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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Tutto postato da CromaDiBrera

  1. Meraviglioso...! Gli americani interpretano il senso pratico con una genialità tutta loro.
  2. L'ispirazione c'è, l'idea di fondo mi sembra valida (in relazione al genere) e i suoni sono buoni, anche se il missaggio è troppo compresso al centro: gli ascoltatori hanno due orecchie, non una sola in mezzo alla fronte... L'aspetto che a me piace un po' meno è la condotta delle parti: quinte parallele a iosa, movimenti omofoni, sensibili irrisolte... Non che io sia bravo in queste cose, però ci si sforza di fare del proprio meglio Anche nella musica di questo tipo, certe regole armoniche vanno rispettate e penso che una scrittura più attenta su questo aspetto valorizzerebbe di molto le tue intenzioni; a volte si commette l'errore di pensare che solo un musicista possa far caso a queste pecche, ma non è vero: le sentono tutti, anche se i non addetti ai lavori non sono in grado di identificarle. Comunque, queste cose si imparano; altre qualità invece no, ma mi sembra che tu possa averne (studiando un po'). Dacci sotto.
  3. Stupendo...!!! Anche se non si può giudicare da un solo ascolto, mi sembra migliore di qualsiasi altro Steinway campionato.
  4. Ho avuto il tuo stesso problema per molto tempo e l'ho risolto con una spesa veramente modica, portando il computer a 16 Gb. Se il tuo pc te lo consente, te lo consiglio vivamente. Altrimenti, devi ripiegare su librerie non al top, ma comunque discrete (Garritan, per es., gira bene anche su 4 Gb). Poi bisognerebbe vedere qualche altra caratteristica, come la velocità dell'HD.
  5. Se il difetto che trovi è questo, probabilmente dipende dal fatto che lavori poco sui parametri che rendono "umani" i campioni e che dipendono dai messaggi MIDI, indipendentemente dal fatto che si inseriscano sulla partitura di un programma di notazione o di un sequencer. Questi parametri sono: velocity (volume/dinamica), varietà di articolazioni, durata delle note (che nelle esecuzioni reali non corrispondono mai a quelle scritte), variazioni del tempo (a fini espressivi), piccole sfasature verticali, legati e staccati, crescendo, ecc. In pratica, si tratta di "dequantizzare" ogni aspetto del suono, possibilmente nota per nota, e di farlo con gli stessi criteri che guiderebbero un esecutore reale. Se posso darti un consiglio, prova a prendere un brano dalla scrittura semplice, magari solo per piano (per es. un adagio da una sonata di Mozart) e prova a copiare minuziosamente l'interpretazione registrata fornita da un pianista; solo così potrai renderti conto di quanto sia importante intervenire e dove, con tali procedimenti (sono tutti messaggi MIDI, anche se introdotti con "tools" o finestre varie), e di quali siano i modi per farlo in relazione al programma in uso. Quando ci sarai riuscito, saprai estendere lo stesso procedimento ad altri campioni. Questo è un aspetto dell'editing che non ha a che vedere né con la composizione, né con il mastering e la qualità audio, ma è fondamentale per far suonare i campioni in modo credibile, soprattutto quando sono di qualità professionale (ciò perché, anche se può sembrare strano, i campioni meno "ambiziosi" hanno bisogno di meno attenzioni per suonare in modo più o meno espressivo). Ti invito a notare che un esecutore in carne e ossa si riconosce anche quando suona una tastiera dai suoni scadenti; quindi il fatto che tu curi il suono e abbia dei campioni professionali probabilmente non ha nulla a che fare con il fatto che ne ricavi un'esecuzione che sappia di "meccanico".
  6. Credo che qui siamo d'accordo un po' tutti sul fatto che la tecnica possa solo valorizzare un'idea musicale. Però la tecnica è composta da diversi aspetti, non tutti riconducibili agli stessi criteri: certo che Chopin è espressivo, piacevole e tecnicamente perfetto; ma l'idea di tecnica nelle Gymnopedie di Satie o nei Preludi di Debussy, per esempio, è diversa. Il mio brano, per tornare al punto, a me sembra poco coerente sul piano stilistico, quindi anche nella scelta della tecnica di riferimento. Poi resta il fatto che, a ben vedere, è zeppo di errori veri e propri (raddoppi di settime, di terze, ecc). Non bisognerebbe mai aver fretta di far ascoltare un brano, e infatti l'ho già corretto in diversi punti rispetto allo spartito del video, grazie anche a ciò che mi avete fatto cortesemente notare o che mi avete suggerito. Ma, insomma, io trovo utili commenti di ogni genere e ad ogni livello.
  7. Io non l'ho recepita in questo modo e non credo che Bianca intendesse dire questo. Non mi sono sentito invitato né ad accontentarmi della mia tecnica, né a non tenere conto dei suggerimenti in questo forum. Credo semplicemente che Bianca abbia notato che il mio brano indugia anche sul tentativo di essere orecchiabile e che, in relazione a questo, avrebbe potuto incontrare i gusti di un "pubblico più generico". Io ho trovato logico il discorso dei diversi piani di giudizio possibili: un conto è fare un esercizio per un laboratorio, dove la questione tecnica è imprescindibile e forse conta più di ogni altro aspetto; un altro è un contesto come quello di questa sezione, dove al suggerimento tecnico si può tranquillamente aggiungere un'impressione generale, o suggerire la collocazione e la fruibilità di un pezzo proposto. A me sono sembrate delle considerazioni in aggiunta, non in sottrazione rispetto alle altre (che ho meditato con attenzione e delle quali sono egualmente grato).
  8. Ma no, dai, nessuno ha inneggiato al qualunquismo... Tra l'altro, per curiosità stavo ascoltando proprio ora un suo pezzo per piano postato qui per un laboratorio. Sa scrivere sul serio, e i suoi gusti sono tutt'altro che "qualunquisti". Voglio dire, siamo in un forum di gente che fa musica...
  9. Magari, per pubblico generico, non si intendeva proprio questo, ma semplicemente quello dei "non addetti ai lavori". Nel mio caso, ho colto quello che ha scritto Bianca (ma anche la domanda di Frank, in un certo senso: "sei soddisfatto?") come un invito a non lasciarmi prendere troppo dal fatto che debba essere ben fatta sotto il profilo tecnico, piuttosto che dal dover anche essere espressiva (o anche solo piacevole). La musica non può piacere solo ai musicisti, penso.
  10. Grazie Bianca, le tue considerazioni mi sembrano da tenere in gran conto. Hai ragione, forse mi pongo troppi problemi, perché l'importante è fare della musica che possa dire qualcosa anche a quello che chiami "pubblico generico". Anzi, tutto sommato, forse la priorità dovrebbe essere questa, prima di fare "la quadra" sotto il proofilo tecnico. La tecnica dovrebbe servire ad arrivare meglio al cuore delle persone, non ad ottenere un qualche premio nei concorsi di composizione. Solo che mi piacerebbe essere stato più bravo nel dire quello che volevo dire, tutto qui... P.S. Colgo l'occasione di farti i complimenti per aver scelto l'icona della grande Isabella Leonarda, che adoro.
  11. Sì, ci ho pensato, anche se questo tipo di campioni sono realizzati "one by note" e, per esempio, se metti un trillo nel registro basso del fagotto, ne riproduce abbastanza fedelmente la difficoltà di suonarlo (anche i trilli sono campionati). Sono entrambi East West: l'Orchestra per il fagotto e il Quantum Leap Pianos per il Bosendorfer. Il problema che ho avuto è stato quello di regolare i volumi delle singole articolazioni, perché quelli di default non sono realistici.
  12. No, non ne sono molto soddisfatto. Il pezzo è partito da una suggestione molto emotiva (un incubo, in effetti) che poi ho ricondotto, per renderne comprensibile l'ispirazione, all'idea della morte di Argo (il cane di Ulisse). In questo libero peregrinare di emozioni tradotte in musica, le ragioni per le quali non sono soddisfatto sono: 1) Il brano non termina nella tonalità d'impianto, il che accentua l'impressione di una sostanziale discontinuità formale. 2) Il tema centrale è efficacie di per sé, ma stilisticamente è molto distante dalla sezione iniziale; per esempio, avrei potuto sostenere questa seconda sezione con degli arpeggiati, piuttosto che ostinarmi nel tenere criteri "barocchi". 3) Nella sezione centrale, trovo anche che l'andamento del piano abbia un ritmo "scolastico" e molto meno libero rispetto allo stile "dialogico" enunciato nella prima sezione. 4) avrei dovuto mantenere una coerenza nel numero delle voci impiegate, dato il tipo di scrittura; il che faciliterebbe anche un eventuale tentativo di arrangiamento per organici diversi (fagotto e archi, per esempio). Di contro, del brano sono soddisfatto perché: 1) La linea melodica del fagotto, in gran parte del brano, è sufficientemente autonoma da rendere anche l'idea della sua funzione armonica: con più coraggio, penso che avrei potuto tentare la scrittura per strumento solo (era il mio proposito originale). 2) Rispecchia fedelmente lo stato d'animo che lo ha ispirato, aderendo ad un filo di tipo narrativo. 3) La cadenza evitata sul finale per rappresentare l'abbandono alla morte mi sembra particolarmente indovinata. 4) La prima sezione è sufficientemente originale, perde un po' in quella di mezzo, più orecchiabile e forse più banale, ma piazza qualche sorpresa nella sezione finale. Insomma, mi pare che riesca a tener desta l'attenzione. Ciò detto, così com'è, non avrei il coraggio di proporla a dei musicisti seri, in carne ed ossa. P.S. Per quanto riguarda la tonalità prescelta, potrei rendere tutto più facile abbassandola di mezzo tono, ma consultando l'Adler on line sono incappato in un paio di trilli che risulterebbero più ostici (pare). Rivedrò la questione, ma non volevo abbassare più di tanto per non perdere il timbro sofferto del fagotto nella sua estensione estrema.
  13. Grazie, Abate Faria. Hai ragione sui segni di dinamica; è che avevo alcune perplessità sul brano e mi sono fatto prendere dalla fretta di usarlo come "esercizio di studio" e di condividerlo qui. Per quanto riguarda la soluzione armonica tra la 7a e l'8a battuta, mi sono fatto guidare dal canto dopo aver inserito quel Mi# del piano. Sulla carta, quella dissonanza sulla prima misura tra Mi# e Mi naturale è sbagliata, ma al mio orecchio il tutto suona e non capisco perché; forse il canto mi chiamava un effetto armonico che non ho saputo rendere bene: fermo restando il Mi#, che ho preparato nella battuta precedente, non sono riuscito a trovare un basso diverso. Quel Mi# realizza un V del V e mi permette di andare in Mi maggiore alla 9a battuta, ma non riesco a capire la funzione armonica della melodia (con quel La naturale...). Credo di essermi incasinato in un accordo di sesta e non mi ricordo come funziona. Tra l'altro, un paio di mesi fa, con l'auto mi hanno rubato il Piston che avevo nel portabagagli...
  14. Scusate, mi dispiace molto dell'inconveniente, ma vedo che mi avete fatto la grande cortesia di linkare l'indirizzo corretto. Non ho capito cosa sia successo, ma ringrazio molto Yannick (e l'amico che mi aveva già segnalato il casino in privato)... Certo, che la gente debba lottare per ascoltarti non è un grande inizio , ma spero non abbiate perso la voglia di ascoltare il brano. Grazie a tutti per l'attenzione.
  15. Opinioni...? Impressioni...? Grazie. http://www.youtube.com/edit?o=U&feature=vm&video_id=fe4u8V4f4Z0
  16. L'ho scovata perché, avendo un locale dove si propone l'ascolto di musica classica di sottofondo, con note e informazioni a riguardo sul menù, avevo avuto l'idea di una "rassegna" al femminile. Mi sono messo a spulciare tra le molte compositrici del passato e questa è quella che mi ha colpito di più (anche se inadatta al mio scopo; in genere, devo preferire il periodo barocco per una maggiore "costanza dinamica").
  17. Per carità, nel caso della Schumann parliamo di una personalità enorme, con un peso fondamentale nella storia della musica: subito dopo Liszt, ha praticamente costruito la figura del concertista (che non è meno importante di quella del compositore). Ma la musica che compose era in funzione di questo suo ruolo, cioè della carriera pianistica. Il che non le toglie nulla, sia chiaro (basta pensare a Chopin...).
  18. ...E questo solo restando in ambito femminile, cosa che secondo me non sarebbe neanche giusta; perché la Farrenc, di fatto, rivaleggiò con i compositori del proprio tempo (sottraendo a questi anche incarichi ambiti, come la cattedra di piano al conservatorio di Parigi), e non con le mogli e le sorelle di questi. Uno come Berliotz, per dire, ci avrebbe messo la firma...
  19. P.S. Non so se qualcuno abbia ascoltato la Sinfonia n.3 e/o l'Ottetto. Tra le cose reperibili sul Tubo, mi sembrano quelle più notevoli. Quanto alla Schumann, con tutto il rispetto, non mi risulta abbia mai scritto per orchestra; la sua attività rimase essenzialmente quella della virtuosa, mentre la sua attività di compositrice rimase decisamente in secondo piano. Secondo me, il paragone non sussiste. Al massimo, si potrebbe parlare di Fanny Mendelssohn...
  20. Secondo me no, non è affatto scontato che si saprebbe, ma questa è solo una mia opinione. Personalmente, mi fido di quello che sento (struttura formale, modulazioni, invenzioni melodiche e armoniche, gusto personale), cercando elementi di confronto con i suoi contemporanei. Non so accontentarmi del "se uno è stato dimenticato, ci sarà un motivo", per il semplice fatto che la critica, nel tempo, ha sempre cambiato parametri e opinioni. E quindi non sarà mai definitivo stabilire che un artista è "superiore" ad un altro. Basti pensare che Vivaldi, non oltre un secolo fa, era del tutto ignorato; e che lo era anche Bach, prima che Mendelssohn si desse da fare per farlo riconsiderare (ma non è che non si conoscesse...). E anche, in altri campi, che un Caravaggio o un Borromini erano considerati delle vere schifezze (guide del TCI, 1925), mentre oggi richiamano visitatori da tutto il mondo. Per quale ragione, allora, dovremmo ritenere che i nostri parametri debbano essere quelli definitivi e imperituri? In ogni caso, la Farrenc ha avuto un curriculum davvero notevole e la differenza, a suo tempo, l'ha fatta eccome: non stiamo parlando di un povero musicista sepolto in un tugurio e dimenticato da tutti, ma di una che, ben viva e vegeta, ha occupato posizioni di alto prestigio e che ha avuto fior di riconoscimenti.
  21. Però si dovrebbe notare che la Farrenc è più anziana di quindici anni della Schumann; e anche che non era né la moglie né la figlia di nessuno, visto che la Schumann era la moglie di Robert e la figlia di un animatore musicale decisamente rilevante bel panorama del tempo. Quindi, a rigor di logica, si dovrebbe dire che casomai è la Schumann a ricordare la Farrenc, e non il contrario.
  22. Sono contento che qualcuno abbia gradito, quindi vi invito ad andare al link alla biografia che ho postato più sopra. A me la storia di Louise Farrenc ha colpito davvero molto e tutta la sua musica (comprese ben tre sinfonie veramente "toste", cercatele su Youtube...!) mi sembra di un livello tale da meritare molto più della semplice curiosità "in quanto donna". Aveva veramente un grande talento e, almeno al suo tempo, riuscì ad imporsi solo grazie a questo (e tra enormi difficoltà). Una figura veramente fantastica... A me sembra incredibile che sia stata dimenticata.
  23. http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=515
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