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Piano Concerto - Forum pianoforte

Chopin - Waltz Op. 64 N. 2 - Nocturne Op.9 N. 2


thesimon
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Oggi presentiamo il Valzer Op. 64 n. 2 di F. Chopin e, già lo conoscete, il Notturno Op. 9 n. 2..

Questo meraviglioso valzer si rifà ai tratti tipici del rondò. Si comincia con l'esposizione AB ( nel rondò ABA ) in cui troviamo un inizio molto melanconico e struggente per poi fluire nella parte B, leggermente più affrettato e concitato. Nello sviluppo ( C ) Chopin, calma le acque offrendo un cantabile "Più lento" molto espressivo. Nella ripresa, la pate B reintroduce il tema iniziale A e si reinnesta come coda per terminare la struggente composizione.

 

http://www.youtube.com/watch?v=IesRfEx76OA&hd=1

 

 

Nocturne Op. 9 n. 2

 

http://www.youtube.com/watch?v=vu6pcBiUm3M

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Bene Thesimon!!!

 

Mi piace, anche se... ognuno di noi potrebbe avere diversi modi di concepire questo valzer e soprattutto "i valzer" di Chopin. Io, per esempio appoggio più i tempi del basso senza che il valzer diventi in "uno". Ma punti di vista. Specialmente la parte dell'arabesco. Buona l'espressione della parte centrale. E' una scrittura meravigliosa. A me piace accentuare di più il rubato, anche e soprattutto nell' esposizione. Sento questo pezzo molto "eloquente" e di profonda cantabilità. Forse con un po' più di peso sulla mano destra.

A parte i punti di vista e i modi di "sentire" , Sei, come al solito, bravissimo!!!!!!

 

Complimenti

 

ThePaolo

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Eheh, mi viene da ridere perché andiamo d'accordissimo su tante cose io e te Paolo ma su Chopin proprio non ci ritroviamo :huh: Precisiamo per tutti che non è che litighiamo, ci mancherebbe altro, ci scambiamo spesso opinioni diverse e costruttive su questo argomento.

Ma è giusto spiegare anche a chi ci legge la motivazione di certe libertà che mi prendo sull'interpretazione di Chopin...

Parto con il dire che Chopin mi fa vivere delle emozioni che altri autori non mi danno, con questo non voglio dire che io scarti a prescindere altri autori come un Debussy oppure un Bach (Sto prendendo degli estremi interpretativi volutamente). In Bach, ad esempio, trovo un altro tipo di fascino che è quello dell'ordine, dell'architettura e della perfezione, Bach mi avvicina a Dio. In Debussy le immagini che la sua musica ti fa vivere. In Chopin non riesco a trovare un termine di paragone per le emozioni che mi fa vivere, perché, dal mio punto di vista, è molto più personale di tanti altri autori. Non credo di aver detto una stupidaggine con questa affermazione; ho ascoltato centinaia di interpretazioni di questo e di altri valzer, di notturni... Ognuna diversa dall'altra. Credo dunque che l'interpretazione di Chopin sia molto più personale rispetto ad altri autori. Le varie interpretazioni poi possono piacere o non piacere ma la mia opinione è che Chopin si debba suonare per sé stessi. Potrei anche interpretare Chopin in modo diverso ma non sarebbe più il mio modo di interpretarlo e perderei il gusto di suonarlo perché non farebbe vivere in me le stesse emozioni. A questo proposito mi ricordo una frase che mi disse il mio maestro qualche anno fa: "Bach è più nella mente, Chopin è più nel cuore (Ha utilizzato il termine più per dire che non è che Chopin non sia anche nella mente e Bach nel cuore)" ma al cuore non si comanda e se per altri autori posso seguire i consigli interpretativi degli esperti dell'estetica musicale per Chopin non mi sento di fare lo stesso. Bach è collocato in una certa epoca, in un certo ambito "spirituale", è giusto interpretarlo pensando a cosa erano destinate le sue opere ed è quindi giusto avere delle regole nell'esecuzione, Bach è la perfezione perché la sua musica è rivolta a Dio. Chopin è l'uomo; imperfetto per sua natura, con tutti gli annessi e connessi, con i suoi problemi che traduce in musica, con la sua nostalgia; ed è proprio questa imperfezione che me lo rende più intimo; è il romanticismo, è vittima dell'impossibilità di tornare in Polonia a causa della rivolta di Novembre, è amore, inquietudine e positivismo e pessimismo messi insieme in un frullato di sentimenti. Come porre delle regole al termine "emozione" che è già difficile da descrivere nella nostra lingua ? La mia idea è dunque quella di eseguire Chopin per sé stessi, interpretarlo nel modo che possa causare in sé stessi la massima emozione. Chi se ne frega se Zimerman o Horowitz o Cortot ci dicono come eseguire Chopin... Loro lo interpretano secondo il loro pensiero musicale e secondo la loro vena poetica, io, sbagliato che sia voglio interpretarlo con la mia, perché in questo modo vivo nella sua musica e non diversamente.

 

Comunque il discorso è molto interessante... Sarebbe bello se anche altre persone volessero prenderne parte, anche per conoscere pareri diversi. Chi ha capito bene il mio ragionamento deve aver capito che io non giudico chi interpreta Chopin in un certo modo o seguendo delle "regole", dico solo che la musica deve far bene al corpo ma soprattutto all'anima e se i migliori risultati li ottengo così, continuerò per la mia strada anche se per qualcun altro possa risultare sbagliata, significherebbe solo che ognuno ha il suo modo di ottenere il massimo da un autore il che è perfettamente giusto.

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Il discorso è lunghissimo e prevederebbe più risposte.

 

Vorrei permettermi di cominciare a parlare di Chopin.

 

Sono stati scritti fiumi di inchiostro e incise migliaia di ore di musica su questo autore.

 

Possiamo anche fregarcene di Cortot e di Rubinstein....ma, per esempio Cortot ci fornisce elementi certi di come Chopin volesse la sua Musica. Cortot è stato allievo di Matthias, un diretto allievo di Chopin, l'unico, forse, veramente dotato e professionale. Già, perché si deve sapere che Chopin non ha avuto allievi "importanti". Nella sua breve vita di 39 anni, specialmente a Parigi, ha dovuto fare i conti con la sua tasca e sforzarsi, comunque, di mantenere il "bon ton" dei salotti parigini. I suoi allievi erano per lo più "Signorine di buona famiglia" " che posavano la busta con l'onorario, mentre il Maestro, di spalle, guardava fuori della finestra". Abbiamo però molte indicazioni certe da parte di Cortot, appunto nel suo libro ( che consiglio vivamente di leggere) "Alcuni aspetti di Chopin". Due elementi fondamentali appartengono a questo grande Autore: Il "rubato" e "la vena classicheggiante".

 

Iniziamo da quest'ultima. Chopin era un classicista. Ripeto: un classicista. Conosceva benissimo il "clavicembalo ben temperato" di Bach e sapeva a memoria diversi preludi e fughe. Nel tempo era rigorosissimo. Sembra che durante una lezione sul suo secondo scherzo in si b min. , l'allievo non riuscì ad andare oltre le due terzine iniziali! A volte, nonostante la sua figure gracile, andava su tutte le furie e pretendeva il rigore del tempo.( una volta ha rotto una sedia)

 

In contrasto con ciò, Chopin è il Maestro del "rubato". Che cosa è il rubato. Il rubato è una oscillazione delle figure ritmiche NEL tempo, una sorta di" va e vieni" NEL tempo. Una sorta di "libertà controllata" della frase musicale che si Ritrova nel tempo. Una volta un allievo chiese a Paderewsky cosa fosse il rubato. Lui lo portò in giardino e gli disse di osservare le cime degli alberi che, ondeggiando, al vento, ritornavano nella loro posizione. "Ecco-disse- quello è il rubato" (bellissima visione poetica di un Grande,...che comunque non volle spegare volutamente all'allievo ciò avrebbe dovuto cercare e trovare!)

 

Chopin diceva:"pensate che la vostra mano sinistra sia il Direttore d'orchestra e suonate la destra con grande libertà. ...Ma come è possibile!!!????? Il rubato offre questa possibilità. E' molto difficile da "comprendere" e forse ci vogliono anni, ma è fondamentale per suonare Chopin.

 

Fermiamoci per ora qui.

 

Vedete qui non si tratta tanto di "come sentiamo ", ma neanche di segiure rigorosamente le preziose indicazioni o i nostri predecessori. Direi che una visione filologica ci aiuta ad assolvere il nostro "dovere" di Musicisti, che non è quello certo di soddisfare gli altri bensì di poter "presentare" con "coerenza" l'Idea che l'Autore ci ha lasciato in codice, interpretarla al di là dei "limitati" segni" .....anche scoprendo qualche "pensiero segreto" (parole di Chopin). Ma tutto nel "rispetto stilistico". Si tratta di decidere se presentare la Musica o presentare se stessi.

 

Il "relativo", che oggi viene molto inflazionato, incontra molti ristringimenti di confine, pur lasciando al nostro estro un buon margine decisionale.

 

La mia idea quindi non vuole non premiare le magnifiche esecuzioni di Simone e/o le profonde considerazioni di Gennaro. Non mi trovo invece d'accordo quando sento definire la Musica e l'Arte in genere un luogo dove tutto è possibile, dove tutto più essere giusto o sbagliato, dove tutti possono fare tutto. Potrei qui portare altri esempi di mie convinzioni sul Teatro, sulla Pittura. Invito invece a trovare quei "Valori", quei "punti di riferimento" che tanto cerchiamo e a fatica troviamo. Ho molta paura che "lo smarrimanto individuale" aumenti, generi confusione. Colgo sempre più maggior difficoltà a segnare "tappe" che aumentino il bagaglio, il pozzo delle conoscenze e ci conducano un po' più per mano verso un maggior discernimento oggettivo.

 

Non me ne vogliate. Sono un'ammiratore della personalità e un sostenitore dell'individualismo. Non voglio con queste mie parole assolutamente sminuire od offendere il vostro prezioso e interessante punto di vista.

 

Continueremo a sviluppare il discorso, spero........

Sempre con la Musica....nella mente e nel cuore

 

Grazie per la pazienza

 

Paolo

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Ciao Paolo, io credo che non si riesca a definire la questione per il semplice motivo che non sono stati posti fino ad ora, ne da me ne da te, dei limiti quando si parla di spazio dell'interpretazione Chopiniana ma soprattutto non è stata specificata la destinazione di questa interpretazione.

 

 

Chopin era un classicista. Ripeto: un classicista. Conosceva benissimo il "clavicembalo ben temperato" di Bach e sapeva a memoria diversi preludi e fughe.

Assolutamente si, ma non si può non tener conto dell'influenza romantica dell'epoca sul Maestro dato che egli viene comunque collocato nei testi di storia della musica tra i romantici ed anzi, viene addirittura raffigurato come il massimo esponente del romanticismo nonostante, come hai ricordato, fosse fortemente influenzato dall'estetica classicista.

 

Vedete qui non si tratta tanto di "come sentiamo ", ma neanche di segiure rigorosamente le preziose indicazioni o i nostri predecessori. Direi che una visione filologica ci aiuta ad assolvere il nostro "dovere" di Musicisti, che non è quello certo di soddisfare gli altri bensì di poter "presentare" con "coerenza" l'Idea che l'Autore ci ha lasciato in codice, interpretarla al di là dei "limitati" segni" .....anche scoprendo qualche "pensiero segreto" (parole di Chopin). Ma tutto nel "rispetto stilistico". Si tratta di decidere se presentare la Musica o presentare se stessi.

Giustissimo ed è proprio questo a cui io faccio riferimento ! Vedo che cominciamo ad intenderci e stiamo raggiungendo l'unarietà. Questa scelta è dipesa dall'occasione nella quale bisogna "presentare". Ad un esame la suonerei così (solo un accenno registrato di prima mano):

 

http://www.pianoconcerto.it/condivisione/chopinizzata.mp3

 

In privato, per me la suonerei nell'altro modo perché in quel momento, privatamente, la musica serve a me, e ne devo godere io. Questo deriva dal fatto che ad un esame o ad un concerto che sia, devo dimostrare ai maestri che mi ascoltano che sono in grado di tradurre i "segni" mantenendo il "rispetto stilistico", ma anziché godere della musica che suono la mia attenzione si sposterebbe sulla realizzazione ed il contenimento della mia vena poetica standardizzata a quello che è riconosciuto dai più come lo stile chopiniano e quindi dai più apprezzato.

 

La mia idea quindi non vuole non premiare le magnifiche esecuzioni di Simone e/o le profonde considerazioni di Gennaro. Non mi trovo invece d'accordo quando sento definire la Musica e l'Arte in genere un luogo dove tutto è possibile, dove tutto più essere giusto o sbagliato, dove tutti possono fare tutto. Potrei qui portare altri esempi di mie convinzioni sul Teatro, sulla Pittura. Invito invece a trovare quei "Valori", quei "punti di riferimento" che tanto cerchiamo e a fatica troviamo. Ho molta paura che "lo smarrimanto individuale" aumenti, generi confusione. Colgo sempre più maggior difficoltà a segnare "tappe" che aumentino il bagaglio, il pozzo delle conoscenze e ci conducano un po' più per mano verso un maggior discernimento oggettivo.

Assolutamente concorde con te quando dici che la musica e l'arte in genere viene spesso definita come il luogo ove tutto è possibile. Questa è ovviamente blasfemia !

 

Non me ne vogliate. Sono un'ammiratore della personalità e un sostenitore dell'individualismo. Non voglio con queste mie parole assolutamente sminuire od offendere il vostro prezioso e interessante punto di vista.

Ci mancherebbe ! E poi il mondo è bello perché è vario. Penso che molti fraintendimenti siano nati dal fatto che non avessi specificato che la mia riflessione era puntata ad un ambito molto privato, e poi spesso è difficile esprimere concetti così difficili avendo risposte così latenti, sarebbe tutto molto più semplice parlandone per 20 minuti davanti ad una buona tazza del tuo té allo zenzero ! :huh: Piuttosto devo fare un mea culpa: talvolta per spiegare dei concetti esaspero gli esempi che spesso vengono interpretati per tali, quando vorrei al contrario esprimere una comparazione molto più fine e minuziosa...

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....Ma in realtà, alla fine...siamo d'accordo. Forse tutto dipende dalla nostra differenza di generazione e quindi di modo di affrontare le cose. Ma questa è la vera ricchezza: avere amici giovani e amici maturi e parlare liberamente. Il Forum.... e la vita sono magnifici per questo. La grande occasione che tutti abbiamo di metterci in contatto ed esprimere le proprie convinzioni mette "a lucido" le nostre riflessioni e ci riempie di esperienza. Quindi ..coraggio.

 

Vorrei dire una cosa.

 

Anch'io credevo, quando facevo esami, che certe cose non si possono fare...altre sì....così va bene per un esame....poi ad un concerto...poi in privato..

 

Qualcuno mi diceva questo. Come se davanti ad una commissione si dovesse essere più prudenti per non sollevare dubbi o obiezioni.

 

In seguito ho maturato altre idee. Bisogna sperare che nelle commissioni siedano "musicisti" e un musicista premia sempre una buona scelta, anche se personale e ardita. ( Vedi Pogorelich, che non ha mai vinto un concorso, ma suona in modo meraviglioso)

Non credo che ci siano diversi modi di interpretare a seconda del contesto. Qui, invoco io la convinzione del personalismo. Credo che sentiamo e maturiamo una scelta "giusta": quella ci accompagnerà sempre ( Con le duvute oscillazioni di sfumatura che di volta in volta rendano l'esecuzione mai identica alla precedente)

 

Mi fa piacere citare due frasi grandi che hanno segnato il mio modo di vedere.

 

Ferruccio Busoni: "Suona sempre come se ti ascoltasse un grande Artista"

 

Igor Strawinsky: ( questa è pù iroica e spiritosa). Un orchestrale gli disse: " Maestro, domani andiamo a New York...là bisogna suonare bene!!" e lui rispose. "...perché, ...non bisogna suonare bene dappertutto?" ( Carina!)

 

Comunque ci troviamo d'accordo eccome!

 

Forse il punto sta proprio nel "come" intendere le cose e come sentirle ora, domani, dopodomani.

 

Quando ero ragazzo andavo a trovare mia nonna in compagnia di mio padre. Là c'era un vecchio pianoforte C. OTTO di Berlino, scordato e abbandonato. Ma io lo salutavo sempre, suonandolo un po'. Un mio zio passò un giorno e mi sentì suonare un valzer lento di Chopin. Con Jerry, il suo cagnetto, a guinzaglio, si fermò e mi disse: " Bravo, ma in seguito lo sentirai e lo suonerai differentemente". Mi fece un po' rabbia. Mi chiedevo perché mai avessi dovuto cambiare quello che sentivo così "forte". Zio aveva ragione. Ora non suonerei così quel valzer. L'ho suonato nel mio scorso concerto su Chopin e ho ricordato con malinconia quell'episodio. Sono cambiato io e forse oggi "lotto" di meno col mio modo di sentire.

...Troppi ricordi...sto diventando vecchio!!!

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Certamente il pensiero musicale (interiore) del pianista non smette mai di evolversi. Ascolto registrazioni di 5 anni fa e mi autocritico dicendo che oggi non suonerei in quel modo. Probabilmente tra 10 anni la cosa si ripeterà...

 

...Troppi ricordi...sto diventando vecchio!!!

 

Ma che dici... Mio padre mi dice sempre che "vecchio ci diventi quando ti ci senti !"

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Complimenti Simone sei bravissimo, e inoltre mi hai fatto un bellissimo regalo perchè il notturno Op.9 n°2 vorrei cimentarmi a studiare! :huh:

 

Non mi intrometto nella discussione perchè con soli 9 mesi di studio sarei ridicolo, però le vostre riflessioni, sappiate che per me sono una miniera d'oro di esperienza e dove posso attingere e rifletterci sopra... Grazie.

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Guest Gennarino

Io non ho teorie pronte per dare risposte, ma solo dubbi.

Quale, fra le seguenti esecuzioni, è più Chopiniana ?

Quale, fra le seguenti esecuzioni, è resa da una donna ?

Perché tutte a parte una (qual'è ?) producono bellissime ma diverse emozioni in me ?

Perché, se le riascolto in senso inverso, mi cambia la classifica ?

1.mp3

2.mp3

3.mp3

4.mp3

5.mp3

6.mp3

7.mp3

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Eheheh caro Gennaro qua ci vuoi fare fessi, qui c'è l'inghippo, me ne sono accorto subito.

La 7 è la versione velocizzata mantenendo il pitch della numero 1, se volevi passare inosservato ti conveniva comprimerla abbassandola ad 8 bit di modo che si rovinasse la timbrica di tutto il file, ma ci hai illuso conservando la prima battuta al tempo originale, che ti possino... :huh:

Comunque andiamo avanti rispondendo alle domande...

Quale, fra le seguenti esecuzioni, è più Chopiniana ?

 

Quella più chopiniana secondo me è la 3. Dal tocco e dalla semplicità che mi comunica direi che potrebbe essere Rubinstein a suonare (L'ho sempre apprezzato perché tutto quello che suona sembra semplice).

 

 

Quale, fra le seguenti esecuzioni, è resa da una donna ?

Credo che la donna sia la numero 4. Esecuzione lenta, troppe libertà sul tempo e troppo pesante sia nel canto che nel basso, anche gli abbellimenti sono eccessivamente pesanti per non parlare delle mazzate che da sul tempo debole...

 

Perché tutte a parte una (qual'è ?) producono bellissime ma diverse emozioni in me ?

Direi la 4 o la 7 che hai modificato. Personalmente non mi piace per niente la 4. Non è maschilismo, mi basta esternare il mio amore per le esecuzioni della Argerich per dimostrare il contrario.

 

Perché, se le riascolto in senso inverso, mi cambia la classifica ?

Mmmmm non saprei, a me non succede...

 

 

Fammi sapere se ci ho preso, un saluto,

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@PianoScholar

Non mi intrometto nella discussione perchè con soli 9 mesi di studio sarei ridicolo, però le vostre riflessioni, sappiate che per me sono una miniera d'oro di esperienza e dove posso attingere e rifletterci sopra... Grazie.

 

Perché non dovresti intrometterti nel discorso ? Che c'entra che sono solo 9 mesi che studi, motivo in più per fare le ossa ! Qui tutte le opinioni saranno sempre rispettate da tutti, te lo garantisco, magari non condivise, ma in questo spazio vige la VERA DEMOCRAZIA.

Quindi fatti sotto e dicci anche la tua. Questo spunto del caro Gennaro poi sembra proprio fatto apposta per allargare la discussione a tutti.

 

Un salutone...

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Guest Gennarino

@TheSimon

 

Bravo, bravissimo osservatore; in definitiva un risultato eccellente.

Scoperto il trucco, ma non l'inganno!

Infatti, la strada era lastricata di sanpietrini.

 

Questi gli esecutori:

1. Valentina Lisitsa

2. Maurizio Pollini

3. Arthur Rubinstein

4. Annarita Santagada

5. Tzvi Erez

6. Yundi Li

 

I sanpietrini:

N.1) Le donne erano due

N.2) Il tempo era alterato, ma non sulla Lisitsa, ma su Pollini; infatti: 7. Maurizio Pollini (stesso picht, tempo -20%). Comunque bravo! (avrai sicuramente avuto fretta di rispondermi, quindi, si capisce che nell'impeto, non hai fatto verifiche!)

N.3) C'era un sampietrino dedicato al nostro caro Paolo PianoExpert ma, o non ha visto il mio messaggio o non ha abboccato! Qui ci sono, secondo me, almeno due o tre stili/modi di percepire, esporre e sentire diversi. Questo io intendo per relativo: relatività non è arbitrio, nè individualismo: solo punti diversi di vista di un unicum che vanno riconciliati.

Infatti, e non a caso, tu preferisci la 3, che giustamente dici essere Rubinstein, per semplicità e tocco. Io, ne apprezzo anche la variazione di sonorità e di enfasi fra prima e seconda.

Comunque, la tua citazione della semplicità mi pare una cosa bellissima ed essenziale! Credo che tutto il creato sia semplice ed è bellissimo perché semplice, di una semplicità che noi non riusciremo forse mai a raggiungere. Ma la musica, resa semplice, può darci una mano ad avvicinarci.

 

E' vero, la Santagada non piace nemmeno a me. La 7. non ha quasi nulla di strano: è solo uno che vuole finire prima!

 

Circa l'ultima domanda (è suonata strana anche a me, mentre la scrivevo!).

Se le riascolto in senso inverso, la Lisitsa suona dopo Pollini (che è più lineare), e si sente distintamente, nella seconda frase, il tremore che all'andata m'ero perso. Risultato: passa seconda dopo Rubinstein. Questo m'è successo ierisera e anche adesso mentre ti rispondevo (del genere, le sensazioni variano nel tempo e dipendono dalle esperienze e dal momento; un'altra forma di relatività).

 

Ciao e grazie!

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Va bene, Amici.

 

Ma ci dobbiamo mettere in testa che ci deve essere "la sostanza" e la sostanza emerge proprio con Rubinstein. Grande semplicità, che sembra acqua fresca. Ricordate il principio dell'Anatra : si muove sul pelo dell'acqua e sembra che tutto il suo moto sia leggero e semplise......ma sotto l'acqua c'è un grande lavoro!!!!

 

Il grande lavoro è acquisire negli anni, nel tempo, il grande legato, il grande fraseggio, la grande pressione.....la grande espressione. Soprattutto studiare con concentrazione il rapporto tra intensità del suono e la sua durata fino alla nota successiva.....quello che realizza il "cantabile".

 

Insomma, mettiamoci al lavoro e sviluppiamo un suono intenso. Solo successivamente potremo trovare la "gentile" proporzione tra l'intensità della destra in rapporto a quella della sinistra.

 

Rubinstein era Maestro di questo. In tutte le sue incisionie e anche dal vivo, la sinistra è molto più bassa di intensità. Quando l'ho conosciuto, fece sentire ai partecipanti di quell'incontro, tra cui io, il peso della sua destra nel cantabile. Era impressionante. Suonava tutt'altro che piano, quando sviluppava la lunga frase chopiniana, specialmente sui tempi lenti (Notturni, Mazurche ecc...) . Si può riascoltare in uno degli esempi di Gennarino. E' difficilissimo fare questo e bisogna alllllleggggggerire la sinistra....con molto controllo!!!!!! Credo questo.

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Guest Gennarino

@PianoExpert

 

Caro Paoletto, nè io nè TheSimon crediamo che la sostanza possa/debba mancare senza che si arrivi da altra parte.

Infatti, in Classica, Jazz, Leggera (forse è strano, ma in Popolare pare ce ne sia un tasso maggiore) vi sono cose che sono Musica e altre cose che sono nient'altro che cose!

 

Inoltre, purtroppo per me, almeno per quanto riguarda "eseguire al piano", la mia sostanza è ben lontana dai quantitativi debordanti, magnificenti e, diciamolo pure, VERGOGNOSAMENTE ECCESSIVI che avete Tu e Simone!

 

Ritornando al serio, non credo che qui si sia per il "relativismo" moderno, che è nient'altro che una posizione di individualismo sfrenato che, spesso, manca di qualunque connotazione etica (sennò come faccio a farti pagare un sacco una cosa che non vale praticamente una mazza ?).

Semplicemente, si dice che nessuno possiede la verità, ma che essa si costruisce progressivamente e faticosamente portando i diversi punti di vista a fare parte di un quadro unitario (etico ed equo).

Ecco perché TheSimon adotta una visione intimista quando suona Chopin e lo piega al suo bisogno di relazione con sè stesso. Credo che:

  • Chopin sia felice perché c'è un utilizzo imprevisto di qualcosa di suo
  • Chopin sia felice perché Lui l'aveva scritto per Simone e ha (per anni) sanpietrinato un sacco di esegeti!
  • Simone sta benissimo
  • Tu non stai peggio
  • Io sto meglio

Un fraterno saluto

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Ciao a tutti ...

anch'io amo molto Chopin in quanto "Pianista del sentimento", come lo hanno definito molti. Per questo motivo, credo che sia difficile trovarsi d'accordo su Chopin, poichè le sue composizioni sono "del sentimento", e come tali sono libere, fluide, senza troppi schemi rigidi. in ogni caso, faccio i complimenti a Simone per la splendida interpretazione del Preludio op. 9 n.2 che io adoro, l'hai suonata davvero in modo ..."chopinato" :huh: , come ti ho già detto. Vorrei anche fare un'osservazione tecnica: ho notato come tieni la mano destra nel "lungo trillo" finale: complimenti, sembra una posizione comoda, e che ti permette oltretutto di eseguirlo in modo fluido non "meccanico".

Sai, ance per me è difficile trovarmi d'accordo per quanto riguarda Chopin... secondo me, resta comunque sempre un genio del Pianoforte, che ammiro e che "metto" nella mia lista dei primi cinque compositori preferiti.

Per ora ... Ciao!!

Francesco 1797

 

PS: Sai, la tua interpretazione del Preludio op.9 n.2 mi ha fatto venire voglia di studiarlo ... credo che cercherò lo spartito! Ciao!

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Guest Gennarino

@PianoExpert

 

MENO MALE PAOLO !

Pensavo che per punirmi non mi facessi più entrare Domenica!

 

Purtroppo, sono stato impegnato per badare a Giacomino bello, ma da stasera riprendo a pubblicare qualche chicca.

 

Ciao

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@Francesc1797

I notturni Opera 9 sono fra le cose più intimistiche e romantiche del nostro Frédérick.

Attento al bilanciamento delle mani e alla cantabilità.

Ciao e buono studio.

 

noct9_1.pdf

noct9_2.pdf

noct9_3.pdf

 

Ehi, gennarino ... se incredibile!! Neanche ho chiesto gli spartiti e già li ho a disposizione !!! :huh: Grazie infinite!!

Comunque ...è vero, i Notturni sono tra i brani più intimistici e romantici del "nostro Frèdèrick"... assolutamente geniale ;) ! Appena li avrò studiati (in particolare sono attratto dal n. 2) metterò la mia esecuzione sul sito.

Ancora grazie !!! Francesco 1797 ;)

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Ciao, cari amici ... sono di nuovo io.

Avrei bisogno di un consiglio sull'esecuzione del Notturno op.9 n. 2 di Chopin ... se posso dire che non ho quasi problemi a eseguire la parte della mano destra, beh, quella sinistra ... come posso fare per "saltare" :lol: di ottave senza sbagliare, visto che l'accompagnamento di questo brano "salta" praticamente sempre da un ottava all'altra, in quanto è simile ad un arpeggio? Ringrazio anticipatamente ... :lol: Ciao!!! Francesco 1797

 

PS Simone, non c'era bisogno che ti scusassi per la velocità di risposta ai messaggi ... io vi trovo molto veloci!! Ciao!!

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Guest Gennarino

@Francesco1797

 

Caro Francesco, se ho capito il senso della tua domanda, TU ti riferisci al basso che ricorre ogni 3 ottavi e agli accordi dei successivi due ottavi che, insieme, costituiscono un accordo.

Bene, se posso permettermi di darti un consiglio, capiamo prima quale è la tua difficoltà.

Se essa è rappresentata dai bassi, cominciamo a fare come esercizio per la sx solo i bassi ogni 3/8.

Nel fare questo, attenzione a fare il movimento che farai alla fine; quindi, tanto per fare un esempio, nella prima battuta con i bassi Mib; Mib; Mib; Re, NON usare diteggiatura 5,1,5,4 (non è quello che farai, quindi non perdere tempo), ma usa (sempre che sia quella che pensi faccia per Te!) 5,5,5,5.

Io uso spesso 5 o 4 per il basso, liberando 4,3,2 e 1 per l'accordo.

Se la difficoltà sono gli accordi, osserva gli accordi di ciascun secondo e terzo ottavo (ogni tre!): potrai notare che il primo accordo (secondo ottavo) ha una nota in comune con il secondo accordo (terzo ottavo); quindi hai un unisono orizzontale e ciò ti permette di affrontare i relativi accordi con tranquillità, usando il dito assegnato alla predetta nota come "pivot".

Se la difficoltà è il passaggio dal basso all'accordo, le cose da fare sono quelle dette prima.

Quando fai l'esercizio, le prime volte guarda la tastiera; le volte successive, comincia a non guardare e a giudicare dal suono di quanto l'hai mancato e correggi, di nuovo guardando, poi non guardando, etc.

Ricorda i consigli che ha dato Paolo su come studiare i passaggi che ci appaiono difficili.

 

[una cosa che andrebbe fatta, prima di eseguire un brano, è di individuare la/le tonalità, eseguire le relative scale e ripescare gli accordi principali (e/o i rivolti)]

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Devi trovarti sempre in anticipo sugli accordi. Non devi "affrettarti" a suonarli,ma devi "anticipare" mentalmente il movimento. Appena suoni la nota estrema del basso, già devi pensare a trovarti sugli "accordini". Il movimento è tranquillo se ben "anticipato". Anche nei passaggi estremamente veloci conta la nostra anticipazione mentale. Un buon esercizio: suonare la nota del basso e trovarsi rapidamente sull'accordo senza suonarlo. Notare se le dita sono tranquillamente e rapidamente sulla giusta posizione. Se notiamo che "cercano le note" vuol dire che non "sappiamo" quali note suonare ovvero impieghiamo troppo mentalmente a pensarle, idividuarle e metterci nella giusta posizione. Tutto ciò deve avvenire prima ancora del nostro spostamento.

 

La" precisione tecnica" è principalmente originata dalla "chiarezza mentale".

 

Spero per ora di essere stato utile. Un esempio visivo è molto più di aiuto.....

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Guest Gennarino

Paolo, come sempre, da vero esperto, tira fuori quelle considerazioni che sono il distillato dell'esperienza.

In effetti, l'anticipazione mentale delle difficoltà può avere due effetti psicologici, a seconda che ti sei preparato o no:

Se ti sei preparato, il tempo si dilata a tal punto da sembrarti infinito (hai tutto il tempo che vuoi per fare il movimento/la serie di movimenti che servono, verificare che tutto è a posto, pregustare il suono che produrrai ancora prima di "toccare" e finalmente eseguire; a me capita qualche volta di infilarci anche una telefonata).

Se non ti sei preparato, ti prende l'angoscia, il cervello si annebbia nel disperato tentativo (che andrà quasi sicuramente male, oppure andrà male la prossima volta!) di risolvere il problema.

Segui quindi il suggerimento, perché esso è foriero di grandissimi risultati musicali (nessun effetto sulle mani, enormi effetti cerebrali)

E' chiaro che le prime volte sbaglierai di grosso perché, ad esempio, tenderai a suonare prima le note successive, alle quali dovevi solo pensare (inversione mani-cervello) oppure penserai per tempo ma suonerai dopo o non suonerai affatto perché hai perso il tempo.

Ogni volta che ti capita, cerca di fermarti, pensare a dov'è l'errore, riprovare, al limite rallentando il tempo (non cambiare però il movimento! Ricorda quello che dice Paolo!). Infine, ricordati che, prima di fare una lunga corsa, bisogna allenarsi a fare piccoli scatti; quindi, avanti poche misure per volta, aiutato in ciò dal fraseggio.

 

Ciao

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@Francesco1797

 

Caro Francesco, se ho capito il senso della tua domanda, TU ti riferisci al basso che ricorre ogni 3 ottavi e agli accordi dei successivi due ottavi che, insieme, costituiscono un accordo.

Bene, se posso permettermi di darti un consiglio, capiamo prima quale è la tua difficoltà.

Se essa è rappresentata dai bassi, cominciamo a fare come esercizio per la sx solo i bassi ogni 3/8.

Nel fare questo, attenzione a fare il movimento che farai alla fine; quindi, tanto per fare un esempio, nella prima battuta con i bassi Mib; Mib; Mib; Re, NON usare diteggiatura 5,1,5,4 (non è quello che farai, quindi non perdere tempo), ma usa (sempre che sia quella che pensi faccia per Te!) 5,5,5,5.

Io uso spesso 5 o 4 per il basso, liberando 4,3,2 e 1 per l'accordo.

Se la difficoltà sono gli accordi, osserva gli accordi di ciascun secondo e terzo ottavo (ogni tre!): potrai notare che il primo accordo (secondo ottavo) ha una nota in comune con il secondo accordo (terzo ottavo); quindi hai un unisono orizzontale e ciò ti permette di affrontare i relativi accordi con tranquillità, usando il dito assegnato alla predetta nota come "pivot".

Se la difficoltà è il passaggio dal basso all'accordo, le cose da fare sono quelle dette prima.

Quando fai l'esercizio, le prime volte guarda la tastiera; le volte successive, comincia a non guardare e a giudicare dal suono di quanto l'hai mancato e correggi, di nuovo guardando, poi non guardando, etc.

Ricorda i consigli che ha dato Paolo su come studiare i passaggi che ci appaiono difficili.

 

[una cosa che andrebbe fatta, prima di eseguire un brano, è di individuare la/le tonalità, eseguire le relative scale e ripescare gli accordi principali (e/o i rivolti)]

 

 

Devi trovarti sempre in anticipo sugli accordi. Non devi "affrettarti" a suonarli,ma devi "anticipare" mentalmente il movimento. Appena suoni la nota estrema del basso, già devi pensare a trovarti sugli "accordini". Il movimento è tranquillo se ben "anticipato". Anche nei passaggi estremamente veloci conta la nostra anticipazione mentale. Un buon esercizio: suonare la nota del basso e trovarsi rapidamente sull'accordo senza suonarlo. Notare se le dita sono tranquillamente e rapidamente sulla giusta posizione. Se notiamo che "cercano le note" vuol dire che non "sappiamo" quali note suonare ovvero impieghiamo troppo mentalmente a pensarle, idividuarle e metterci nella giusta posizione. Tutto ciò deve avvenire prima ancora del nostro spostamento.

 

La" precisione tecnica" è principalmente originata dalla "chiarezza mentale".

 

Spero per ora di essere stato utile. Un esempio visivo è molto più di aiuto.....

 

 

Paolo, come sempre, da vero esperto, tira fuori quelle considerazioni che sono il distillato dell'esperienza.

In effetti, l'anticipazione mentale delle difficoltà può avere due effetti psicologici, a seconda che ti sei preparato o no:

Se ti sei preparato, il tempo si dilata a tal punto da sembrarti infinito (hai tutto il tempo che vuoi per fare il movimento/la serie di movimenti che servono, verificare che tutto è a posto, pregustare il suono che produrrai ancora prima di "toccare" e finalmente eseguire; a me capita qualche volta di infilarci anche una telefonata).

Se non ti sei preparato, ti prende l'angoscia, il cervello si annebbia nel disperato tentativo (che andrà quasi sicuramente male, oppure andrà male la prossima volta!) di risolvere il problema.

Segui quindi il suggerimento, perché esso è foriero di grandissimi risultati musicali (nessun effetto sulle mani, enormi effetti cerebrali)

E' chiaro che le prime volte sbaglierai di grosso perché, ad esempio, tenderai a suonare prima le note successive, alle quali dovevi solo pensare (inversione mani-cervello) oppure penserai per tempo ma suonerai dopo o non suonerai affatto perché hai perso il tempo.

Ogni volta che ti capita, cerca di fermarti, pensare a dov'è l'errore, riprovare, al limite rallentando il tempo (non cambiare però il movimento! Ricorda quello che dice Paolo!). Infine, ricordati che, prima di fare una lunga corsa, bisogna allenarsi a fare piccoli scatti; quindi, avanti poche misure per volta, aiutato in ciò dal fraseggio.

 

Ciao

Grazie mille ... ogni volta resto stupito da come tutti su questo forum sembriamo una grande famiglia che si aiuta ... :lol: Proverò a fare come dite, poi vi farò sapere ... Grazie ancora per i preziosissimi consigli! Ciao!!

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@Francesc1797

I notturni Opera 9 sono fra le cose più intimistiche e romantiche del nostro Frédérick.

Attento al bilanciamento delle mani e alla cantabilità.

Ciao e buono studio.

 

noct9_1.pdf

noct9_2.pdf

noct9_3.pdf

Ciao Gennarino ... vista la tua disponibilità, non esito a chiederti quali versioni del Notturno 2 di Chopin hai :lol: ... oltre quella originale ... Grazie mille!!!!! :lol: Ciao!!! FrancescoaParigi

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