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Piano Concerto - Forum pianoforte

La Morte Di Beethoven


Fenice
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E dopo la tombolata, vedo che devo ancora una piccola replica ad Eagle. Mi vorrà scusare del ritardo. No, gli articoli non sono sul sito, ma se vorrà apriremo un piccolo post su cui trascriverò ogni singolo articolo, se questo vi può fare piacere. Intanto, sul sito, sto aggiungendo ogni singola descrizione per ogni opera di B., ed ho praticamente coperto tutte le opere da 1 a 138 (manca ancora l' opus 84, la 113 e 117 e poco altro). Inoltre mi dovrebbero arrivare gli scan del manoscritto che proprio pochi giorni fa è stato venduto all' asta per una cifra pazzesca. Gli Mp3 saranno presto on-line.

 

A presto!

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  • 2 months later...

Grazie Paolo e scusa per la risposta tardiva. Non merito elogi, veramente!

Si potrebbe dire "di che cosa NON morì"! Esistono interi trattati sulle patologie di Beethoven, ed alcuni titoli li trovi sulla sezione bibliografia del sito. Per tutta la vita, fu un uomo malato cronicamente.

Rispondere succintamente a questa domanda sarebbe un torto a Ludwig e forse andrebbe anche al di là di un semplice post; quindi mi limito a rispondere direttamente alla domanda: Qualcuno sa dirmi la causa della morte di Ludwig van Beethoven? La risposta: Complicazione epatica derivata da un infezione polmonare (bronchite-polmonite o broncopolmonite) contratta a fine dicembre 1826, con decorso infausto. (Arresti cardiaci, blocchi intestinali o renali, ma le stesse broncopolmoniti sono risultanti infauste di malattie pregresse di vario genere). Per ciò mi fermo: mi verrebbe da dire circa il significato ottocentesco di Cancro, di Febbre, di Colica, di Umore, ma si va già al di là del generale.

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Ciao Ray piacere!

 

Cirrosi è fuorviante: si pensa alla cirrosi epatica da alcool..... a questo punto ecco le parole di Weissenbach: Il fegato era « ridotto alla metà del suo normale volume, coriaceo e di un colore blu verdastro, pieno di noduli della misura di un fagiolo, sia sulla superficie tubercolata, sia al suo interno ».

 

Quindi Si tratta qui di cirrosi macro-nodulare, cioè post-epatitica e non di cirrosi micronodulare che è proverbialmente legata all’alcoolismo. Infatti l’epatite di Beethoven aveva avuto un lungo decorso, come dimostra la sua storia clinica a partire dal 1821, ed esplose dopo il freddo sofferto durante il viaggio da Gneixendorf a Vienna. Tale epatite cronica attiva, associata a colite, reumatismi, catarri ripetuti, ascessi, criopatia (affezioni da raffreddamento), l’oftalmia e le malattie della pelle, ci fanno pensare in maniera determinante a un’immunopatia del tessuto connettivo. In questo caso il quadro clinico sarebbe spiegato in modo perfetto, a differenza dell' aloolismo. (non è una opinione etica!!!)

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Non mi ricordo dove l'avevo letto, ma sembra che all'epoca, per esaltare il gusto del vino e renderlo più "appetibile" a chi potesse essere più assuefatto ad esempio per effetto dell'alcoolismo, si usavano bicchieri di piombo (o trattati con questo materiale)...che evidentemente proprio bene non faceva o comunque costituiva un'aggravante.

 

Cosa ne dite? E' la classica bufala?

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Ciao Lucas.

 

Ma ciao Lucas!

 

Sebbene in passato si parlasse di Saturnismo, non risulta una diretta colpa del piombo ella malattia beethoveniana. In effetti le due patologie hanno sintomi simili: anche nel saturnismo si manifestano dolori addominali, dolori addominali, astenia,, colorito cinereo (invece B. era rubizzo) , alterazione del metabolismo, gotta, diarrea, vomito, nausea, intensa sete (la sete bruciante del dicembre 1826 è da ascriversi alla febbre batterica). Ho visto il vasellame Beethoveniano alla BH, cucchiai, forchette, zuccheriera, ecc... tutte in metallo argentato o argento dorato all' interno. Condutture in piombo non ce n' era praticamente più... Il vino adulterato era però un classico; il piombo serviva per togliere il gusto acido e renderlo più "abboccato" (dei maledetti Ciravegna ante litteram?) ma il nostro quando poteva beveva vino del Reno, di provenienza Wegeler. In effetti bastava un fazzoletto con un poco di zolfo per generare a contatto una una macchia nerastra inconfondibile.... so che nelle osterie gli avventori di passaggio ne avevano sempre dietro....

 

Però quest' argomento come stuzzica! Vedo anche che questa sezione vola... bene bene bene!

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Ciao Gatto e ciao a tutti. Per soddisfare la curiosità, ecco una (bella?) foto del teschio di Beethoven. (notate le ossa parietali segate, la parziale ablazione dei denti e la mascella ricollocata provvisoriamente in sede) post-1477-0-27916000-1356819820_thumb.jpg

Per quanto riguarda gli esami autoptici, così come le diagnosi, i medici erano estremamente competenti.Palpazioni, esami deduttivi, odori, umori, portavano a risultati eccellenti. Il problema vero era questo: stabilire una cura! E' vero che potevano scoprire un tumore solamente con l' esperienza..... ma poi? Placebo, medicinali tossici e operazioni chirurgiche devastanti, con anestesie tossiche o assenti.....

Ultima risposta: il corpo di B. fu riesumato 2 volte, nel 1863 e nel 1888. In questa occasione però si notò che lo scheletro era in condizioni pessime. Un articolo definitivo è stato scritto da William Merdith, e ne potete leggere un estratto qua: http://www.scribd.co...lliam-Meredith Come diceva Mike: Allegria!!!

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Beh, la riesumazione è stata fatta per la ricollocazione prima e per una ricognizione dopo. Le tecniche moderne sono state utilizzate per analizzare le numerose ciocche di capelli, per individuare le cause dei suoi disturbi e della sua morte. Il Dott. Walsh nel 1994 ha ottenuto dal proprietario (il dott Guevara, che ho avuto il piacere di conoscere) l’autorizzazione per effettuare analisi su 20 capelli del compositore, confrontando i risultati con quelli di un gruppo di controllo. Le ricerche hanno trovato concentrazioni di piombo elevatissime, circa 43 volte superiori a quelle di un uomo normale. Questi risultati mostrano come l’avvelenamento da piombo, sebbene non sia stato la causa della morte, potrebbe essere stato causa di molti disturbi che hanno accompagnato Beethoven per tutta la sua vita, come i disturbi della digestione e dolori addominali molto intensi. La ricerca mostra inoltre come siano assenti tracce di metaboliti delle droghe e che non siano riscontrabili combinazioni di metalli che facciano pensare a disordini del glucosio o patologie dell’assimilazione. a tal proposito, vi consiglio il bel libro di Russel Martin I capelli di Beethoven Piemme edizioni, Pagg. 287.

Rispondo velocissimamente anche a Marce (ciao Marce!) "...ho sempre avuto una curiosità, dopo la sua morte, la grandezza di Beethoven fu subito riconosciuta?" Certamente. Già in vita Beethoven fu una celebrità! Era molto conosciuto e stimato, e sui quaderni vi è questa frase di pugno: "Sia pure! tanto, un posto nella storia della musica non me lo toglierà nessuno" (Novembre 1823......)

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  • 2 weeks later...

Ciao Simon!

 

Frase riportata da un colloquio con circa le musiche di Rossini che furoreggiavano a Vienna negli anni 1820-1825; dal Mosé al Barbiere; forse si può notare un certo "languore" di Ludwig che si sente - per così dire - un poco meno "alla moda" presso i suoi concittadini (acquistati) Viennesi. Molte le frasi ed i giudizi "tranchants" sulla musica e sul gusto del Pesarese. (in verità più degli amici che dello stesso B.)

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  • 4 weeks later...

Non l'avrei mai detto, che io sappia fra i due non correva buon sangue...sbaglio?

 

 

Schubert in vita non ebbe affatto fortuna, solo piccoli concerti in salotti privati con pochi amici, nessuna accademia e molte delle sue opere furono conosciute e pubblicate solo dopo la sua morte per merito, soprattutto di Schumann. Questo fece sì che nella Vienna d'allora furono ben molto più famosi compositori quali Johann Nepomuk Hummel, Joseph Weigl, il boemo Adalbert Gyrowetz, tutti presenti ai funerali assieme al misconosciuto Schubert.

Il grandissimo compositore austriaco dapprima, influenzato dal suo maestro Salieri che fu, precedentemente, anche maestro di Beethoven e dalla scarsa conoscenza della musica beethoveniana ebbe forti dubbi e perplessità di fronte a certe violenze espressive beethoveniane, agli scossoni che egli dette alle forme tradizionali. Significativo a tal proposito è un estratto dal suo diario del 16 giugno 1816 in occasione di un concerto in onore di Salieri dai suoi allievi: « Deve essere bello e confortante per un artista vedere tutti i propri allievi riuniti intorno a sé, ognuno impegnato a dare il meglio. Sentire in tutte quelle composizioni l'espressione di una natura pura, libera dall'eccentricità che frequentemente si trova nei compositori d'oggi, e che è dovuta unicamente a uno dei nostri maggiori artisti tedeschi; quell'eccentricità che unisce e confonde il tragico con il comico, il piacevole con il repulsivo, l'eroico con il terribile, il sacro con il buffo, senza distinzione, per stimolare la gente alla cattiveria invece di infonderle l'amore, incitarla al riso sfrenato invece d'innalzarla a Dio. » È del tutto evidente che, seppur non nominandolo, Schubert alludesse a Beethoven.

Poi una maggiore maturità e una maggiore conoscenza lo portò a cambiare radicalmente la sua idea pur restandogli - vedi la frase pronunciata dopo la sua morte – non comprensibili fino in fondo le sue ultime composizioni e riconoscendone, pur tuttavia, l'enorme e inarrivabile grandezza. Schubert inoltre fu un uomo timidissimo e tutte queste questioni fecero sì che ebbe sempre una forte soggezione per questa personalità preminente, per questo artista che aveva saputo imporsi con la sola forza del suo genio.

Beethoven dal canto suo non ebbe modo di conoscere alcunché delle musiche del suo sfortunato collega e molti dubbi ci sono anche su un eventuale loro incontro. Nei Quaderni di conversazione non è riportato nulla a tal proposito ma, se si vuol dare credito al solito Schindler – che ha raccontato innumerevoli panzane su Beethoven - sembra che fra i due ce ne fu uno unico nel 1822, quando Schubert presentò a Beethoven le “8 Variazioni sopra una canzone francese per pianoforte a quattro mani” composta nel 1818. Così scrisse Schindler: « (...) Il timido e per di più taciturno artista si mostrò sotto una luce sfavorevole, nonostante fosse accompagnato da Diabelli il quale, nel presentarlo, cercò di interpretare i suoi sentimenti verso il maestro (...) Beethoven scorse rapidamente la copia che gli veniva presentata e si imbatté in un errore di armonia. Con parole gentili attirò l'attenzione del giovane su quell'errore, affrettandosi tuttavia ad aggiungere che non era affatto un peccato mortale, ma Schubert, forse proprio per la gentilezza dell'osservazione, perdette completamente il controllo di sé. Solamente quando fu fuori dall'uscio riprese animo e si rimproverò aspramente. Non ebbe mai più il coraggio di presentarsi al maestro. »

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Magari l' incontro era stato scritto nei quaderni che lo stolto distrusse "post-mortem Beethoveni"..... forse in questi rari quaderni perduti era descritto nei dettagli un rendez-vous avvenuto per caso chissà, magari alla LIDL, dal momento che non mi risulta che Beethoven fosse socio COOP. La fantasia (ma anche il cattivo gusto) di Schindler è solo pari alla sua postura da funebre manico si scopa, come testimonia il dagherrotipo che si fece fare "l' amico di Beethoven", come amava definirsi..... che tristezza... avere come titolo "amico di qualcuno"... ovvero l' annullamento del se per la vana speranza di fare sopravvivere un decente ricordo della propria persona. Vana speranza! Forse Schindler fu un tronista televisivo ante litteram, un Costantino Vitaliano alla corte della De Filippi di Vienna...

 

Ok bando alle sciocchezze e arriviamo al dunque: parlando sempre di quest' argomento ferale, funereo e luguberrimo, nella sterminata biblioteca di Luigi, ecco ritrovato un documento unico nel suo genere e definitivo: Il resoconto della riesumazione dei corpi di Beethoven e Schubert avvenuto al cimitero di Wahring dove venne inizialmente sepolto, a ovest di Vienna. Nel 1863 (il 13 ottobre) il corpo di Beethoven venne appunto riesumato, studiato e di nuovo sepolto. Il suo teschio venne acquisito dal medico austriaco Romeo Seligmann per ricavare un modello, tuttora conservato al "Center for Beethoven Studies" presso la San José State University in California. I suoi resti vennero ricollocati nel Zentralfriedhof nel 1888. Vi allego la Jpeg della prima pagina. Il documento completo lo ritroverete in PDF sul mio sito a quest' indirizzo. Il libro è firmato dal famoso dottor Breuning, che conosciamo perfettamente. Sono comprese le misure delle ossa sopravvissute, nonché il numero delle stesse e la posizione nel feretro. Questi sono i documenti fondamentali: il vero verbo scritto. Senza schindleriani (neologismo brutto ma efficace) voli pindarici.

 

Amicizia,

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  • 2 years later...

Cari amici,

 

A distanza di tre anni buoni da questo topic, io e Luigi stiamo sbozzando una nuova sezione del sito, mettendo a disposizione molte immagini, libri d' epoca, documenti ecc... veramente interessanti sulla morte di Beethoven e sulle sue due riesumazioni, molte delle quali impossibili da reperire. Anzi, per quantità e qualità, meriterebbero uno spazio su un sito apposito. Tutto è ancora molto provvisorio, e dobbiamo ancora aggiungere almeno una ventina di nuove fotografie. Se qualcuno avesse ancora materiale da suggerirci, siamo a disposizione; vedrete molte cose del tutto inedite, e considerate che il tutto (musiche in primis) deve essere revisionato.

 

Un abbraccio a tutti,

 

A----------------------------------

 

I link sono questi: (non ancora visibili pubblicamente)

 

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827_Immagini.html

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827.html

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827_Orazioni_Funebri.html

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827_Monumento.html

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827_Riesumazioni.html

http://www.lvbeethoven.it/Articoli/1827/Beethoven-Articoli-1827_Immagini_Attuali.html

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