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Piano Concerto - Forum pianoforte

Lohengrin Alla Scala


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Io ho pubblicato una recensione, per altro senza alcun commento. Potevi rispondere nel merito ed evitare di fare anche tu la figura che dici faccia lui. Avresti reso un servizio più utile a tutti coloro che, magari avendo visto e ascoltato il Lohengrin, potevano apprezzare un parere diverso e, senza dubbio, competente, ovvero il tuo. Io il Lohengrin non l'ho né visto né sentito, ma onestamente non ho bisogno né di Stinchelli né di te per decidere se Kaufmann canti bene o meno. Così come per valutare gli altri componenti del cast, la regia, i costumi e la direzione di Barenboim: posso fare da solo. Ma magari ad altri qui attorno faceva piacere sentir parlare di cose diverse e in altro modo, rispetto a quello che ha scritto Stinchelli, da parte di chi ha seguito l'opera. Occasione persa. Peccato.

 

PS: non ho mai detto di conoscere Stinchelli, quindi non capisco di che "conferme" avessi bisogno. Io, in ogni caso, tendo a valutare volta per volta le cose che una persona dice o scrive, e non rifiuto né accetto nulla per partito preso. Posso essere in disaccordo 99 volte su 100 con una persona, ma se quella centesima volta sono d'accordo lo dico. Così come posso essere d'accordo 99 volte su 100 con un'altra e se quella centesima volta sono in disaccordo, allo stesso modo, lo dico. Come sto facendo adesso con te. -_-

 

PPS: eventualmente qualcuno ne avesse voglia sarebbe anche il caso di parlare di Wagner e della Scala. Io non posso farlo fintanto che non avrò ascoltato il Lohengrin e questa discussione sta diventando assai tediosa... <_<

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Io parlerei del primo atto che a mio avviso è proprio bruttarello, mi sembra musicalmente insipido. Wagner sembra trovi la sua strada solo nel Preludio. Riferendoci all'ultima rappresentazione alla scala, come questo atto poteva essere bello? Soprattutto quando il "regista" lo ha reso pure angoscioso?

 

Ho passato una brutta serata ...

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Non c'entra molto, lo so, ma questa discussione mi ha ricordato un intervento di Gianmario Borio in cui viene stigmatizzato il principio celebrativo degli anniversari:

 

Lo scadere di anniversari rappresenta spesso un’occasione per celebrare compositori e interpreti. Io però ritengo che la programmazione di attività scientifiche e culturali abbia una propria dinamica e non possa essere condizionata da tali scadenze. Queste date simboliche finiscono per determinare un’impostazione agiografica e comunque un’organizzazione monografica, cose che non sono sempre in sintonia con gli standard del lavoro scientifico.

http://www.cidim.it/cidim/content/315037?id=355909

 

Certo, immagino che gli standard del lavoro scientifico non siano al primo posto degli interessi dei sovrintendenti dei teatri lirici!

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  • 4 weeks later...

Io amo il Lohengrin, ma questa edizione non l'ho seguita. Comunque, quello che detesto è la moda diffusa tra i registi di "modernizzare" l'ambientazione. Ho visto un pezzo del "Siegfried" e l'ho trovato inguardabile già solo perché il protagonista sembrava un metallaro, con tanto di catena stile biker. Genere che apprezzo, ma in altri contesti. XD

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Non è una moda, è un "movimento", potremmo dire, tradizionalmente chiamato "Regietheater", teatro di regia, ed è presente sulle scene da decenni. Ci sono regie "moderne" interessanti e fatte bene e regie "moderne" poco interessanti e fatte male. Non sempre ho notato la voglia da parte dei direttori artistici di fare differenze, anche perché molto spesso, ahimé, chi ama e gestisce il baraccone del teatro d'opera non ha grandi conoscenze di regia e teatro in genere. Al pubblico dei grandi teatri, allora, arrivano spesso spettacoli molto diversi, presentati in modo sostanzialmente uguale.

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Guarda, thallo, proprio oggi ne discutevo con un amico che lavora in teatro e mi stava spiegando le ragioni di certe scelte di regia... Non ultima la necessità di risparmiare, magari, sulla costruzione di armature per tutte le comparse. Però quel Siegfied era davvero inguardabile, secondo me, perché come metallaro era fin TROPPO credibile :P

...Mi sono chiesta che ci facesse lì Bruce Dickinson. Non so, lo trovo inquietante.

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Segnalo che a Reggio Emilia è stata presentata la versione ridotta dell'anello del Nibelungo, la “Ring Saga"

 

http://reporter.it/archives/16529

 

Io non ho seguito direttamente, cosa ne pensate del fatto di tagliare le parti e ridurre l'orchestra dell'intero Ring?

 

:rolleyes:

 

Probabilmente facevano prima a proporre un solo episodio ;)

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@Pio e Marta23,

le riduzioni hanno una lunghissima tradizione. In Lombardia il circuito AsLiCo dove ho cantato ne fa tutti gli anni, in modo tale da poter portare opere nelle scuole e nei piccoli teatri di provincia. Se la riduzione è fatta bene io non ci vedo nulla di male, è un approccio particolare ad un repertorio non sempre conosciuto (soprattutto quello wagneriano), ed in tempi di crisi penso sia un buon modo di rompere il muro delle nuove e medie generazioni.

 

@Zadra,

la questione dei costi è molto particolare. Spesso si "liquidano" le regie moderne dicendo che sono meno costose di quelle all'antica e che oggi i teatri fanno quelle regie per risparmiare. Non è vero. O, meglio, non è precisamente così. Il Teatro di Reggio Emilia non le ha mai costruite le armature, le ha sempre affittate, perché i teatri che cuciono i costumi o costruiscono le scenografie sono pochi in Italia (praticamente solo gli enti lirici). Oggi affittare un'armatura degli anni '90 costa meno che affittare un costume tecnico o qualcosa concepito ad hoc. Stessa cosa per le scenografie. La regia moderna ti costringe a rifarle, in genere, a commissionarle, le regie all'antica fanno largo uso di scene dipinte e stupidaggini che puoi tranquillamente affittare. La differenza sta sempre là e segue i concetti di "produzione" e "ripresa". Le produzioni costano, le riprese costano meno.

Ma banalizzare la regia moderna, pensando che sia solo una tattica commerciale, è sbagliato. Ci sono ragioni artistiche, che forse non condividete, ma che animano le scelte dei registi, degli scenografi, dei costumisti e di tutti quelli che a vario titolo elaborano gli spettacoli di oggi.

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Infatti il mio amico mi diceva che le scelte sono ANCHE economiche, ma non sempre. Mi ha fatto l'esempio di due produzioni che ha seguito - una minimalista, poco costosa e del tutto efficace, e una modernissima costosissima e orrenda. :D

Quanto alle ragioni artistiche, de gustibus, ma non è detto che tutto ciò che viene marchiato "arte" sia automaticamente valido.

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Prima che finisca in rissa diciamo che mi arrendo. Ammetto di essere retrogradamente ancorata a un'estetica ottocentesca, da cui non ho la minima intenzione di staccarmi, e che detesto a morte l'arte concettuale e tutti i tentativi di imporre la prevalenza dell'idea sulla forma in qualsiasi campo artistico. Detto ciò, me ne torno nel mio angolino ad ascoltare più o meno qualsiasi cosa compresa tra il canto gregoriano e Rachmaninov. ;)

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