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Piano Concerto - Forum pianoforte

Raccogliere "campioni"


Dante
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  • 2 weeks later...

La ricerca allora potrebbe spostarsi alla ricerca dell'imperfezione del suono o sulla possibile non perfetta intonazione della nota per scovare l'analogico.

 

Pensa che il modello di frattale per definizione è il fiocco di neve; solo che il pregio si trova nell’imperfezione del fiocco di neve reale e non la perfezione del modello teorico.

A proposito di questo, in musica, sono appunto comparse le funzionalità di Human Playback atte proprio a cercare di ristabilire questa situazione di imperfezione, di non ordine perfetto.

 

 

può esserci una non perfetta resa del suono o anche data da fattori ambientali ad esempio umidità, specie per fiati ed archi, oppure assenza di riverbero e dunque secchezza sonora o magari, il contrario: troppo riverbero naturale.

Fra un esecuzione reale perfetta ed una digitale perfetta (nel senso che tiene conto dei difetti) manca sempre qualcosa, ad esempio “l’aria”. Io avevo aperto un topic sul Backstage King Kong

http://www.pianoconc...tage-king-kong/

proprio con l’ambizione di toccare queste tematiche, devo vedere se trovo il video … perché secondo me è interessante la questione.

Voi avete idea di che librerie hanno quelli, le loro librerie sono l’orchestra stessa che hanno a disposizione. Non esistono neanche sul mercato, eppure dopo aver fatto il 99% delle cose in digitale, hanno cambiato manovra. Perché?

 

l'arte è fatta dagli uomini non dal computer.

Posta non perfettamente, il computer resta per ora ancora un mezzo, non è un essere pensante. E se anche tu avessi scritto “l’arte è “eseguita” dagli uomini e non dal computer” oggi sarebbe dura da sostenere, una parte dell’arte dipende dall’elettronica. L’importante è essere consapevoli che dietro un programma c’è un programmatore, per cui chi si illude di comporre usando mezzucoli … non è un compositore.

 

Parlando del punto di vista del musicista, personalmente mi adatto a suonare su pianoforti digitali, rendendomi comunque conto di dover rinunciare a parecchie cose. Una tra tante il pedale vibrato, gran parte di polifonia delle voci ed in genere tutto ciò che fa la differenza nell'espressività.

Ritorno a King Kong, anche se fra 20 anni ci fosse tutto ciò e le mancanze di oggi fossero colmate … mancherebbe sempre qualcosa.

Oggi possiamo ascoltare tutto, forse abbiamo ascoltato tantissimo … eppure quanto a concerti live, quanto vedendo il gesto strumentale. Anche l’occhio vuole la sua parte ;)

Ma anche il tatto, l’aria che si muove, quante casse servirebbero? Una per strumento? Ci troveremmo di fronte a 50 casse ma ci mancherebbe il movimento degli archi, la grinta del percussionista, etc.

 

 

Porto l’attenzione su questo

L'orecchio viene quindi plasmato a riconoscere buono solo ciò che è perfetto eppure se guardiamo bene i quadri di Michelangelo, avvicinandoci si vede bene che non è una fotografia. Ecco, l'arte è fatta dagli uomini non dal computer.

L’orecchio è quello che comanda e questa tua affermazione va a braccetto con quelle avanguardie della pittura che arrivano a fare quadri come se fossero fotografie.

Di sicuro qui si è nella sfera dell’estetica, che di solito non dipende al 100% dai compositori/interpreti ;) ma anche dalla condizione culturale che vuole un perfetto surrogato piuttosto che un’imperfetta sostanza.

Come ha scritto Geppino, meglio un’esecuzione digitale che un quartetto stonato ;)

Ma anche come ha detto Thallo, l’originalità del materiale è bello che venga preservato ed effettivamente un compositore di oggi lavora molto nella direzione di costruire i propri suoni. Purtroppo però bisogna riconosce che non si parte più da “0” come si faceva una volta con l’analogico … ed in questo vedo una delle motivazioni secondo la quale c’è ancora una certa superiorità nell’originalità dell’analogico sul digitale, che fra l’altro affonda le radici anche nell’inadeguatezza dei mezzi attuali per controllare tutto.

I mezzi per ora sono tagliati più per i tecnici del suono che per i compositori.

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Purtroppo però bisogna riconosce che non si parte più da “0” come si faceva una volta con l’analogico … ed in questo vedo una delle motivazioni secondo la quale c’è ancora una certa superiorità nell’originalità dell’analogico sul digitale, che fra l’altro affonda le radici anche nell’inadeguatezza dei mezzi attuali per controllare tutto.

I mezzi per ora sono tagliati più per i tecnici del suono che per i compositori.

 

Tutto l'intervento è interessante, ma questo è il punto che condivido meno (anche prima lo lasciavi intendere, ma in questa frase lo hai espresso in modo perentorio).

Il contrappunto ha valore didattico perchè insegna a trovare ampie possibilità con mezzi limitati. Anche se in modo diverso, la stessa cosa vale per gli esercizi di armonia "classica". I limiti sono autoimposti in modo quasi insensato o hanno ragioni "storiche".

Lo stesso discorso si può fare per gli strumenti elettronici. Uno che compone per chitarra elettrica lo fa o perchè è abituato ad adeguare il suo estro creativo ad un "limite" (che in questo caso potrebbe essere l'estensione, o il timbro della chitarra, o la commissione di un chitarrista, o il fatto che scrive per una band) o per ragioni diciamo incidentali (suona la chitarra lui stesso, quello è l'unico strumento che ha a disposizione, boh...).

Queste scelte fanno parte della composizione musicale da sempre. Quindi, anche se oggi abbiamo la tecnologia per creare suoni da zero, non vedo per quale ragione dovremmo discriminare le varie possibili scelte organologiche. Discriminarle in senso di valore, dicendo che una è buona e una è cattiva.

Assomiglia un po' alle questioni che opponevano il GRM di Parigi e lo studio di Colonia, ovvero la musica concreta con la musica elettronica "strutturale": i primi usavano "objet trouvè", entità sonore registrate di cui, in teoria, non discutevano l'origine, i secondi creavano suoni di sintesi secondo modelli numerici. In genere chi viene dal mondo della composizione "accademica" considera l'approccio di Colonia (Stockhausen) come più puro, e chi viene dal mondo del rock-pop preferisce, invece, l'approccio di Schaefer, anche perchè è più "facile", più manovrabile.

Tempo fa ho avuto una discussione col mio ragazzo in merito. Lui conosce "per sentito dire" l'esistenza di Max msp, il famoso programma di gestione multimediale creato dall'IRCAM, un programma con cui si possono creare e gestire suoni ed interi eventi multimediali. Lo conosce per sentito dire e, ovviamente, non ce l'ha e non lo usa. Di contro, ama molto il mondo degli strumenti creati tramite "circuit bending", ovvero strumenti spesso fatti in casa che non sono altro che controller di una serie limitatissima di effetti sonori, spesso campionati, o sintetizzati, che però hanno la loro ragion d'essere nello strumento in sè. Esempio per chi non conoscesse questo nuovo mondo dell'organologia

la discussione essenzialmente era: se con un programma come Max msp puoi creare quasi tutto, a che ti serve spendere 200 euro in uno speak & spell "bendato"? E lui mi ha risposto che la questione non sempre è il suono ma l'oggetto, come quando compri una bella chitarra e vuoi farla vedere.

Ancora più che con i game boy, la cosa diventa interessante se si prendono dei controller avanzati che simulano reti neuronali e "giochi" decisionali.

questo è uno dei molti possibili esempi, un oggetto che crea musica in modo sostanzialmente autonomo. La capacità decisionale dell'esecutore è limitata, ma di certo se conosci bene quello strumento puoi tirarne fuori cose belle. Anche la capacità decisionale di un percussionista è limitata!

Ecco. Il mondo dei feticismi musicali e organologici è infinito e fa parte da sempre del mondo della musica.

Io lo vivo in modo distaccato, da ascoltatore e scrutatore, ma se mi arrivasse uno a dirmi "io ho il feticismo della voce di Madonna, voglio scrivere per sempre solo pezzi che utilizzino campionamenti della sua voce", in un certo senso non mi stupirei :) e valuterei le sue opere cercando di adattarle al contesto attuale.

In questo contesto, non trovo superiorità nè dall'una nè dalle mille altre parti, solo differenze più o meno interessanti.

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