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Piano Concerto - Forum pianoforte

Studiare Ed Esercitarsi Senza Lo Strumento


arcatoto
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Buongiorno a tutti colleghi,

volevo iniziare una discussione (si spera piacevole) su cosa fare per migliorarci ogni volta che ne abbiamo la possibilità.

 

Io studio principalmente jazz e la mia routine dura almeno 2 orette al giorno, ma svolgo un lavoro in una azienda che spesso non mi impegna tanto mentalmente e ogni tanto anche fisicamente, quindi volevo approfittare anche di questi momenti per far fruttare sempre qualcosa.

 

Vi racconto un piccolo aneddoto:

E' stato provato da uno scienziato jappo se non rico male (se volete vi cerco anche il nome) che gli esercizi mentali hanno un efficacia sensazionale, infatti ha preso 2 gruppi di persone e per 1 mese ad un gruppo ha fatto fare esercizi fisici per rinforzare i muscoli dell'avambraccio\mano e all'altro gruppo invece ha vietato qualsia tipo di potenziamento fisico, ma il loro allenamento consisteva in sedute di seria "meditazione" visualizzando ed immaginando x circa un'ora gli esercizi e la contrazione dei muscoli, senza che però questi si contraessero veramente.

Risultato: chi ha fatto l'allenamento "mentale" ha avuto un incremento della potenza legata all'avambraccio\mano più del gruppo che ha fatto esercizi fisici.

 

Detto questo la nostra mente è uno strumento veramente potente e volevo discutere con voi su come adoperarla al meglio.

 

 

Come esercizi (fuori dai momenti di studio) solitamente mi alleno:

 

SOLO MENTALE

1)immagino di suonare le scale (maj-min-harm min,...) per ora a una oct (mentalmente è un po difficile immaginarle per moto contrario)

2)scale armonizzate maj e harm min ripetendo le sigle e visualizzando l'accordo

 

FISICO\MECCANICO

1)eseguo con le mani sulle ginocchia la tecnica moeller, usata dai batteristi, ossia caduta sul primo colpo e sfruttando il ribalzo e il polso si eseguono gli altri colpi (max quartine) allargando mano mano il gomito per la risalita dell'avambraccio.

2)sempre con lo stesso principio poi minimizzo i movimenti utilizzando le singole dita

3)i primi 20 esercizi preparatori dell'Hanon eseguiti sulle ginocchia o sul tavolo, utilizzando solo articolazione

 

Diciamo che a grandi linee questo è quello che faccio quando non suono, ovviamente e sfortunatamente non lo faccio sempre altrimenti sarei un "matto" ma l'intenzione c'è ehehe

 

Adesso parola a voi!

grazie

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Sui poteri della mente sono stati scritti diversi trattati alcuni di tipo scientifico ed altri di tipo esoterico. Mi è capitato di leggere sia gi uni che gli altri. Alcuni esperimenti sui gemelli mi hanno colpito letteralmente e ne riporto uno che più degli altri mi ha incuriosito.

 

Due Gemelli posti in due ale opposte di un istituto di ricerca. Il primo a guardare un quadro di uccelli, il secondo a dormire. Al mattino il secondo aveva sognato gli uccelli che volavano. Esperimento che ha avuto successo nell'80% dei casi... Incredibile.

 

Se ci si pensa tutto il nostro corpo viene comandato dal cervello. A livello di cognizione dunque l'esercizio mentale soprattutto per ciò che concerne la coordinazione motoria è fondamentale. Anche io quando non sono al pianoforte ripasso mentalmente i movimenti di un brano che sto studiando, questo oltre a darmi sicurezza mi aiuta nella realizzazione di quei gesti che servono a raggiungere il tipo di sonorità che cerco. Ritengo invece inutile muovere anche le dita se mi sto esercitando mentalmente, è tutto nella testa, perchè muovere le dita ?

 

Sono mentalmente aperto all'uso di tecniche di altri strumenti per migliorare la realizzazione di alcune complessità virtuosistiche (vedi ad esempio il trillo in crescendo e diminuendo diteggiato 2 md, 2 ms, nella seconda rapsodia ungherese di Liszt in cui torna molto comodo utilizzare tecniche dei percussionisti ed allargare il gomito, in questo caso eccezionale dove viene proprio quasi richiesta na tecnica percussionistica ), tuttavia sono un po' contro l'allargamento del gomito, lo ritengo un gesto brutto a livello estetico (molti chiamano questo movimento "ad ali di pollo") pianisticamente parlando, e poco utile nei normali gesti pianistici. Non vedo perchè sfruttare il muscolo della spalla ed il trapezioidale per sollevare l'intero braccio se basta sollevare l'avambraccio con conseguente sollevamento del polso. Il movimento è molto più morbido, si mantiene la giusta posizione delle dita e conformazione della mano, si mantiene la possibilità di effettuare entrate parallele alla linea dei tasti e quindi si minimizzano gli errori, anche il suono ne risente, si produce un suono che non è timido ma neanche aggressivo.

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grazie per la dritta TheSimon, anche il mio maestro in questi giorni mi diceva di accentuare meno le "ali di pollo" eheh (nel batteristi è un movimento apprezzato, ma noi usiamo le dita e non le bacchette)

 

Ieri durante il lavoro (spero che qualche mio capo non sia in questo forum ahah) ho cercato di svolgere un ipotetica routine di esercizi:

mentali e meccanici; dato che i mentali possono essere molto soggettivi e magari difficili da spiegare, volevo però approfittare della vostra esperienza su esercizi da svolgere meccanicamente.

In particolare ho fatto (senza lo strumento):

 

Ex Legati al movimento di Caduta e Rimbalzo

-quartine ribatutte, prima con la mano e poi con le singole dita (con l'aiuto dell'avambraccio)

-avambracci poggiati completamente sulle ginocchia e movimento solo del polso su e giu

 

Ex di rotazione

-dito medio tenuto poggiato e rotazione polso con dita 1 e 5

 

Ex articolazione

-i primi 10 preparatori dell'Hanon

-legati 2 a 2 (dita 1-3 \ 2-4 \ 3-5)

-mobilitazione dito 4 e 5 tenendo giù le altre

 

Ci tengo a precisare che nessuno di questi ex è portato al limite di stress, ma serve solo come mobilitazione aggiuntiva.

Dato che mi sono avvicinato da poco ai movimenti tecnici pianistici, volevo chiedervi appunto un parere e ovviamente dei consigli su questo "lavoro" extra-time

Sono amico di un buon batterista e nel mondo batteristico è pieno di esercizi di rinforzo e di movimento da poter praticare fuori dallo strumento e volevo capire noi pianisti come potevamo impegnarci in tal senso :)

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Torno ora da Francoforte, dove ho avuto anche l'occasione di recarmi alla Steinway House. erano le 17,00 e non c'era nessuno se non l'addetta alle vendite che è stata gentilissima. Ho chiesto di provare qualche strumento. Cinque meravigliosi mod. B, un magnifico Grancoda e anche un A , un mod. M e un piccolo modello O. Naturalmente tutti nuovissimi e perfetti. La sensazione, nel provarli , non faceva che confermare la mia convinzione che già "pensare e realizzare " è sufficiente. Qualsiasi tensione muscolare non fa che "snaturare" l'intenzione e là, qui meravigliosi strumenti me ne davano la prova. Quindi sono d'accordo sullo sviluppare al massimo il "mentale" e...casomai fare tutto ciò che di fisico (esercizi) ci favorisce l'energia "fuori tensione". Quindi sono sempre più contrario ad esercizi di "rinforzo" che non fanno altro che desensibilizzare le nostre raffinate muscolature alterandone la capacità propiocettiva di ricevere messaggi cerebrali giusti. Dal "rinforzo" e "dall'addestramento ripetitivo" si può ricevere anche un danno permanente. Si può perdere per sempre il sano giudizio che ci fa valutare il giusto rapporto tra apporto muscolare, intensità e durata del suono.

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sono perfettamente daccordo, il mentale prima di tutto !!

 

ma per quanto riguarda gli esercizi, il mio discorso era riferito ovviamente a niente di devastante o stressante, ma banalmente a piccoli movimenti di tecnica che fatti in giro o ovunque ci troviamo, ci possano "leggermente" aiutare poi sullo strumento...ho fatto l'esempio batteristico solo per essere inteso, so che in quello strumento i muscoli coinvolti sono ben altri quindi è un discorso a se...

 

Vi ringrazio ancora per la vostra disponibile esperienza e dopo questa mia piccola "delucidazione" vi richiedo quindi se "è conveniente" svolgere, quando è possibile, piccoli e non stressanti esercizi di tecnica fuori dagli orari di studio (in giro, a lavoro, in macchina,...), oppure se continuano ad essere valide le risposte da voi gia date :)

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Mi ero interessato alla questione tempo addietro, lo trovo un ambito affascinante e coltivato in posti tipo in Germania ;)

 

Segnalo:

 

Renate Klöppel

Training mentale per il musicista

Curci EC 11524 euro 19,00

 

Le edizioni Curci, particolarmente attente a diversi aspetti del fare musica (come l’apprendimento musicale e la didattica dei primi anni), pubblicano un interessante volume scritto da Renate Klöppel nel 2003 sul lavoro mentale del musicista. Nel volume emerge con chiarezza l’importanza dello studio mentale della musica, portato avanti con il cervello e con la massima concentrazione, non solo meccanico e ripetitivo.

La rappresentazione mentale della musica è molto più importante di quello che si possa immaginare e la lettura di questo volume aiuta a prenderne coscienza; mentre chi ascolta “Fra’ Martino” sente solo dei suoni e le parole della famosa canzone, un musicista ha ormai assimilato le note do-re-mi-do. Un esempio lampante è l’episodio legato al Miserere a nove voci di Gregorio Allegri che Mozart ascoltò nella Cappella Sistina e trascrisse subito dopo. Il grande compositore aveva compreso perfettamente la struttura della composizione proprio perché ne aveva l’esatta conoscenza mentale. Per quale motivo allora non lavorare anche con lo strumento in questa direzione invece di trascorrere un numero eccessivo di ore con esercizi talvolta deleteri se fatti magari leggendo il giornale?

Il volume è diviso in quattro capitoli: il primo sulla spiegazione del training mentale; il secondo su come applicarlo allo studio della musica; il terzo al metodo Orloff-Tschekorsky e il quarto alla paura del pubblico. Tatjana Orloff Tschekorsky, scomparsa prima della pubblicazione del volume, era docente alla Scuola Superiore di Musica di Trossingen. Il metodo della Tschekorsky, il training mentale nella formazione musicale (MTMA, Mentale Training in der Musicalischen Ausbildung), viene per la prima volta descritto in un libro. Il volume analizza con attenzione tutti gli aspetti correlati al suonare, dal rilassamento (RMP, rilassamento muscolare progressivo) alla coscienza dei movimenti del musicista, fino alla paura del pubblico, affrontata dal punto di vista fisico, mentale-emotivo e comportamentale. Delle vignette divertenti mostrano un omino che alla fine viene schiacciato da un enorme mattone della paura! L’autrice descrive anche i farmaci impiegati per combattere in modo artificiale la paura, dagli ansiolitici ai betabloccanti, con consigli preziosi e intelligenti.

www.edizionicurci.it

 

di Susanna Persichilli

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...per gli amanti del tedesco ...

 

http://www.gitarreim...menttorbost.PDF

 

http://www.gitarreha...ipMBentzien.pdf

 

Qualche annetto fa una forumista mi diede una mano a capirci qualcosa...sembrava un ambito interessante, purtroppo non mi salvai la "traduzione" o i contenuti...la presi come sana "lettura".

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grazie pomeriggio a lavoro gli darà una lettura :)

 

io invece segnalo questo

carino anche l'esercizio..da provare

 

comunque quando penso mentalmente a brani\esercizi faccio fatica a concentrarmi sulla tecnica utilizzata (forse perchè quando ho studiato i brani non ho prestato consapevole attenzione all'uso di determinati movimenti) bho

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