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Piano Concerto - Forum pianoforte

Hummel: Il Vero Chopin


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Per il weekend vi lasco a Hummel: “Piano Concerto in A minor Op. 85.”

http://www.youtube.com/watch?v=kT7n_nJh9vM

 

Invito tutti ad ascoltare il primo movimento dello stesso concerto soprattutto quanto entra il pianoforte e per tutti i minuti a seguire, non si può non notare la quantità di somiglianze con il linguaggio di Chopin.

 

Johann Nepomuk Hummel - Piano Concerto in A minor

http://www.youtube.com/watch?v=61-eItc0sHs

 

Peccato che Chopin nel 1816 avesse solo sei anni. Io trovo tutto questo molto fastidioso e secondo me getta parecchie ombre sulla figura del compositore “eclettico” e qualcuno sicuramente sarà di un altro parere, pazienza.

 

Secondo me è assurdo che oggi si continui a valutare la musica con i miopi stereotipi che la tradizione ottocentesca ci ha tramandato. E' una forma di ignoranza che secondo me andrebbe rivista soprattutto perché ora ci sono tutti i mezzi per ascoltare di tutto e di più.

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Secondo me è assurdo che oggi si continui a valutare la musica con i miopi stereotipi che la tradizione ottocentesca ci ha tramandato. E' una forma di ignoranza che secondo me andrebbe rivista soprattutto perché ora ci sono tutti i mezzi per ascoltare di tutto e di più.

Non ho ancora ascoltato ma trovo interessante questa parte del topic...effettivamente ancora oggi si ascolta molto di quello che qualcuno ha deciso dovremmo ascoltare. Perchè?

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... ma avete voglia di scherzare?

 

Secondo voi «la quantità di somiglianze» è sufficiente a rendere i due concerti intercambiabili?

 

No, scusa Carlos. Io non ho detto niente su quello che dovrò ancora ascoltare. Ho detto che era interessante il concetto di "selezione" ottocentesca.

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No, scusa Carlos. Io non ho detto niente su quello che dovrò ancora ascoltare. Ho detto che era interessante il concetto di "selezione" ottocentesca.

 

Ok, plausibile. Non dimentichiamoci comunque che la selezione, per la maggior parte, l'abbiamo fatta noi (il pubblico), quindi, a meno che non siano tutti deficienti, una ragione c'è sempre. Nel caso specifico, con tutto il rispetto per Hummel, credo che basti ascoltare anche solo l'introduzione sinfonica per capire i motivi di questa selezione. ;)

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Domando per dare un po' di pepe alla discussione

Ok, plausibile. Non dimentichiamoci comunque che la selezione, per la maggior parte, l'abbiamo fatta noi (il pubblico), quindi, a meno che non siano tutti deficienti, una ragione c'è sempre.

 

Ok, il pubblico pagante della Scala è quello che determina il cartellone...a voi le dovute considerazioni ...

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Non dimentichiamoci comunque che la selezione, per la maggior parte, l'abbiamo fatta noi (il pubblico), quindi, a meno che non siano tutti deficienti, una ragione c'è sempre. Nel caso specifico, con tutto il rispetto per Hummel, credo che basti ascoltare anche solo l'introduzione sinfonica per capire i motivi di questa selezione. ;)

 

Vedi, io sono il pubblico, un motivo ci sarà se preferisco Hummel... e adesso anche altri sanno :)

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Ok, il pubblico pagante della Scala è quello che determina il cartellone...a voi le dovute considerazioni ...

 

Mah, finché si ragiona così che considerazioni vuoi fare? :mellow: Il discorso è ben più articolato e riguarda la permanenza di alcuni autori (e, di questi autori, di alcuni brani) nel repertorio; ma di permanenza si parla, quindi di qualcosa che riguarda storia, ricezione etc. Oggi alla Scala ascolti la Bohème di Puccini e non la Bohème di Leoncavallo perché il pubblico, negli ultimi cento e rotti anni, ha deciso che l'una sia meglio dell'altra. Questo volevo dire. Il ché non significa che la Bohème di Leoncavallo non vada ascoltata, basta che non salti fuori poi qualcuno a dire che "non è giusto" e che «è assurdo che oggi si continui a valutare la musica con i miopi stereotipi che la tradizione ottocentesca ci ha tramandato». Non l'ha deciso la tradizione ottocentesca che Chopin è meglio di Hummel. Chopin a suo tempo era sul mercato come l'altro, ma evidentemente piaceva di più. E anche a noi, pare, piace di più Chopin di Hummel... a meno che non mi si voglia far credere che senza BackSpace il mondo non si fosse ancora accorto del suo concerto. :huh:

 

PS nel frattempo leggo «io sono il pubblico, un motivo ci sarà se preferisco Hummel... e adesso anche altri sanno» (BackSpace).

Dunque, BackSpace non «è il pubblico» più di quanto non lo sia io. Ma il pubblico è un'entità numerica ben superiore a me e a lui. Il fatto che BackSpace preferisca Hummel (ammesso che sia vero e che non sia una boutade provocatoria "tanto per") non cambia nulla. Le preferenze dei singoli valgono quando, sommate, cambiano una tendenza. Anche lì poi è bene valutare e, come sempre, si deve aspettare che il tempo faccia il suo corso. Se oggi BackSpace inizierà la sua campagna di sensibilizzazione a favore di Hummel e la sua scelta avrà un riscontro, fra un centinaio d'anni se ne vedranno i risultati... ma ho i miei dubbi.

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Questione interessante ma posta male BackSpace. Se lasciamo stare Hummel e Chopin, del resto se ne può discutere come stanno già facendo anche altri.

 

Certo che sceglie chi è interessato e paga, e come sempre, la quantità non sta negli addetti ai lavori ... per cui certa musica difficilmente farà strada o sarà sempre di nicchia.

 

DIetro i cartelloni c'è sicurmente del Marketing, anche Vasco Rossi alla Scala fa parte di questo tipo di manovre...secondo me toppate, per cui cosa ci dovremmo aspettare o augurare per il futuro?

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Mi sembra sempre difficile fare discorsi sui musicisti meno noti, perché ci si lascia prendere quasi sempre da una serie di eccessi ideologici.

 

Per me non è affatto vero che il solo gusto abbia determinato "il migliore", per due ragioni: la prima è che è mutevole ed è fatto anche di mode; la seconda è che i gusti si impongono con le consuetudini ed è sempre più facile apprezzare una musica già nota a una mai sentita prima.

Poi ci sono anche le circostanze storiche, a poter determinare la fortuna o meno di un autore. La Storia è un filtro ("la scrivono i vincitori", dice qualcuno) e andrebbe semplicemente indagata.

 

D'altra parte, non ha alcun senso suggerire la valorizzazione di un autore per diminutio degli altri, come fa Backspace. Questo di voler fare classifiche a tutti i costi, anziché apprezzare semplicemente le diversità, mi sembra un vizio tutto moderno: non è che, se scopro la musica di un Hummel, mi pento di aver ascoltato Chopin...

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Negli anni '50, di Mozart si eseguivano soprattutto le ultime sinfonie e poche sue opere (il Tito e Così Fan Tutte venivano quasi "perdonate" al suo genio) e nessuno mostrava interesse per le sinfonie di Schumann o per il teatro musicale di Vivaldi... E non sono certo nomi "minori". Voglio dire, anche la critica cambia e, secondo me, questa vitalità non dovrebbe dispiacere a nessuno.
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