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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Tutto postato da CromaDiBrera

  1. Ti invidio davvero, perché, moltissimi anni fa, mi sono rifiutato di farlo (era il padre della mia prima ragazza, avevo 16 anni) e me ne pento ancora adesso. Non mi sentii in grado, anche perché, effettivamente, avrei dovuto improvvisare all'organo (elettrico, sapete, quelli delle parrocchie...). Il sacrestano che suonò al mio posto fece molto peggio di quanto avrei fatto io, ma il punto non è questo. E' che chi fa musica deve saper accogliere su di sé sia le gioie che i dolori, per saperli poi restituire nel modo che gli è congeniale. Questo è un musicista. Certe cose vanno fatte, punto e basta, sennò uno fa un'altra cosa. Perciò sei stato bravissimo, secondo me, ad assumerti quell'incarico.
  2. Forse anch'io mi sono espresso male, perché non intendevo negare ciò in cui altri credono come fossero "favole"; in realtà, sono semplicemente agnostico e, anzi, per esperienze personali, devo supporre che della nostra morte sappiamo veramente poco. Lavoisier scrisse che nulla si distrugge, quindi sono semplicemente portato a immaginare che quella che chiamiamo morte sia solo un'altra condizione della vita. E' un po' questo, il senso che cercavo di narrare con quello che ho scritto. A proposito, ringrazio tutti dell'apprezzamento: non pensavo di aver scritto qualcosa di particolarmente significativo... Anche se è pur vero che siamo in un forum di Musicisti...!
  3. Io non penso che la musica serva ad allietare l'animo ma, possibilmente, a sublimarlo o, comunque, a sviluppare una percezione diversa dall'ordinario e a rendere consapevoli della propria dimensione vitale. Nel dispiacere per la scomparsa di una persona cara, siamo passati tutti, credo; ed è logico che, con il dolore, la musica possa sembrare un piacere puerile. Ma il dato di fatto, a prescindere da come ci si senta, è che la musica e l'arte in genere colmano la vita di... "vitalità", appunto; e che la morte è non solo un risvolto della vita, ma anche la condizione che permette alla vita di definirsi tale. Ma la morte è un'altra cosa. La musica è composta di elementi vitali: il ritmo, il tempo, il suono... Non ha nulla a che vedere con la morte (condizione nella quale anche la parola "silenzio", intesa come assenza di rumore, perde qualsiasi significato, poiché anche l'assenza si percepisce con gli organi di senso: per dire "buio", per esempio, ci vogliono gli occhi vivi contro l'oscurità, non quelli di un cieco... Non so se mi spiego). Bisogna accettare la morte come un'altra dimensione, rispetto alla quale chiedersi il valore della musica non può avere alcun senso. Chiudo con un fatto personale. Stranamente, quando in casa ho vissuto gli ultimi giorni di agonia d'una persona cara (in casa, ripeto, con tutto ciò comporta e che lascio immaginare), mi sono ritrovato a reagire scrivendo musica come un ossesso, giorno e notte. E' stato il mio modo di lottare contro la morte. Quando questa persona si è spenta, ho lasciato quelle pagine com'erano e non ho più ripreso da dove avevo interrotto. Sono passati sei anni; è un'esperienza chiusa lì. La persona cara riposa in un cimitero di campagna vicino casa e concima la più bella pianta di rose che abbia mai visto, delle Pat Austin di David Austin grosse il doppio del normale. Quando vado a trovarla, ne sorrido perché penso che i suoi fiori siano più beli, freschi e profumati di quelli che io, da vivo, abbia mai saputo mettere in musica. .
  4. Scusa, non per polemizzare, ma chi te lo ha detto che un non credente non direbbe niente? Io non lo sono, ma di riflessioni sulla vita e sulla morte penso di farne più di tanti credenti che conosco, francamente.
  5. Vi propongo la lettura di uno scritto d'una delle figure più acclamate, a livello internazionale, della preproduzione: Antongiulio Fruilio. http://www.musimac.i...artitura-finale Tuttavia, modestamente, io sono molto critico sul procedimento che propone, che a me sembra estremamente dispendioso. Troverei molto interessante discuterne visto che, come alcuni sapranno, sono un po' detrattore dei sequencer a favore delle potenzialità sostitutive dei programmi di notazione, che mi rendo sempre più conto esser poco note ai più (penso ai messaggi MIDI, per esempio). Mi sto addentrando un pochino, ho fatto recenti conquiste sul mio Sibelius, e trovo sempre meno ragioni di usare un sequencer, se non per ovvie questioni di editing audio (nel senso che, per ottenere risultati professionali, bisogna almeno lavorare sulle tracce audio di ciascuno strumento o, al massimo, sezione) ... Ma niente a che vedere con i complicati trasferimenti da un sistema all'altro del maestro Fruilio... Chi ha voglia di discuterne?
  6. Modestamente (perché non ne so nulla) osservo che un'azienda estremamente qualificata nel campionamento digitale come la East West ha ritenuto di proporre, nel pacchetto QL Pianos, due campionature differenti per l'Imperial e per l'88 tasti. Il che lascia presupporre che sia la risonanza, in effetti, a fare la differenza.
  7. Ti ringrazio davvero moltissimo, Zedef, appena torno a casa dal mio caro Mac ci provo subito! Non so cosa tu intenda sul programma, quello che uso è Sibelius e si tratta di vedere se posso scrivere i keyswitch delle librerie Play EW o Garritan senza impiastricciare lo spartito con le note di varie ottave sotto il rigo... Se ci riuscissi, basterebbe tenermi davanti un prospetto delle mappature KS di ciascuno strumento e sarebbe proprio una svolta, in termini di tempo!
  8. Qualcuno di voi saprebbe dirmi come scrivere il tilde con la tastiera italiana del Mac? In quella americana sarebbe in alto a sinistra, ma in questa c'è lo slash... Mi serve per scrivere i messaggi midi nel software di notazione. Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.
  9. Ipotizzando uno strano mondo musicale (roba alla Rodari) basato sulle sole scale ottatoniche, come dovrebbero essere disposte, tra tasti bianchi e neri, le note di uno strumento a tastiera? P.S. Se non avete capito, ve lo spiego meglio
  10. ... oppure, su una triade percepita come minore, suoni l'altra (La-Do-Fab: semitono-tono partendo dal La). P.S. Mi esprimo in modo senz'altro improprio, ma le sto ancora studiando ed è solo per far capire, prima che rispondano altri molto più competenti di me e in grado di approfondire l'argomento (visto che non lo hanno ancora fatto).
  11. Per "simmetrica" penso si possa intendere solo quella che alcuni chiamano ottatonica: tono-semitono, oppure semitono-tono. Il suo ambiente normale è quello degli accordi di settima diminuita, ma può essere usata in varie occasioni (anche solo per dare un carattere modale su un accordo che, enarmonicamente, viene percepito come una triade maggiore). In pratica, puoi anche suonare Do-Fab-Labb da una parte e, dall'altra, suonare la scala Do-Reb-Mib-Fab-Solb-Labb-Sibb-Dobb.
  12. Io, da adolescente, lo facevo molto spesso, poi ho smesso (forse solo perché qualcuno mi ha detto che il rumore gli dava fastidio, ma non ricordo...). Posso solo dire che è un'abitudine, come mordersi le unghie: basta non farlo per un po', e non se ne sente più alcuna esigenza.
  13. Se digiti su Google quello che ti interessa, trovi tutto spiegato per bene. Io, per orientarmi, comincerei banalmente da qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_Audio_Workstation
  14. Assolutamente no. Ti sbagli e, fossi in te, farei appunto lo sforzo di leggere da qualche parte, prima di presupporre sulle competenze altrui.
  15. Combinazione, mi è capitato poco tempo fa di discuterne con un amico neurofisatra che mi ha spiegato, in sostanza, quello che ha detto Carlos. Nella fattispecie, si conversava di batteristi jazz e dell'indipendenza dei "quattro tempi" (degli arti). Ma il senso era quello e anche gli esercizi suggeriti erano gli stessi: cantare (cioè pensare), prima di eseguire, una parte completamente diversa, al fne di rendere "automatico" il resto. Penso non sia un discorso molto diverso.
  16. Kontakt 4 ha il suo costo, non proprio affordable. Si può scaricare gratuitamente la sua demo, ma funziona solo per alcuni minuti (venti, mi pare), dopodiché devi spegnere e riavviare tutto, senza salvare i settaggi. Il Demo a 16 bit della Hauptwerk è gratis e funziona sempre, sulla sua piattaforma. I registri non li ho contati, ma sono quelli di un determinato organo originale del '700 camponato nella tal chiesa in cui si trova: saranno un centinaio. L'unico noia è che non è intuitivo da usare con i programmi di notazione; bisogna studiarsi il manuale, ovviamente in inglese (io l'ho usato, ma sinceramente non ricordo come si fa, dovrei rivedere).
  17. Negli anni '50, di Mozart si eseguivano soprattutto le ultime sinfonie e poche sue opere (il Tito e Così Fan Tutte venivano quasi "perdonate" al suo genio) e nessuno mostrava interesse per le sinfonie di Schumann o per il teatro musicale di Vivaldi... E non sono certo nomi "minori". Voglio dire, anche la critica cambia e, secondo me, questa vitalità non dovrebbe dispiacere a nessuno.
  18. Mi sembra sempre difficile fare discorsi sui musicisti meno noti, perché ci si lascia prendere quasi sempre da una serie di eccessi ideologici. Per me non è affatto vero che il solo gusto abbia determinato "il migliore", per due ragioni: la prima è che è mutevole ed è fatto anche di mode; la seconda è che i gusti si impongono con le consuetudini ed è sempre più facile apprezzare una musica già nota a una mai sentita prima. Poi ci sono anche le circostanze storiche, a poter determinare la fortuna o meno di un autore. La Storia è un filtro ("la scrivono i vincitori", dice qualcuno) e andrebbe semplicemente indagata. D'altra parte, non ha alcun senso suggerire la valorizzazione di un autore per diminutio degli altri, come fa Backspace. Questo di voler fare classifiche a tutti i costi, anziché apprezzare semplicemente le diversità, mi sembra un vizio tutto moderno: non è che, se scopro la musica di un Hummel, mi pento di aver ascoltato Chopin...
  19. P.S. Dimenticavo anche di dire che la GPO4 ha sei o sette suoni d'organo, più un paio di pedali, ma non veri e propri registri (es. "baroque organ", "reed", "flutes", "plenum", ecc.). Mentre la Hauptwerk ti mostra, sullo schermo, l'intera consolle di quell'organo, con tutti i registri e i loro nomi effettivi, che puoi miscelare come faresti realmente.
  20. Anche per i prezzi, basta cercare sul sito, come ho fatto io adesso per risponderti... 210 euri per la versione base; 499 per l'altra. Poi ci sono alcuni strumenti scaricabili gratuitamente (sempre completi di tutti i registri, comunque) ed altri a pagamento.
  21. Dal sito, ovviamente. Ci sono demo diverse e puoi usarle quanto tempo vuoi; in quella a 24 bit c'è un campanellino intermittente che "disturba" l'audio, in quella a 16 bit no. C'è un solo organo (comunque splendido e con tutti i suoni) e un clavicembalo moderno.
  22. Non è che c'è si è confusi con Clementi...? Lui sì, a fine carriera (coincidente con la piena attività di Beethoven, che stimava moltissimo la sua musica) produceva e vendeva pianoforti. E con quelli "vendeva" pure i musicisti, a volte, come quando ha lasciato l'amico John Field a Mosca per piazzare i suoi strumenti e monopolizzare il mercato...
  23. I prezzi, in rapporto alla qualità, sono anche molto onesti. Solo che non vende in Italia e bisogna scaricarsi tutto via internet.
  24. Io ho sia gpo4 che Hauptwerk (di cui si può scaricare gratuitamente la demo): quest'ultimo è imparagonabile, veramente un altro pianeta. La Hauptwerk è l'unica azienda specializzata nell'acquisizione di campionamenti di organi (e qualche cembalo) di ogni epoca e di ogni parte del mondo e si avvale di istituti e ricercatori ovunque; sono campioni a 24 bit e anche la più semplice spinetta pesa più dell'intera orchestra GPO.
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