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Piano Concerto - Forum pianoforte

Rinforzare Quarto E Quinto Dito


Margherita1
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Segnalo i seguenti studi di Chopin molto utili per 4 e 5 dito.

Dell'Op. 10 i numeri: 2 (Passaggi 3° - 4° e 5° dito) - 9 (per la mano sinistra grande apertura tra 4° e 5°) - 10 (le seste, deve cantare il mignolo). Ci sarebbero anche alcuni studi dell'op. 25 come quello sulle ottave ma per ora direi che hai parecchia carne da mettere al fuoco. Non sono studi semplici... A parte il fatto che non esiste uno studio di Chopin semplice.

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Ehm ehm...TheSimon.

 

Qualcosa di più semplice per arrivare a Chopin (...magari) con meno problemi?

 

Dipende dal tuo livello attuale di preparazione. Ad esempio gli studi di Czerny sono utilissimi per sviluppare l'agilità di tutte le dita (preferisco parlare di agilità, piuttosto che di "rinforzo", che mi sembra una parola un po' fuorviante).

 

Prendi l'op. 299 e poi l'op. 740 di Czerny e troverai molti studi utilissimi. Certo, non sono capolavori artistici, ma spesso sono gradevoli.

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  • 2 weeks later...

Più vado avanti negli studi e più mi rendo conto di quanto la forza o qualunque altro nome le si voglia dare ,parlando di movimento di dita,sia veramente superflua e pura chimera.

Tutti gli esercizi "tecnici" con annessi "studi",hanno il solo scopo di educare il cervello a compiere il giusto movimento con il minor sforzo possibile.

Lo studente pianista crede di rinforzare le proprie dita esercitandosi e ripetendo l'esercizio più volte,ma quando questo gli riuscirà vorrà solo ed esclusivamente dire che il proprio cervello ha trovato la giusta soluzione,la più economica e corretta,quindi le uniche forze ad entrare in gioco sono la coordinazione,l'aggiustamento di posizione e la partecipazione dell'intero braccio e busto

Infatti ogni volta che si riesce a superare una difficoltà tecnica ci si rende conto di quanto poco sforzo occorre per realizzare quel movimento,sia esso fatto col terzo-quarto o quinto dito.

In fase di studio, guardare le proprie mani mentre ci si sta esercitando sta alla base del suonare corretto,perchè con un'attenta osservazione, possiamo accorgerci di quali e quanti movimenti sbagliati facciamo durante un qualunque esercizio.

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Ho apprezzato il tuo commento anche se non ritengo deltutto corretto che il rafforzamento delle dita sia qualcosa di superfluo o addirittura pura chimera. E' vero non bisogna fissarsi sul solo rafforzamento che può produrre più problemi che miglioramenti ma il rafforzamento delle dita è qualcosa che sta alla base della trasmissione del peso. Dita, o più in generale, una struttura della mano troppo debole non trasmette interamente il peso dalla spalla alla punta del dito e quindi al tasto. Bisogna poi ricordarci che a volte l'intenzione di trasferire un determinato peso parte addirittura dalla schiena all'altezza dei muscoli lombari. Non è pensabile riuscire a trasferire tutta questa energia se le dita che sono l'ultimo stadio di questo trasferimento non sono in grado di sopportarla.Concordo pienamente poi che alla base della perfetta realizzazione di un gesto tecnico c'è la chiarezza mentale.

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ciao Simone,capisco il tuo punto di vista riguardo all'intervento della muscolatura,però non mi trovo del tutto d'accordo,perchè io credo che la soluzione di tutti i problemi legati alla digitazione,siano unicamente risolvibili attraverso corretti "movimenti ".

Esempio, la ripetizione degli esercizi ,tipo se vogliamo anche solo quelli basilari del Hannon,che bene o male tutti gli studenti conoscono,che genere di utilità possono avere?

Sicuramente non è il rinforzo della muscolatura.

Nonostante la loro apparente semplicità,mettono a dura prova lo studente provetto,ma non perchè muscolarmente mancante,ma perchè è incapace di trovare il giusto movimento necessario a superare l'esercizio,così com'è incapace, ammesso che lo abbia trovato ,di ripeterlo per 4 ottave ,ascendenti e discendenti,ma non e la forza che manca,ma la consapevolezza dei gesti necessari.

Il giusto movimento trovato nella prima ottava,non funzionerà per quella successiva e via dicendo.........occorrono gli aggiustamenti,di polso,di gomito ecc...

Secondo il mio modestissimo parere,non esistono partiture per pianoforte che richiedano più forza di quella già presente in uno studente del primo anno.

Basti pensare ai giovani asiatici che con le loro piccole mani eseguono pezzi di notevole difficoltà e durata,o a Chopin che con la sua struttura esile e fragile eseguiva i suoi studi spaccadita.............

Certo è più facile a dirsi che a farsi,però credo che la chiave d'accesso per tutti i problemi sia " l'armonia"dei gesti

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Abbiamo ottiche diverse, o forse uguali. Io credo che un alto livello di tecnica sia raggiungibile per mezzo di diversi fattori. Importantissimi sono i gesti come dici te, ma grande importanza riveste anche la qualità della mano. Per qualità della mano intendo, la struttura, la velocità, la resistenza e la forza. Ho incontrato molte persone con mani molto esili ed il risultato era "esile". Nel pianoforte è necessario essere in grado di sfruttare tutte le dinamiche da ppp a fff. Ho sentito mani esili che arrivavano a malapena ad un ff. In un altro post Pianoexpert ha parlato degli studi di Chopin che il compositore ascoltò dalle mani di Franz Liszt, ti invito a leggerlo... (non per dire che Chopin non possedesse la tecnica per eseguire i suoi studi, qui si sta parlando solo di mani !)

Sia chiaro comunque che io non sono per la ginnastica delle dita finalizzata a sé stessa, e non vorrei che dal precedente post fosse uscito questo pensiero. Ma ritengo che una struttura di mano solida possa avere dei benefici ai fini della realizzazione di qualsiasi repertorio. Mi rendo conto comunque che motivare un argomento del genere tramite un forum sia impossibile perchè richiederebbe degli esempi pratici non mi aspetto quindi di convincerti in questo modo...

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Bene! vedo che si torna a parlare di "gesti" della tecnica pianistica! Mi trovo d'accordo con tutti e due...forse dite la stessa cosa e/o siete della stessa idea. E' chiaro che la mano deve avere una sua solida conformazione e le dita devono imparare a "fidarsi" dei pesi e dei contributi trasmessi dall'avambraccio, dal braccio, dalla spalla ecc.. Si può anche crecsere e arrivare al diploma senza capire e sentire completamente quale funzione di "appoggio" e di "tenuta" debbano avere le dita....ma, secondo me, non si andrà lontani. Vedo alcuni pianisti amici diplomati che si troverebbero in difficoltà a realizzare questo concetto. Cercano, ad esempio, il cantabile denza aver imparato a "gravitare" con peso "sincero" sulla tastiera.Porto sempre l'esempio che fece Rubinstein che ci fece sentire sulla spalla il peso della sua mano destra sulle dita: impressionante!!!! Ascoltiamo il suo cantabile come è forte e legato, realizzato (si può anche vedere dai video) con grande gravitazione e in alcuni casi con "pressione".Invece il suono di questi pianisti, che accennavo prima,è incerto e impersonale e si muove in un range tra il ff e il pp molto limitato. Ora non bisogna credere che sia necessario, come diffuso in alcune "tecniche " di metà ottocento, suonare sempre "di peso". Anche Sandor, che stimo moltissimo, lo sottolinea nel suo libro. E' però necessario, a mio avviso, sapere e sentire dove si trova il fondo sel tasto e saper trovare una buona "aderenza" sulla tastiera, come dice Casella nel suo meravigloso libro, ...." come le gomme di un auto sulla strada". Allora, credo, si potranno sperimentare e capire tutti i "gesti fondamentali" , che, ovviamente, comprendono tantissimi altri movimenti correlati alla gravitazione. Sento anche, e poi finisco di annoiarvi, molti Maestri che insistono per mesi e per anni con "la caduta"....fino alla perfezione auspicata ... che non appare mai. Credo che si farebbe meglio ad illustrare e sperimentare ciò che ci serve per "suonare", cioè chiarire subito che le dita sono l'elemento anatomico "terminale" e hanno la grande responsabilità di "ricevere" contributi muscolari. Quindi sono personalmente contrario a ripetere esercizi che vogliano "rinforzare" le dita.Le dita acquisteranno, nell'avanzamento della tecnica, via via una consapevolezza, soprattutto cerebrale, che si trasformerà in energia, l'energia di un attimo, che si traduce, apparentemente, in forza "fuori tensione". Poi vorrei dire ( e poi la finisco veramente) che è un'utopia cercare di portare le dita "alla stessa forza". Il quarto e il quinto dito hanno fisionomie e forze diverse, ma sarà il comando cerebrale a compensare laloro diversa natura. Anche le accentuazioni aiutano e pongono la funzione delle dita in un "programma ritmico" che le aiuta a superare le difficoltà di uguaglianza. Basta. Grazie

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  • 1 month later...

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