naturalmente scarabocchiando in tedesco e traducendomi parola per parola; era questo il solo modo in cui si poteva tenere una conversazione con Beethoven; scrisse: "Ma il maestro Rossini ha già. composto un gran numero di opere serie, Tancredi, Otello, Mosè; io stesso gliele ho mandate accomandandole di esaminarle." Beethoven rispose: "Infatti le ho scorse, ma vedete, l'opera seria non è per gli italiani. Per trattare il vero dramma non hanno sufficiente dottrina musicale; e come potrebbero mai acquisirla in Italia?" Io gli comunico tutta la mia ammirazione per il suo genio, tutta la gratitudine per avermi permesso di esprimergliela... Mi rispose con un profondo sospiro e con queste poche parole: "Oh! un infelice!" Dopo una pausa mi chiese alcuni dettagli sui teatri italiani, sui cantanti famosi, volle sapere se si eseguivano frequentemente le opere di Mozart, se ero soddisfatto della compagnia italiana a Vienna. Poi augurandomi una buona esecuzione e il successo per Zelmira, si alzò e ci accompagnò fino alla porta, ripetendomi "Soprattutto faccia molti Barbiere." Scendendo quella scala, provai un'impressione talmente penosa nel pensare all'abbandono e alla miseria in cui era lasciato languire un sì grand'uomo, che non potei frenare le lagrime. "Ma se è lui", disse il Carpani, "che vuol vivere così! E' un misantropo, un bisbetico, che non sa conservarsi alcun amico!" La sera stessa assistei ad un pranzo di gala in casa del principe Metternich. Turbato ancora da quella visita, da quella lugubre parola "infelice", che mi era rimasta negli orecchi, mi sentii come confuso nel vedermi trattato, al paragone del Beethoven, con tanti riguardi in quella brillante società., e non potei fare a meno di dire francamente tutto quel che pensavo sulla condotta della Corte e dell'aristocrazia viennese verso il più gran genio musicale del tempo. N'ebbe la stessa risposta che mi aveva data il Carpani; ed allora feci osservare che lo stato di sordità. in cui si trovava l'infelice doveva ispirare la più viva compassione e che non era generoso rimproverargli certe debolezze per giustificare il rifiuto di soccorrerlo. Aggiunsi che se tutte le famiglie facoltose di Vienna si fossero sottoscritte per una data quota, sarebbe stato possibile assicurare al grande compositore una rendita tale da metterlo al riparo di ogni bisogno; ma la proposta non trovò l'appoggio di alcuno. Non mi perdei di coraggio e cercai di raccogliere i fondi necessari per compargli almeno una modesta abitazione. Ottenni qualche adesione, ma il risultato finale fu assai mediocre; mi si rispondeva generalmente: "Voi conoscete poco il Maestro; il giorno dopo ch'egli sarà padrone di una casa, se la rivenderà; non si saprà mai adattare a tenere un'abitazione fissa; sente il bisogno di cambiare appartamento ogni sei mesi e domestica ogni sei settimane!" E così fui obbligato ad abbandonare anche questo secondo progetto.

 

Secondo me tutto questo racconto è una palla pazzesca..... alla Rossini..... ditemi: un poco di retorica, un pò di luoghi comuni, un racconto descrittivo del B. riportato magari proprio dal Carpani e da altri.... siamo nel 1860? Anche una bella lettura di una biografia uscita ante 1860 (ne conto 15 sul mio scaffale) e il pranzo è servito (Rossini amava mangiare, no?) Insomma, mi riesce sommamente antipatico il buonismo rossiniano circa Beethoven.... Niente è confermato. Niente giudizi su Pergolesi (il nome non compare mai nei Quaderni). Nada de Nada!!! Mi spiace solamente che B. abbia mancato l' incontro con altri genii: Schubert, e, perché no, il mio vicino di casa (100 metri) Paganini. Ragazzi, lo ripeto: il 95% delle notizie che sappiamo su LUI sono A-PO-CRI-FE!!! :(

 

Amicizia,

  • Like 2
Link to comment
Condividi su altri siti

Ahahahahah caro Simone, non riuscirai mai a convincermi! Pensavo a due aspetti: il primo "miserabile", credo tu riferisca in senso dal latino miserèri che sta per "provar compassione"... in questo caso mi salta in mente quel bel "miserere nobis reluctis" della Messa in do maggiore Op. 86, più umano e meno sublime della Missa Solemnis.... forse hai trovato un appunto autobiografico? ci rifletterò sopra. La seconda, appunto parlando di microkosmos (che non è lo strepitoso film del 1996 di Claude Nuridsany, ma neanche l' opera per piano di Bartok) è il topic iniziato da Gianfranc0 (che forse dovrebbe stare qua) che si intitola "Dolce e adorabile (e sfigato) Ludwing van Beethoven". Ovviamente - a parte la bontà intrinseca del soggetto trattato - che non deve essere oggetto di valutazione mia - la risposta contiene uno spunto che potrebbe farmi scrivere alcune pagine di un soggetto poco trattato, ovvero (non ci credereste mai): In quali e quanti modi è stata scritto il nome "Ludwig van Beethoven". Gianfranc0, forse per svista, lo scrive "Ludwing" (e Carlos, giustamente, lo rimbrotta senza dirlo, con molta delicatezza, "elidendo" la n). Tuttavia ho visto molti "modus scrivendi" anche contemporanei: Ludwig van Beethoven, Louis, Luigi, Luiggi, Bettoven, Van, Von, etc... sino ad arrivare al mitico "Ludovico Van" dei Drughi di Arancia Meccanica. A propos. Ludovico è errato: Luigi è la traduzione esatta. Infine, se qualcuno conosce "Tremate, Empj, Tremate" Op.116, saprà che il testo è del sig. Bettoni..... E chi era costui???? Ma si...... era Lui!!!!

 

Amicizia,

Link to comment
Condividi su altri siti

Si beh, in numerosi trattati si sente parlare di un Beethoven completamente inadeguato e chiuso alla società civile, o meglio dire all'alta società. Sembra quasi che il genio che viveva in lui, potesse accettare solo se stesso. In questo senso il "miserabile" mi sembra un aggettivo più che adeguato, visto con la retrospettiva dei nostri tempi moderni. Dispiace sempre sapere di persone sole, che vivono in miseria, nonostante possano essere grandi geni. Ricordo con grande malinconia, un signore di nome Pietro Panoni, che aveva dedicato la sua vita alla filosofia, alla poesia, alla pittura ed alla scultura nonostante non avesse grandi conoscenze culturali, ma si sa, ai loro tempi non tutti potevano permettersi un'istruzione. Questa persona diversamente da Beethoven il quale forse, correggimi se sbaglio Armando, volutamente si guardava dal frequentare l'alta società, lui al contrario era fin troppo aperto alla società al punto che le persone che lo vedevano arrivare spesso cambiavano strada per evitare ore di ragionamenti filosofici. Io invece avevo sempre piacere di incontrare e scambiare opinioni con un uomo che viveva nella solitudine della sua incomprensione, che ha avuto la forza di fare una scelta tutt'altro che semplice dedicando la sua vita all'arte, ma soprattutto che nonostante i suoi problemi economici, la sua estrema solitudine, i suoi pensieri a volte schiaccianti, avesse sempre il sorriso stampato in faccia ed il cuore pieno di gioia. Una persona che trasmetteva pace. Oggi non c'è più... Probabilmente ci guarda "miserabilmente"...

 

Vi lascio una sua Poesia:

 

LA RAGIONE DELLA MORTE

Sorella morte

che sin dagli antichi tempi

di te non si poteva aver cagione

adesso è chiaro,

sei devota serva, ma a che?

All’evoluzione!

E per andare dove?

Per fare cosa?

E l’eterno razionale mistero

sotto un alto manto

ancora riposa.

 

Presa a questo link: http://www.monteroma...egone/#more-612

 

 

PS. Perdonate se sono finito un pochino Off Topic

  • Like 1
Link to comment
Condividi su altri siti

  • 2 months later...

Cari amici,

 

Ritorno su quest' argomento, poiché ho pubblicato sul sito (ecco il link) http://www.lvbeethoven.it/Libri_online/Libri_Completi_Online.html il libro originale in cui Michotte parlo' per la prima volta dell' incontro di Rossini con il nostro Ludwig. Incontro anni venti dell' ottocento, resoconto 1860, libro 1906......

Nonostante tutto, adesso potete ammirare la grande forza evocativa di quest' incontro. Grazie a Luigi per avermi dato la possibilità di saccheggiare la sua immensa biblioteca; il suo servizio per l' Arte e per la Conoscenza è impagabile!!!

 

Amicizia.

  • Like 3
Link to comment
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Rispondi a questa discussione...

×   Incollato come rich text.   Incolla come testo normale invece

  È permesso solo un massimo di 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato incorporato automaticamente.   Visualizza come collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Cancella editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Carica o inserisci immagini dall'URL.

Loading...
 Share

×
×
  • Crea nuovo...