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Piano Concerto - Forum pianoforte

Andras Schiff. Le Sonate Per Pianoforte Di Beethoven E Il Loro Significato


Frank
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Ahhahahah buono! e pure costosello.

 

Ce l' ho, l' ho comprato ieri l' altro e fa bella mostra in libreria. In sostanza ovviamente non l' ho ancora finito nè messo sul sito, ma dalla prima sfogliata (culatello e sfogliata, non male) è un libro di quelli che piacciono a me: molti esempi, stringato, asciutto, e con molte riproduzioni di manoscritti e prime edizioni con varianti. Caro Frank mi sa che sono proprio propenso a consigliartelo a priori!

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l' ho comprato ieri l' altro e fa bella mostra in libreria.

 

Mi sono sempre chiesto quale siano i criteri affinchè un proprio libro abbia il posto d'onore in vetrina (però ho dei sospetti). Del resto se non l’avessimo visto come avremmo fatto a parlarne? E magari comprarlo?

 

Grazie per il parere.

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Mannagg.... per rispondere me lo sono letto in modo bulimico, fra treno di andata e ritorno Pontedecimo - Genova Bignole e ritorno (ma anche - "Alcandro lo confesso!") sul lavoro. Dunque: Il libro è strutturato sotto la forma di intervista. L' intervistatore è Martin Meyer, l' intervistato è Andréas Schiff, che non credo abbia bisogno di "presentatio". Il libro mi divide le sonate in una decina di capitoli, in gruppi più o meno omogenei (sembra che, per taluni versi, Schiff si rifaccia all' estetica del De Lenz, cosa che non ho mai approvato, ma questi sono casi miei). Non bisogna dimenticare che il libro è il volano della serie di concerti che Schiff sta tenendo alla Società del Quartetto di Milano (credo che l' ultimo concerto sia ai primi di marzo 2013). Le considerazioni sono piuttosto tecniche; ovvero dalla domanda - per così dire - teoretica - di Meyer si passa ad un' analisi formale. Beh, non male, in effetti il libello chiude un buco interessante; se non erro (ed io erro facilmente) erano alcuni anni che non appariva niente di così icastico sull' argomento.A proposito di Rosen; ti è gradito? Per quanto riguarda la bella mostra, questo libro finirà nel "girone dei già letti". Ovvero quella parte di libreria che difficilmente verrà consultata. (questo però a causa della mia predilezione per altri libri, non certo per la pochezza di quest' ultimo). Tengo sempre una decina di libri "indispensabili" al centro del mio mondo, ma questa è un' altra storia.

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Il libro è strutturato sotto la forma di intervista. L' intervistatore è Martin Meyer, l' intervistato è Andréas Schiff, che non credo abbia bisogno di "presentatio".

 

...allora va di moda, anche Carlos ha scritto un intervista (fra lui e Gould), però a ruoli inversi rispetto a questo da te sommariamente raccontato.

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A proposito di Rosen; ti è gradito? Per quanto riguarda la bella mostra, questo libro finirà nel "girone dei già letti". Ovvero quella parte di libreria che difficilmente verrà consultata. (questo però a causa della mia predilezione per altri libri, non certo per la pochezza di quest' ultimo). Tengo sempre una decina di libri "indispensabili" al centro del mio mondo, ma questa è un' altra storia.

 

...allora non racconta nulla di nuovo.... rispetto ai 10 libri "indispensabili". A proposito, quali sono? Magari ho già o mi devo procurare qualcosa ;)

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...allora va di moda, anche Carlos ha scritto un intervista (fra lui e Gould), però a ruoli inversi rispetto a questo da te sommariamente raccontato.

 

Hahaha sì, ma "Carlos" il libro l'ha scritto da solo :P grazie comunque per avermi ricordato. Quanto al libro su Beethoven, oltre a non averlo letto, vi confesso che non lo leggerò (e, dopo aver letto il commento di Armando, mi sento addirittura confortato nell'idea che non mi perdo poi chissaché). Ma c'è un motivo e ve lo dico, perché non pensiate che dico così per partito preso: un amico, pochi giorni fa, mi ha detto infuriato di esser stato in libreria e di aver aperto a caso il libro in questione. Questo quello che ha letto (più o meno, non cito letteralmente): «Quanto all'ipotesi avanzata da Horowitz che le ultime tre sonate di Beethoven rendano meglio in contesti più intimi ed in ambienti raccolti rispetto ad una sala da concerti, be' non ci farei molto caso. D'altronde, come dar credito all'opinione di uno che amava follemente la Seconda Sonata di Rachmaninov?!!». Era Schiff a parlare. Ne faccio a meno, grazie.

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Mmmmhhhh ho letto anche io il passo che citi pressoché letteralmente. Un' uscita piuttosto infelice.... forse proprio il taglio giornalistico penalizza la riflessione? In effetti il modus di scrittura sembra del tipo "in diretta televisiva" e forse ci si sente in dovere di uscire fuori dalle righe. Un altro esempio del genere è il libro di Augias "Inchiesta su Gesù", con un intervista-dibattito con Mauro Pesce. In quel caso il risultato però è molto più elevato. Con il libro in mano, proprio adesso, però devo sottolineare che la scelta delle didascalie è molto centrata: molte prime edizioni, varianti delle prime edizioni.... questo è il mio campo! Rosen: Per quanto riguarda l' analisi delle sonate di Beethoven, a me piace molto questo libro (naturalmente parliamo di pubblicazioni in lingua italiana) De Bonis Alessandro - Analisi della forma delle sonate di Beethoven - Enrico Muccio Editore Catania 1928 (2012 - 1928 = 84 - quasi quasi lo metto sul sito, oramai è di pubblico dominio). Infine, si parlava dei 10 libri di riferimento. In realtà ho in massima considerazione una decina di volumi, i classici "se dovessi salvare qualcosa" o sulla classica "isola deserta".... però sono libri che riguardano i miei studii beethoveniani. Con questi potrei vivere una vita di ricerca... eccoli: Biamonti Giovanni, Catalogo Cronologico e critico delle opere di Beethoven. Gustav Nottebohm, Beethoveniana. Idem - Zweite Beethoveniana. Idem Beethoven Studien - Beethovens Unterricht bei Haydn, Albrechtsberger und Salieri. Kinsky-Halm Beethovens Werke. Willy Hess Supplemente zur Gesamtausgabe. Joseph Kerman - Kafka Skizzenbuch (questo è me-ra-vi-glio-so) infine il mitico Ludwig van Beethoven, Ignaz Xaver von Seyfried Studien in Generalbasse, Contrapuncte Und In Der Compositionslehre Haslinger, 1832. E il De Roda? e la biografia di B. che scrisse Thayer? Fermiamoci qua! Qualcosa mi dimentico di sicuro!

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...allora va di moda, anche Carlos ha scritto un intervista (fra lui e Gould), però a ruoli inversi rispetto a questo da te sommariamente raccontato.

 

A onor del vero, Carlos ci aveva già pensato 3 anni fa a questa "forma"...e, visti gli ultimi elementi del topic, devo riconoscere che leggendo alcuni scritti di Carlos sembra proprio che lui stia veramente intervistando Gould e non che ci sia uno che fra le righe faccia entrambi i ruoli o i panni di un altro...

 

Alla fine, non so se lo comprerò il libro di Schiff... per ora è più no che si B), non vorrei che il libro finisse come la sua interpretazione delle invenzioni di Bach, ovvero nel girone dei CD già sentiti ...

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  • 4 weeks later...

Schiff è un pianista di fama mondiale, uno dei massimi interpreti della musica di Beethoven, Bach, Mozart, Schubert...nonchè membro onorario del Beethoven-Haus di Bonn... questo non vuol dire automaticamente che sforna libri sensazionali...però lo considero un personaggio che magari merita una possibilità, no?

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Chi sono io per giudicare? come dico nell' altro post, io sono solo un manovale della musica, e tanta critica musicale e musicologica mi è estranea. Il cercare un significato nella musica mi sembra del tutto vacuo, mi piace più cercare l' Idea Primigenia, l' abbozzo, la scintilla che poi diventa Arte. Alcuni si dedicano a cose che io ritengo posteriori. Il quadro non mi interessa molto, mi interessa il colore, la cornice, la storia.... ma dove avrà trovato Caravaggio quei colori? Lascio a chi ha una mente superiore e preparata, come Schiff, una fenomenale sintesi intellettuale....... poi il libro non è male, dai!

Ah! anche io, grazie ad un caro amico, Luigi, ho cominciato qualche anno fa a frequentare assiduamente il Beethoven Haus per le mie ricerche sugli abbozzi, e vi assicuro che lì, di membri, se ne vede parecchi! ;) (anche onorari ed anche teste dei medesimi)

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