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Piano Concerto - Forum pianoforte

Bartolomeo Cristofori E Meccanica Del Fortepiano


Dave
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Ciao!

 

In questi giorni mi è sorta una curiosità assillante, sopratutto guardando i vostri videotutorials sulla meccanica e leggendo alcuni libri La Storia del Pianoforte di P.Rattalino e Quello che ogni pianista deve sapere di L.Finizio.

Inoltre in una visita ad un museo qui a Milano erano esposte delle meccaniche del 1750, sotto ho messo le foto.

 

E cioè, la meccanica attuale che viene montata nei Pianoforti a coda è la medesima in tutte le sue parti inventata ai tempi del Bartolomeo Cristofori oppure ha subìto delle evoluzioni e cambiamenti nel corso del tempo? Si conoscono, se c'è ne sono state, quali modifiche?

Perchè da quello che ho letto l'invenzione risale al 1711, quindi nel 1750 la meccanica era tale e quale a quella originale e quindi consolidata da circa 39 anni?

 

img0571m.th.jpg

img0572vl.th.jpg

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Dubito che la meccanica della foto risalga al 1750. E' già un "doppio scappamento". In quell'epoca non era ancora comparsa la leva di ripetizione. Le meccaniche erano chiamate a "spillo", cioè simili alla semplicità del verticale, per capirci, con una leva di scappamento che spingeva direttamente il martello in alto.

 

Le evoluzioni nel tempo sono state tantissime. Il pianoforte vanta centinaia di brevetti (Patenti) e modifiche della meccanica di trasmisione. Inoltre i martelli sono cresciuti di massa e di peso. Le tavole armoniche, nel tempo, più "caricate" ( maggior angolo di spinta delle corde sul ponticello), corde di maggior calibro e non di ferro, ma di acciaio armonico.....insomma tutto verso un grande ed eclatante attacco, per favorire una chiarezza e un miglior ascolto nelle grandi sale.

 

Non dimentichiamo, inoltre che il nostro orecchio, dal '700 ad oggi ha subito un notevole calo audiometrico. Si pensi che il clavicordo si poteva facilmente e dolcemente ascoltare in una saletta di modeste dimensioni. Oggi è poco udibile in una piccola stanza!!!!! Il nosro orecchio si difende. Si provi ad andare in discoteca ed ascoltare subito dopo a casa il suono del nostro strumento.....ne scopriremo delle belle.I rumori quotidiani mettono in difesa il nostro sistema uditivo e abbiamo bisogno sempre di maggiori stimoli. Negli ultimi anni, le Case costruttrici hanno tenuto conto di questo e hanno creto, ad esempio, martelli sempre più impregnati e compressi a caldo ecc....Bei tempi, quando l'uomo sentiva crescere l'erba!!!!!!

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Dubito che la meccanica della foto risalga al 1750. E' già un "doppio scappamento". In quell'epoca non era ancora comparsa la leva di ripetizione. Le meccaniche erano chiamate a "spillo", cioè simili alla semplicità del verticale, per capirci, con una leva di scappamento che spingeva direttamente il martello in alto.

 

Le evoluzioni nel tempo sono state tantissime. Il pianoforte vanta centinaia di brevetti (Patenti) e modifiche della meccanica di trasmisione. Inoltre i martelli sono cresciuti di massa e di peso. Le tavole armoniche, nel tempo, più "caricate" ( maggior angolo di spinta delle corde sul ponticello), corde di maggior calibro e non di ferro, ma di acciaio armonico.....insomma tutto verso un grande ed eclatante attacco, per favorire una chiarezza e un miglior ascolto nelle grandi sale.

 

Non dimentichiamo, inoltre che il nostro orecchio, dal '700 ad oggi ha subito un notevole calo audiometrico. Si pensi che il clavicordo si poteva facilmente e dolcemente ascoltare in una saletta di modeste dimensioni. Oggi è poco udibile in una piccola stanza!!!!! Il nosro orecchio si difende. Si provi ad andare in discoteca ed ascoltare subito dopo a casa il suono del nostro strumento.....ne scopriremo delle belle.I rumori quotidiani mettono in difesa il nostro sistema uditivo e abbiamo bisogno sempre di maggiori stimoli. Negli ultimi anni, le Case costruttrici hanno tenuto conto di questo e hanno creto, ad esempio, martelli sempre più impregnati e compressi a caldo ecc....Bei tempi, quando l'uomo sentiva crescere l'erba!!!!!!

 

Grazie Sig. Paolo mi affascinano molto questi aspetti storici e culturali e non avrei mai immaginato che anche il nostro udito dal '700 a oggi, oltre un evoluzione culturale musicale inevitabile, ha subito un calo inevitabile infatti riflettendo oggigiorno il solo camminare in strada nelle grandi città oltre lo smog atmosferico c'è lo smog acustico che forse è anche più alto.

 

Riguardo la foto quindi hanno commesso un errore... ci tornerò e lo farò presente al Museo. :huh:

 

Davide

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Farlo presente al Museo, credo sia,per ora, un po' pretenzioso. Bisogna vedere bene se la scritta corrisponde al modello che è stato sempre là. Quasta è la mia opinione. Tutti possono sbagliare. Farò un articolo ( peraltro già pronto)sull'evoluzione del martello e della meccanica. Indubbiamente mi sembra un po' strano quello che vedo.

 

Riguardo ai rumori del quotidiano hai ragione. La responsabilità è di quei due "ossicini" nel nostro orecchio che si "adducono" e ci proteggono dai forti rumori di picco!!!!Altrimenti il nostro timpano ne risentirebbe!!!!! Il fatto è che l'orecchio tende a proteggersi sempre di più......giustamente.

 

Partecipai circa 15 anni fa a Parigi ad una mostra che parlava proprio del future dell'audizione, naturalmente come atteggiamento di ascolto. Molto interessante. Dovrei anche avere ancora una pubblicazione. Chissà che non riesca a trattare qualche argomento!!!!!

Ciao

Paolo

P.S. Ho 61 anni, ma dammi del tu...non me li sento!!!!!

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Farlo presente al Museo, credo sia,per ora, un po' pretenzioso. Bisogna vedere bene se la scritta corrisponde al modello che è stato sempre là. Quasta è la mia opinione. Tutti possono sbagliare. Farò un articolo ( peraltro già pronto)sull'evoluzione del martello e della meccanica. Indubbiamente mi sembra un po' strano quello che vedo.

 

Riguardo ai rumori del quotidiano hai ragione. La responsabilità è di quei due "ossicini" nel nostro orecchio che si "adducono" e ci proteggono dai forti rumori di picco!!!!Altrimenti il nostro timpano ne risentirebbe!!!!! Il fatto è che l'orecchio tende a proteggersi sempre di più......giustamente.

 

Partecipai circa 15 anni fa a Parigi ad una mostra che parlava proprio del future dell'audizione, naturalmente come atteggiamento di ascolto. Molto interessante. Dovrei anche avere ancora una pubblicazione. Chissà che non riesca a trattare qualche argomento!!!!!

Ciao

Paolo

P.S. Ho 61 anni, ma dammi del tu...non me li sento!!!!!

 

 

Grazie Paolo :huh: (Per educazione non mi permetto mai di dare del tu.)

 

Comunque sviando un pò del tema della discussione che ho aperto, è molto interessante questo aspetto dell'acustica in ambito musicale, anche perchè nell'esecuzione musicale, inoltre, c'è un grande differenza tra chi ascolta come ascoltatore e chi ascolta la propria esecuzione.

Paolo sarebbe bello se prepari un video tutorials in merito prossimamente!

 

Davide

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