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Piano Concerto - Forum pianoforte

Incisione Ed Esecuzione: " Stessa Cosa?"


maquieto
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Registrare quel che si suona e riascoltarlo o pensare a qualcuno che ascolta la stessa cosa ma in tempo reale: " Quali le differenze percettive? In termini psicologici e uditivi?

Mi farebbe piacere parlare delle ragioni per cui risulta diversissimo ascoltare una propria registrazione a confronto con l' ascoltarsi quando la si suona. Cosa cambia? Perche?

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Interessantissima argomentazione. Bé, il fatto di sentirsi diversi in registrazione (se parliamo di registrazione di strumento analogico) è un po' dovuta da diversi fattori. Il primo è che anche i migliori microfoni non possono campionare esattamente il suono di un pianoforte acustico. Quindi mentre stiamo suonando ci troviamo investiti di onde sonore che si raggruppano nella tavola armonica del pianoforte per poi esplodere al suo esterno, nel caso di una registrazione abbiamo una ripresa che non tiene conto della pienezza del suono. Questo perché l'essere umano non ascolta solo con l'orecchio ma anche con il corpo che viene investito dalle onde sonore. Il microfono, per quanto buono possa essere raccoglie una parte di queste onde in una superficie di 2cm (La grandezza media di un diaframma di un microfono a condensatore). Un'altra motivazione è senz'altro il fatto che quando si è impegnati a suonare il cervello pensa sempre avanti a ciò che si sta suonando in questo momento, ne deriva il fatto che la nostra attenzione è più spostata sulla coordinazione, sulla pulizia delle note e sulla realizzazione delle stesse più che all'ascolto. In sostanza quando si suona si costruisce un puzzle. Diverso è vedere costruirlo.

Pertanto in questo rientra anche la psico-acustica e ne ho parlato proprio recentemente al mio esame di storia della musica nella tesi di acustica. Se ci pensate il concetto di psico-acustica tira in ballo un ragionamento che mi ricorda i campi radiali e le forze conservative. Il campo esiste se c'è una particella che lo sperimenta altrimenti non esiste. Allo stesso modo la musica esiste se c'è chi può recepirla. Anche gli ultrasuoni sappiamo che esistono, tutti i nostri animali li sentono e sarebbe possibile comporre delle musiche nel range degli ultrasuoni ma per noi è una composizione inesistente. Sappiamo che esiste perchè la sperimentiamo con la matematica e con i cani, ad esempio, ma non possiamo ascoltarla, ergo, per noi non esiste !

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Ottime riflessioni, ed in effetti la pienezza del suono è veramente impossibile da rendere. Stranissimo però anche suonare un pezzo sul piano digitale per poi riascoltarlo subito registrato dal sequencer; qui invece esce proprio quel che si è appena suonato ed esce allo stesso modo ma.......c'è veramente qualcosa di diverso.

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Guest Gennarino

Scusate se saro' telegrafico, ma la moglie reclama le dovute attenzioni e io pure.

In realta', come dice TheSimon, esiste tutto un aspetto psicologico che presiede alla produzione musicale e alla interpretazione musicale.

Una differenza importante e' che, quando eseguo, sto attento a quello che voglio dire o sentire; quando riascolto, so che nulla puo' essere ormai mutato e cerco di ritrovare se ho messo quello che volevo (quasi sempre scopro, a meno di non essere un grande, che non ci sono poi riuscito cosi' bene come credevo ed avevo avuto sensazione quando eseguivo !).

L'argomento comunque merita di essere ripreso e lo rifaremo, ne sono sicuro.

 

Buonanotte a tutti

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C'è un aspetto puramente acustico, psicoacustico e un aspetto estetico.

 

E' evidente che , purchè non suoni in cuffia, durante l'esecuzione sentirò il "mio" suono, mentre udirò un suono diverso, relativamente reale e bilanciato.

 

Mandando la registrazione, a prescindere dalla qualità di ripresa, ascolterò. La mia attenzione si focalizza sulle intenzioni e sulla correspondenze tra queste e la realizzazione delle idee musicali. Molto spesso sentiamo dentro di noi qualcosa di "forte" da esprimere, di "intenso", ma poi, a volte, scopriamo che quello che realizziamo è un'energia debole e timida. Jean Erik, grande maestro chopiniano, più volte in giuria al concorso internazionale Chopin di Varsavia, fece un efficace esempio durante un corso di perfezionamento al quale partecipai. "Vede- disse ad un pianista- Lei ha visto in strada un lampione con una grande luce...che però non arrivava ad illuminare se non più lontano di due metri. Invece avrà notato la piccola lampadina che è montata sul faro della sua auto..piccola...ma la sua luce arriva lontana. Faccia che la sua Musica arrivi lontano.

 

Questo grande esempio ci suggerisce l'intensità espressiva che dobbiamo sviluppare con il nostro suono. Dobbiamo pensare ad un suono"pubblico" più che "privato"

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Bravo Paolo! Questa si che è veramente giusta. Spesso e volentieri si rallenta o si trattiene in un finale ma non lo si fa con sufficiente convinzione e la stessa cosa accade sulla ricerca del pianissimo o fortissimo. Quello che conta è quel che ci arriva proprio come in pittura. Bisogna decidere bene quello che fare e farlo esattamente cosi ma......questo non è facile. Grazie a tutti.

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  • 11 months later...

Mi farebbe piacere parlare delle ragioni per cui risulta diversissimo ascoltare una propria registrazione a confronto con l' ascoltarsi quando la si suona. Cosa cambia?

 

Forse si è anche meno lucidi, un conto è ascoltare e basta e un altro è essere presi pure a pensare al dopo, a quello che dovrò suonare e immaginare.

 

Interessante sarebbe anche ragionare su come un ascottatore esterno vive l'ascolto live e l'ascolto della seguente registrazione.

 

Cosa ne pensate?

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  • 4 years later...

Belle riflessioni Marta. In effetti la faccenda si complica. Verissimo quel che affermava Paolo...infatti c'è un fatto curioso. Quando si suona avvertiamo una grande dinamica in quel che facciamo ma proprio come il grosso lampione di cui parlava il maestro Erik in realtà non là si sente nella registrazione. E con questi nuovi sistemi di registrazione ( telefonini etc ) che danno la grafica relativa alla dinamica dell'incisione lo si vede molto bene...dal punto di vista grafico, la dove credevi di aver suonato "veramente forte " in realtà hai tenuto sempre tutto sul grigio...molto interessante..

 

È lo stesso motivo per cui quando sei su un disegno...che sia di un paesaggio o un ritratto...devi staccare ogni tanto per riprenderlo poco dopo. Quando rimetti il foglio davanti ...tutto cambia. Perché? Perché prima eri troppo sul pezzo ed il cervello si adegua ( essendo molto elastico) a tutti i parametri di riscontro che ha davanti...lavorando e lavorando alla stessa cosa non fa altro che abbandonare la vigilanza su una cosa che ormai conosce è paf!!! 'Attenzione va a farsi benedire.

Quando cammini o corri mica pensi di mettere una gamba dopo l'altra e a quale distanza? Corri o cammini e festa finita.

Ecco!! Questa risorsa del cervello ..(l'automatismo) è un arma a doppio taglio.

 

L'ascolto live infatti è molto empatico per mille motivi...ti muovi, si muovono le dita ...senti L'esaltazione del respiro del pianista che si riflette sullo strumento...altra cosa dall'incisione che a parer mio viaggia in parallelo alla musica ma non gli appartiene, proprio come la fotografia. Rende un solo aspetto di quello che si è ascoltato ...ma...questo non basta. La realtà è un'altra cosa..

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Secondo me l'incisione è un pò come l'immagine di se allo specchio. Se lo specchio è pulito e di qualità l'immagine sarà più fedele e ci darà anche la possibilità di osservare con una prospettiva diversa cose che non avevamo visto. Ma se lo specchio non è perfetto...bhe! Quello che osservi non è più attendibile ma solo una copia che crea un se diverso. Limiti legati alla capacità di cattura della realtà nell'attrezzatura o nell'ambiente possono rendere una immagine del suono reale non completa..

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Direi che il lavoro fatto in sala d'incisione ha dell'inverosimile...

Quando suonai lo stainway del mio insegnante prima degli esami non credevo di essere io a suonare..altro che se conta lo strumento!!!ed anche tutto il contorno di pulizia , ambience etc..

Hai inciso dischi?

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Si, ne ho già incisi un paio. A breve (tra qualche mese) uscirà il nostro CD, mio e di Paolo... Pianoforte a 4 mani.

 

Schubert - Fantasia in F minore

Brahms - 4 danze ungheresi

Mozart - Sonata k. 381

 

Stiamo valutando di inserire anche la k. 521

 

Qui un breve assaggio della 381...

http://www.pianoconcerto.it/condivisione/k381.mp3

Per chi non visualizza il lettore qui è disponibile per il download... 

k381.mp3

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Interessante sarebbe anche ragionare su come un ascottatore esterno vive l'ascolto live e l'ascolto della seguente registrazione.

 

Cosa ne pensate?

io da semplice ascoltatore prendo un concerto come l'ascolto di un discorso preparato (con cura, certo) ma in cui conta molto la capacità dell'oratore di coinvolgere il pubblico: anche con qualche trovata sopra le righe (nei limiti del buon gusto) e anche perdonandosi se il tutto non esce impeccabile se a giovarne è il coinvolgimento emotivo.

 

La registrazione invece mi pare possa essere paragonata a un testo scritto: fatto di scelte, scarti, ripensamenti... Posso stare certo che nella registrazione pubblicata c'è il distillato di quel che l'esecutore pensa/sente nei confonti della tal opera in quel momento della sua vita di interprete.

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Ascoltata..

dunque..dal punto di vista del suono la sento molto ...magra..come dire...per Mozart a me personalmente piace il suono tondo di Arrau ...le incisioni che fece con la Philips..sonate k 332, k 333, se trovo la versione la posto.

il suono in questa versione  sembra molto asciutto e affettato  , forse anche dovuto al tempo un po stretto...in effetti è vero che queste sonate di Mozart hanno in se il carattere orchestrale con un bel piglio di volata come nei suoi concerti e quindi..ci potrebbe anche stare..però a mio avviso il tempo è un po' troppo veloce.

 

Di sicuro come esecuzione piacerà al pubblico e la trovo in linea con il gusto moderno..direi attuale,......cosa che ... per chi fa dischi è molto importante- Non far caso neppure alle nostalgie di un attempato e mediocre pianista che piagnucola sulla perdita delle esecuzioni fatte fra le due guerre ma... io sono cosi.....ho il mio gusto..

 

La trovo anche molto filtrata...molto impoverita  dal lavoro fatto sull'incisione..sembra fatta su un digitale..oppure no?  non so.

Magari non sarebbe male per farsi un'idea più nitida avere la versione integrale che ascolterei volentieri.

io mi sono espresso in amicizia è? non prenderla come un giudizio senza variazioni. sulla versione integrale senza dubbio le cose cambiano.

Lang Lang e Baremboim?? sentita la verisione su you tube...devo ancora digerirla ma...già i due pianisti non li amo singolarmente.. figuriamoci .in duo..

Mozart è veramente difficile per un pianista a parer mio..fammi avere anche le variazioni appena riesci, quelle le aspetto con ansia.

Comunque fammi sapere se ho detto cavolate..

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Nessuna cavolata, anzi ti ringrazio per il feedback così argomentato. Il suono è magro per scelta. Nei brani a 4 mani il basso e dunque le basse frequenze sono sempre presenti. Se rendi il suono troppo pastoso risulta tutto meno intellegibile e soprattutto in Mozart l'effetto è confusionario. Bisogna anche dire poi che soprattutto nella fantasia dove ci sono molte parti che arrivano al fortissimo, con un suono più pastoso non si capiva nulla. Ci sono accordi a 15 note (considerando le note del primo e quelle del secondo) con dei punti che sono molto stretti. Non volevo sacrificare l'intellegibilità insomma, questo è il nocciolo del discorso. La velocità di Mozart, su questa prova è un tantino eccessiva infatti sul CD è un pelino più moderata. L'andante è sognante ma la velocità non è melensa. Non sono abituato a fare gli adagi e gli andanti in Mozart alle velocità minime degli adagi e degli andanti, altrimenti si rischia di romanzare troppo. Comunque vi faremo sapere quando uscirà questo CD poi se vorrete ci lascerete dei Feedback per migliorarci nel prossimo CD. 

Grazie ancora per aver perso tempo nel tuo commento. Terrò sicuramente in considerazione le tue impressioni. 

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Ma figurati..si cresce parlando delle cose ed io sto imparando molto qui..infatti sulla pastosità penso che tu non abbia torto. Io ad esempio non avevo pensato alla polifonia ed alla profondità dei bassi. Giusto sicuramente ...non è facile fare una scelta quando si devono per forza prendere delle decisioni da incanalare, utilizzando i parametri obbligato da una certa attrezzatura analogica, elettronica che sia.....si vorrebbe magari fare una mescolanza impossibile che forse...sta ad insegnarci che l'incisione è nemica/amica di chi suona.

Per il CD lo attendo di sicuro.

Grazie.

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